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24 settembre 2013 - 20 Tishri 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Stasera e domani, settimo e ultimo giorno di Sukkòt, è Hoshanah Rabbah, ricorrenza densa di significati soprattutto per i Maestri della Kabalah. Questo giorno è conosciuto anche come Yom haAravah, giorno del salice, perché al termine della preghiera del mattino si prendono dei rametti di salice e si sbattono a terra per cinque volte. Il salice, tra le piante del lulàv, rappresenta anche la bocca, come il mirto gli occhi, la palma la spina dorsale, e il cedro il cuore. Il fatto di concludere questo intenso ciclo festivo prendendo la sola aravah è un grande monito ad adoperarci affinché dalle nostre bocche escano parole costruttive per ricominciare col piede giusto il nuovo ciclo di lettura e di studio della Torah.
 
Dario
Calimani,
anglista
Due docenti a contratto sono stati sospesi all’Università di Padova perché gli studenti li hanno giudicati inadeguati. Sarebbe giusto poter fare lo stesso anche con i docenti a tempo indeterminato, talora assunti per concorso con modalità di cui la giustizia e la stampa si interessano a giorni alterni. Ma si dovrebbero poter licenziare anche quei politici che hanno ridotto l’università (e prima ancora la scuola) nelle condizioni in cui la si vede languire: curricula non tenuti ad alcun collegamento organico fra le discipline, corsi frammentati in pseudo-corsi di trenta ore, programmi e bibliografie ridotti all’osso, caldi consigli ai docenti affinché diminuiscano il carico didattico, perché gli studenti devono laurearsi ‘in tempo minimo’ in modo che l’università acquisti punti-valore e relativi fondi dal Ministero. E ci si chiede se la costruzione scientifica del disastro culturale non sia stata voluta dagli interessi di una politica dell’omogeneizzazione verso il basso, oltre che dalla deleteria necessità di europeizzare il sistema educativo.
 
Un anno per la libertà
Gli auguri del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna in occasione dell'inizio del nuovo anno ebraico.
 
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Voci a confronto
Gino Bartali riconosciuto come Giusto tra le Nazioni da Yad Vashem. Grande risonanza e commozione sui giornali italiani. “Qualche anno fa, Sara Funaro e Adam Smulevich del mensile Pagine Ebraiche, voce dell’Unione delle Comunità Ebraiche, lanciarono un appello per rintracciare i testimoni dell’attività clandestina di Bartali. Nel 2010 Smulevich rintracciò Giorgio Goldenberg (‘Se sono sopravvissuto, lo debbo a Bartali’)”. Così Leonardo Coen su Repubblica ricorda la genesi di una testimonianza decisiva per il processo di iscrizione nel libro dei Giusti del Museo della Shoah di Gerusalemme, che richiede l’attestazione diretta di uno dei salvati o di suoi parenti. A ricordare il ruolo di Pagine Ebraiche tra gli altri anche Francesca Nunberg sul Messaggero, Andrea Fagioli su Avvenire e Giulio Gori sul Corriere Fiorentino.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parteciperà alla cerimonia di commemorazione per il settantesimo anniversario del 16 ottobre 1943 quando i nazi-fascisti deportarono oltre mille ebrei dal ghetto di Roma. Ad annunciarlo il presidente della Comunità della Capitale Riccardo Pacifici durante una celebrazione della festa di Sukkot (Messaggero).
Sul Corriere della Sera intervista al ministro degli Esteri Emma Bonino a New York per l’assemblea generale delle Nazioni Unite che si apre oggi. “Quanto ci si può fidare delle aperture di Teheran? Se uno pensa all’atmosfera che circondava gli interventi di Ahmadinejad, con l’uscita delle delegazioni dalla sala, è indubbio che ci sia un’atmosfera diversa, di attesa e di speranza. I segnali giunti finora — la liberazione dei detenuti politici, le dichiarazioni di disponibilità sul nucleare — sono di apertura. Gli scettici obiettano che si tratta di gesti pre-Assemblea Generale. Ma io penso che sia necessario esplorare questo segnale” un passaggio dell’intervista, raccolta, scrive Paolo Valentino, dopo un incontro di Bonino con i rappresentanti di Teheran. Previsto per oggi stesso all’Onu l’intervento del nuovo presidente Rohani (“Ciclone Rohani” Maurizio Molinari sulla Stampa), in chiusura di assemblea invece quello del premier israeliano Netanyahu. 
 
