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1 maggio 2014 - 1 Iyar 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
“U-sfartèm lakhèm mi-machoràth ha-Shabbat eth Omer ha-tenufà, shéva‘ shabbatòth temimòth tihyéna”, “Conterete per voi dall’indomani della festa l’Omer dell’elevazione, sette settimane complete saranno”. Con questo verso la Torah prescrive il conteggio dei giorni del periodo dell’Omer, cioè del periodo tra Pésach e Shavu‘òth nel quale ci troviamo.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Ieri abbiamo festeggiato a Roma l’entrata di Rav Elio Toaff nel suo centesimo anno di vita. Centinaia di ragazzi nella piazza sottostante l’abitazione hanno cantato con entusiamo attorno a una grande torta augurale, mentre a casa si accumulavano i messaggi augurali. In questi momenti è normale che ci si interroghi sul rapporto che esiste fra le vicende della storia e i suoi singoli protagonisti. E la risposta non è chiara o semplice. È facile dire che con altri protagonisti la storia sarebbe stata differente; così come si può argomentare che se la storia fosse stata differente, quelli che ne sono divenuti i protagonisti non lo sarebbero diventati.
 
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"Shoah, rigettiamo
paragoni fuori luogo"
“Gli ebrei italiani assistono con sgomento e preoccupazione a una campagna elettorale in cui ripetutamente si evocano simbologie, fatti e personaggi di un passato terrificante per lanciare messaggi subliminali e denigrare avversari, nella illusoria speranza di raccogliere facili consensi fra un elettorato che in realtà è molto più maturo di quanto non si ritenga”. Così è intervenuto il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
 
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Roma festeggia rav Toaff
Grande festa a Roma per i 99 anni del rabbino emerito Elio Toaff con centinaia di persone ritrovatesi sotto il suo appartamento affacciato sulla sinagoga, assieme ai ragazzi delle scuola ebraica, per cantargli “Yom Uledet Sameach” (“Buon compleanno”). A scriverne sul dorso romano dei rispettivi quotidiani sono tra gli altri Marco Pasqua sul Messaggero e Francesco Di Frischia sul Corriere della sera. In entrambi gli articoli, oltre alle parole del presidente della Comunità ebraica capitolina Riccardo Pacifici, si fa riferimento alle numerose testimonianze di affetto pervenute alla famiglia a partire dai messaggi inviati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e dal sindaco della Capitale, Ignazio Marino. Su Repubblica si rimanda invece all’articolo pubblicato sul sito a firma di Gabriele Isman e con molte foto che descrivono l’amore di tutta Roma per il rabbino emerito. Rende omaggio al rav Toaff anche la sua città natale, Livorno, in un articolo che appare su La Nazione a firma di Roberto Davide Papini con ripresa di alcuni stralci della cronaca uscita ieri sul notiziario Pagine Ebraiche 24 e con l’invito ad adoperarsi per la conoscenza e per il bene comune lanciato dal rav in occasione dell’intervista concessa al mensile dell’ebraismo italiano (autore Guido Vitale, direttore della testata) per i suoi 95 anni. “Il mio consiglio – spiegava Toaff – è di avere coraggio. Ma soprattutto di non perdere mai l’occasione di impegnarsi nelle due attività che ci fanno essere noi stessi. Aiutare gli altri e studiare”.  Firenze crocevia delle religioni. Spazio sul Messaggero al Festival delle religioni, rassegna che si terrà nel capoluogo toscano questo fine settimana e che vede coinvolta la Comunità ebraica fiorentina. Tra i relatori del Festival, i rabbanim Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, e Joseph Levi, rabbino capo di Firenze, e la giornalista Fiamma Nirenstein. 
“Alla frase ‘Pare che l’abbiano portato a via Tasso’ seguivano sguardi costernati, gesti di sgomento, tutti sapevano a quali torture gli sventurati venivano sottoposti”. Il carcere di via Tasso è, come ricorda oggi Corrado Augias su Venerdì di Repubblica, una delle ferite più profonde nella memoria di Roma. A quei terribili giorni, all’occupazione nazista della Capitale, alle vessazioni subite dalla Comunità ebraica romana, Armando Troisio dedica il libro Roma sotto il terrore nazista. “Settant’anni sono molti – ricorda Augias, presentando il lavoro di Troisio – alto il rischio di dimenticare, saggi come questo sono una lettura appassionante. E un antidoto”. 
In Francia si gioca un partita importante dal punto di vista dell’economia nazionale e non solo.

 
 
