Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

27 febbriaio 2014 - 27 Adar I 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
“Èlle fequdè ha-mishkàn, mishkàn ha-‘edùth ashèr puqqàd ‘al pi Moshè”, “Questo è il rendiconto del Mishkàn, Mishkàn della testimonianza, che è stato reso per bocca di Moshè”. Con queste parole si apre la Parashà di questa settimana, che chiude il libro di Shemòth. È una Parashà che, oltre ad essere “tecnica”, è anche ripetitiva, perché – come abbiamo detto la settimana scorsa – descrive nuovamente il Santuario e i suoi arredi, come la Torà aveva già fatto tre settimane fa. Ma non è su questo che ci soffermeremo, bensì su uno strano commento di Rashì in merito alla ripetizione della parola “Mishkàn”.
 
Leggi

Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Per capire le parole seguenti bisogna aver visto una certa fotografia pubblicata sui giornali di ieri al termine della visita della Cancelliera Angela Merkel in Israele. Nel corso della conferenza stampa conclusiva, si vede Bibi Netanyahu che accanto alla Merkel dà la parola a un giornalista sollevando l’indice della mano sinistra. Il dito illuminato dai flash proietta sul labbro superiore della Merkel un’ombra che sembra un baffetto. Un baffetto. Sul volto imberbe dagli occhi cerulei e il caschetto a frangetta della statista tedesca. Déjà vu?
 
Leggi

MILANO – Ultime proiezioni per la rassegna del Nuovo Cinema israeliano organizzata dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea e Fondazione Cineteca Italiana in collaborazione con il Centro culturale Pitigliani di Roma. Appuntamento allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2). Oggi appuntamento conclusivo alle 17 con “For My Father”, cui seguirà una conversazione sulla creatività cinematografica nello Stato ebraico con Sara Ferrari, docente di letteratura e cinematografia israeliana, e Ruggero Gabbai, regista.  Alle 21 “A Matter of Size”.

TORINO – sarà presentato questa sera alle 21 presso il Centro Sociale della comunità il libro Ebrei, il popolo universale di György Konrád. A presentare il volume saranno Gianluca Volpi, dell’Università di Udine, curatore dell'edizione italiana, Eva Horváth, traduttrice del testo e Mauro Moshè Tabor, vicepresidente e assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Trieste.
 
Progetti Otto per Mille Presentazione domande
Scadrà il 28 febbraio il termine per la presentazione dei progetti da realizzare con il contributo Otto per Mille. Gli Enti o associazioni interessati dovranno compilare l'apposita scheda dimostrando di aver presentato il modello EAS all'Agenzia delle Entrate. La Commissione Bilancio e Otto per Mille valuterà l'ammissibilità dei progetti e proporrà l'assegnazione del contributo previa approvazione del Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
 
Leggi

Il cardinale Dalla Costa
e i Giusti tra le Nazioni
“Nei mesi della persecuzione antiebraica fu tra i coordinatori della rete di assistenza clandestina che – al fianco della Delasem – mise in salvo centinaia di vittime dell’odio razzista. Il coraggio e la coerenza, l’umanità e la tenacia: un filo conduttore che attraversa l’intera vicenda di Elia Dalla Costa, cardinale e arcivescovo di Firenze per un trentennio esatto (1931-1961) che lo Yad Vashem ha voluto includere tra i Giusti tra le Nazioni onorati per l’impegno profuso a tutela della vita e della dignità umana”. Sulla prima pagina dell’Osservatore Romano, a firma di Adam Smulevich, l’articolo che ricostruisce le vicende dell’arcivescovo Elia Dalla Costa, nominato ieri Giusto tra le Nazioni durante la cerimonia svoltasi a Palazzo Vecchio a Firenze. Sul quotidiano vaticano, Smulevich richiama le parole dell’attuale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, riportate nell’intervista pubblicata sul numero di marzo di Pagine Ebraiche. “ È fuori di ogni dubbio – afferma Betori che, nella primavera 2012 aveva anticipato al direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale l’imminente riconoscimento dell’opera di Dalla Costa – che il passaggio epocale che il concilio Vaticano II ha introdotto nei rapporti tra ebrei e cristiani sul piano dottrinale non sarebbe stato possibile senza la concreta esperienza di vicinanza, conoscenza e fraternità che è maturata in molti luoghi, non da ultimo a Firenze grazie al cardinale Dalla Costa e al rabbino (Nathan) Cassuto”.

