3 gennaio 2014 - 2 Shevat 5774 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Pierpaolo Pinhas
Punturello e di Gadi Luzzatto Voghera. Nella sezione pilpul una
riflessione di Anna Segre, Francesco Moises Bassano, Ilana Bahbout e Laura Salmon.
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Ephraim Mirvis @chiefrabbi 1 Gen Delighted to be at Old Trafford to see Man U vs Spurs. Hopefully I can bring #THFC some mazel!
Amit Zarouk
@portavoceisrael 2 Gen L'ambasciatrice palestinese sta usando la popolazione di Gaza per sollevare una nuova campagna di odio contro Israele
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Gran Fondo Mar Morto, centinaia di atleti al via
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Condizioni
climatiche ideali e grande entusiasmo alla partenza della Gran Fondo di
ciclismo del Mar Morto, la prima a svolgersi interamente nella regione.
Il via alle sette di mattina, partenza e arrivo nella località di Ein
Bokek.
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Le nuove aliyot dall'Europa
“Biglietto
per Israele”. Questo il titolo della grande inchiesta, richiamata in
prima pagina, che Repubblica dedica ai nuovi flussi migratori degli
ebrei d'Europa verso Israele. Un fenomeno che interessa in particolare
la Francia, ma anche – più in piccolo – la realtà italiana. Tra i
motivi principali delle nuove aliyot la crisi economica e il crescente
antisemitismo. “Le cifre assolute non sono impressionanti, ma la
tendenza è significativa” spiega Sergio Della Pergola, interpellato in
qualità di “massima autorità in tema di demografia del popolo ebraico”.
In questo momento, rileva Della Pergola, ci sarebbero tre motivi per
preferire Israele all'Europa. “Il primo è la situazione economica nel
vecchio continente, con la crisi che colpisce gli strati medio-bassi
della società. Poi c'è il fattore economico israeliano: qui la
disoccupazione è bassa, mentre gli indicatori della crescita sono
positivi, e c'è una buona capacità di assorbimento della forza lavoro.
E infine c'è una percezione di antisemitismo in crescita, difficile da
cogliere in modo preciso, ma presente”. Ad essere ascoltato anche
Beniamino Lazar, avvocato e presidente del Comites. “C'è un aumento, ma
legato soprattutto ai motivi economici. Non ho mai sentito invece di
persone che hanno lasciato l'Italia per paura, come invece è successo
per Francia e Belgio. Credo che in questi paesi si possa vedere un
legame fra l' antisemitismo e la presenza diffusa di arabi oltranzisti”.
Sempre più critiche le condizioni di salute dell'ex presidente del
Consiglio israeliano Ariel Sharon, i cui organi vitali risultano
gravemente danneggiati. Domani cadrà l'ottavo anniversario del grave
ictus che lo colpì nel gennaio del 2006 portandolo a uno stato di coma
dal quale non si è mai ripreso. Una coincidenza temporale che, scrive
Maurizio Molinari sulla Stampa, la famiglia sembra intenzionata a
sfruttare per aumentare l'attenzione del pubblico sull'eredità
dell'undicesimo premier di Israele “che continua a dividere il Medio
Oriente”. Perché se per gli israeliani resta l'eroe militare che seppe
fra l'altro rovesciare le sorti della Guerra del Kippur, salvando
nell'ottobre del 1973 l'esistenza dello Stato, per i palestinesi è
ancora forte la contestazione “per la responsabilità nella strage dei
campi profughi di Sabra e Chatila avvenuta nel settembre del 1982”.
In un memorabile discorso pronunciato in occasione del Giorno della
Memoria il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affermò
l'impossibilità di scindere antisionismo e antisemitismo. Un concetto
che l'ultimo numero di MicroMega prova a mettere in discussione
rivolgendo a cinque interlocutori (Gianni Vattimo, Furio Colombo, Moni
Ovadia, Judith Butler e Avishai Margalit) le seguenti domande: si può
essere antisionisti senza essere antisemiti? Che significato ha oggi il
termine sionismo? Ha ancora senso mettere in discussione l'esistenza di
Israele? (Il Fatto Quotidiano).
Proprio in Israele è in corso in queste ore una nuova delicatissima
missione del segretario di Stato statunitense John Kerry (Corriere
della sera, tra gli altri). Molti i nodi e le questioni irrisolte che
sono al centro dei colloqui con il governo Netanyahu e con i
rappresentanti dell'Autorità Nazionale Palestinese. Tra le principali
criticità la situazione di 300mila arabi israeliani che potrebbero
passare sotto la sovranità di un futuro Stato palestinese. Un'ipotesi
contestata duramente dalla stessa comunità araba attraverso i suoi
rappresentanti alla Knesset.
