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17 settembre 2013 / 13 Tishri 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Alla fine del Kippùr, ancora prima di assaggiare qualcosa per rompere il digiuno, durante la preghiera di Arvìt, nella sesta benedizione della Amidà, invochiamo il perdono dell’Eterno per i peccati commessi. Ma non li abbiamo appena espiati? Quali peccati possiamo aver commesso in quei pochi minuti che intercorrono dal suono dello Shofàr alla recitazione della Amidà? I momenti più a rischio sono proprio quelli in cui diamo per scontato il perdono e in cui ci illudiamo di essere al sicuro!
 
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Dario
Calimani,
anglista
Sono per l’autodeterminazione dei popoli. Sono per la pace e non per le invasioni ‘pacificatrici’. Credo che Israele abbia ogni diritto di difendere la propria sicurezza nazionale. Mi piacerebbe che ai palestinesi fosse data una possibilità di vivere in modo libero e decoroso. E sarebbe bello che la si smettesse di strumentalizzare la loro situazione. Alla fine del percorso, tuttavia, non riesco a trovare né il filo logico né la sintesi politica dei miei pensieri. Ed è un vero peccato.
 
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Un anno per la libertà
Gli auguri del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna in occasione dell'inizio del nuovo anno ebraico.
 
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Voci a confronto
“Settantacinque anni fa, il 18 settembre 1938, Mussolini annunciò in piazza dell’Unità a Trieste l’emanazione delle leggi razziali e l’inizio di un’attiva politica antiebraica da parte del regime” ricorda Anna Foa sulle pagine di Avvenire. E proprio a Trieste sono iniziate ieri le celebrazioni per ricordare una delle pagine più buie del Novecento italiano ed europeo. Perché “le leggi del 1938 – ricorda il presidente UCEI Renzo Gattegna sul Piccolo – furono il preludio di Auschwitz”. Dal balcone di piazza dell’Unità, davanti a decine di migliaia di persone, Mussolini diede forma al “tradimento dello Stato nei confronti di una comunità che da sempre si era prodigata, oltre che per quello della nazione, per il bene di questa città”, ha sottolineato, come riporta il Piccolo, con amarezza Alessandro Salonichio, presidente della Comunità ebraica di Trieste in occasione della prima giornata di celebrazioni – conclusasi con la lectio magistralis di Michele Sarfatti del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano – che culminerà domani con l’apposizione di una targa di commemorazione in piazza dell’Unità.
Ampio spazio sui giornali di oggi anche per la prima edizione di Jewish and the city, il Festival internazionale di cultura ebraica che si aprirà il prossimo 28 settembre (Corriere della Sera, Repubblica, Giornale). La rassegna, presentata ieri a Palazzo Marino, sarà un’occasione per “testimoniare l’aspetto vitale della nostra cultura”, ha spiegato il direttore scientifico del Festival rav Roberto Della Rocca. Nel corso della conferenza il rabbino capo della Comunità di Milano, rav Alfonso Arbib è stato interpellato da alcuni giornalisti in merito al terribile assassinio di Parviz Gorjian. “La comunità è sconvolta e confidiamo nell’inchiesta” ha dichiarato Arbib (Il Giorno).
 
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Risorse e bilanci
Un approfondimento sull’ultimo Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
 
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  davar
memoria
1938. Trieste non dimentica
Settantacinque anni fa, il 18 settembre 1938, Mussolini decideva che Trieste sarebbe stato il luogo più adatto per annunciare all’Italia, ma soprattutto al mondo, la successiva emanazione delle leggi razziste che avrebbero segnato il destino di decine di migliaia di persone. Ieri, 16 settembre 2013, leader ebraici e istituzioni hanno voluto ricordare ciò che avvenne, per dare un segno tangibile d’irreversibile rifiuto di un’ideologia indegna.