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Risorse e bilanci
Un approfondimento sull’ultimo Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
 
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  davarqui napoli
Grande attesa per la Giornata
Napolitano ospite d'onore

Natura ed ebraismo. Questo il binomio che sarà protagonista della 14esima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica in programma domenica e con Napoli città capofila, ospite d'onore il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Che rapporto c’è tra ebraismo e natura? Quali sono le indicazioni e i suggerimenti della tradizione ebraica per instaurare un rapporto sano con il mondo circostante? Sono alcune delle domande che animeranno la Giornata.“Quella ambientale – afferma il presidente UCEI Renzo Gattegna – è una tematica pregnante e attuale, oltre che di grande rilevanza nell’ebraismo. Il corretto rapporto con la natura e l’ambiente, il rispetto ma anche l’utilizzo equilibrato delle risorse naturali, sono argomenti ampiamente trattati dalla Legge e dalla normativa ebraica”.
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memoria
Ancora campione
L'Osservatore Romano in distribuzione questo pomeriggio con data mercoledì 25 settembre ha invitato il giornalista di Pagine Ebraiche Adam Smulevich a raccontare come le inchieste del giornale dell'ebraismo italiano abbiano portato alla decisione dello Yad Vashem di conferire al campione Gino Bartali l'alto onore di Giusto tra le Nazioni. Ecco il testo.

Campione in corsa, campione fuori dal contorno agonistico. Il pubblico riconoscimento dello Yad Vashem rappresenta l'attesissimo suggello a una storia memorabile, la storia di Gino Bartali il Giusto. Forse Ginettaccio sarebbe scontento di questo tributo in virtù del proverbiale “Il bene si fa, ma non si dice” che tanto l'ha reso celebre in Italia e nel mondo. Quel coraggio, quell'eroismo silenzioso di cui ancora oggi non si riesce a quantificare con esattezza l'immensa portata, merita però di essere conosciuto e apprezzato. Soprattutto da quelle nuove generazioni che nello sport, e in particolare nei suoi campioni, vedono un imprescindibile punto di riferimento.
È in quest'ottica che si inserisce l'appello, per la ricerca di nuove testimonianze, pubblicato oltre tre anni fa da Pagine Ebraiche (“Un albero anche per Ginettaccio”, aprile 2010) con la collaborazione di Sara Funaro. Obiettivo: arrivare alla piantumazione di un albero alla sua memoria nel giardino dove sono omaggiati i nomi di quanti, a rischio della propria esistenza e senza percepire alcun compenso, scelsero la strada del coraggio e rifuggirono l'indifferenza.
Di Bartali era già noto l'impegno come staffetta clandestina ma a mancare, per lungo tempo, è stata la dichiarazione diretta di un sopravvissuto o di un suo discendente. Nel 2005 il ciclista fu insignito della medaglia d'oro al valor civile dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi “per aver salvato la vita a circa 800 ebrei”. Stante questo riconoscimento, restavano però degli interrogativi irrisolti. Chi erano questi ebrei? Quali i loro nomi, i loro volti, le loro storie? Materiale di cui lo Yad Vashem, per dar seguito alla pratica, aveva assoluto bisogno.
I motivi di questa lacuna sono noti: oltre alla ritrosia di Ginettaccio, corredata da un'anedottistica leggendaria, la mancanza di un contatto diretto tra il ciclista e i tanti – uomini, donne e bambini – che beneficiarono del suo altruismo. Il corridore agiva infatti a stretto raccordo con una serie limitata di interlocutori: uomini della Delasem, esponenti del clero toscano, falsari che gli procuravano nuove identità per ebrei e perseguitati politici in fuga dall'Italia.
Il primo incontro con Andrea Bartali, principale custode della memoria del padre, risale a quel periodo di rinnovato fermento attorno alla figura di Ginettaccio. Fu un pomeriggio memorabile, davanti a un caffè caldo e in compagnia della moglie di Gino, Adriana. Tanti gli argomenti toccati: dalla guerra alle vittorie nei grandi giri, dalle idee politiche alla profonda fede religiosa di cui tutti erano partecipi. Impossibile non essere travolti da quella che Andrea, con affetto, ha chiamato “una storia d'amore”.
L'amore, per Bartali, è stata la vita e la dignità dell'uomo prima di ogni altra cosa. È quanto emerge con le numerose testimonianze raccolte in seguito a quell'appello. Una su tutte, quella di Giorgio Goldenberg, descrive lo straordinario itinerario tracciato dal campione negli anni più bui. È la storia di un giovane ebreo fiumano, nascosto insieme alla sua famiglia in una casa in via del Bandino a Firenze. Giorgio, la sorella Tea, i genitori: quattro vite umane strappate alla barbarie della Shoah. L'iniziativa è di Gino e di suo cugino Armandino Sizzi, un duo affiatato ripetutamente esposto a pericoli ma incrollabile nella sua determinazione. Nessuno, oltre a loro, sapeva. Neanche Adriana, la compagna di una vita. Neanche una volta cessate le ostilità, quando tutto sarebbe stato più facile. Gino si è portato questo segreto nella tomba finché Giorgio, raggiunto grazie all'intermediazione di Nardo Bonomi, ha rotto un silenzio protrattosi per quasi 70 anni. “Sono vivo – ha raccontato a Pagine Ebraiche – perché Gino Bartali ci nascose in cantina”. Pochi giorni e una testimonianza a sua firma sarebbe arrivata nei cassetti dello Yad Vashem dando vigore a un carteggio già arricchitosi di molto materiale inedito
La stessa procedura è stata infatti seguita da due testimoni cui il Memoriale dei Giusti riconosce, come si evince dalla scheda pubblicata ieri sul proprio sito ufficiale, un ruolo decisivo nell'intera vicenda: Renzo Ventura e Giulia Donati. Di Renzo Ventura, la cui famiglia fu tratta in salvo grazie ad alcuni documenti falsi, resta particolarmente impresso un momento: l'abbraccio, nell'inverno del 2010, con Andrea Bartali e una frase sussurrata all'orecchio (“Senza suo padre non sarei qua”) che dà il senso dell'immensa gratitudine che ancora oggi vive attraverso le generazioni.
Giulia Donati, la prima testimone raggiunta grazie a Pagine Ebraiche, è invece protagonista di una vicenda di tutt'altro taglio. La sua è la storia di un clamoroso equivoco. Nascosta a Lido di Camaiore dalle sorelle Pacini, non ricevette la carta di identità recapitatagli al portone di casa perché Bartali non fu riconosciuto. Un episodio che avrebbe potuto gettarla nello sconforto e che le fu rivelato soltanto a Liberazione avvenuta. Oggi, dopo tanti anni, il bisogno di raccontare e condividere un passato lungamente rimosso. Il passato di un uomo Giusto che vive ancora tra noi.

