Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Yitzchak e Rivkà pregano per avere dei
figli. La Torah (Bereshit, 25; 21) ci dice che l'Eterno accoglie la
preghiera di Yitzchak e sua moglie Rivkà resta finalmente incinta.
Rashì ci fa notare che è Yitzchak a essere esaudito, perché ha più
efficacia la preghiera di un Giusto figlio di un Giusto piuttosto che
quella di Rivkà che è una Giusta anche lei, ma figlia di persone poco
di buono. Ma non dovrebbe essere il contrario?
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Dario
Calimani,
anglista
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Il ministero dell’Università ha distribuito
sette milioni e mezzo di euro fra trenta progetti di ricerca nel
settore delle Scienze umane, assegnando singoli finanziamenti che
raggiungono i settecentomila euro. Il primo moto spontaneo dello
spirito è chiedersi se non sarebbe stato meglio, nell’attuale
situazione economica del paese, finanziare 200 progetti di ricerca,
anziché 30, con una media di quarantamila euro. Il secondo moto dello
spirito, spontaneo anche questo, è la speranza che, con le loro
ricerche filosofiche o giuridiche, gli assegnatari salvino qualche vita
umana, o almeno producano un numero significativo di posti di lavoro
per i milioni di disoccupati che sono (anche loro) alla ‘ricerca’ di un
lavoro, e che non godono per questo di alcun finanziamento. Terzo sorge
un amaro interrogativo: un paese che è governato e che si governa in
questo modo può mai coltivare una speranza di salvezza?
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“Il dramma degli ebrei nell'Olanda occupata,
ma anche vicende più quotidiane, cucina, vacanze, nascite e gravidanze,
storie familiari”. Così scrive Anna Foa nel presentare, sull'ultimo
numero di Pagine Ebraiche, la raccolta epistolare “Nel caso non ci
rivedissimo” (ed. Archinto) di Giorgio Sacerdoti, avvocato, docente
universitario, consigliere UCEI e presidente della Fondazione CDEC di
Milano. Un affresco sui giorni neri della Shoah, raccontati attraverso
una prospettiva familiare, che sarà oggi al centro di un denso incontro
al Centro Bibliografico dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
L'appuntamento è per le 18. Con l'autore interverranno il giornalista
Arrigo Levi e lo storico Lutz Klinkhammer. Introdurrà e modererà
l'incontro Gisele Levy.
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Cultura e istruzione
per difendere la Memoria |
“L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
ha più volte ribadito che la Memoria si tutela al meglio, ma
soprattutto si difende nel modo migliore privilegiando le armi della
cultura e dell'istruzione, impegni perenni e prioritari che nessuno
potrà mai porre in secondo piano anche perché le leggi stesse devono
sempre trovare una solida base nella coscienza collettiva”. Lo scrive
il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna in un editoriale che apparso sul quotidiano La Stampa. Per
questo Gattegna annuncia l'intenzione di coinvolgere le strutture
dell'UCEI “nel rivolgere un pressante appello e invitare a un confronto
e a una collaborazione diverse categorie che in un modo o nell'altro si
trovano in prima linea nella diffusione di cultura e di informazione
nella nostra società”. Educatori, docenti, intellettuali, giornalisti.
Ma anche coloro, come i bibliotecari e gli addetti alla vendita di
libri e di giornali, “che a contatto con la popolazione svolgono
attività di diffusione e che inconsapevolmente si trovano spesso a
essere strumento di chi pubblica appelli all'odio e all'ignoranza”.
L'intervento del presidente UCEI arriva a seguito dell'articolo in cui
il quotidiano torinese annunciava, in esclusiva, il ritiro del disegno
di legge sul negazionismo e la sua trasformazione in aggravante di
reati già esistenti.
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Voci a confronto
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“Lascio la Comunità ebraica, fa propaganda
per Israele”. Così l’artista Moni Ovadia in un’intervista che appare
sul Fatto Quotidiano. “Non voglio più stare in un posto che si chiama
comunità ebraica ma è l’ufficio propaganda di un governo”, dice Ovadia
manifestando l’intenzione, al pari di Gad Lerner, di lasciare la
Comunità di Milano. Il museo della Liberazione di via Tasso a Roma a
rischio chiusura per mancanza di fondi. Stefania Miccolis, sull’Unità,
intervista il suo presidente Antonio Parisella. “Siamo in pericolo”, la
sua denuncia. “Il governo tedesco era stato informato da mesi del
caso”. È quanto afferma il portavoce dell’esecutivo in merito
all’incredibile ritrovamento a Monaco di oltre un migliaio di opera
d’arte trafugate agli ebrei dai nazisti (Avvenire).
