Adolfo
Locci,
rabbino capo
di Padova
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Un principio mistico afferma che i riti che
abbiamo compiuto nel giorno di Kippur sono legati al concetto di timore
di D-o (Irat HaShem) mentre quelli di Sukkot sono legati all’amore
verso D-o (Ahavat HaShem). La possibilità di fondere assieme il timore
e l'amore di D-o, e raggiungere così la pienezza delle mitzwoth, è data
dalla "conoscenza - da'at". Forse è per questo che il motivo della
mitzwà della Sukkà, è espresso in questi termini: "affinché
sappiano-yede'u le vostre generazioni"… (Levitico 23:43).
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Anna
Foa,
storica
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L'anteprima a Torino di un documentario
della Rai su Pitigrilli, accompagnata da un dibattito nella storica
sede del liceo D'Azeglio, riporta alla luce il tema della spia
dell'Ovra (servizi segreti fascisti) Dino Segre, alias Pitigrilli e del
gruppo di antifascisti torinesi da lui denunciati e fatti incarcerare.
Autore fortunato d libri semipornografici, stroncati dalla critica, ma
adorati dal pubblico, Pitigrilli fu stipendiato dall'Ovra per molti
anni e si infiltrò fra gli antifascisti torinesi, molti dei quali
ebrei, riuscendo a stroncare l'attività del gruppo torinese di
Giustizia e Libertà. Pitigrili, ebreo per parte di padre, riempì i suoi
rapporti all'Ovra di accenti antisemiti e denunciò persino suo cugino
Sion Segre. Che cosa lo mosse? I soldi, l'odio, l'invidia, la voluttà
del male? O forse il famoso odio di sè? La domanda resta in parte senza
risposta, ma forse non esiste risposta.
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Un anno per la libertà |
Gli auguri del presidente dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Renzo Gattegna in occasione dell'inizio del nuovo
anno ebraico.
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Voci a confronto
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Kamikaze dopo la messa: oltre 70 morti in
Pakistan, il più grave attentato terroristico mai compiuto ai danni
della minoranza cristiana. La scelta di Peshawar, si legge sulla
Stampa, non è casuale: da sempre infatti questa città rappresenta un
simbolo di integrazione tra diverse culture e religioni. A rivendicare
l’azione, come a Nairobi, è Al Qaeda. Un filo nero di terrore che, in
cinque giorni, ha portato a oltre 300 vittime dall’Africa al Medio
Oriente. Sul Corriere della sera, in merito all’attentato di Nairobi,
una riflessione di Guido Olimpio in cui si mette in evidenza il ruolo
avuto da Israele, storico alleato del Kenya, nel salvataggio dei tanti
ostaggi prigionieri per ore nel centro commerciale. Sulla Stampa
l’analisi di Maurizio Molinari in merito alle nuove linee guida dettate
da Al Zawahiri. Parola d’ordine: “Colpire solo gli infedeli”. Episodio
shock in un liceo di Perugia: tra le “colpe” alle quali attribuire un
voto in ordine di gravità, in un compito assegnato dall’insegnante di
religione, anche la voce “omosessualità”. Immediata la denuncia delle
associazioni omosessuali al ministero delle pari opportunità
(Corriere). Su Repubblica, nell’inserto dedicato alla finanza, lunga
intervista a Yoram Gutgeld.
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Risorse e bilanci |
Un approfondimento sull’ultimo Bilancio
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
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memoria
Gino
Bartali nel libro dei Giusti
“Gino
Bartali è stato un campione immenso, sui pedali e nella vita. Il
riconoscimento dello Yad Vashem, che lo ha inserito oggi nel registro
dei Giusti tra le Nazioni, è il giusto premio per una vicenda umana
esemplare”. Lo afferma Guido Vitale, direttore della redazione di
Pagine Ebraiche, il mensile dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane protagonista di numerose rivelazioni inedite sul coraggio del
grande ciclista toscano durante il nazifascismo. A partire dalla testimonianza di Giorgio Goldenberg, il piccolo
ebreo fiumano che ad Adam Smulevich raccontò di essere stato nascosto
in un appartamento di proprietà del campionissimo in via del Bandino.
