Alfonso
Arbib, rabbino capo
di Milano
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La
ribellione di Chanukkah contro il tentativo di assimilazione culturale
e religiosa è in controtendenza con ciò che è avvenuto normalmente
nella storia ebraica. Nella maggior parte dei casi gli ebrei, davanti a
una persecuzione, si sono piegati aspettando che passasse la tempesta.
Secondo un famoso midràsh il popolo ebraico è paragonato a un giunco
che si piega a qualunque vento ma, una volta passato il vento, ritorna
su.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Quest’anno
i cittadini statunitensi celebrano una strana Chanukkah. La festa
coincide con il Thanksgiving, e pare sia solo la seconda volta dalla
sua istituzione, ufficializzata nel 1863 da Lincoln. Si tratta di una
festività nazionale sentitissima, attualmente priva di simboli
religiosi anche se la sua origine decisamente lo è. Risale infatti ai
tempi dei padri Pellegrini della Mayflower che a un anno dal loro
arrivo sulle coste americane istituirono nel 1621 la festa del
ringraziamento, che ora è più sentita come festa per il raccolto
autunnale.
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"Guardare in faccia
il nostro futuro"
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“Per
guardare in faccia il passato è necessario applicarsi allo studio e
sviluppare capacità di analisi e di critica. Per guardare in faccia il
futuro le stesse qualità non sono sufficienti, ne occorrono anche altre
molto più rare, come dimostra il fatto che nessuno, neanche i più
grandi specialisti, può vantarsi di aver previsto, solo cinque anni fa,
le condizioni nelle quali attualmente si trova il mondo”. Lo scrive il
presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna
in apertura del numero di dicembre di Pagine Ebraiche, attualmente in
distribuzione.
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Voci a confronto
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Il
papa in Israele a maggio. A darne notizia la Cnn, attraverso un tweet
del suo corrispondente Jake Tapper. A rilanciare la notizia, l’Espresso
e Libero, entrambi richiamano l’intervista di Pagine Ebraiche a Abraham
Skorka, rabbino argentino, amico personale di Bergoglio. La visita
sarebbe prevista per il 25 e 26 maggio. Oggi invece a Roma Sami
Modiano, come ricorda La Stampa, riceve dall’Università La Sapienza di
Roma, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2013-2014,
il Diploma di Dottorato di ricerca honoris causa in Storia,
Antropologia, Religioni. Un riconoscimento a chi la Storia l’ha
riaffermata con forza, ne è stato testimone coraggioso, raccontando la
tragedia della Shoah vissuta sulla propria pelle. Costretto ad
abbandonare gli studi dalle leggi razziste del 1938, Modiano non ha
potuto frequentare le scuole come gli altri ragazzi ma, a 75 dalla sua
espulsione dalla scuola di Rodi, la Sapienza riconosce l’inestimabile
valore della sua testimonianza e del suo contributo nell’educazione
delle future generazioni. VaticanInsider, sezione de La Stampa
dedicata al Vaticano, riprende l’intervista inedita storia raccontata
da Pagine Ebraiche di David Limentani, il “Cocciaro del papa” che fa da
mediatore tra rav Elio Toaff e papa Giovanni Paolo II per la storica
visita del 1986 al Tempio Maggiore di Roma.
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Provvedimenti antinegazionismo
Un coro a molte voci
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Il
dossier raccolto dalla redazione circa il denso dibattito a proposito
dei provvedimenti antinegazionismo che vede protagonisti storici,
intellettuali e giuristi.
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dottore
honoris causa
La
Sapienza si inchina a Sami
"Io
sono sopravvissuto. Voglio dedicare questo riconoscimento a chi non è
tornato, a chi ha subito la mia stessa sorte come mio fratello Piero
Terracina, a chi non ha potuto avere questa onorificenza".
