Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
|
Il
Faraone, con i suoi decreti, è il primo artefice di una strage degli
innocenti ( il midrash in verità trova in Nimrod, costruttore della
torre di Babele, un suo degno precursore). In tanti, ancora oggi,
proseguono la sua strada.
|
|
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
|
Quando
serve non si ha mai una penna e un foglio a portata di mano. Ieri al
mio bet-hakenesset un mio amico, che per me è anche un maestro,
commentando la parashà di Shemot ha richiamato l’attenzione di tutti
noi che eravamo lì, sul fatto che il primo atto di ribellione alla
legge del faraone sia segnato dalla rivolta delle nutrici, di Miriam e
della figlia del faraone. Tutte donne. È un’osservazione saliente, mi
pare, da tenere a mente per la prossima giornata europea della cultura
ebraica che avrà per tema ebraismo e donne.
|
|
|
|
Renzo Gattegna: "Futuro, responsabilità e
risorse" |
Se
è vero che l’immobilità è una pura illusione perché in verità chi non
avanza sicuramente retrocede, che la semplice conservazione senza
prospettive di sviluppo maschera la decadenza, che l’isolamento è la
peggiore minaccia per la nostra sopravvivenza, non possiamo e non
dobbiamo perdere l’occasione storica che le nostre generazioni stanno
vivendo di poter uscire coraggiosamente e definitivamente dal ruolo di
vittime in un mondo come l’attuale nel quale chi si sente vittima, e si
presenta come tale, prima o dopo lo diventa veramente". Lo ha
dichiarato il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Renzo Gattegna nella relazione introduttiva al Consiglio UCEI dell'8
dicembre 2013.
|
|
Leggi
|
|
Voci a confronto |
I
rabbini italiani e il ciclone Bergoglio. Su l’Osservatore Romano e La
Stampa spazio all’inchiesta realizzata per il numero di gennaio da
Pagine Ebraiche in cui cinque Maestri dell’ebraismo italiano si
esprimono sulla figura del nuovo pontefice, il suo impatto sulla realtà
ebraica e sul suo ruolo nel dialogo interreligioso. Fare chiarezza,
storicamente parlando, sulla figura di Giovanni Palatucci, Giusto tra
le Nazioni. Sarà l’impegno del gruppo di ricerca promosso dall’Unione
delle Comunità Ebraiche italiane e dalla Fondazione Centro di
Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec) di Milano. “Il primo
incontro, riferisce Pagine ebraiche, si è tenuto presso il Cdec
coordinato da Michele Sarfatti, con la partecipazione di Mauro Canali,
Matteo Luigi Napolitano, Marcello Pezzetti, Liliana Picciotto, Micaela
Procaccia e Susan Zuccotti del Centro Primo Levi di New York,
l’istituto che aveva riaperto il caso, riproponendosi, a sua volta, di
approfondirlo”(Avvenire). “Gita obbligatoria ad Auschwitz? Potrebbe
essere controproducente” titola il Fatto Quotidiano in merito alla
proposta, in Germania, del responsabile per l’Istruzione del Spd Dieter
Rossman di introdurre per tutti gli studenti tedeschi l’obbligo di
visitare un campo di concentramento. Iniziativa che vorrebbe essere una
risposta alla notizia, data dal quotidiano Bild, per cui la Germania è
quinta nella classifica delle visite al ex campo di concentramento di
Auschwitz, due posizioni in meno rispetto al 2009 (dati messi in luce
dalla Fondazione che gestisce l’ex lager nazista). Critico l’articolo
del Fatto, a firma di Silvia Truzzi, sulla decisione di
istituzionalizzare le visite ai campi di concentramento; scelta che la
giornalista paragona alla volontà di introdurre in Italia il reato di
negazionismo. “Se lo scopo è arginare uno stravolgimento della storia
che offenda le vittime – scrive Truzzi – c’è il concreto rischio che il
nuovo reato sortisca l’effetto opposto, facendo da megafono alle tesi
dei negazionisti”. Sul Corriere della Sera, l’arcivescovo Gerhard
Ludwig Muller spiega la posizione della Chiesa rispetto ai lefebvriani
(noti per aver espresso tesi antisemite e negazioniste). “Ai vescovi è
stata revocata la scomunica canonica per le ordinazioni illecite –
afferma Muller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede
– ma resta quella sacramentale, de facto, per lo scisma: si sono
allontanati dalla comunione con la Chiesa. Dopodiché non chiudiamo la
porta, mai, e li invitiamo a riconciliarsi. Ma anche loro devono
cambiare atteggiamento, accettare le condizioni della Chiesa cattolica
e il sommo pontefice come criterio definitivo di appartenenza". Mentre
le potenze mondiali si apprestano a partecipare a Ginevra II, la
conferenza di pace per trovare una soluzione al conflitto siriano, il
ministro degli Esteri italiano Emma Bonino fa visita a un altro
protagonista degli accordi in Svizzera: l’Iran. Diritti delle donne e
guerra civile siriana i temi principali del viaggio del ministro ma
anche la situazione del nucleare iraniano. La parola data da Teheran
sul disarmo nucleare desta preoccupazione in molti ambienti, in
particolare in Israele dove la fiducia nella buona fede iraniana è
decisamente poca. “Dipenderà da loro, ma anche da noi – ha affermato il
ministro Bonino – Non bisogna fare errori tattici o farsi prendere da
nervosismo. Gente pronta a rovinare tutto ce n’è da entrambe le parti.
