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23 settembre 2013 - 19 Tishri 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Adolfo
Locci,
rabbino capo
di Padova
Un principio mistico afferma che i riti che abbiamo compiuto nel giorno di Kippur sono legati al concetto di timore di D-o (Irat HaShem) mentre quelli di Sukkot sono legati all’amore verso D-o (Ahavat HaShem). La possibilità di fondere assieme il timore e l'amore di D-o, e raggiungere così la pienezza delle mitzwoth, è data dalla "conoscenza - da'at". Forse è per questo che il motivo della mitzwà della Sukkà, è espresso in questi termini: "affinché sappiano-yede'u le vostre generazioni"… (Levitico 23:43).
 
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Anna
Foa,
storica
L'anteprima a Torino di un documentario della Rai su Pitigrilli, accompagnata da un dibattito nella storica sede del liceo D'Azeglio, riporta alla luce il tema della spia dell'Ovra (servizi segreti fascisti) Dino Segre, alias Pitigrilli e del gruppo di antifascisti torinesi da lui denunciati e fatti incarcerare. Autore fortunato d libri semipornografici, stroncati dalla critica, ma adorati dal pubblico, Pitigrilli fu stipendiato dall'Ovra per molti anni e si infiltrò fra gli antifascisti torinesi, molti dei quali ebrei, riuscendo a stroncare l'attività del gruppo torinese di Giustizia e Libertà. Pitigrili, ebreo per parte di padre, riempì i suoi rapporti all'Ovra di accenti antisemiti e denunciò persino suo cugino Sion Segre. Che cosa lo mosse? I soldi, l'odio, l'invidia, la voluttà del male? O forse il famoso odio di sè? La domanda resta in parte senza risposta, ma forse non esiste risposta.
 
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Un anno per la libertà
Gli auguri del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna in occasione dell'inizio del nuovo anno ebraico.
 
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Voci a confronto
Kamikaze dopo la messa: oltre 70 morti in Pakistan, il più grave attentato terroristico mai compiuto ai danni della minoranza cristiana. La scelta di Peshawar, si legge sulla Stampa, non è casuale: da sempre infatti questa città rappresenta un simbolo di integrazione tra diverse culture e religioni. A rivendicare l’azione, come a Nairobi, è Al Qaeda. Un filo nero di terrore che, in cinque giorni, ha portato a oltre 300 vittime dall’Africa al Medio Oriente. Sul Corriere della sera, in merito all’attentato di Nairobi, una riflessione di Guido Olimpio in cui si mette in evidenza il ruolo avuto da Israele, storico alleato del Kenya, nel salvataggio dei tanti ostaggi prigionieri per ore nel centro commerciale. Sulla Stampa l’analisi di Maurizio Molinari in merito alle nuove linee guida dettate da Al Zawahiri. Parola d’ordine: “Colpire solo gli infedeli”. Episodio shock in un liceo di Perugia: tra le “colpe” alle quali attribuire un voto in ordine di gravità, in un compito assegnato dall’insegnante di religione, anche la voce “omosessualità”. Immediata la denuncia delle associazioni omosessuali al ministero delle pari opportunità (Corriere). Su Repubblica, nell’inserto dedicato alla finanza, lunga intervista a Yoram Gutgeld.
 
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Risorse e bilanci
Un approfondimento sull’ultimo Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
 