Adam Smulevich

memoria
Sfogliando il coraggio di Gino
Le reazioni della stampa nazionale e locale e il ruolo di Pagine Ebraiche nel reperimento delle testimonianze acquisite dallo Yad Vashem.
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qui Roma
Ostia, verso il rilancio
Convivenza ed integrazione. Sono le parole chiave della tavola rotonda "Dal rilancio di Ostia ebraica alla valorizzazione del sito archeologico di Ostia antica" svoltasi ieri alla Camera dei deputati.
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qui roma
16 ottobre, incontri e Memoria
Sarà il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, l’ospite d’onore delle manifestazioni organizzate dalla Comunità ebraica di Roma in occasione del 70esimo anniversario dei rastrellamenti del 16 ottobre. A darne annuncio, nel corso di un ricevimento con i giornalisti della stampa nazionale e locale svoltosi ieri nella Sukkah allestita nei giardini del Tempio, il presidente Riccardo Pacifici. Al suo fianco il rabbino capo rav Riccardo Di Segni. Denso, come vi anticipiamo nel numero di Pagine Ebraiche in distribuzione, il calendario di eventi e iniziative in programma in quella circostanza. A partire dalla grande mostra che, su impulso della Fondazione Museo della Shoah di Roma, sarà inaugurata in quei giorni al Vittoriano.
pilpul
Quote
Il concetto di “quote” è insidioso. In un mondo perfetto, infatti, non dovremmo suddividere gli esseri umani in base al genere, al colore della pelle, alla religione, ma sceglierli in funzione delle loro attitudini. Tuttavia, siccome l’ottimo è nemico del bene, il sistema delle quote viene introdotto e rappresenta un progresso: si tratti dell’“affirmative action” delle università americane, che riserva una percentuale di iscrizioni alle minoranze più svantaggiate, o alle “quote-rosa”, per inserire delle donne nei consigli di amministrazione, ci troviamo di fronte a un avanzamento di civiltà.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - I racconti di Moscati
Nell’approssimarsi dell’importante appuntamento del 75° anniversario dell’emanazione delle leggi razziste, è stato pubblicato un prezioso volume a cura di Gianfranco Moscati e Gustavo Ottolenghi, intitolato Racconti ebraici (Collezione Gianfranco Moscati, Napoli 2013), che raccoglie storie, testimonianze e documentazioni sulle vicende occorse a gruppi di ebrei o a singoli ebrei, italiani e non, durante il periodo della persecuzione nazifascista.

Mario Avagliano
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