Il momento è delicato e chi ne è consapevole ha l’obbligo di essere più
disciplinato degli altre” (Corriere).
|
|
Leggi
|
|
|
limmud
conference 2013
Ebraismo,
confronto a più voci
Tutto
lo scibile ebraico (o quasi) in sei giorni da centinaia di incontri e
migliaia di persone. Sono questi gli ingredienti di Limmud Conference,
tradizionale momento di ritrovo della settimana del 25 dicembre.
Leader, educatori, artisti, attivisti, semplici membri delle comunità
ebraiche di tutto il mondo confluiscono in Inghilterra in un evento
all’insegna del principio che tutti hanno qualcosa da insegnare e tutti
hanno qualcosa da imparare: ciascun partecipante ha la possibilità di
offrire la propria sessione su un qualsiasi argomento ritenga di
interesse. Il curioso risultato è un mix di momenti di studi halakhici
e approfondimenti di politica internazionale, laboratori teatrali e
musicali, sessioni di poesia e letteratura, programmi speciali per
insegnanti, teenagers, bambini. Limmud offre quest’anno un motivo in
più per sintonizzarsi sull'Università di Warwick dove la conferenza è
ospitata: per la prima volta dalla sua nascita, interverrà infatti il
rabbino capo del Commonwealth, rav Ephraim Mirvis.
Leggi
|
Il
senso dell'angoscia |
Va
verso la sua conclusione un anno difficile mentre se ne approssima un
altro che potrebbe rivelarsi ancora più problematico. Che l’Italia sia
un paese in declino è oramai idea comune, ovvero percezione condivisa.
Quanto e cosa ciò comporti, e quando questo declino possa arrestarsi,
al di là delle dichiarazioni di rito delle autorità di turno, sono
invece motivi di discussione. Sta di fatto che le famiglie italiane,
chi più chi di meno, sono state colpite ripetutamente dai contraccolpi
di una crisi economica le cui manifestazioni più virulente sono
iniziate già nel 2007.
Claudio Vercelli
Leggi
|
|
Nugae
- Risus abundat |
Bruttina
questa notizia. In poche parole – non c'è un modo dolce per dirlo –
ridere fa male. Praticamente, ogni film di Woody Allen potrebbe essere
mortale. Allora, in realtà non è che faccia solo male, ma insomma, il
riso non faceva buon sangue? I confortanti luoghi comuni hanno sempre
lasciato credere che 'chi ha coraggio di ridere sia padrone del mondo'
e simili meraviglie, e adesso basta? Ma Leopardi non leggerà mai lo
studio “Laughter and MIRTH (Methodical Investigation of Risibility,
Therapeutic and Harmful)”, pubblicato sull'ultimo numero di The British
Medical Journal, per gli amici BMJ, dagli studiosi Robin E. Ferner e
Jeffrey K. Aronson.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
Leggi
|
Fedeltà
alla Torah |
Cosa
può accomunare un rabbino ortodosso e un accademico non religioso, o
addirittura antireligioso? Gli ebrei di tutto il mondo tendono a
convergere e a enfatizzare la propria unità come un “popolo” solidale
che possiede una identità collettiva – nonostante le inevitabili
disparità culturali – o tendono a formulare concetti contrastanti,
sotto il comune titolo di “identità ebraica”? Queste sono le domande
che per il professor Eliezer Ben Rafael compongono il cuore di “Cosa
significa essere ebreo?”, l’e-book di Proedi (il libro è scaricabile
dal sito www.proedieditore.it) che mette in luce per la prima volta in
Italia quella discussione sistematica sull’identità ebraica avviata nel
1958 dall’allora Primo ministro dello Stato di Israele David Ben
Gurion. Cinquanta i “Saggi di Israele” cui Ben Gurion
l’interrogativo sul significato dell’identità ebraica tra cui i tre
rabbini italiani Alfredo Sabato Toaff, Elio Toaff e Dante Lattes. Ogni
domenica, sul nostro notiziario quotidiano e sul portale www.moked.it,
troverete le loro risposte. Ad aprire questo percorso lo scrittore e
Premio Nobel per la Letteratura Shmuel Yosef Agnon, nato nel 1888 in
Galizia con il nome di Shmuel Yosef Czaczkes.
Leggi
|
|
|
|