Il Giardino dei Giusti di Milano, realtà sostenuta anche dall'UCEI, si
appresta ad onorare sei figure esemplari attraverso la piantumazione di
un albero e di un cippo in loro memoria. La cerimonia avverrà il
prossimo 6 marzo in concomitanza con la Giornata Europea dei Giusti. Da
quel giorno un albero ricorderà Nelson Mandela, Angelo Giuseppe
Roncalli (Papa Giovanni XXIII), Beatrice Rhoner, Giovanni Barbareschi,
Fernanda Wittgens e Giuseppe Sala (Avvenire).
“Se
il peccato non potrà (purtroppo) mai essere abolito, il suo primato sì,
lo può, anzi lo deve essere, se il cristianesimo vuole tornare a essere
fedele al Vangelo e alla sua gioia - la quale va detto,
diversamente da quanto sostenuto da Scalfari, non si contrappone
all'ebraismo ma senza l'ebraismo non avrebbe potuto sorgere”. È uno
stralcio dalla riflessione “Il peccato nella chiesa di Francesco” a
firma del teologo Vito Mancuso. Punto di partenza l'ultimo editoriale
dell'ex direttore di Repubblica Eugenio Scalfari contro il quale molte
voci si sono levate nell'Italia ebraica e nel rabbinato.
Torna d'attualità l'inquieta figura dell'ebrea olandese Etty Hillesum.
Nel centenario della nascita la casa editrice Adelphi pubblica le sue
lettere dal lager di Westerbork, mentre in Belgio – a Gent – un grande
convegno metterà a fuoco gli elementi peculiari e anche le
contraddizioni della sua personalità. Intervistato da Repubblica, il
presidente emerito dell'Assemblea rabbinica italiana rav Giuseppe Laras
afferma: “Non credo che si possa imputare alla Hillesum una qualche
forma di collaborazionismo. Direi piuttosto che è sbagliato presentarla
come un'eroina consapevole o una pietra miliare del pensiero. Si tratta
di una ragazza intelligente e sensibile, che ha lasciato una
testimonianza di grande valore, ma bisogna tener conto che aveva grossi
problemi psicologici, aggravati dalla relazione con Julius Spier, un
analista che aveva 27 anni più di lei”. Parole e comportamenti della
Hillesum andrebbero quindi considerati, sostiene rav Laras,
“nell'ottica di una personalità disturbata”.
Densa riflessione sul razzismo di Tahar Ben Jelloun. Sulle colonne
dell'Espresso l'intellettuale di origine marocchina scrive: “Il
razzismo non pensa: reagisce seguendo i propri istinti - che spesso
sono bassi - diffonde l'odio e tutto ciò che ne deriva. Si comincia con
barzellette di cattivo gusto sugli ebrei e si va a finire con quelle
sui campi di concentramento e le camere a gas. Il razzismo non si ferma
davanti a niente, nemmeno davanti alle leggi che lo condannano”.
Preoccupazione è espressa in particolare per la crescita dei consensi
ottenuti dal Fronte Nazionale guidato da Marine Le Pen. “Questo partito
di estrema destra – scrive Ben Jelloun – poggia ancora i suoi
ragionamenti sul rifiuto dello straniero. artivando a dimenticare, o a
far finta di dimenticare, che Mohamed Merrah, il pazzo furioso che nel
marzo 2012 ha assassinato prima dei militari a Montaubane poi dei
bambini ebrei davanti a una scuola a Tolosa, era francese, nato in
Francia e quindi non immigrante”.
Sulla Stampa Elena Loewenthal prende spunto dall'attualità – la vicenda
di Nicole e Manuel, i bambini persi e ritrovati a Subiaco – per
tracciare un parallelismo con quanto raccontato dallo scrittore
israeliano Aharon Appelfeld nel suo ultimo romanzo, ambientato durante
la Shoah, “Una bambina da un altro mondo” (ed. Guanda).
“È la madre ad accompagnare Thomas e Adam nel folto della vegetazione,
dicendo loro: tornerò presto! Ma fuori c'è la guerra e ci sono le
persecuzioni – osserva Loewenthal – cioè un bosco ancor più
oscuro di quello dove i due vengono lasciati, trovano riparo, si
costruiscono una casa su un albero e di lassù guardano al mondo con un
misto di paura e intraprendenza. Come Nicole e Manuel, anche i due
bambini di Appelfeld usciranno indenni da quella avventura. Con tante
cose da raccontare a quegli adulti incapaci di capire come abbiano
fatto a farcela, così piccini e inesperti della vita”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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