Elia Richetti,
rabbino
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Le Parashòth di Wa-yaqhèl e di Pequdè sono
in buona parte ricalcate su quelle precedenti di Terumà e di Tetzawwè;
la differenza principale consiste nel fatto che mentre in Terumà e
Tetzawwè i verbi sono coniugati al futuro, nelle successive sono
coniugati al passato.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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Due notizie inquietanti dalla Danimarca: il
divieto della macellazione rituale (shechitah) ebraica (e anche
islamica) nel paese, e l'uccisione allo zoo di Copenhagen di Marius,
una giraffa di due anni. Il divieto è motivato da criteri di "umanità"
(o forse di "animalità") al fine di evitare presunte sofferenze alla
bestia. L'uccisione, eseguita con un colpo di pistola alla testa, è
motivata da criteri di purezza genetica (o forse "razziale") perché
Marius era stato giudicato meno idoneo alla riproduzione rispetto a un
altro maschio suo coetaneo. Dopo il colpo di grazia, davanti a un
pubblico attonito di ragazzini la giovane giraffa è stata tagliata a
pezzi e data in pasto ai leoni. Dunque, ricapitolando, è crudele
macellare ritualmente un animale (kashèr) a uso alimentare di ebrei e
musulmani, ma non è crudele uccidere un animale (pure kashèr: la
giraffa ha l'unghia fessa e rumina) a uso alimentare dei leoni. A dir
il vero, per saperne di più bisognerebbe chiedere agli animali
interessati se sia meglio morire di shechitah o di pallottola. Resta il
fatto che a parità di animale morto la differenza vera è quella dei
consumatori della sua carne, e in Danimarca i leoni sono evidentemente
da preferire agli ebrei (e ai musulmani). La dissonanza logica fra i
due fatti ricorda per molti versi l'ideologia e la prassi del regime
nazista e dei suoi seguaci, la delicata preoccupazione per la natura e
la sfrenata crudeltà, l'attenzione all'eugenetica e l'utilizzazione di
tutte le parti della vittima. In Danimarca, uno dei paesi più civili e
felici d'Europa, c'è anche questo.
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ROMA – Un appuntamento per parlare del
conflitto che sta sconvolgendo da tempo la Siria. Nella Capitale si
terrà domani pomeriggio una tavola rotonda nella Sala delle Colonne
della Camera sul tema, “L'infanzia rubata – La tragedia dei bambini
siriani”. Protagonisti dell'incontro Giulio Terzi di Sant’Agata,
Domenico Quirico, Giacomo Guerrera, Sion Houri, Eugenia Roccella,
Sandro Gozi, Luigi Compagna. Moderatrice dell'evento, Fiamma Nirenstein.
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Progetti Otto per Mille
Presentazione domande |
Scadrà il 28 febbraio il termine per la
presentazione dei progetti da realizzare con il contributo Otto per
Mille. Gli Enti o associazioni interessati dovranno compilare
l'apposita scheda dimostrando di aver presentato il modello EAS
all'Agenzia delle Entrate. La Commissione Bilancio e Otto per Mille
valuterà l'ammissibilità dei progetti e proporrà l'assegnazione del
contributo previa approvazione del Consiglio dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane.
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Religioni, il ruolo
nella società |
Le religioni “non sono un’assicurazione
contro la violenza, ma contengono istanze per una costruzione giusta e
pacifica della società”. Apre con una delle considerazioni del rabbino
capo di Roma Riccardo Di Segni l’articolo di Avvenire dedicato al
convegno organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio per lanciare “un
patto comune delle religioni, delle culture e della diplomazia, per
sradicare la violenza nelle tante aree del mondo”, con i rappresentanti
delle varie confessioni.
In Danimarca in nome dei diritti degli animali una nuova legge
impedisce la pratica della macellazione rituale kasher e halal,
suscitando le proteste della comunità ebraica e della comunità
islamica. “È sensibile ai diritti degli animali, la Danimarca: una
settimana dopo avere scioccato il mondo con il giraffino Marius –
ucciso e squartato davanti ai bambini nello zoo di Copenaghen perché
ormai di lui non sapevano più che farsene – fa infuriare insieme
musulmani e ebrei impedendo loro la macellazione rituale” scrive
Repubblica.
