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14 febbraio 2014 - 14 Adar I 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
In questi giorni il mondo rabbinico israeliano sta affrontando momenti di tensione tra l’establishment della Rabbanut HaRashit e alcuni rabbini capo di città israeliane, scatenando le reazioni di organizzazioni come Bet Hillel e Tzohar, associazioni rabbiniche che hanno  come obiettivo la costruzione di spazi culturali ed halachici di ampio respiro per l’intera società israeliana. La tensione è nata in seguito alla proposta sulla “legge del ghiur” fatta dal deputato Eleazar Stern, che prevede la possibilità per i capo rabbini delle città di Israele di istituire un bet din e convertire i candidati che lo meritano con l’approvazione dello Stato senza ulteriori passaggi burocratici o permessi della Rabbanut HaRashit.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
“Interreligious 2014. Visioni sul senso religioso e la trasmissione educativa nelle religioni”. Così si chiama un ciclo di proiezioni cinematografiche cui sono stato chiamato a partecipare. Il piatto forte è offerto dalla cinematografia israeliana (ormai diffusamente apprezzata nel nostro paese). Tre cortometraggi che rappresentano diversi aspetti dell’educazione religiosa ebraica, in Israele. Sarà problematico innanzitutto far capire la complessità del mondo religioso ebraico. Come far capire la centralità del compito di trasmettere un’istruzione ebraica (una costante nella storia in tutti i tempi e a tutte le latitudini) e la grande articolazione di queste esperienze, nella Diaspora come in Israele?
 
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Progetti Otto per Mille Presentazione domande
Scadrà il 28 febbraio il termine per la presentazione dei progetti da realizzare con il contributo Otto per Mille. Gli Enti o associazioni interessati dovranno compilare l'apposita scheda dimostrando di aver presentato il modello EAS all'Agenzia delle Entrate. La Commissione Bilancio e Otto per Mille valuterà l'ammissibilità dei progetti e proporrà l'assegnazione del contributo previa approvazione del Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
 
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AJC a confronto
con Bergoglio
Jorge Bergoglio ha incontrato ieri la delegazione dell’American Jewish Committee. Sull’Osservatore romano il discorso pronunciato dal Pontefice, su Avvenire alcune voci dei delegati dell’Associazione.
“L’anno prossimo commemoreremo il 50° anniversario della Dichiarazione Nostra aetate del Concilio Vaticano II, che ancora oggi costituisce per la Chiesa il punto di riferimento imprescindibile per i rapporti con i nostri ‘fratelli maggiori’ – ha dichiarato Bergoglio, che ha parlato di ‘fondamento teologico’ per il dialogo – Auspico che il tema delle relazioni con l’ebraismo rimanga vivo nei seminari e nei centri di formazione dei laici cattolici, così come confido che anche presso le comunità ebraiche e i giovani rabbini si accresca l’interesse per la conoscenza del cristianesimo”.
“In merito al rapporto tra ebraismo e Chiesa cattolica, peraltro, proprio ieri il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) Renzo Gattegna ha tributato un ricordo al “coraggioso impegno” del monsignore trentino Igino Rogger, scomparso ieri all’età di 94 anni, che, all’epoca del Concilio vaticano II, promosse l’abolizione dell’”ignominioso culto di san Simonino e il suo richiamo a un’epoca di persecuzione basata sull’infamante ‘accusa del sangue’ che tanti lutti ha portato alle comunità ebraiche d’Europa attraverso i secoli” scrive poi su Vatican Insider della Stampa Iacopo Scaramuzzi.
Confermate dalla Corte d’Appello (con lievi sconti) le condanne ai promotori del sito neonazista Stormfront.
“Questa sentenza un principio cardine: la diffusione di interpretazioni alternative e deliranti a fatti drammatici come la Shoah non può essere contrabbandata come mera libertà di espressione” il commento di uno dei legali di parte civile, Daniele Stoppello, riportato dal Messaggero Roma , che scrive inoltre che “soddisfazione è stata espressa dalla comunità ebraica: ‘E’ stato sancito il principio per cui la Rete non è il luogo delle impunità ma è il luogo delle responsabilità’”.
Stefano Jesurum su Sette racconta un nuovo progetto per mappare l’intolleranza in Italia lanciato da Vox-Osservatorio italiano sui diritti.
Si è dimesso il consigliere comunale di Milano protagonista di frasi offensive nei confronti delle vittime delle foibe (Corriere Milano).
Su Repubblica Roma tornano le vicende di presunti rimborsi gonfiati all’Ospedale israelitico. In un’intervista sul tema della sanità, a domanda diretta sulla questione, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti risponde: “Ci tengo a dire che riguardano la stagione precedente. E sia chiaro, l’Israelitico è un’ottima struttura sanitaria ma ovviamente quando abbiamo avuto il sentore che qualcosa non andava abbiamo preso dei provvedimenti e sospeso i pagamenti”.
Israele. Il Corriere della Sera propone a tutta pagina un’intervista all’ambasciatore dell’Unione Europea nello Stato ebraico, il danese Lars Faaborg-Andersen, che da giovane vanta tra l’altro un’esperienza in kibbutz.
 