 
Leggi

  davar
la national jewish community survey 
La religione e i valori in crescita  per le comunità britanniche
Il censimento che si è tenuto nel 2001 è stato il primo a porre, nel Regno Unito, una domanda sulla religione, generando così il più grande, dettagliato e accurato database di informazioni sugli ebrei britannici. Utilizzandolo, l’Institute for Jewish Policy Research (JPR) ha pubblicato nel 2007 un rapporto che ne analizzava i dati sulla geografia della popolazione ebraica, sulla distribuzione sociale, sull’istruzione e sulla situazione economica. Immediatamente dopo la pubblicazione dei risultati del censimento 2011, che oltre a una seconda analisi ha permesso un primo confronto con i risultati di dieci anni prima (notevole per esempio che il numero di rispondenti che ha scelto la risposta “no religion” sia aumentato del 74 per cento) il JPR ha iniziato a progettare un proprio questionario, mirato a comprendere le complessità della vita e dell’identità ebraica e studiato per ottenere informazioni complementari a quelle ricavate dal censimento nazionale. Il risultato è il 2013 National Jewish Community Survey (NJCS), di cui è stato resa pubblica da poco una prima breve sintesi. Quasi 4mila famiglie, ossia poco meno di 10mila persone, hanno accettato di rispondere a domande su moltissimi aspetti: dalla famiglia di origine alle scuole frequentate, dall’osservanza della kasherut e dello shabbat alla partecipazione alla vita comunitaria; domande su quanto frequentano una sinagoga, su chi hanno sposato e su come definiscano la propria appartenenza ebraica.
Leggi

israele
Gerusalemme, la Cinema City
 
Il rilancio culturale della città ha rappresentato in questi anni uno dei punti chiave del lavoro del sindaco Nir Barkat, da alcuni mesi eletto per la seconda volta alla guida di Gerusalemme. E il fatto che negli ultimi due decenni molti cinema avessero chiuso i battenti, lasciando agli abitanti della Capitale ben poche opportunità di accesso al grande schermo, era diventato un autentico problema. Oggi, dopo poco più di due anni di lavori, la questione è stata risolta. Molto in grande. E’ stato infatti inaugurato negli scorsi giorni l’enorme complesso di Cinema City, 20mila metri quadri per 19 sale, spazi per conferenze, un centro culturale con annesso Museo del Cinema ebraico e un centro commerciale con 54 ristoranti.
Leggi

qui gerusalemme
Tsad Kadima, la musica solidale
Saranno le note del chitarrista e compositore rock israeliano Dani Sanderson ad animare quest’anno la tradizionale serata di gala dell’Associazione Tsad Kadima, che si terrà il prossimo 26 marzo al Teatro di Gerusalemme. Nata nel 1988 e diretta da Alessandro Piperno, l’organizzazione si occupa di fornire supporto al percorso formativo dei bambini che soffrono di lesione cerebrale in Israele, a prescindere dalla religione, dal credo o dall'appartenenza etnica e gestisce centri educativi-riabilitatiti in diverse zone del paese.
E per chi non avesse la possibilità di partecipare di persona, l’invito è quello di comprare i biglietti virtuali messi a disposizione, per offrire comunque il proprio supporto.

pilpul
Setirot - The Gatekeepers
Ogni anno, immancabilmente, le proiezioni milanesi della selezione dal Pitigliani Kolno’a Festival mi riempiono di gioia, rabbia, amore, ammirazione, ansia, allegria, cupezza, e invidia. Invidia, cupezza, allegria, ansia, ammirazione, amore, rabbia e gioia per una realtà, Israele, che sento mia fin nelle viscere, nel cuore, e nella testa. Uno Stato – ma io qui preferisco dire una democrazia all’80% ebraica – che dovrebbe essere faro e insieme monito per il mondo. Prendiamo “The Gatekeepers” di Dror Moreh. 

Stefano Jesurum, giornalista
Leggi

Time out - I nostri valori
Più che separare o legare la Shoah da Israele dovremmo fare lo sforzo di spiegare come in realtà entrambi gli eventi storici non influenzino minimamente la nostra identità ebraica. Influenzano la nostra storia, il nostro approccio alle cose, ma non certo i nostri valori. Vi è infatti una pericolosa deriva che tende a spingere molti ebrei a identificarsi come tali o in virtù della Shoah o invece al sostegno allo Stato d’Israele. Non è così e non dovrebbe esserlo. Perché, per quanto grande possa essere il legame con i due eventi più importanti del novecento ebraico, il nostro ebraismo è e rimarrebbe tale anche a prescindere da questi.

Daniel Funaro
Leggi




moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.