Con
la voce rotta dall'emozione, Sami Modiano, sopravvissuto ad
Auschwitz-Birkenau, ringrazia per il conferimento della laurea honoris
causa da parte dell'Università La Sapienza. Lui, che non ha conseguito
un titolo perché il nazifascismo gli negò il diritto fondamentale di
studiare, è stato insignito oggi del Dottorato di studi in Storia,
Antropologia, Religione. Applaudito a lungo da tutta l'aula magna della
Sapienza, gremita in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico
2013-2014, Sami ha invitato i ragazzi “a studiare: lo studio è
fondamentale, ve lo dice chi non ha avuto la possibilità di farlo”. E
ancora: “Avrei voluto arrivare qui per le mie capacità, come tutti voi
studenti. Ascoltate le mie parole come parole di speranza”.
"Per l'instancabile impegno con cui si dedica a testimoniare la sua
tragica esperienza, segnata dall'espulsione da scuola, a Rodi, all'età
di 8 anni - ordinata in ottemperanza delle leggi razziste - e della
deportazione ad Auschwitz-Birkenau nell'estate del 1944, nella
ricorrenza del 75esimo anniversario dell'emanazione delle leggi del
1938; per proseguire al più alto livello l'azione di promozione della
Memoria e di sostegno alla ricerca storica". Questa la motivazione del
conferimento del dottorato honoris causa. E l'emozione si coglie vivida
nello sguardo e nelle parole di Sami Modiano, nella sua testimonianza
come negli sguardi e nell'abbraccio tributato dalla sala al termine del
suo intervento.
Un'idea nata dall'impulso del presidente della Comunità ebraica di Roma
Riccardo Pacifici, presente in sala assieme, tra gli altri, al
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna e al
rabbino capo della Capitale Riccardo Di Segni. Idea accolta con
entusiasmo dal magnifico rettore della Sapienza Luigi Frati. “Il
conferimento di questo dottorato honoris causa – ha spiegato Frati –
riflette la volontà della Sapienza di assumere su di sé il dovere di
sapere e di non dimenticare”. L'assegnazione del dottorato è stata
introdotta dalla presentazione di Marina Caffiero, direttore del
Dottorato in Storia, antropologia, religioni.
Un
riscatto di fronte a chi voleva impedirne la formazione, silenziarne la
coscienza, cancellarne l'esistenza. Non ha titoli di studio Sami,
perché il nazifascismo decise che gli ebrei non potevano studiare, non
potevano frequentare come gli altri bambini la scuola, non ne avevano
il diritto così come quello di vivere. Modiano è sopravvissuto alla
Shoah e la sua testimonianza non è solo di valore storico inestimabile
ma è anche il più efficace strumento educativo per giovani perché si
formi la coscienza civile, perché le future generazioni sappiano e
siano capaci di combattere ogni forma di discriminazione. Il dottorato
segna il riconoscimento per "l'azione di promozione della Memoria e di
sostegno alla ricerca storica", come recita la motivazione.
Daniel Reichel
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CONGRESSO
UGEI
"Costruiamo
insieme il futuro"
Oggi al via a Roma il diciannovesimo
Congresso ordinario dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia. Nell’occasione il
presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna
ha inviato al presidente Ugei Alessandra Ortona e ai
congressisti il seguente messaggio:
“Cari
ragazzi,
vi estendo il mio più caloroso augurio per le importanti decisioni che
andrete ad assumere in queste giornate romane con il rinnovo delle
cariche del Consiglio e con la messa a fuoco degli obiettivi per il
prossimo anno di vita dell’associazione.
Il Congresso rappresenta da sempre un formidabile momento di
aggregazione per giovani delle diverse realtà ebraiche italiane. Un
laboratorio di idee, un’occasione di confronto dal quale il nuovo
Consiglio saprà senz’altro trarre le migliori valutazioni e decisioni
per il futuro.
Quel futuro che deve vederci uniti, giovani e meno giovani, nel
perseguimento di obiettivi comuni: la difesa e la salvaguardia di un
insieme di valori che le generazioni ebraiche si trasmettono da
millenni; la piena consapevolezza di un’identità che non è degna di
essere vissuta se non con orgoglio e fierezza; la proiezione di questo
impegno nel più ampio contesto sociale perché ad accrescere la nostra
ricchezza, e quella dei nostri interlocutori, sono immancabilmente il
dialogo, lo scambio, la reciproca comprensione.
