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8 aprile 2014 - 8 Nissan 5774
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Roberto Della Rocca e di Dario Calimani. Nella sezione pilpul una riflessione di Tobia Zevi e Mario Avagliano.
 
Jonathan Sacks
@rabbisacks

7 apr
A Taste of Pesach: Download two free essays from Rabbi Sacks' award-winning Pesach machzor & Haggada. Pls RT http://eepurl.com/Ri24T

Maurizio Molinari
@Maumol
7 apr
Gerico, dentro la base della guardia presidenziale di Abu Mazen @ قرية اريحا السياحية http://instagram.com/p/mgil_fC5ZT/
 
Israele: "Assad ha usato
armi chimiche ad Harasta"
Il regime siriano di Assad avrebbe usato armi chimiche contro i ribelli lo scorso 27 marzo. A sostenerlo una fonte della sicurezza israeliana citata dal Jerusalem Post, secondo la quale il mese scorso è stata usata ad Harasta, vicino a Damasco, una sostanza chimica "che non uccide ma neutralizza"
 
 
Ungheria, un seggio in bilico
per fermare l'estrema destra
“Siamo parte lesa e la Comunità ha fatto il massimo sforzo di trasparenza denunciando quanto accaduto all’autorità giudiziaria. Non era mai successo e non siamo abituati a una cosa del genere, ma purtroppo la possibilità di essere vittime di truffe c’è sempre”. Così il rabbino capo di Milano Alfonso Arbib in una dichiarazione riportata da Repubblica a proposito della truffa finanziaria di cui è stata vittima la Comunità ebraica e di cui si è discusso nell’ultima assemblea straordinaria partecipata da centinaia di iscritti. Il messaggio del rav Arbib arriva dopo l’intervento congiunto del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e dei presidenti delle Comunità ebraiche di Roma e Milano, Riccardo Pacifici e Walker Meghnagi, in risposta alla lettera di tre intellettuali italiani – Gad Lerner, Stefano Levi Della Torre e Moni Ovadia – in cui si accusavano i vertici comunitari, in particolare di Roma e Milano, di “negligenza”, “rapporti privilegiati col potente di turno”, abbinamento di “settarismo identitario” e “pratiche clientelari”.


È ricercato per calunnia a danno di sette cittadini afghani e per procurato e grave allarme un cittadino albanese, A.S, che nel 2012 aveva segnalato alle forze dell’ordine (una segnalazione definita dalle stesse “ben vestita”) il rischio di un attentato alla sinagoga di via Guastalla a Milano fornendo nomi e informazioni molto dettagliate. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal sostituto Francesco Cajani hanno portato a una conclusione: quella di A.S, si legge sul Giorno, è una segnalazione falsa “che rientra in quegli allarmi seminati ad arte – o da mitomani o da oscuri personaggi pilotati – per far leva sulla paura per l’incolumità delle persone”.

Sale la preoccupazione in tutta Europa per la crescita del partito neonazista Jobbik in Ungheria, accreditato oggi del 20,5 % dei consensi con un milione di voti in più rispetto al 2010. Al termine dei conteggi elettorali resta ancora un seggio traballante ed è quello decisivo: qualora sfuggisse a Fidesz, il partito conservatore del premier Viktor Orban, questi sarebbe infatti costretto a rinunciare a governare senza condizionamenti in virtù della maggioranza di 2/3 in seno al Parlamento e a trattare su molte leggi, a partire da quelle di bilancio e agrarie. Paolo Valentino, sul Corriere della sera, scrive: “Apertamente ostile all’Ue, Vona (il leader di Jobbik, ndr) immagina per l’Ungheria un’alleanza organica con Croazia e Polonia fuori dall’Unione. Chiede la creazione di campi chiusi e vigilati per i rom ‘devianti’, denuncia di continuo la ‘delinquenza tzigana’ e chiede l’instaurazione nel codice penale del reato di ‘crimine etnico’. Giocando con l’antisemitismo latente di molti ungheresi, uno dei suoi deputati di punta ha proposto di creare un registro speciale per tutti gli ebrei che vivono in Ungheria. E non passa giorno senza che Jobbik denunci ‘la cospirazione giudaica per colonizzare il Paese’”.

“Siamo nove milioni di persone e non è successo nessun episodio di violenza. Mai. Siamo la loro assicurazione sulla vita. Se il fascismo in Italia, non si è sviluppato è perché facciamo da cuscinetto”, ha intanto affermato Beppe Grillo, leader del Movimento Cinquestelle, nel corso del suo spettacolo milanese (Il Fatto Quotidiano).

Un’applicazione per smartphone per non dimenticare la Shoah con foto, video, documenti e testimonianze raccolte durante i Viaggi della Memoria. Un’app per tenere viva la memoria della persecuzione e delle stragi naziste. È l’iniziativa annunciata dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti in occasione del Viaggio della Memoria a Cracovia e ad Auschwitz-Birkenau che vede la partecipazione di 94 scuole del territorio e 300 studenti (Repubblica Roma).

Sulla Stampa Maurizio Molinari a colloquio con Karnit Flug, prima donna chiamata a guidare la Banca Centrale d’Israele. “L’economia di Israele è abituata a crescere fra choc consistenti”, afferma Flug. Grande inoltre la schiettezza nel commentare lo scenario internazionale. “Tra Stati Uniti ed Unione Europea – dice – a noi interessa più la seconda perché è il nostro partner commerciale più importante”.

Era l’ultimo missionario europeo a vivere a Homs, roccaforte dei ribelli siriani. Ieri, il gesuita olandese Frans Van der Lugt è stato barbaramente ucciso da due uomini incappucciati nel giardino del suo convento a Bustan Al Diwan. “Muore un uomo di pace, che con grande coraggio ha voluto rimanere fedele a quel popolo siriano cui aveva dedicato la sua vita e il suo servizio spirituale”, afferma il portavoce vaticano Federico Lombardi. “La bara di padre Frans – scrive Gian Guido Vecchi sul Corriere – è stata posata davanti all’altare dove a gennaio aveva registrato un video in arabo che ha fatto il giro del mondo: ‘Musulmani e cristiani, stiamo vivendo in condizioni difficili e dolorose e soffriamo soprattutto la fame. Vogliamo vivere, non sprofondare in un mare di dolore’”.

Da leggere, sulla Gazzetta del Mezzogiorno, la riflessione della storica Anna Foa su due luoghi paradigmatici e così diversi tra loro delle sofferenze inflitte alle comunità ebraiche attraverso i secoli: il Ghetto di Roma, creato da papa Paolo IV nel 1555, e quello nazista di Varsavia. “Tanto i ghetti del Cinquecento quanto quelli della Shoah – scrive Foa – sono luoghi privilegiati di memoria. Anche dove più nulla o quasi resta dei ghetti, il luogo dove essi erano situati non cessa di rappresentare il passato”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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