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Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Una interessante riflessione halachica ci
insegna che colui che a Purim annulla il debito del suo prossimo
pensando che questo valga come “mattanot la evionim”, doni ai poveri,
non adempie alla mitzvah perchè il povero, di fatto, pur avendo avuto
il dono di un debito estinto non riceve nulla di concreto nelle sue
mani. Se però il debitore si presenta al creditore con il denaro in
mano per restituirlo e il creditore gli annulla il debito questo può
essere considerato come “mattanot laevionim” perché il povero ha del
denaro tra le mani che non immaginava gli appartenesse. Allo stesso
modo colui che invia un assegno esce invece d’obbligo perché l’assegno
può essere accettato come mezzo di pagamento immediato (Hazon Ovadia
172). Ebraismo è richiamo alla concretezza e all’azione morale che
abbia tempi veloci e non sia frutto di questioni bizantine.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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A leggere le cronache di quel che accade in
Ucraina sembra che la storia del “secolo breve” debba essere in buona
parte riscritta. Innanzitutto per la durata: a me pare che il Novecento
stia lasciando strascichi importanti che ci illudevamo di aver concluso
con il conflitto nei Balcani ma che riemergono invece potentemente
nell’ormai avanzato XXI secolo. Nazionalismi e localismi si affermano
come potenti motori della storia, forme nuove (ma già viste) di
imperialismo egemonico mostrano i muscoli sia militarmente, sia
economicamente, nel tentativo di imporre nuovi equilibri di forze e
sfere di influenza che fanno parte a pieno titolo delle dinamiche
diplomatiche e politiche otto/novecentesche. Tutto questo accade nel
bel mezzo della più profonda crisi economica e finanziaria registrata
dall’Europa nel secondo dopoguerra. Un’Europa che – al contrario di
quanto previsto e auspicato dai suoi padri fondatori – stenta assai a
darsi un assetto politico unitario e a esprimersi con voce chiara e
univoca imponendo tutto il suo peso per evitare che la situazione
degeneri. Lo si è visto chiaramente: mentre la baronessa Catherine
Ashton, nella sua irrilevante veste di alto rappresentante per gli
affari esteri dell’Unione Europea balbettava parole di equidistanza che
richiamavano le parti a un impossibile dialogo, sono stati due governi
europei (quello polacco e quello tedesco) – in maniera del tutto
autonoma e ispirata a interessi nazionali – a imporre di fatto la fine
degli scontri di piazza Maidan e l’uscita di scena del satrapo
Yanukovich.
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Un ciclo di incontri
sull'etica medica |
Un ciclo di incontri sull’etica medica
patrocinato dal Dipartimento Educazione e Cultura UCEI, avrà luogo nei
locali del Tempio dei Giovani sull’Isola Tiberina con cadenza
settimanale. Appuntamento ogni lunedì alle 20. Tra i rabbinim coinvolti
Roberto Colombo, Roberto Della Rocca, Riccardo Di Segni, Cesare Efrati,
Gianfranco Di Segni, Benedetto Carucci, Ariel Di Porto, Amedeo
Spagnoletto, Gavriel Levi, Umberto Piperno.
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Il Calcio dice no all’intolleranza |
Il mondo del calcio dice no all’intolleranza
in tutte le forme.
In Inghilterra, annunciata infatti la sanzione per il calciatore
francese in forza al West Bromwich Nicolas Anelka, che aveva esultato
per un gol con la quenelle, il gesto del saluto nazista al contrario.
La Commissione indipendente nominata dalla Football Association gli ha
inflitto cinque giornate di squalifica, una multa di 96mila euro, e
imposto un percorso di rieducazione, per “aver causato offesa,
soprattutto alla comunità ebraica” (tra gli altri Gazzetta dello Sport
e Corriere dello Sport).
In Italia, dopo gli insulti al calciatore del Cagliari Daniele Dessena,
che aveva indossato lacci arcobaleno per mandare un messaggio contro
l’omofobia, Figc e Nazionale aderiscono alla campagna (Gazzetta).