Cara Alessandra, cari consiglieri, mi congratulo per come avete svolto
il vostro mandato e per i significativi risultati che siete riusciti ad
ottenere in questi pochi mesi.
A tutti coloro che saranno eletti un sincero mazal tov con l’auspicio
di una collaborazione proficua e duratura”.
Renzo Gattegna,
presidente Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane
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CHANUKKAH
5774
La
lezione del rav Arbib
Una
densa lezione sul significato di Chanukkah e sull’attualità dei valori
connessi a questa ricorrenza. È quanto propone l’associazione per il
dialogo interculturale e interreligioso Lech Lechà con un
video-intervista al rabbino capo di Milano rav Alfonso Arbib. Tra i più
autorevoli collaboratori di Lech Lechà il demografo Sergio Della
Pergola, la storica Liliana Picciotto e il diplomatico Sergio Minerbi.
Clicca
qui per accedere al
sito e visualizzare l'intervista al rav Arbib
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FEDERAZIONI
ITALIA-ISRAELE
A
Torino l'incontro nazionale
“Le
idee, l’impegno”. Questo il tema del ventiquattresimo Congresso
nazionale della Federazione Associazioni Italia-Israele che avrà luogo
a Torino nel fine settimana. Tra i relatori i giornalisti Fiamma
Nirenstein e Domenico Quirico. Per l’ambasciata israeliana a Roma
interverranno il responsabile per gli affari pubblici Livia Link e
l’addetto militare Kobi Regev. Giovanni Quer presenterà inoltre
l’aggiornamento del rapporto “Quanto costa delegittimare Israele”.
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"La
mia Chanukkah" |
Mercoledì
scorso dalle ore 17,40 è arrivato il tempo di festeggiare. Festeggiare
perché la legge e la giustizia hanno vinto. Festeggiare perché la
prepotenza e l’arroganza sono state sconfitte. Festeggiare perché un
luogo centrale per la vita del popolo è stato liberato da una presenza
che era incompatibile con la sua funzione. Festeggiare una nuova fase
che si apre nella vita del popolo pur tra tante incognite e scarsità di
mezzi. Festeggiare perché le risorse pubbliche sono ridotte al lumicino
ma da quel lumicino si può ripartire. Felice Chanukkah a tutti.
PS:
Per la cultura ebraica le coincidenze di date non sono mai casuali. Che
dire quando a coincidere non è solo la data ma anche l’ora?
Anna Segre, insegnante
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Linguaggi
- Arabraico
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Un
articolo di qualche giorno fa apparso sul Giornale dal titolo “Tra gli
arabi si afferma l’«arabraico»” (16/11/2013), citava uno studio
presentato da due linguisti, Abed Rahman Mar’i e Rubik Rosenthal, con
il nome di “Walla Be-Seder”, inerente all’entrata e all’acquisto di
termini ebraici nel vocabolario degli arabi-israeliani. Un fenomeno non
nuovo e visibile del resto anche all’inverso, nell’ebraico moderno, con
numerosi termini arabi adottati grazie al contatto con la minoranza
araba e all’influsso di ‘olim di provenienza maghrebina e orientale.
Francesco Moisés Bassano, studente
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Buon
umore a Chanukkah |
Secondo
la tradizione ashkenazita russa, durante la festa di Hanukkah è bene
essere sempre di buon umore e condividere l'allegria con gli altri.
Alcuni siti web russo-ebraici offrono simbolicamente una piccola
barzelletta per ogni giorno della festa. Ieri, ad esempio:
Un giovane e ricco ebreo russo chiede udienza a un vecchio rebe di
Odessa:
- Dica, rebe, di Shabbat posso lanciarmi col paracadute?
- Certamente puoi lanciarti, solo non puoi aprire il paracadute.
Laura Salmon, slavista
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