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  davar
israele e il futuro dell'economia
Bennett sul New York Times
"Mettiamoci tutti al lavoro"

“Come soldati dell’esercito di Israele, uno dei più duri esercizi di addestramento che dovevano affrontare era una lunga marcia trasportando un compagno sulla barella. Oggi quelle lunghe camminate mi tornano in mente mentre il governo lavora per alleggerire il fardello della ‘barella nazionale’ che grava sulla società israeliana, dove sempre meno cittadini si trovano a sopportare un carico sempre maggiore”.
Naftali Bennett, ministro israeliano del Commercio e leader di Habayit Hayehudì, partito di ispirazione nazional-religiosa collocato nettamente a destra, ha scelto il New York Times, uno dei più autorevoli quotidiani al mondo, ma di area decisamente liberal, per intervenire su uno dei temi che più stanno a cuore al popolo d’Israele: il patto sociale per garantire la futura sostenibilità dell’economia.
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L'INCONTRO TRA AJC E BERGOGLIO
"Il dialogo, la nostra forza"
Un dialogo che dai vertici si trasmetta sempre più alla base, un dialogo che rafforzi la consapevolezza di un comune impegno per il pluralismo, i diritti, la libertà religiosa. È il messaggio che arriva dall'incontro, svoltosi ieri in Vaticano, tra una delegazione dell'American Jewish Committee e papa Bergoglio. “Vi sono molto grato per avere fornito nel corso degli anni un qualificato contributo al dialogo e alla fraternità tra ebrei e cristiani, e vi incoraggio a continuare su questa strada”, ha affermato il pontefice accogliendo gli ospiti. A guidare la delegazione il presidente Ajc Stanley Bergman, il direttore esecutivo David Harris, il direttore del dipartimento degli affari interreligiosi rav David Rosen e la delegata per l'Italia e la Santa Sede Lisa Billig.
Numerosi i temi affrontati nel corso dell'incontro, conclusosi con il dono di una copia del catalogo della mostra 'Chagall: Love, War and Exile' recentemente esposta al Jewish Museum di New York: dal rafforzamento del percorso dialogico apertosi con la dichiarazione Nostra Aetate del 1965 all'introduzione di nuovi stimoli per la reciproca conoscenza e l'arricchimento culturale, dalle sinergie che possno essere attivate per alleviare le sofferenze delle società più deboli al prossimo viaggio del papa in Israele. “Il paese più sicuro per i cristiani nella regione mediorientale”, ha sottolineato Bergman.
Se ne è discusso anche in occasione della conferenza stampa successivamente convocata a Radio Vaticana e alla quale hanno preso parte, oltre a rav Rosen e Billig, anche il segretario della Commissione Pontificia per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo padre Norbert Kaufmann e il direttore della sala stampa della Santa Sede padre Federico Lombardi. Grande l'interesse per l'evoluzione della mattinata in un momento in cui i rapporti tra Vaticano e istituzioni ebraiche, ma anche tra Vaticano e Stato di Israele, conoscono un significativo e rinnovato fermento.
Fermento di cui si è avuta una traccia anche in occasione di un ricevimento organizzato in un noto hotel della Capitale cui hanno preso parte esponenti e leader delle diverse realtà religiose. “È bello vedervi così numerosi, è importante che vi conosciate e parlate tra di voi. Lavoriamo infatti tutti per la stessa causa: la lotta contro ogni forma di pregiudizio” ha sottolineato Billig rivolgendosi alla platea. Tra gli ospiti il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il rabbino capo Riccardo Di Segni, il suo omologo fiorentino Joseph Levi, l'imam e vicepresidente della Comunità Religiosa Islamica Yahya Pallavicini e il direttore del Centro per il dialogo interreligioso del movimento dei Focolarini Roberto Catalano. In rappresentanza dell'Unione presenti anche i consiglieri UCEI Noemi Di Segni, Fabiana Di Porto, Jacqueline Fellus, Alex Luzon, Eva Ruth Palmieri e Daniela Pavoncello.