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Provvedimenti antinegazionismo
Un coro a molte voci
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Il dossier raccolto dalla redazione circa il
denso dibattito a proposito dei provvedimenti antinegazionismo che vede
protagonisti storici, intellettuali e giuristi.
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qui
roma
Il
sindaco in visita alla Comunità
“Confronto sui temi comuni”
“Un
confronto su una serie di temi culturali importanti, a partire dal tema
della memoria, che è al centro del viaggio che insieme abbiamo
organizzato a Birkenau e ad Auschwitz. Ma anche un momento per
disegnare progetti comuni, come il progetto di una seria e rigorosa
prevenzione all'usura, su cui la Comunità è molto impegnata". Così il
sindaco Ignazio Marino al termine dell'incontro tra la Giunta di Roma
Capitale e una delegazione della Comunità ebraica di Roma guidata dal
presidente Riccardo Pacifici e dal rabbino capo rav Riccardo Di Segni.
L'incontro, svoltosi nei locali comunitari, ha permesso di mettere a
fuoco molte sfide e obiettivi condivisi. “Al centro abbiamo messo la
cultura e la vita degli ebrei ma soprattutto - ha spiegato Pacifici –
il contributo e l'esperienza che pensiamo di poter dare, con estrema
umiltà e come confronto di idee, sui temi del sociale,
dell'accoglienza, sulla problematica degli immigrati, sulla disabilità,
sui temi dell'usura su cui ci stiamo misurando da molti anni".
Sul fronte dell'integrazione il sindaco ha ricordato l'aiuto offerto
nel 1967 dagli ebrei di Roma “a chi ha dovuto bruscamente lasciare
Tripoli” per poi soffermarsi sul sostegno che la stessa Comunità,
assieme a tutta la cittadinanza, “vuole generosamente offrire ai
sopravvissuti della recente tragedia di Lampedusa non appena essi
giungeranno nella città di Roma".
Argomento di un prossimo incontro, alla presenza del presidente Leone
Paserman, l'inaugurazione dei lavori e le diverse sfide che interessano
il Museo della Shoah di Roma. "Siamo convinti che potremo fare un
bel percorso insieme", ha commentato Pacifici al termine della visita
in sinagoga e al Museo ebraico.
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israele
Scienziati
in trasferta
Un po' di Genova sotto la Torre
Due
giorni fa, mentre ero a Genova al Festival della Scienza, non avrei mai
immaginato di incontrare, qui a Gerusalemme, al tavolo del ristorante
Montefiore nella guest house di Miskenot Sha'ananim, il professor
Benjamin Kedar, vicepresidente dell'Accademia Israeliana delle Scienze
ma soprattutto studioso, tra tante altre cose, della storia dei
mercanti genovesi nel XIV secolo. Così, tra un babagannoush e un piatto
di hummus, con la torre di Davide illuminata nella notte come
scenografia, ho scoperto che dall'analisi dei nomi che le famiglie
genovesi del '300 davano ai figli (e alle loro navi), in un periodo di
grave crisi economica e sociale, si scoprono molte cose sul loro
approccio alla vita: dagli eponimi di origine germanica, che sono la
maggioranza durante gli anni delle vacche grasse, si passa a una
predominanza di nomi di santi, nella speranza di attirare sulla prole e
sui propri beni la benevolenza del fato.
Daniela Ovadia,
giornalista scientifica
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pitigliani
kol'noa festival
Room
514, un successo low cost
Una
storia forte, pochi soldi in tasca ma la convinzione di potercela fare.
La chiave per fare un film, è il coraggio. Almeno nell’esperienza di
Sharon Bar-Ziv che, superati i quaranta, ha deciso di rischiare e
realizzare un lungometraggio, Room 154. Come, lo ha spiegato ieri in
occasione della proiezione del suo film al Pitigliani Kolno’a Film
Festival di Roma. Protagonista dell’incontro “dal piccolo budget al
grande schermo”, Bar-Ziv ha spiegato a un pubblico di esperti del
settore e semplici curiosi, come produrre con meno di 15mila euro un
risultato di ottimo livello. Almeno a giudicare dai tanti premi
ricevuti dal suo Room 154, proiettato in trentacinque festival in giro
per il mondo.
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