Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Reuvèn,
primogenito della famiglia, salva Yosèph dalle mani dei fratelli che
vogliono ucciderlo (Bereshìt, 37; 21 - 22). Reuvèn diviene per questo
il simbolo della salvezza e, in ragione di ciò, Betzer, che è nel
territorio della tribù di Reuvèn, diverrà la prima città rifugio
dove l'omicida involontario potrà trovare riparo. Perché, allora,
è proprio lo stesso Reuvèn a voler gettare Yosèph in un pozzo privo di
acqua e pieno di serpenti e scorpioni, altrettanto pericolosi per
l'incolumità del giovane fratello ? Spiega lo Zohar che Reuvèn si
prodiga per salvarlo dalle mani dei fratelli perché, mentre si può
sempre sperare in un intervento dall'Alto che ci aiuterà a superare
pericoli naturali, è impossibile, viceversa, ipotizzare che un
miracolo possa contrapporsi all'odio degli uomini e ai conflitti
fraterni.
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Dario
Calimani,
anglista
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Il
governatore del Veneto Luca Zaia ha voluto esprimere la sua stima per
gli ebrei che, in tutto il mondo, sono solidali fra di loro e coltivano
la loro identità ovunque si trovino, e auspica che i veneti ne possano
seguire l’esempio. Le parole di Zaia sono, al di fuori di ogni
ragionevole dubbio, dettate da sincera simpatia per l’immagine di
unione e solidarietà che gli ebrei gli ispirano. Bisogna tuttavia
precisare che l’idea della solidarietà ebraica è più un mito che una
realtà, spesso impiegato per fomentare pregiudizi e odio razziale,
giocando sull’idea di una lobby ebraica che condiziona gli eventi e la
finanza mondiali. Ai nostri giorni, purtroppo, questo stereotipo è
usato con molta incisività a fini di antisemitismo in molti siti
internet neonazisti e neofascisti. È vero che il governatore Zaia, con
le sue parole, intendeva solo manifestare il suo apprezzamento per la
cultura ebraica della solidarietà, ma la realtà è abbastanza distante
dal mito: gli ebrei coltivano al loro interno divisioni e contrasti
come ogni altro popolo sulla terra, e quando si tratta di prendere
posizione sanno bene come manifestare la loro spiccata individualità. E
questo è tanto vero che fra gli ebrei corre il detto: “Due ebrei, tre
opinioni”.
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ROMA
- Alle 18.30, all'Ermanno Tedeschi Gallery, opening e presentazione del
libro Daughters of the King dell'artista romana Federica Valabrega. La
mostra, un denso itinerio fotografico che scava sul ruolo della donna
nel mondo dell'ortodossia ebraica, resterà aperta fino al 14 gennaio.
Alla stessa ora, in un incontro promosso alla libreria Kiryat Sefer dal
Centro di Cultura della Comunità ebraica, la cabalista Yarona Pinhas
rifletterà sul significato di Chanukkah.
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Pregiudizi in prima serata
Gattegna: "Un passo falso
che va condannato"
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"Nella
società della comunicazione le parole hanno un valore e una centralità
imprescindibile. Possono emozionare, avvicinare, unire. Ma possono
anche contribuire, nei modi più diversi, a diffondere ostilità e
pregiudizio. La performance del comico Alessandro Bianchi, protagonista
della prima serata di un canale che si rivolge prevalentemente a un
pubblico giovane come Italia1, è in questo senso emblematica". Lo
afferma il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Renzo Gattegna commentando l’espressione “non fate i rabbini” e altre
espressioni discriminatorie e omofobiche utilizzate nel corso del
programma Colorado Cafè.
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Voci a confronto
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“Chi
guarda esclusivamente al passato può anche subire senza conseguenze il
fascino delle gesta degli antenati e persino sviluppare nei loro
confronti un sentimento di sacralità. Chi deve guardare al futuro, chi
ha la volontà e la responsabilità di progettare e programmare il mondo
che verrà, quello nel quale vivranno i figli e i nipoti, pur mantenendo
il rispetto per la memoria e per i valori tradizionali, non può farne
oggetto di culto o peggio di idolatria”. È quanto afferma il presidente
UCEI Renzo Gattegna in un editoriale che appare sull’ultimo numero di
Pagine Ebraiche e che è oggi ripreso dall’Osservatore Romano. Sulla
testata della Santa Sede anche una ripresa integrale dell’intervista
rilasciata al redattore Adam Smulevich dal rabbino conservative Abraham
Skorka. Al centro dell’intervista il futuro del dialogo tra ebraismo e
cristianesimo e il prossimo viaggio di papa Bergoglio in Israele. “Il
museo è sulla soglia della chiusura per mancanza di risorse e credo
che, per la storia che rappresenta, vada mantenuto e sostenuto”.
