8 gennaio 2014 - 7 Shevat 5774 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav David Sciunnach e
Davide Assael. Nella sezione pilpul una riflessione di Alberto
Cavaglion e Francesco Lucrezi.
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maurizio molinari @maumol
7 Gen
#America2014, l'anno inizia nel segno di #Hillary http://bit.ly/1faC07L
Israel Foreign Minister@IsraelMFA
7 Gen
The Head of the #EU Delegation, H.E. Amb Lars Faaborg-Anderson, presents his credentials to President Shimon Peres.
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Da Israele all'Italia
una ricerca sull'autismo
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Per
una ricerca scientifica aperta e pluridisciplinare sull'autismo,
l'Istituto di Ortofonologia (IdO) promuove a Roma una conferenza
internazionale su ''La nascita del simbolismo nella terapia diadica con
il bambino autistico' in collaborazione con il Milman center di Haifa
(Israele). La due giorni, dedicata allo studio delle relazioni primarie
per favorire quella comunicazione tra la madre e il bambino volta a
mettere in moto i processi di sintonizzazione che mancano nel soggetto
autistico, avrà luogo nella Capitale presso l'Aula magna dell'Istituto
comprensivo Regina Elena.
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Come combattere i negazionisti
Il
caso Dieudonné, comico francese che ha fatto della retorica antisemita
e negazionista un suo marchio di fabbrica, continua ad avere eco in
tutta Europa. Per ostacolare l'inventore della “quenelle” (un saluto
nazista alla rovescia) e i suoi spettacoli, messe in scena non solo di
cattivo gusto ma dietro cui si cela di fatto una vera istigazione
all'odio razziale, è intervenuto in prima persona il presidente
francese Francois Holland, chiedendo a prefetti e sindaci di Francia di
proibire a Diudonné di esibirsi in pubblico (La Stampa, Corriere della
Sera). Una decisione che per Pierluigi Battista, editorialista del
Corriere, sarebbe però controproducente: “è giusto invocare la mannaia
della censura sugli spettacoli di un odiatore degli ebrei? Ed è utile,
oppure è addirittura dannoso e controproducente? Purtroppo la risposta
è no: non è giusto, ed è forse disastrosamente inutile”. Secondo
Battista né la censura né le leggi che istituiscono il reato di negazionismo
sono la soluzione al preoccupante quanto crescente antisemitismo
europeo, di cui Dieudonné è un esempio. Servirebbe invece “una guerra
culturale intransigente” perché, scrive ancora il giornalista, “la
censura, un rimedio che aggrava il male e lo rende persino fascinoso.
Un'altra sconfitta per le democrazie liberali”. Una tesi, come riporta
il Foglio, espressa negli scorsi giorni da Marco Travaglio.
Continua, dunque, il dibattito sull'opportunità di intervenire
preventivamente su chi propugna la violenza della retorica antisemita e
negazionista. E per bloccare la possibilità che all'Università Statale
di Milano si tenga un convegno organizzato da un'associazione di
ispirazione neonazista, si
sono mobilitati diversi gruppi studenteschi. L'università, in ogni
caso, ha sottolineato che al momento l'aula è stata prenotata ma non è
stato presentato un programma, necessario per ottenere l'ok definitivo
(Corriere).
Dopo l'annuncio ufficiale, fatto da papa Francesco
durante l'angelus di domenica scorsa (pubblicato oggi sull'Osservatore
Romano), riguardo al suo viaggio in Israele, l'attenzione si è
concentrata in questi giorni sul significato che potrà avere la
presenza del pontefice in Medio Oriente. Difficile, come immaginano
alcuni, che il papa entri nella delicata questione del conflitto
israelo-palestinese. Il senso del viaggio, piuttosto, sembra essere
quello indicato dall'articolo di Alberto Melloni sul Corriere, “il
viaggio di Francesco a Gerusalemme per l'unità delle Chiese cristiane”.
Rimanendo in tema di Israele ma
attraverso un'altra prospettiva, sul quotidiano Avvenire compare
un'intervista alla docente di Filosofia teoretica della Sapienza
Donatella Di Cesare. L'occasione è l'uscita del suo nuovo libro,
Israele. Temi, ritorno, anarchia (Bollati Boringhieri). “Israele –
spiega la filosofa - è diventato il surrogato dell'ebreo nella retorica
antisemita. Si parla dello Stato di Israele? Oppure del nome con cui
viene chiamato tutto il popolo ebraico? Io ho cercato di aggirare
l'alternativa riflettendo sul futuro dell'Israele attuale alla luce
dell'antico Israele e dunque della Torah”.
Israele, intanto, guardando al futuro dei suoi confini, osserva con attenzione quanto accade nella tumultuosa e vicina Siria.
Dal porto di Latakia sarebbe partita ieri, direzione Italia, una nave
con un carico particolare: nove contenitori con una parte degli agenti
tossici più pericolosi dell'arsenale siriano che potrebbero arrivare,
via mare, in Puglia o Sardegna (le autorità locali si sono opposte) per
poi essere smaltiti. Il regime di Assad vuole dimostrare, mentre nel
paese continua a salire il bilancio delle vittime, la sua apertura alla
diplomazia internazionale, distruggendo una parte del suo arsenale
chimico.
Nel mondo sportivo due notizie hanno aperto discussioni e polemiche. Da
una parte la scelta della federazione israeliana di permettere ai
giocatori di calcio del campionato locale di indossare la kippah
in campo, contravvenendo a una regola imposta dalla Fifa che ne vieta
l'utilizzo. Della polemica e dei precedenti in merito riferisce oggi
Avvenire. L'altra notizia è invece la decisione della squadra olandese
Vitesse Arnhem di lasciare a casa il giocatore israeliano Dan Mori e
non farlo partecipare a un'amichevole ad Abu Dhabi. Una scelta dettata
dal veto degli Emirati di far
giocare Mori sui propri campi. “Il no a Mori non c'entra
assolutamente con lo spirito sportivo – ha commentato su Libero il
consigliere UCEI Vittorio Pavoncello -In tutto il mondo ci sono arabi
che si rifiutano di gareggiare contro gli israeliani per poi venire
accolti in patria come eroi. Ma lo sport dovrebbe abbattere le
barriere, non innalzarne di nuove.
Daniel Reichel
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