Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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Giacobbe,
accingendosi a benedire Giuseppe, in realtà dà la benedizione ai figli
di quest'ultimo, Efraim e Menashe. Lo Zohar spiega che ogni benedizione
fatta su un figlio è anche automaticamente una benedizione per suo
padre. A condizione, direi, che il padre abbia fatto realmente il padre.
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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Ieri
al mio Beth-Hakhnesset chi ha tenuto la derashah ha richiamato
l’attenzione sul fatto che il succo della parashah di Tetzavé
consisterebbe nel dire: “L’abito fa il monaco”. Mi sembra un buon modo
di riassumere il senso della lunga descrizione dei paramenti del gran
sacerdote di cui non ci è risparmiato nessun particolare. Aggiungerei
qualcosa a margine: che quella descrizione forse serve anche a
delimitare per quanto possibile e, forse, anche a prevenire, il rischio
della contraffazione. Dell’abito e, per quella via, anche del monaco.
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Un ciclo di incontri sull'etica medica
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Un
ciclo di incontri sull’etica medica patrocinato dal Dipartimento
Educazione e Cultura UCEI, avrà luogo nei locali del Tempio dei Giovani
sull’Isola Tiberina con cadenza settimanale. Appuntamento ogni lunedì
alle 20. Tra i rabbinim coinvolti Roberto Colombo, Roberto Della Rocca,
Riccardo Di Segni, Cesare Efrati, Gianfranco Di Segni, Benedetto
Carucci, Ariel Di Porto, Amedeo Spagnoletto, Gavriel Levi, Umberto
Piperno.
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Israele, il Nobel
che sogna la presidenza
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Si
avvicina in Israele l’appuntamento con le prossime elezioni
presidenziali che designeranno il successore di Shimon Peres (che ha
già annunciato di non volersi ricandidare). Tra i nomi più quotati per
il voto di giugno il Premio Nobel per la Chimica Dan Shechtman, il cui
nome godrebbe del favore di una significativa componente della
popolazione israeliana alla ricerca di un candidato proveniente dal
mondo dell’accademia e della scienza. Lo ha incontrato Davide Frattini
del Corriere della sera. “Sarei l’ambasciatore del desiderio di pace.
Non affronterei direttamente l’occupazione dei territori e la questione
palestinese – afferma Shechtman – e spingerei il governo a trovare una
soluzione. Ragiono da studioso: individuato il problema, è possibile
trovare una soluzione”.
Infusioni di cellule staminali in Israele per dodici malati italiani
(sette adulti e cinque bambini). La cura verrà somministrata in
settimana. Ad annunciarlo il vicepresidente del movimento Vite Sospese
Pietro Crisafulli.
Presa di posizione del World Jewish Congress, che ha fatto appello al
partito Syriza di Alexis Tsipras perché ritiri la candidatura di
Theodoros Karypidis a governatore della Macedonia Occidentale.
Karypidis avrebbe infatti attaccato il premier greco Samaras dopo una
visita in una sinagoga utilizzando, si legge in una nota, “gli
stereotipi dell’antisemitismo” (Corriere, in breve).
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Il ministro carrozza in israele
"Insieme per l'innovazione"N
Ricerca
scientifica, scuola, know-how, innovazione, Memoria. Sono molti le
direttrici dela visita del ministro dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca Maria Chiara Carrozza in Israele. Da Tel Aviv a
Gerusalemme, un agenda fitta di impegni con al fianco il presidente
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Presente
anche l'ambasciatore d'Italia in Israele Francesco Maria Talò. A
suscitare notevole interesse è il confronto con il mondo della scuola e
dell'università israeliana. Un ambiente d'eccellenza approfondito
attraverso incontri con docenti, ricercatori e studenti di alcuni poli
tra i più qualificati come Tel Aviv University e Università Ebraica di
Gerusalemme.
Questa
mattina visita alla scuola "Rishonim" di Rishon leZion insieme a una
delegazione delle scuole italiane Marco Polo e Rossellini. Ad
intervenire è stato tra gli altri anche il presidente UCEI,
soffermatosi in particolare sugli accordi di collaborazione firmati con
il Miur sia dal governo israeliano che dall'Unione.