L’appello per il museo della Liberazione di via Tasso, formulato ieri
dal presidente Gattegna durante la cerimonia di presentazione del nuovo
calendario della Guardia di Finanza, è rilanciato sul dorso romano di
Repubblica. “Mai negato le camere a gas, mai stato negazionista. In
tanti lo hanno pensato e forse pensano ancora. Colpa anche dei
giornalisti”. Così il matematico Piergiorgio Odifreddi in una grande
intervista, a firma di Andrea Scanzi, sul Fatto Quotidiano. Università
Sapienza impegnata in prima linea a difesa della Memoria. Firmato ieri
l’accordo di collaborazione scientifica e culturale con l’Isgap
(Avvenire), venerdì la consegna della tesi di dottorato honoris causa
al testimone della Shoah Sami Modiano (Messaggero). L’accordo tra Iran
e Stati Uniti tiene banco nelle pagine degli Esteri di tutti i
quotidiani. Fiamma Nirenstein, sul Giornale, racconta della telefonata
di Obama a Netanyahu. “Il premier israeliano si sente tradito”, osserva
Nirenstein. Basta violenze contro i cristiani in Medio Oriente. È
l’appello che papa Bergoglio ha promosso incontrando il presidente
russo Vladimir Putin (Corriere, tra gli altri).
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Provvedimenti antinegazionismo
Un coro a molte voci
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Il
dossier raccolto dalla redazione circa il denso dibattito a proposito
dei provvedimenti antinegazionismo che vede protagonisti storici,
intellettuali e giuristi.
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qui roma
I volti di Portico d'Ottavia 13
“E'
stata un esperienza molto forte, che mi ha coinvolto non solo come
storica ma anche a livello personale”. Scrivere Portico d'Ottavia 13 –
Una casa del ghetto nel lungo inverno del '43 (ed. Laterza), ha
spiegato Anna Foa ieri, in occasioni della presentazione a Roma del suo
ultimo libro, è stato più che un lavoro da storica. E' stato un
progetto dal forte coinvolgimento emotivo. E a dimostrarlo anche la
grande partecipazione all'evento romano, tenutosi al complesso degli
asili infantili israelitici Elio Toaff, organizzato dal Centro di
cultura ebraica di Roma e con la partecipazione, al fianco
dell'autrice, della giornalista Lucia Annunziata e della storica
Lucetta Scaraffia e con le testimonianze di Gianni Di Segni e Costanza
Fatucci. A moderare la serata, aperta dall'intervento della direttrice
del Centro di Cultura ebraica Miriam Haiun, Yael Gabriella Franzone
dell'Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma. Leggi
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Sapori
Terra e giustizia, nuove frontiere
Analisi
e sfide del sistema agroalimentare, questi i temi della quinta edizione
dell'International Forum on Food & Nutrition organizzato dal
Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN), che è cominciato questa
mattina a Milano, all'Università Bocconi, e si concluderà domani sera.
Tra i punti principali la gestione delle risorse naturali con
particolare riferimento all’acqua, la sostenibilità della filiera, lo
spreco alimentare e il valore del cibo in una prospettiva futura. Fra i
relatori anche Danielle Nierenberg, membro dell'advisory board del
Forum, e Daniel Chamovitz, direttore del Manna Center for Plant
Biosciences all'Università di Tel Aviv. Il BCFN è un centro nato nel
2009 che ha l’obiettivo di analizzare i grandi temi legati
all’alimentazione e alla nutrizione nel mondo, con un approccio
multidisciplinare. Sul numero di Pagine Ebraiche di dicembre
attualmente in distribuzione, sul dossier con un'intervista a Danielle
Nierenberg e un intervento del Daniel Chamovitz. Leggi
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Storie - Una cosa da niente
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Settantacinque
anni fa le leggi razziste chiusero in un nuovo ghetto, dalle mura
invisibili, la minoranza ebraica che da lì a qualche anno avrebbe
fronteggiato la soluzione finale nazista. Quale impatto ebbe la
persecuzione dei diritti sulla comunità degli ebrei? E come reagì
l'opinione pubblica italiana a quell’improvviso accanimento contro una
minoranza che aveva partecipato a pieno titolo al Risorgimento?
Mario Avagliano
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Progetti newyorkesi |
In
treno, tornando da New York a Philadelphia dove mi aspettano i colleghi
di Lucidarium, ripenso alla riunione alla quale ho appena partecipato,
e a causa della quale mi sono preso questa pausa newyorkese dal tour,
fra la tappa di Seattle e quella di Washington DC. Tralascio nomi e
dettagli perché si parla di un progetto in fase di approvazione; mi
sono trovato al centro di un incontro fra due parti, come partecipante
interessato ma un po' defilato. Era rappresentata una grande
istituzione ebraica americana che sta lavorando alla raccolta fondi per
un progetto internazionale al quale lavora da più di un anno; e una
controparte, nella cui enorme sede ci trovavamo, una grande istituzione
ebraica anche quella, che auspicabilmente sarà fra i finanziatori del
progetto.
Enrico Fink, artista
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Segnali preoccupanti |
Leggo
Pagine Ebraiche 24 e noto che la professoressa Anna Foa si dimostra
giustamente preoccupata di ipotetiche ronde a caccia dell'immigrato da
colpire, i cosiddetti Bangla Tour, da noi tutti conosciuti, grazie ad
un articolo di Repubblica. L'idea che possa esistere un Bangla Tour è
raccapricciante. Vorrei segnalare che da tempo a New York, vere ronde
di musulmani, organizzano raid verso gli ebrei. Una pratica
talmente estesa che ha già provocato tre vittime. Questo si che è molto
preoccupante.
Vittorio Pavoncello, consigliere UCEI
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