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29 novembre 2013 - 26 Kislev 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Alfonso
Arbib, rabbino capo
di Milano
La ribellione di Chanukkah contro il tentativo di assimilazione culturale e religiosa è in controtendenza con ciò che è avvenuto normalmente nella storia ebraica. Nella maggior parte dei casi gli ebrei, davanti a una persecuzione, si sono piegati aspettando che passasse la tempesta. Secondo un famoso midràsh il popolo ebraico è paragonato a un giunco che si piega a qualunque vento ma, una volta passato il vento, ritorna su.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Quest’anno i cittadini statunitensi celebrano una strana Chanukkah. La festa coincide con il Thanksgiving, e pare sia solo la seconda volta dalla sua istituzione, ufficializzata nel 1863 da Lincoln. Si tratta di una festività nazionale sentitissima, attualmente priva di simboli religiosi anche se la sua origine decisamente lo è. Risale infatti ai tempi dei padri Pellegrini della Mayflower che a un anno dal loro arrivo sulle coste americane istituirono nel 1621 la festa del ringraziamento, che ora è più sentita come festa per il raccolto autunnale.
 
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"Guardare in faccia
il nostro futuro"
“Per guardare in faccia il passato è necessario applicarsi allo studio e sviluppare capacità di analisi e di critica. Per guardare in faccia il futuro le stesse qualità non sono sufficienti, ne occorrono anche altre molto più rare, come dimostra il fatto che nessuno, neanche i più grandi specialisti, può vantarsi di aver previsto, solo cinque anni fa, le condizioni nelle quali attualmente si trova il mondo”. Lo scrive il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in apertura del numero di dicembre di Pagine Ebraiche, attualmente in distribuzione.
 
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Voci a confronto
Il papa in Israele a maggio. A darne notizia la Cnn, attraverso un tweet del suo corrispondente Jake Tapper. A rilanciare la notizia, l’Espresso e Libero, entrambi richiamano l’intervista di Pagine Ebraiche a Abraham Skorka, rabbino argentino, amico personale di Bergoglio. La visita sarebbe prevista per il 25 e 26 maggio. Oggi invece a Roma Sami Modiano, come ricorda La Stampa, riceve dall’Università La Sapienza di Roma, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2013-2014, il Diploma di Dottorato di ricerca honoris causa in Storia, Antropologia, Religioni. Un riconoscimento a chi la Storia l’ha riaffermata con forza, ne è stato testimone coraggioso, raccontando la tragedia della Shoah vissuta sulla propria pelle. Costretto ad abbandonare gli studi dalle leggi razziste del 1938, Modiano non ha potuto frequentare le scuole come gli altri ragazzi ma, a 75 dalla sua espulsione dalla scuola di Rodi, la Sapienza riconosce l’inestimabile valore della sua testimonianza e del suo contributo nell’educazione delle future generazioni. VaticanInsider, sezione de La Stampa dedicata al Vaticano, riprende l’intervista inedita storia raccontata da Pagine Ebraiche di David Limentani, il “Cocciaro del papa” che fa da mediatore tra rav Elio Toaff e papa Giovanni Paolo II per la storica visita del 1986 al Tempio Maggiore di Roma.
 
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Provvedimenti antinegazionismo
Un coro a molte voci
Il dossier raccolto dalla redazione circa il denso dibattito a proposito dei provvedimenti antinegazionismo che vede protagonisti storici, intellettuali e giuristi.
 
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  davar
dottore honoris causa 
La Sapienza si inchina a Sami

"Io sono sopravvissuto. Voglio dedicare questo riconoscimento a chi non è tornato, a chi ha subito la mia stessa sorte come mio fratello Piero Terracina, a chi non ha potuto avere questa onorificenza".