“Sono vivo perché Bartali ci nascose in cantina”, spiegò allora
Goldenberg, 81 anni, oggi residente in Israele a Kfar Saba. Arriva da
Pagine Ebraiche anche la testimonianza di Giulia Donati, 91 anni, nascosta
da due sorelle a Lido di Camaiore. Solo incidentalmente, come
raccontato al mensile UCEI, non potè beneficiare dell'azione di
staffetta clandestina di documenti falsi portata avanti da Bartali nel
Centro Italia. Oggi, dopo una lunga volata, l'annuncio più atteso. Una
notizia che sta suscitando emozione in Italia e in tutto il mondo.
“Finalmente!”, commenta commosso Andrea Bartali, figlio del
campionissimo. Una soddisfazione che è anche di Sara Funaro, psicologa,
promotrice del primo appello per la ricerca di nuove testimonianze
pubblicata sul giornale dell'ebraismo italiano. “La decisione di Yad
Vashem di dichiarare Gino Bartali Giusto tra le Nazioni – afferma il
sindaco di Firenze, Matteo Renzi – è una scelta che commuove Firenze, è
il più bel regalo alla città ed il modo più serio di dare un senso ai
Mondiali di ciclismo".
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Oltremare
- Benedetto autunno
Per
primo è il vento, che cambia sostanza, meno umido e più sostenuto. Si
scontra con le finestre e fa vibrare i vetri, il vento del pomeriggio
tardo e della sera. Poi in cielo ritornano le dimenticate nuvole,
bianche e pannose, immobili inizialmente, poi anche loro mobili che
fanno allegria. Intanto in spiaggia c'è finalmente spazio per stendere
un asciugamano da un metro tutto diritto senza incocciare una famiglia
di francesi o locali arsim (hem, burini, direi) sbracati e
superabbronzati che fan paura, di giorno quanto di notte.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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In
cornice - L'Etrog di Chagall
“Giorno
di Festa (Rabbino con Etrog)” di Chagall è una delle opere più celebri
su Sukkot che siano mai state create. Per capirne il messaggio, bisogna
osservare il modo inconsueto in cui vengono presentati i simboli della
festa. Una nota di contesto: è stato dipinto nel 1914, poco dopo il
ritorno di Chagall da Parigi a Vitebsk e il parallelo ritorno alle
proprie radici per quel che effettivamente erano.
Daniele Liberanome,
critico d'arte
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Tea
for two - Venerdì sera
Qualche
tempo fa magnificavo idilliaca lo shabbat state of mind, quello stato
di grazia causato dallo shabbat in compagnia. Dimenticavo la famigerata
angoscia del venerdì sera, quella sensazione di tensione e tendenza a
filosofeggiare e a fare il punto della propria vita. Quando non prendo
sonno, quando non riesco ad incastrare nessuno in chiacchiere fiume, il
venerdì sera diventa un compagno indisponente. Poggio l'intricata
chioma sui cuscini e comincio a darmi al vaniloquio silenzioso.
Rachel Silvera, studentessa
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Israele,
Anp e il nodo degli aiuti
Ho
letto con un certo sbigottimento l’intemerata di Stefano Jesurum su
come Israele abbia negato le maschere anti gas agli arabi palestinesi.
Ci sarebbe da far notare all’autore dell’articolo, e alla miope
direzione che imprudentemente lo ha ospitato, che le aree controllate
dall’Autoritá Palestinese sono fra i maggiori beneficiari pro capite al
mondo di aiuti internazionali e che sotto gli accordi di Oslo, la
leadership palestinese ha la piena responsabilità nel provvedere ai
bisogno dei propri cittadini nell’area di sua pertinenza. A Gaza, Hamas
importa materiale bandito dal blocco israeliano, dalle auto di lusso
alle armi più sofisticate da usare contro gli ebrei. Inoltre, neppure i
visitatori in Israele hanno ricevuto i kit anti-gas. Le maschere sono
infatti soltanto per i cittadini israeliani. Chi accusa Israele ogni
giorno di “occupazione” non venga a fare la morale allo stato ebraico.
Sarebbe ipocrisia di cattivo gusto. Che i palestinesi chiedano le
maschere anti gas ai loro patrocinatori, i ventidue regimi
arabo-islamici che li tengono in ostaggio per fare la guerra contro
Israele, fra molti di loro ci sono prolifici produttori di armi
chimiche.
Giulio Meotti
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