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  davar
memoria
Gino Bartali nel libro dei Giusti
“Gino Bartali è stato un campione immenso, sui pedali e nella vita. Il riconoscimento dello Yad Vashem, che lo ha inserito oggi nel registro dei Giusti tra le Nazioni, è il giusto premio per una vicenda umana esemplare”. Lo afferma Guido Vitale, direttore della redazione di Pagine Ebraiche, il mensile dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane protagonista di numerose rivelazioni inedite sul coraggio del grande ciclista toscano durante il nazifascismo. A partire dalla testimonianza di Giorgio Goldenberg, il piccolo ebreo fiumano che ad Adam Smulevich raccontò di essere stato nascosto in un appartamento di proprietà del campionissimo in via del Bandino. “Sono vivo perché Bartali ci nascose in cantina”, spiegò allora Goldenberg, 81 anni, oggi residente in Israele a Kfar Saba. Arriva da Pagine Ebraiche anche la testimonianza di Giulia Donati, 91 anni, nascosta da due sorelle a Lido di Camaiore. Solo incidentalmente, come raccontato al mensile UCEI, non potè beneficiare dell'azione di staffetta clandestina di documenti falsi portata avanti da Bartali nel Centro Italia. Oggi, dopo una lunga volata, l'annuncio più atteso. Una notizia che sta suscitando emozione in Italia e in tutto il mondo. “Finalmente!”, commenta commosso Andrea Bartali, figlio del campionissimo. Una soddisfazione che è anche di Sara Funaro, psicologa, promotrice del primo appello per la ricerca di nuove testimonianze pubblicata sul giornale dell'ebraismo italiano. “La decisione di Yad Vashem di dichiarare Gino Bartali Giusto tra le Nazioni – afferma il sindaco di Firenze, Matteo Renzi – è una scelta che commuove Firenze, è il più bel regalo alla città ed il modo più serio di dare un senso ai Mondiali di ciclismo".

giornalismo e testimonianza
Pagine Ebraiche tira la volata
Per Ginettaccio l'ultimo trionfo

“Può confermare quanto mi ha appena detto con una testimonianza scritta?”. “Certo, è davvero il minimo che possa fare per una persona che mi ha salvato la vita”. Si conclude così una lunga telefonata tra Firenze e Kfar Saba, Israele. All’altro capo della cornetta c’è Giorgio Goldenberg, 78enne ebreo di origine fiumana. Giorgio si è appena confidato andando a ripescare nomi e luoghi della sua infanzia in fuga dal nazifascismo. Tra le varie reminiscenze che tornano insistenti alla mente c’è una cantina fiorentina con affaccio su un piccolo cortile interno. In quella cantina Giorgio ebbe modo di nascondersi insieme ai genitori negli ultimi mesi di occupazione tedesca grazie a uno dei suoi proprietari, un agile trentenne di Ponte a Ema, campione sui pedali e nella vita. La voce di Giorgio trema per un attimo e poi scandisce dolcemente: “Quel signore si chiamava Gino Bartali”. Si apre con questa rivelazione un nuovo e avvincente capitolo nella saga extrasportiva di Bartali.