In
programma anche incontri al vertice con gli omologhi israeliani del
ministro Carrozza (Yakov Perry e Shai Piron), con il premio Nobel Dan
Shechtman (che potrebbe essere prossimamente candidato alla presidenza
della Repubblica) e con Eli Eisenberg, vice presidente di Ort Israel,
il più ampio network di istruzione nazionale. Nel pomeriggio visita
solenne allo Yad Vashem con deposizione di una corona in ricordo delle
vittime della Shoah alla presenza degli studenti e dei dirigenti del
Memoriale. In serata cena di lavoro a Gerusalemme con i rappresentanti
del Consiglio dell'Istruzione Superiore, Hagit Messer Yaron e Manuel
Trajtenberg. Alla cena parteciperanno anche alcuni membri (Ofir HaIvry, Hillay Zmora, e Fernando Ferroni) dello 'Steering Committee for advancing academic partnership programs between Italy and Israel”.
a.s twitter @asmulevichmoked
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qui roma
Un limmud per Patrizia
Grande
commozione e raccoglimento alla sinagoga Beth Michael di Roma per il
limmud organizzato in ricordo di Patrizia Elisheva Benfenati Bahbout a
poche settimane dalla scomparsa. Parole di Torah sono state pronunciate
dal rabbino capo Riccardo Di Segni, dai rabbanim Roberto Colombo e
Itzhak Hazan, dal professor Gavriel Levi. Ad intervenire anche Cristina
Aicardi e il giudice Ferdinando Imposimato. A conclusione del limmud,
presenziato da un pubblico foltissimo strettosi attorno al rabbino capo
di Napoli Scialom Bahbout e ai familiari, l'esecuzione di alcuni canti
hassidici da parte dell'artista napoletano Raiz.
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Memoria e ricordo |
Domani
ricorre il Giorno del ricordo, istituto anch’esso, così come il Giorno
della memoria, con un’apposita legge, in quest’ultimo caso approvata
dal Parlamento nel marzo del 2004. Il dispositivo completo delle norme
contenutevi, articolato in sette articoli, rinvia al fatto che «la
Repubblica riconosce il 10 febbraio quale Giorno del ricordo al fine di
conservare e di rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di
tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli
istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più
complessa vicenda del confine orientale». Benché approvata dalla Camera
e dal Senato con il voto di una larghissima maggioranza di
parlamentari, la ricorrenza fatica ancora adesso ad affermarsi come
patrimonio della coscienza civile del nostro Paese. I motivi di tale
ritardo sono molteplici e non tutti ascrivibili alla malafede o
all’«ignoranza», come troppo spesso si recita, in questo come in tanti
altri casi, dinanzi a quelle che invece sono rimozioni, dinieghi o ad
un più generico ma pervicace scetticismo.
Claudio Vercelli
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Nugae
- Arte parigina
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Il
Louvre è una meraviglia di quelle esigenti, che richiedono cioè di
mettere davvero alla prova la propria volontà di sembrare una persona
colta, o per lo meno una giornata di pioggia incessante che consenta di
non rimpiangere troppo la luce del sole. E così l'arte alla fine nutre
solo gli spiriti più arditi. Etienne Lavie, un artista di strada
francese, l'ha notato e ha portato nei giorni scorsi i quadri del
Louvre fuori dai suoi corridoi dorati, sostituendone le immagini a
cartelloni pubblicitari sui muri delle case, alle fermate degli
autobus, nei garage. Facendone così una raccolta di fotografie
pubblicata sul suo sito intitolata “OMG who stole my ads?”, che ha già
fatto il giro dei computer del mondo.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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Identità: Haim Herman Cohen
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Nel
1958 l’allora Primo ministro dello Stato di Israele, David Ben Gurion
si è trovato a gestire il fatto che la nozione stessa di identità
ebraica era diventata in Israele oggetto di una legislazione che
avrebbe avuto implicazioni pratiche cruciali. A cinquanta “Saggi di
Israele” Ben Gurion pose la domanda divenuta il titolo del lavoro del
professor Eliezer Ben Rafael, che in un e-book intitolato “Cosa
significa essere ebreo?” - scaricabile dai siti www.proedieditore.it e
www.hansjonas.it - ha messo in luce per la prima volta in Italia quella
discussione sistematica sull’identità ebraica. Ogni domenica, sul
nostro notiziario quotidiano e sul portale www.moked.it, troverete le
loro risposte. Oggi
è la volta di Haim Herman Cohen. Nato in Germania, giurista, è stato
per oltre vent'anni giudice presso il Tribunale supremo di Israele.
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