Adam Smulevich

QUI TORINO
Darsi una mano nella crisi
Due occasioni contemporanee di incontro e di collaborazione fra la Comunità ebraica e la Chiesa valdese hanno portato ieri numerosi esponenti delle due comunità a confrontarsi su aspetti molto diversi. Mentre a Torino si svolgeva di fronte a un numero pubblico la tavola rotonda “Mano nella crisi?”, organizzata insieme, in occasione della concessione dei diritti civili a ebrei e valdesi nel 1848 con la collaborazione della Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni, a Torre Pellice membri delle due comunità partecipavano all’inaugurazione della mostra “La natura e l’ebraismo: visioni e commenti” che presenta fino a fine aprile un contrappunto fra fotografia e notazioni bibliche..
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pilpul
Incolpare la vittima
“La colpa seguirà la parte offensa / in grido, come suol” (Paradiso, XVII, 52-53)
In meno di due versi (inseriti nella descrizione dei mali dell’esilio che il suo antenato Cacciaguida gli predice) Dante enuncia efficacemente una verità che constatiamo quotidianamente in tutti i contesti: l’opinione pubblica tende ad attribuire la colpa ai vinti, le vittime sono considerate responsabili dei mali che subiscono; “la piaga della fortuna … suole ingiustamente molte volte al piagato essere imputata” aveva scritto Dante stesso nel Convivio
.

Anna Segre, insegnante
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Ricordo
Si tende a usare la parola “ricordo”, oltre la sua polisemia, soprattutto per designare l'atto stesso del ricordare, “ricordo” come sinonimo di “memoria”. Non sempre si è pienamente coscienti, che numerose volte alla base dell'atto del ricordo v'è un oggetto - inteso come entità materiale “che è posta innanzi a noi” esterna e opposta al soggetto - che risveglia in noi, e riporta alla mente qualcosa di perduto o sfocato, e da qui può provocare persino una svolta, un cambio di rotta e di prospettive.

Francesco Moises Bassano, studente
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Il Limmud
Che gli ebrei amino studiare è ormai un luogo comune non sempre veritiero. Ma stupisce che usino dedicare un Limmud (un momento di studio) per ricordare una persona cara che ha lasciato questo mondo. Credo che ritrovarsi per imparare qualcosa insieme, crei quella dimensione umana che ci aiuta a dare dignità e calore anche ai lati più dolorosi della vita. E' una delle poche consolazioni che non vuole eliminare la realtà, né vuole sedurci con qualche premio in un aldilà.

Ilana Bahbout

Mosca, un museo da non perdere
Ieri sera, a Mosca, avevo un paio di ore libere e sono corsa al Museo ebraico. Ne avevo tanto sentito parlare da quando era stato inaugurato (nel maggio del 2011). Sono rimasta senza parole: per un percorso così straordinario, con un’interattività avveniristica e al tempo stesso ben dosata, per una così ricca ricostruzione della Moderna Storia dell’Impero russo e dell’Unione Sovietica, sarebbero servite due settimane, non due ore!

Laura Salmon, slavista
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