Con la voce rotta dall'emozione, Sami Modiano, sopravvissuto ad Auschwitz-Birkenau, ringrazia per il conferimento della laurea honoris causa da parte dell'Università La Sapienza. Lui, che non ha conseguito un titolo perché il nazifascismo gli negò il diritto fondamentale di studiare, è stato insignito oggi del Dottorato di studi in Storia, Antropologia, Religione. Applaudito a lungo da tutta l'aula magna della Sapienza, gremita in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2013-2014, Sami ha invitato i ragazzi “a studiare: lo studio è fondamentale, ve lo dice chi non ha avuto la possibilità di farlo”. E ancora: “Avrei voluto arrivare qui per le mie capacità, come tutti voi studenti. Ascoltate le mie parole come parole di speranza”.
"Per l'instancabile impegno con cui si dedica a testimoniare la sua tragica esperienza, segnata dall'espulsione da scuola, a Rodi, all'età di 8 anni - ordinata in ottemperanza delle leggi razziste - e della deportazione ad Auschwitz-Birkenau nell'estate del 1944, nella ricorrenza del 75esimo anniversario dell'emanazione delle leggi del 1938; per proseguire al più alto livello l'azione di promozione della Memoria e di sostegno alla ricerca storica". Questa la motivazione del conferimento del dottorato honoris causa. E l'emozione si coglie vivida nello sguardo e nelle parole di Sami Modiano, nella sua testimonianza come negli sguardi e nell'abbraccio tributato dalla sala al termine del suo intervento.
Un'idea nata dall'impulso del presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, presente in sala assieme, tra gli altri, al presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna e al rabbino capo della Capitale Riccardo Di Segni. Idea accolta con entusiasmo dal magnifico rettore della Sapienza Luigi Frati. “Il conferimento di questo dottorato honoris causa – ha spiegato Frati
riflette la volontà della Sapienza di assumere su di sé il dovere di sapere e di non dimenticare”. L'assegnazione del dottorato è stata introdotta dalla presentazione di Marina Caffiero, direttore del Dottorato in Storia, antropologia, religioni.
Un riscatto di fronte a chi voleva impedirne la formazione, silenziarne la coscienza, cancellarne l'esistenza. Non ha titoli di studio Sami, perché il nazifascismo decise che gli ebrei non potevano studiare, non potevano frequentare come gli altri bambini la scuola, non ne avevano il diritto così come quello di vivere. Modiano è sopravvissuto alla Shoah e la sua testimonianza non è solo di valore storico inestimabile ma è anche il più efficace strumento educativo per giovani perché si formi la coscienza civile, perché le future generazioni sappiano e siano capaci di combattere ogni forma di discriminazione. Il dottorato segna il riconoscimento per "l'azione di promozione della Memoria e di sostegno alla ricerca storica", come recita la motivazione.

Daniel Reichel
CONGRESSO UGEI
"Costruiamo insieme il futuro"


Oggi al via a Roma il diciannovesimo Congresso ordinario dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia. Nell’occasione il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha inviato al presidente Ugei Alessandra Ortona e ai congressisti il seguente messaggio:

“Cari ragazzi,
vi estendo il mio più caloroso augurio per le importanti decisioni che andrete ad assumere in queste giornate romane con il rinnovo delle cariche del Consiglio e con la messa a fuoco degli obiettivi per il prossimo anno di vita dell’associazione.
Il Congresso rappresenta da sempre un formidabile momento di aggregazione per giovani delle diverse realtà ebraiche italiane. Un laboratorio di idee, un’occasione di confronto dal quale il nuovo Consiglio saprà senz’altro trarre le migliori valutazioni e decisioni per il futuro.
Quel futuro che deve vederci uniti, giovani e meno giovani, nel perseguimento di obiettivi comuni: la difesa e la salvaguardia di un insieme di valori che le generazioni ebraiche si trasmettono da millenni; la piena consapevolezza di un’identità che non è degna di essere vissuta se non con orgoglio e fierezza; la proiezione di questo impegno nel più ampio contesto sociale perché ad accrescere la nostra ricchezza, e quella dei nostri interlocutori, sono immancabilmente il dialogo, lo scambio, la reciproca comprensione.
Cara Alessandra, cari consiglieri, mi congratulo per come avete svolto il vostro mandato e per i significativi risultati che siete riusciti ad ottenere in questi pochi mesi.
A tutti coloro che saranno eletti un sincero mazal tov con l’auspicio di una collaborazione proficua e duratura”.

