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19 gennaio 2014 - 18 Shevat 5774
alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Benedetto Carucci Viterbi e di David Bidussa. Nella sezione pilpul una riflessione di Claudio Vercelli e Francesca Matalon.
 
Maria Chiara Carrozza@MC_Carro
19 gen
Domani mattina presto partenza per Auschwitz con una rappresentanza di scuole italiane #openMIUR

William Daroff @Daroff 19
19 gen
#IDF targeted two #Gaza terrorist sites this evening in response to an earlier rocket launched at #Israel (@LTCPeterLerner)

Maurizio Molinari @Maumol
18 gen
#Boldrini: “A #Gaza c’è un’emergenza: l’unica strada è lo sviluppo” http://bit.ly/LttsMg

 
Verso un solo Chief Rabbi
Prosegue il suo cammino la proposta di riunire il rabbinato aschenazita e quello sefardita di Israele sotto un unico Chief Rabbi: in base al nuovo disegno di legge il nuovo rabbino capo di Israele verrebbe scelto senza alcun riferimento alla sua origine etnica, e dovrebbe essere  indicata chiaramente la separazione fra il suo ruolo e quello delle corti rabbiniche. Tzipi Livni, ministro della Giustizia, ha dichiarato che “In un paese dove c'è solo un presidente, un solo presidente della Corte Suprema , un primo ministro e un solo  capo dell'esercito non vi è alcuna giustificazione per avere una doppia carica di rabbino capo . Dobbiamo porre fine all'arcaica  divisione etnica e avvicinare le persone”.
 
 
Tensioni romane ancora in evidenza

Nuovi articoli sulle tensioni che attraversano la realtà ebraica romana sono apparsi sui giornali di ieri, sabato, e di oggi. Sul Corriere della Sera Andrea Garibaldi firma un pezzo intitolato “Un'aggressione notturna, un dibattito interrotto, Le tensioni del Ghetto”. Dopo una breve introduzione che contestualizza la situazione si dà conto dei due episodi al centro del dibattito comunitario di questi giorni: l'aggressione di quattro ragazzi al Portico d'Ottavia, da parte di un gruppo che uno degli aggrediti descrive come “quindici persone con mazze da baseball e martelli, alcuni con la kippah sul capo” e le contestazioni avvenute durante la presentazione, nella sala della Comunità in via Balbo, del libro “Sinistra e Israele”. Viene fatto cenno anche a una fantomatica scissione della Comunità, che starebbe preparando “l'anima progressista” dell'ebraismo romano.

Sempre ieri il Corriere della Sera dedica un articolo alle posizioni di Gianni Vattimo e riporta un messaggio dell'ambasciatore israelianao Naor Gilon che scrive al professore torinese: “Nonostante lei pensi di esprimere posizioni antisioniste, di fatto rivela di essere un vero e proprio antisemita”. Grillo non ha gradito l'autocandidatura, spiegando subito che si tratta di una persona che non solo non è candidata, ma neppure è candidabile. In evidenza anche la risposta di Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha commentato che “Quelle di Vattimo sono parole di odio che non giungono nuove”.

Andrea Pandini, su Libero di sabato, apre tentando una tenue difesa e citando la posizione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che sostiene che la testata è stata incauta a pubblicare le affermazioni del deputato leghista Buonanno che ha attaccato Gad Lerner, ai suoi occhi “colpevole di aver criticato l'atteggiamento del Carroccio nei confronti del ministro Kyenge". Le parole di Buonanno hanno provocato reazioni all'interno della Lega, considerata dall'UCEI corresponsabile se non dimostrerà “un'immediata e ferma presa di distanza”.

Sul Fatto Quotidiano, in un'intervista firmata da Roberta Zunini presente nella rassegna stampa di oggi, Moni Ovadia dice che “È arrivato il momento di separarci e formare una comunità di ebrei tolleranti, perché quello che è accaduto questa settimana nel ghetto ebraico di Roma mostra il livello non più sostenibile di fascismo o, se preferite, stalinismo, a cui gran parte della Comunità romana è arrivata” e aggiunge più avanti “vorrei che tutti potessimo confrontarci senza essere accusati di tradire la nostra identità solo perché la pensiamo diversamente”, per poi continuare ragionando sull'ipotizzata scissione comunitaria.

Con l'avvicinarsi del Giorno della Memoria sono presenti nelle pagine culturali dei maggiori quotidiani nazionali molti articoli sul tema: su La lettura del Corriere Elie Wiesel, intervistato da Alessandra Farkas, che nonostante i problemi di salute non smette il suo impegno costante di testimone, ma esprime la sua preoccupazione per il tempo che passa perchè teme che “quando i testimoni saranno tutti morti i negazionisti (…) avranno la meglio”. Sempre su La lettura vengono pubblicate alcune tavole dal fumetto Jan Karski, di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso che racconta la vicenda del testimone polacco, membro della resistenza, che per primo testimoniò gli orrori commessi dal nazismo, senza essere creduto. Il graphic novel, con i suoi autori, sarà al centro di un incontro organizzato da Pagine Ebraiche in collaborazione con il Museo Diffuso della Resistenza di Torino il pomeriggio del 26 gennaio. Altra presenza importante su molte testate (tra cui Repubblica e Avvenire), è “L'ultimo degli ingiusti”, il film in cui il regista francese Claude Lanzman – autore del monumentale “Shoah” - racconta la storia di Benjamin Murmelstein, l'ultimo presidente del consiglio ebraico di Terezin. Il film sarà nelle sale il 26 gennaio. Sul Sole 24 ore un articolo di Bruno Forte ricorda Etty Hillesum, mentre in un'altro pezzo, intitolata “Il rifiuto dopo il lager”, insieme al film di Lanzmann, di cui vengono approfonditi i contenuti, si parla anche Anita B., il nuovo film di Roberto Faenza tratto da un libro di Edith Bruck.

Ada Treves twitter @atrevesmoked
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