Quale fu l’atteggiamento della Chiesa di fronte alle politiche razziste
del nazifascismo? Sarà questo l’argomento di un convegno che apre oggi
in Vaticano, promosso dalla veneranda Associazione Görres e
dall’Università di Potsdam: “Vaticano e razzismo nel periodo tra le due
guerre mondiali” (Corriere della Sera). Ad anticipare alcuni dei temi
chiave è, sempre sul Corriere Francesco Margiotta Broglio: non solo
l’atteggiamento di Pio XII di fronte alla Shoah, ma pure il
comportamento del suo predecessore Pio XI e di alcuni esponenti di
spicco della Chiesa dell’epoca come Agostino Gemelli.
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Legge
ebraica e informazione
Comunicazione,
leader e valori, l'esperienza di rav Sacks
Guidare
la propria comunità attraverso le sfide del nuovo millennio.
Posizionare la voce ebraica all’interno del dibattito pubblico.
Trasmetterne il messaggio, i valori. Nessuno probabilmente ha saputo
interpretare meglio questo ruolo del rabbino Jonathan Sacks, che ha da
poco terminato il suo mandato come rabbino capo del Commonwealth, siede
nella Camera dei Lord del Regno Unito ed è autore di decine di libri
che analizzano le questioni più attuali e delicate della società
contemporanea. Un lavoro, che prosegue oggi, mentre rav Sacks è
impegnato, tra le altre cose, a insegnare alla New York University,
alla Yeshiva University e al King’s College, in cui l’aspetto della
comunicazione ha rappresentato naturalmente un fronte fondamentale. A
raccontarlo, intervenendo al seminario “Etica ebraica e problemi
dell’informazione” organizzato dalla redazione del giornale
dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche e del Portale www.moked.it in
collaborazione con il Collegio Rabbinico Italiano è stato il direttore
della Comunicazione di rav Sacks, già direttore Comunicazione
dell’Ufficio del rabbino capo del Commonwealth, Daniel Sacker.
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qui
roma - fondazione beni culturali ebraici
Una
sorpresa dagli archivi
È
la notte tra il 25 e il 26 gennaio 1904 quando un incendio, scoppiato
nei locali della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, divora
circa la metà dei codici ebraici custoditi nella struttura oltre a
moltissimi altri libri archiviati nelle diverse sezioni. Un patrimonio
culturale ingente va in fumo e anche numerose opere sopravvissute
necessitano di cure e di un restauro conservativo che si protrae per
oltre un secolo. Tra le varie testimonianze riportate a nuova vita nel
corso degli anni una singolare composizione bilingue (ebraico e
italiano) dal titolo “Divina corona di Savoia”. Dedicata dall'ebreo
piemontese Diodato Segre a Carlo Emanuele I di Savoia, detto dai suoi
sudditi “Testa di fuoco”, risale al 1622 ed è stata al centro di un
denso lavoro scientifico curato dall'archivista Chiara Pilocane e
pubblicato grazie all'impegno della Fondazione Beni Culturali Ebraici
in Italia (che ha istituito una borsa di studio) sotto il nome di
“Nezer ha-qodesh mi-Savoia, che vuol dire Divina Corona di Savoia”
(Rassegna Mensile di Israel, Giuntina).
Ieri l'opera è stata presentata al Centro Bibliografico dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane con la partecipazione di Dario
Disegni, Presidente Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia;
Rossana Rummo, direttore generale per le Biblioteche, gli Istituti
Culturali ed il Diritto d’autore, MiBACT; Andrea De Pasquale, Direttore
Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino; Giacomo Saban, già
direttore Rassegna Mensile di Israel; Micaela Procaccia, dirigente
Servizio tutela e conservazione della Direzione generale Archivi,
MiBACT.
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Setirot
- Renzi e Israele |
Leggo
su The Times of Israel che Nathan Servi, “un ebreo fiorentino molto
vicino al sindaco della sua città”, ha detto che Matteo Renzi è sempre
stato pro-Israele: affermazione, per fortuna, verissima. Ha poi
aggiunto che "potrebbe essere il primo premier europeo di sinistra a
non odiare Israele": un giudizio, a mio avviso, oltre che inesatto,
sinceramente fuori luogo. Della serie e facciamoci sempre riconoscere.
Stefano Jesurum, giornalista
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Time
out - In silenzio |
Mentre
in Italia si assiste a imbarazzanti dirette streaming in Ucraina si
continua a morire. La repressione messa in atto dal presidente ucraino
Viktor Yanukovich ha causato nella sola giornata di ieri 26 morti senza
che tutto questo destasse la minima indignazione di osservatori ed
esperti che continuavano a interrogarsi su chi avesse vinto nel duello
(ma perché era un duello?) tra Renzi e Grillo.
Daniel Funaro
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