Israele. I negoziati di pace con i palestinesi proseguiranno oltre la
scadenza originale prevista per aprile (Osservatore Romano), ma la
strada rimane in salita, come spiega Maurizio Molinari sulla Stampa
mentre viene dato l’annuncio che il presidente palestinese Abu Mazen
sarà alla Casa Bianca il 17 marzo (il premier israeliano Benjamin
Netanyahu incontrerà invece il presidente Usa Barack Obama la prossima
settimana ricorda il Venerdì di Repubblica). Avvenire riprende la
notizia del rapporto di Amnesty International contro Israele, che
lancia accuse pesanti senza tenere conto, replica l’esercito israeliano
“dell’incremento della violenza palestinese iniziato lo scorso anno”.
Libri. Sul Corriere Stefano Jesurum presenta il saggio di Maria Luisa
Giribaldi e Rose Marie Sardi “Bele si (proprio qui). Ebrei ad Asti”
(Editrice Morcelliana) in cui si racconta lo speciale legame del nucleo
ebraico con il territorio.
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Il
diritto di banalizzare |
Chiedo
scusa se venerdì scorso sono stata poco chiara; forse ho dato troppe
cose per scontate; forse ci sono cose che sembrano gravi solo a me, o
forse me le sono sognate.
Mi sono dunque sognata i cartelloni in Israele con Rabin e Sharon
vestiti da nazisti? Mi sono sognata i paragoni tra gli ebrei deportati
nei lager e gli israeliani costretti a trasferirsi da Gaza? Mi sono
sognata i soldati israeliani paragonati alle SS? Mi sono sognata
l’accusa di nazismo rivolta a chi ritiene che i haredim debbano avere
gli stessi diritti e doveri degli altri cittadini israeliani? Sarebbe
fantastico se davvero mi fossi sognata tutte queste cose, se davvero se
non fossero mai accadute.
Come siamo potuti arrivare a questo punto?
Anna Segre, insegnante
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L'Israele
di Sayed Kashua |
Ciò
che mi affascina maggiormente della letteratura israeliana è la
peculiarità di racchiudere in sé autori delle più lontane e diverse
estrazioni culturali e geografiche che non mascherano questo retaggio
nei propri scritti. Una caratteristica che in fondo riflette i molti
colori di Israele. Al suo opposto si trova la cosiddetta “letteratura
arabo-palestinese”, scritta conformemente in lingua araba da autori
arabi di Israele o della Cisgiordania. Difficile trovare però autori
arabo-israeliani che scrivono in lingua ebraica e da inserirsi
specificamente nella letteratura israeliana. Un raro esempio viene
offerto dallo scrittore Sayed Kashua, nato a Tira nel 1975, formatosi
in materie umanistiche all'Israel Arts and Science Academy e all'Hebrew
University of Jerusalem, e colonnista di numerosi giornali israeliani,
tra cui Haaretz.
Francesco Moises Bassano, studente
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Il
rabbino di Bill Clinton |
Negli
USA gli ebrei sono americani: il senso civico e di appartenenza
nazionale va di par passo alla loro identità ebraica, anche tra gli
orthodox. Non stupisce allora che rabbi Menachem Genack tenga vicino
alla foto del suo grande maestro Joseph Soloveitchik quella di Abraham
Lincoln. E non stupisce che oltre a insegnare halakhah e pensiero
ebraico alla Yeshiva University, abbia per anni dedicato il suo tempo a
una ricca corrispondenza, da poco pubblicata, con l'ex presidente Bill
Clinton, su temi quali la leadership o la comunità, ispirati alla
tradizione ebraica (“Letters to President Clinton. Biblical Lessons on
Faith and Leadership”).
Ilana Bahbout
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Combattere
gli antichi pregiudizi |
Stasera
alle 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea di
Roma (Via Caetani 32), alla presenza dell'autore e di eminenti
slavisti, viene presentato il bel libro di Alessandro Cifariello
"L'ombra del kahal. Immaginario antisemita nella Russia dell'Ottocento"
(edito da Viella nel 2013). Il volume è il frutto editoriale di una
corposa tesi di dottorato in Slavistica dedicata al tema della
giudeofobia letteraria in Russia. Cifariello illustra dettagliatamene
l'humus culturale che consentì il radicamento, nell'Impero russo del
secolo XIX, dei pregiudizi e dei mitologemi antisemiti che avrebbero
generato la celebre impostura dei "Protocolli dei Savi di Sion".
Laura Salmon, slavista
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