Paola Pini
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Leggi l'intervento del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna


Leggi l'intervento del direttore del Centro di documentazione ebraica contemporanea Michele Sarfatti


Leggi l'intervento del presidente della Comunità ebraica di Trieste Alessandro Salonichio

memoria
Dal 18 settembre al 16 ottobre
18 settembre 1938: l'annuncio dell'emanazione delle leggi razziste in piazza Unità a Trieste. 16 ottobre 1943: il rastrellamento degli ebrei romani prima della deportazione verso i campi di sterminio. Due diversi momenti storici, una comune narrazione nelle responsabilità condivise di fascismo e nazismo nella Shoah. Anniversari che l'Italia ebraica si appresta a ricordare con una serie di iniziative che vedono il coinvolgimento di istituzioni e società civile e di cui trovate numerosi approfondimenti sul numero di ottobre di Pagine Ebraiche in distribuzione nei prossimi giorni.
18 settembre: l'incredibile storia di Maurizio Nacmias (nella foto di Giovanni Montenero), testimone diretto del discorso triestino di Mussolini, occupa le pagine della grande intervista del mese. Sempre riferito a quei fatti, i lettori potranno trovare il testo integrale della lectio magistralis pronunciata ieri nella sede del Consiglio comunale della città giuliana dallo storico Michele Sarfatti. Al cuore del suo intervento un'approfondita analisi delle parole utilizzate dal dittatore e dei motivi che lo portarono a scegliere Trieste per quel drammatico annuncio.
Grandi novità anche a Roma in vista della mostra organizzata dalla Fondazione Museo della Shoah al Vittoriano. Perseguitati, salvatori, nazisti: tre mondi che saranno affrontati con materiale inedito e con una prospettiva storica rivoluzionaria. Le prime anticipazioni sull'evento con Marcello Pezzetti, direttore scientifico della Fondazione, e con i suoi collaboratori. E ancora l'attesissima uscita del libro che Anna Foa ha voluto dedicare agli ebrei di Roma e agli inquilini di una storico edificio del Portico d'Ottavia.

QUI MILANO
Anatomia di un pregiudizio

“Italiano ma non completamente, molto solidale verso i suoi correligionari, ricco, avaro, religioso, potente, vittimista, questo l’identikit dell’ebreo disegnato dalla ricerca del Cdec L’immagine degli Ebrei. Ovvero: quanto sono resistenti, nel bagaglio culturale degli italiani, gli stereotipi e i pregiudizi classici sugli ebrei. Una fotografia che non ingiallisce mai”. Così scrive la sociologa della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea Betti Guetta introducendo i risultati della ricerca da lei condotta sull’immagine degli ebrei italiani sul nuovo numero di Pagine Ebraiche. Ricerca che è stata presentata a Milano alla Fondazione Corriere della Sera in un evento moderato dal giornalista Stefano Jesurum con la partecipazione di Milena Santerini, deputata e docente di Pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, del sociologo Luigi Manconi e del giornalista Gad Lerner.
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QUI MILANO
Nuovi assetti in Consiglio
Nuovi assetti e responsabilità nel Consiglio della Comunità ebraica di Milano. È Davide Hazan il nuovo assessore alla Scuola. La nomina è avvenuta nel corso di una riunione del Consiglio comunitario chiusa alla partecipazione del pubblico e rappresenta la soluzione all’impasse creata dalle dimissioni dal ruolo di Daniele Schwarz avvenuta all’inizio dell’estate.
Sulla scelta del successore si era aperta nelle scorse settimane una profonda frattura fra le due anime che convivono nel governo della Comunità: la lista Welcomunity con 10 consiglieri di cui è espressione il presidente Walker Meghnagi (cui appartiene lo stesso Schwarz) e la formazione Ken con 9 consiglieri (tra cui Hazan).
Diversi negli scorsi mesi i tentativi di mediazione andati a vuoto fra la posizione degli esponenti di Welcomunity che riproponevano Schwarz come nome per la Scuola e quella di Ken che puntava invece su Hazan. Ieri la sua nomina con 11 voti favorevoli (tre gli assenti alla riunione).

pilpul
Settembre 1938
Immaginiamo di essere nel settembre del 1938, settantacinque anni fa. Leggi razziali appena annunciate. Saremmo capaci di essere lucidi, di comprendere la tragedia imminente e la serietà della minaccia?
E oggi, saremmo in grado di agire con prontezza e lungimiranza di fronte a qualcosa di veramente grave all’orizzonte?

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Il buono e il cattivo
Il buono e il cattivo. In "Il comandante di Auschwitz" (Newton Compton Editori), Thomas Harding, laureato in antropologia alla Cambridge University, già giornalista e film-maker, ha ricostruito le vite parallele di uno dei più spietati criminali nazisti e dell’ebreo che riuscì a catturarlo.

Mario Avagliano
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