Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Benedetto Carucci
Viterbi e di David Bidussa. Nella sezione pilpul una riflessione di
Claudio Vercelli e Francesca Matalon.
|
|
 |
Maria Chiara Carrozza @MC_Carro
19 gen
Domani mattina presto partenza per Auschwitz con una rappresentanza di scuole italiane #openMIUR
William Daroff @Daroff 19
19 gen
#IDF targeted two #Gaza terrorist sites this evening in response to an earlier rocket launched at #Israel (@LTCPeterLerner)
Maurizio Molinari @Maumol 18 gen
#Boldrini: “A #Gaza c’è un’emergenza: l’unica strada è lo sviluppo” http://bit.ly/LttsMg
|
|
 |
Verso un solo Chief Rabbi
|
Prosegue
il suo cammino la proposta di riunire il rabbinato aschenazita e quello
sefardita di Israele sotto un unico Chief Rabbi: in base al nuovo
disegno di legge il nuovo rabbino capo di Israele verrebbe scelto senza
alcun riferimento alla sua origine etnica, e dovrebbe essere
indicata chiaramente la separazione fra il suo ruolo e quello delle
corti rabbiniche. Tzipi Livni, ministro della Giustizia, ha dichiarato
che “In un paese dove c'è solo un presidente, un solo presidente della
Corte Suprema , un primo ministro e un solo capo dell'esercito
non vi è alcuna giustificazione per avere una doppia carica di rabbino
capo . Dobbiamo porre fine all'arcaica divisione etnica e
avvicinare le persone”.
|
|
|
|
Tensioni romane ancora in evidenza
Nuovi articoli sulle tensioni
che attraversano la realtà ebraica romana sono apparsi sui giornali di
ieri, sabato, e di oggi. Sul Corriere della Sera Andrea Garibaldi firma
un pezzo intitolato “Un'aggressione notturna, un dibattito interrotto,
Le tensioni del Ghetto”. Dopo una breve introduzione che contestualizza
la situazione si dà conto dei due episodi al centro del dibattito
comunitario di questi giorni: l'aggressione di quattro ragazzi al
Portico d'Ottavia, da parte di un gruppo che uno degli aggrediti
descrive come “quindici persone con mazze da baseball e martelli,
alcuni con la kippah sul capo” e le contestazioni avvenute durante la
presentazione, nella sala della Comunità in via Balbo, del libro
“Sinistra e Israele”. Viene fatto cenno anche a una fantomatica
scissione della Comunità, che starebbe preparando “l'anima
progressista” dell'ebraismo romano.
Sempre ieri il Corriere della Sera dedica un articolo alle posizioni di Gianni Vattimo
e riporta un messaggio dell'ambasciatore israelianao Naor Gilon che
scrive al professore torinese: “Nonostante lei pensi di esprimere
posizioni antisioniste, di fatto rivela di essere un vero e proprio
antisemita”. Grillo non ha gradito l'autocandidatura, spiegando subito
che si tratta di una persona che non solo non è candidata, ma neppure è
candidabile. In evidenza anche la risposta di Renzo Gattegna,
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha
commentato che “Quelle di Vattimo sono parole di odio che non giungono
nuove”.
Andrea Pandini, su Libero di sabato, apre tentando una tenue difesa e
citando la posizione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che
sostiene che la testata è stata incauta a pubblicare le affermazioni
del deputato leghista Buonanno
che ha attaccato Gad Lerner, ai suoi occhi “colpevole di aver criticato
l'atteggiamento del Carroccio nei confronti del ministro Kyenge". Le
parole di Buonanno hanno provocato reazioni all'interno della Lega,
considerata dall'UCEI corresponsabile se non dimostrerà “un'immediata e
ferma presa di distanza”.
Sul Fatto Quotidiano, in un'intervista firmata da Roberta Zunini presente nella rassegna stampa di oggi, Moni Ovadia
dice che “È arrivato il momento di separarci e formare una comunità di
ebrei tolleranti, perché quello che è accaduto questa settimana nel
ghetto ebraico di Roma mostra il livello non più sostenibile di
fascismo o, se preferite, stalinismo, a cui gran parte della Comunità
romana è arrivata” e aggiunge più avanti “vorrei che tutti potessimo
confrontarci senza essere accusati di tradire la nostra identità solo
perché la pensiamo diversamente”, per poi continuare ragionando
sull'ipotizzata scissione comunitaria.
Con l'avvicinarsi del Giorno della Memoria
sono presenti nelle pagine culturali dei maggiori quotidiani nazionali
molti articoli sul tema: su La lettura del Corriere Elie Wiesel,
intervistato da Alessandra Farkas, che nonostante i problemi di salute
non smette il suo impegno costante di testimone, ma esprime la sua
preoccupazione per il tempo che passa perchè teme che “quando i
testimoni saranno tutti morti i negazionisti (…) avranno la meglio”.
Sempre su La lettura vengono pubblicate alcune tavole dal fumetto Jan
Karski, di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso che racconta la vicenda del
testimone polacco, membro della resistenza, che per primo testimoniò
gli orrori commessi dal nazismo, senza essere creduto. Il graphic
novel, con i suoi autori, sarà al centro di un incontro organizzato da
Pagine Ebraiche in collaborazione con il Museo Diffuso della Resistenza
di Torino il pomeriggio del 26 gennaio. Altra presenza importante su
molte testate (tra cui Repubblica e Avvenire), è “L'ultimo degli
ingiusti”, il film in cui il regista francese Claude Lanzman – autore
del monumentale “Shoah” - racconta la storia di Benjamin Murmelstein,
l'ultimo presidente del consiglio ebraico di Terezin. Il film sarà
nelle sale il 26 gennaio. Sul Sole 24 ore un articolo di Bruno Forte
ricorda Etty Hillesum, mentre in un'altro pezzo, intitolata “Il rifiuto
dopo il lager”, insieme al film di Lanzmann, di cui vengono
approfonditi i contenuti, si parla anche Anita B., il nuovo film di
Roberto Faenza tratto da un libro di Edith Bruck.
Ada Treves
twitter @atrevesmoked
Leggi
|
|