  davar
moked 5774
Rabbini, Maestri, leadership
Ebrei italiani a confronto

Non certezze, ma sani dubbi. Gli stessi che animano la vita ebraica da migliaia di anni. Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna è partito da una delle caratteristiche più profonde dell’identità ebraica, la capacità di porsi domande, inaugurando i lavori del Moked 5774 dedicato al confronto sulle sfide della leadership rabbinica. “Chi è ebreo? Cosa significa essere ebrei?” gli interrogativi su cui Gattegna ha invitato il pubblico a riflettere, ricordando il dibattito in Israele a partire dalla formulazione della Legge del Ritorno, i problemi sorti, il ruolo del rabbinato, gli orizzonti che continuano a proporsi oggi, nello Stato ebraico come nel mondo.
Rabbini, rappresentanti comunitari, leader di organizzazioni ebraiche, famiglie, semplici iscritti si sono ritrovati per il tradizionale ritrovo dell’ebraismo italiano che si è aperto a Milano Marittima. Un Moked (letteralmente “messa a fuoco”) che ha preso il via nel nome di rav Elio Toaff, rabbino capo emerito di Roma che proprio nelle scorse ore ha compiuto 99 anni. “Rav Toaff rappresenta un grande modello di leader, una guida che ha saputo ispirare” ha sottolineato rav Roberto Della Rocca, direttore del dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha dedicato al Maestro suo e di tanti il discorso di apertura dei lavori della conferenza. Rav Della Rocca ha ricordato gli insegnamenti che è possibile trarre da un grande leader della storia ebraica, Mosè, per capire come la tradizione vede il rapporto tra leader e comunità: le qualità necessarie, la capacità di parlare a tutti e di tollerare tutte le idee, mantenendo però la consapevolezza di ciò che vuole.
E a dimostrare come le domande e le risposte del mondo ebraico globalizzato abbiamo cancellato i confini nazionali, è stato l’intervento dell’ospite d’onore del Moked, l’israeliano rav Haim Amsalem, già deputato della Knesset. La partecipazione alla vita della società e al mondo del lavoro dei haredim una delle questioni più attuali correlate al tema della leadership rabbinica, secondo il rav, che proprio per dissenso con la linea del partito rispetto a questi argomenti si è distaccato da Shas, formazione religiosa sefardita che aveva contribuito a fondare. “Il leader, il rav, è colui che va in campo, che ha conoscenza, che capisce la sua comunità, che sa risolvere i problemi” ha spiegato rav Amsalem.


Rossella Tercatin

moked 5774
Il rav, il dibattito e noi
Rav Haim Amsalem e le sfide della leadership rabbinica in tempo di crisi. Arriva da Israele l’ospite d’onore del Moked 5774, il grande ritrovo dell’ebraismo italiano sulle rive del Mar Adriatico, che prende il via oggi. La sua partecipazione che ricorda la grande trasversalità delle questioni legate al rapporto tra rabbini e Comunità, che travalicano spesso i confini geografici e le problematiche legate alle peculiarità dei singoli nuclei, per proiettarsi invece nell’orizzonte di un mondo ebraico sempre più globale e interconnesso di fronte alle sfide del nuovo millennio.
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qui ferrara
I successi della Festa del libro  
Volge al termine la Festa del Libro ebraico di Ferrara. Oggi infatti si chiude la quinta edizione della rassegna, ormai appuntamento tradizionale della città estense, occasione per raccontare al pubblico, attraverso letteratura, arte e musica, l'immenso patrimonio della cultura e tradizione ebraica. “Tutti gli appuntamenti in programma – ha commentato Riccardo Calimani, presidente della Fondazione Meis, organizzatrice dell'evento - sono andati benissimo: dai concerti, sempre affollati, ai convegni. Seguitissimo, ad esempio, quello su marrani e conversos, di cui pubblicheremo presto gli atti. E, nonostante una leggera flessione dovuta al maltempo, molto bene anche le vendite alla libreria del Chiostro di San Paolo, che hanno raggiunto il picco nelle giornate di sabato e domenica”. Tra gli eventi di ieri, molto seguito l'appuntamento legato alla storia dei medici ebrei e cultura ebraica a Ferrara.
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qui firenze 
Aspettando il Balagan 
Con grande successo proseguono a Firenze gli incontri mensili “Aspettando il Balagan” che, in attesa di poter aprire settimanalmente la sera il giardino a un pubblico più numeroso, si svolgono nel tardo pomeriggio al chiuso richiamando però molte persone desiderose di approfondire il loro rapporto con l’ebraismo e gustare le specialità ebraiche della cena vegetariana che chiude la serata, questa volta ispirate anche dai particolari piatti della cucina di Pesach a base di azzima. Di particolare interesse è stato l’incontro con la scrittrice israeliana Lizzie Doron, reduce da Ferrara dove ha ricevuto il premio di cultura ebraica Pardes, e il fiorentino Giorgio Von Straten, che al ricordo delle persecuzioni ha dedicato il suo ultimo libro Storia d’Amore in tempo di guerra.
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informazione
Il vostro grande momento
Nella manciata di righe del suo brevissimo editoriale apparso sull’ultimo numero del notiziario Pagine Ebraiche International è riuscito a far entrare quattro citazioni, quattro riferimenti-enigma rivolti ai giovani ebrei italiani. Il direttore della redazione, Guido Vitale, è ben noto fra i colleghi per disseminare i suoi interventi di segnali che richiedono gusto della scoperta e sforzo di interpretazione, ma questa volta sembra aver superato se stesso. Il suo messaggio ai giovani è chiaro: Prendete in mano il futuro. Ma dove affondano le radici del suo appello?
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pilpul
Setirot - 25 aprile
Abbiamo quasi un anno per ragionarci, non buttiamolo via. Soprattutto non mettiamola in caciara, non diamo la stura a insulti minacce anatemi – esercizio che, ahimè, ultimamente ci viene piuttosto bene. Per favore, davvero, confrontiamoci pacatamente, ognuno esprima le proprie idee e poi vediamo. Questa premessa – lo avrete già capito – perché sto per toccare un argomento assai “sensibile”.

Stefano Jesurum, giornalista
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Time out - Ospiti ambigui
Ma c’era davvero bisogno di ricevere Vendola? Questa è la prima cosa che mi viene in mente dopo aver visto tramite i social network il presidente della regione Puglia in visita alla sinagoga italiana di Gerusalemme. Il dubbio nasce proprio in virtù del viaggio del leader di Sel in Israele e nei territori palestinesi e per nulla mi ha aiutato il resoconto di alcuni italiani presenti all’incontro con lui.

Daniel Funaro Leggi
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