Adam Smulevich, Pagine Ebraiche, gennaio 2011
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roma-finale emilia
Gemellaggio in Sukkah
Gemellaggio nel segno dei valori comuni oggi a Roma tra gli studenti della scuola ebraica e i ragazzi delle classi elementari e medie della scuola Elvira Castelfranchi di Finale Emilia. Un momento di incontro che arriva come ideale continuazione delle numerose iniziative adottate dall'ebraismo italiano e dai suoi vertici per la ricostruzione, per il ritorno alla normalità, nell'Emilia Romagna colpita dal terribile sisma del 2012.
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sulle acque del maggiore
Memoria in riva al Lago
Grande partecipazione a Baveno sulle rive del lago Maggiore, per ricordare una pagina buia della storia del territorio e di tutta l’Italia: la strage perpetrata nel settembre 1943 dai nazisti dopo l’annuncio dell’armistizio, la prima di una lunga e triste serie nel paese.
Un monumento in memoria delle decine di vittime è stato inaugurato alla presenza tra gli altri del sindaco Massimo Zoppi, di Rossella Bottini Treves, presidente della Comunità ebraica di Vercelli e consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (che ha portato il messaggio del vicepresidente UCEI Giulio Disegni) e del rav David Shunnach in rappresentanza dell'Assemblea rabbinica italiana.
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qui pordenone
Il festival si mette in società
La crisi e il taglio dei contributi pubblici alla cultura rischiavano di ridurre notevolmente la quattordicesima edizione di Pordenonelegge, la Festa del libro con gli autori. Invece la città ha deciso di rispondere proponendo un programma fittissimo di incontri, e dal livello qualitativo di tutto rispetto, anche attraverso una serie di sinergie tra aziende sul territorio e istituzioni.
Il numero di Pagine Ebraiche in distribuzione in questi giorni, diffuso durante il festival dall’organizzazione stessa di Pordenonelegge contiene un’anticipazione dei contenuti di uno degli incontri che hanno avuto il maggior successo di pubblico, con centinaia di persone presenti al Palaprovincia, e molti altri che non sono potuti entrare: la presentazione del libro di Flora Tommaseo a cui hanno partecipato, insieme alla giovane autrice, Claudio Magris, Margherita Gobbi e Peppe Dell’Acqua.
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sorgente di vita
A Napoli, natura ed ebraismo
La natura e il rapporto dell’uomo con l’ambiente è il tema della Giornata Europea della Cultura Ebraica che quest’anno, il 29 settembre, vede Napoli come città capofila delle numerose iniziative che si terranno contemporaneamente in 70 località italiane. Sorgente di vita propone alcuni spunti di riflessione in un dialogo a distanza tra il rabbino Shalom Bahbout e lo scrittore Erri De Luca e un itinerario ebraico-partenopeo nella puntata di domenica 22 settembre che va in replica questa sera.
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pilpul
Oltremare - Benedetto autunno
Per primo è il vento, che cambia sostanza, meno umido e più sostenuto. Si scontra con le finestre e fa vibrare i vetri, il vento del pomeriggio tardo e della sera. Poi in cielo ritornano le dimenticate nuvole, bianche e pannose, immobili inizialmente, poi anche loro mobili che fanno allegria. Intanto in spiaggia c'è finalmente spazio per stendere un asciugamano da un metro tutto diritto senza incocciare una famiglia di francesi o locali arsim (hem, burini, direi) sbracati e superabbronzati che fan paura, di giorno quanto di notte.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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In cornice - L'Etrog di Chagall
“Giorno di Festa (Rabbino con Etrog)” di Chagall è una delle opere più celebri su Sukkot che siano mai state create. Per capirne il messaggio, bisogna osservare il modo inconsueto in cui vengono presentati i simboli della festa. Una nota di contesto: è stato dipinto nel 1914, poco dopo il ritorno di Chagall da Parigi a Vitebsk e il parallelo ritorno alle proprie radici per quel che effettivamente erano.

Daniele Liberanome, critico d'arte
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Tea for two - Venerdì sera
Qualche tempo fa magnificavo idilliaca lo shabbat state of mind, quello stato di grazia causato dallo shabbat in compagnia. Dimenticavo la famigerata angoscia del venerdì sera, quella sensazione di tensione e tendenza a filosofeggiare e a fare il punto della propria vita. Quando non prendo sonno, quando non riesco ad incastrare nessuno in chiacchiere fiume, il venerdì sera diventa un compagno indisponente. Poggio l'intricata chioma sui cuscini e comincio a darmi al vaniloquio silenzioso.

Rachel Silvera, studentessa
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Israele, Anp e il nodo degli aiuti
Ho letto con un certo sbigottimento l’intemerata di Stefano Jesurum su come Israele abbia negato le maschere anti gas agli arabi palestinesi. Ci sarebbe da far notare all’autore dell’articolo, e alla miope direzione che imprudentemente lo ha ospitato, che le aree controllate dall’Autoritá Palestinese sono fra i maggiori beneficiari pro capite al mondo di aiuti internazionali e che sotto gli accordi di Oslo, la leadership palestinese ha la piena responsabilità nel provvedere ai bisogno dei propri cittadini nell’area di sua pertinenza. A Gaza, Hamas importa materiale bandito dal blocco israeliano, dalle auto di lusso alle armi più sofisticate da usare contro gli ebrei. Inoltre, neppure i visitatori in Israele hanno ricevuto i kit anti-gas. Le maschere sono infatti soltanto per i cittadini israeliani. Chi accusa Israele ogni giorno di “occupazione” non venga a fare la morale allo stato ebraico. Sarebbe ipocrisia di cattivo gusto. Che i palestinesi chiedano le maschere anti gas ai loro patrocinatori, i ventidue regimi arabo-islamici che li tengono in ostaggio per fare la guerra contro Israele, fra molti di loro ci sono prolifici produttori di armi chimiche.

Giulio Meotti


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