Renzo Gattegna,

presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
ISRAELE
L'esame psicometrico in italiano
Buone notizie per i giovani italiani che vogliono studiare in Israele: l’esame psicometrico, il tanto temuto test di accesso universitario, potrà essere sostenuto anche in italiano, eliminando così quella che – paradossalmente – è sempre stata una delle maggiori preoccupazioni degli studenti.
Il risultato è frutto degli sforzi della commissione UCEI guidata dall'assessore ai rapporti con Israele e l'Aliyah Alessandro Luzon. Un impegno che ha portato, negli scorsi giorni, alla firma di un accordo tra l'Unione e il Nite, l'Istituto Israeliano per la Verifica e la Valutazione.
Sono già stati fissati luogo e data della prova: il 10 aprile del prossimo anno, a Milano e a Roma, gli studenti del quarto e del quinto anno e coloro che hanno superato l’esame di maturità nel 2013 potranno sostenere l’esame.
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QUI ROMA
Femminilità senza confini
Il corpo femminile, esplorato nei suoi limiti e confini, e la messa in discussione degli stereotipi sociali e culturali legati alla figura della donna sono da sempre al centro della produzione dell’artista israeliana Hilla Ben Ari. Un concetto che viene oggi riproposto con una mostra inaugurata in queste ore al Museo Macro di Roma cui Ben Ari partecipa all’interno del progetto “Artisti in residenza”.
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CHANUKKAH 5774
La lezione del rav Arbib
Una densa lezione sul significato di Chanukkah e sull’attualità dei valori connessi a questa ricorrenza. È quanto propone l’associazione per il dialogo interculturale e interreligioso Lech Lechà con un video-intervista al rabbino capo di Milano rav Alfonso Arbib. Tra i più autorevoli collaboratori di Lech Lechà il demografo Sergio Della Pergola, la storica Liliana Picciotto e il diplomatico Sergio Minerbi.
Clicca qui per accedere al sito e visualizzare l'intervista al rav Arbib
FEDERAZIONI ITALIA-ISRAELE
A Torino l'incontro nazionale

“Le idee, l’impegno”. Questo il tema del ventiquattresimo Congresso nazionale della Federazione Associazioni Italia-Israele che avrà luogo a Torino nel fine settimana. Tra i relatori i giornalisti Fiamma Nirenstein e Domenico Quirico. Per l’ambasciata israeliana a Roma interverranno il responsabile per gli affari pubblici Livia Link e l’addetto militare Kobi Regev. Giovanni Quer presenterà inoltre l’aggiornamento del rapporto “Quanto costa delegittimare Israele”.
pilpul


"La mia Chanukkah"
Mercoledì scorso dalle ore 17,40 è arrivato il tempo di festeggiare. Festeggiare perché la legge e la giustizia hanno vinto. Festeggiare perché la prepotenza e l’arroganza sono state sconfitte. Festeggiare perché un luogo centrale per la vita del popolo è stato liberato da una presenza che era incompatibile con la sua funzione. Festeggiare una nuova fase che si apre nella vita del popolo pur tra tante incognite e scarsità di mezzi. Festeggiare perché le risorse pubbliche sono ridotte al lumicino ma da quel lumicino si può ripartire. Felice Chanukkah a tutti.
PS: Per la cultura ebraica le coincidenze di date non sono mai casuali. Che dire quando a coincidere non è solo la data ma anche l’ora?

Anna Segre, insegnante
Linguaggi - Arabraico
Un articolo di qualche giorno fa apparso sul Giornale dal titolo “Tra gli arabi si afferma l’«arabraico»” (16/11/2013), citava uno studio presentato da due linguisti, Abed Rahman Mar’i e Rubik Rosenthal, con il nome di “Walla Be-Seder”, inerente all’entrata e all’acquisto di termini ebraici nel vocabolario degli arabi-israeliani. Un fenomeno non nuovo e visibile del resto anche all’inverso, nell’ebraico moderno, con numerosi termini arabi adottati grazie al contatto con la minoranza araba e all’influsso di ‘olim di provenienza maghrebina e orientale.

Francesco Moisés Bassano, studente
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Buon umore a Chanukkah 
Secondo la tradizione ashkenazita russa, durante la festa di Hanukkah è bene essere sempre di buon umore e condividere l'allegria con gli altri. Alcuni siti web russo-ebraici offrono simbolicamente una piccola barzelletta per ogni giorno della festa. Ieri, ad esempio:  
Un giovane e ricco ebreo russo chiede udienza a un vecchio rebe di Odessa:
- Dica, rebe, di Shabbat posso lanciarmi col paracadute?
- Certamente puoi lanciarti, solo non puoi aprire il paracadute.


Laura Salmon, slavista
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