Paolo Sciunnach,
insegnante
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Non c'è alcun dubbio che durante la Seconda
guerra mondiale prese forma una terribile e catastrofica pratica di
sterminio sistematico perpetrata dalla Germania nazista contro il
popolo ebraico, confermata da innumerevoli testimoni diretti
sopravvissuti e pienamente documentata più e più volte.
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Anna
Foa,
storica
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Non ho letto il libro, lo confesso, mi sono
limitata a leggere la lunga anticipazione che ne ha fatto Il Foglio.
Parlo dell'ultimo libro di Giulio Meotti, Ebrei contro Israele. Ma, da
queste pagine, sembra proprio che a essere considerata "in guerra con
Israele" sia l'intera intellighenzia ebraica del mondo, a partire dalla
fondazione dello Stato d'Israele in poi, quelli che il titolo del
giornale chiama sprezzantemente gli intellò: non solo, quindi, per
intenderci, i maggiori intellettuali ebrei italiani, francesi,
americani, ma in particolare gli intellettuali israeliani. E non solo
Pappe e la Zertal, per citare i più radicali tra i post sionisti, ma
tutti o quasi: Segev, Sternhell, un'infinità di professori della Hebrew
University e delle altre università israeliane. E naturalmente gli
scrittori, Yehoshua, Grossman e Amos Oz, e ancora Barenboim e via
discorrendo. Sembra che qualunque ebreo scriva o insegni in
un'università in qualunque parte del mondo appartenga alla categoria
degli antisionisti, e quindi, nell'ottica del signor Meotti, degli
antisemiti o almeno dei potenziali antisemiti. Se Meotti è un buon
esempio dei nostri amici, viene proprio da chiedersi, chi ha bisogno di
nemici?
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"Shoah, rigettiamo paragoni fuori luogo" |
"Gli ebrei italiani assistono con sgomento e
preoccupazione a una campagna elettorale in cui ripetutamente si
evocano simbologie, fatti e personaggi di un passato terrificante per
lanciare messaggi subliminali e denigrare avversari, nella illusoria
speranza di raccogliere facili consensi fra un elettorato che in realtà
è molto più maturo di quanto non si ritenga”. Così è intervenuto il
presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
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Tempo di Otto per Mille |
In prossimità della dichiarazione dei
redditi, i quotidiani offrono alcuni approfondimenti sul tema dell’Otto
per Mille e sui meccanismi che consentono ai cittadini italiani di
destinare il proprio (corrispondente non all’otto per mille della
propria dichiarazione, ma a un’unità dell’otto per mille del gettito
totale ripartito in parti uguali). Sul Corriere Economia si sottolinea
come dopo trent’anni da quando è entrata in vigore per i cittadini la
possibilità di firmare per gli enti rappresentativi delle varie
confessioni religiose (tra cui l’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane) o per lo Stato, meno del 50 per cento degli aventi diritto
esercita effettivamente l’opzione, con il resto della cifra che viene
ripartito proporzionalmente in base alle scelte espresse.
Su Repubblica un’intervista all’ambasciatore d’Israele presso la Santa
Sede Zion Evrony, che sottolinea, a proposito degli episodi di atti
vandalici commessi ai danni di edifici cattolici (raccontati tra gli
altri da Maurizio Molinari sulla Stampa), come essi sono responsabilità
di “alcuni estremisti” che “non rappresentano la politica del governo o
le opinioni o i sentimenti della maggioranza degli israeliani”. “Questi
atti sono stati condannati dai leader religiosi e politici. Le forze di
sicurezza stanno compiendo il massimo sforzo per individuare i
responsabili e perseguirli seconda i termini di legge” aggiunge il
diplomatico, che ricorda anche come Israele rimane l’unica democrazia
del Medio Oriente, l’unico paese dell’area in cui la comunità cristiana
gode di pieni diritti ed è in crescita. “Papa Francesco verrà ricevuto
in Israele con molto calore da parte di tutti i cittadini
indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa. Sarà un ospite
onorato nel nostro Paese” dice ancora.
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QUI
TORINO - PAGINE E incontri
Il
Salone batte ogni record
Si
avvia verso la conclusione un'edizione del Salone del Libro segnata dal
probabile record di presenze in fiera. Tra i protagonisti il giornale
dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche, ospite anche quest'anno
dell'organizzazione con migliaia di copie distribuite ai visitatori e
andate quasi del tutto esaurite già nella giornata di ieri. Non paga di
aver raggiunto un pubblico ampiamente distribuito su tutto il
territorio nazionale, la redazione è andata a cercare i suoi
sostenitori anche in mondi lontani.
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qui
torino - pagine e incontri
Con
DafDaf sulla torre di libri
Torri,
tante torri, una più alta dell’altra. Torri instabili, leggere, fatte
di scatole di cartone. Materiale di recupero, semplicissimo, ma
entusiasmante per i bambini che ieri, nei locali della Comunità ebraica
di Torino, hanno partecipato alla lettura-laboratorio organizzata da
DafDaf, il giornale ebraico dei bambini, e dalla casa editrice
Giuntina.
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Qui
Torino - pagine e incontri
Ripartire
dallo studio del '900
Tutelare
i valori della democrazia e della cittadinanza, rinsaldare il valore
educativo della storia, le cui lezioni molti tendono a dimenticare. A
partire da questi punti il giurista Giovanni Bazoli, presidente del
Consiglio di Sorveglianza di Intesa-Sanpaolo, e il presidente della
Compagnia di San Paolo Luca Remmert hanno spiegato il significato del
progetto - presentato ieri al Salone del Libro di Torino - legato al
del nuovo Polo del ‘900, centro culturale che la Compagnia di San Paolo
e la Città di Torino hanno recentemente avviato al fine di
rivitalizzare i Quartieri Militari juvarriani del capoluogo piemontese.
Un'iniziativa che vuole recuperare le strutture così come creare una
più stretta collaborazione fra quelle realtà culturali che si occupano
di ricerche sul 900. “L'idea di metterle insieme - ha spiegato Remmert
- è anche quella di rendere la loro vita più efficiente, svilupparne la
capacità di stare sul territorio”. L'importanza dello studio del
passato è il nodo centrale dell'intervento di Bazoli, preoccupato di
fronte a quei fenomeni europei che dalla storia non sembrano aver
imparato nulla, riproponendo retoriche pericolose. ''Il nostro tempo -
ha detto Bazoli - deve essere pienamente consapevole del rischio che
corre. Senza memoria si svaluta la cittadinanza, le individualità
singole e collettive perdono senso, la democrazia stessa perde il
presupposto fondamentale su cui fondarsi. La memoria del 900 – ha
aggiunto - è il vaccino essenziale contro il rischio di nuove
dittature”. “Occorre difendere le idee originarie dell'Europa –
conclude il giurista - che sono uno dei fatti fondamentali dell'eredità
del Novecento”. Tra il pubblico presente in sala anche il presidente
della Fondazione Beni Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia
Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni.
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VERSO
IL LIMMUD
A
confronto con Clive Lawton
Ricercatore,
insegnante, fondatore e anima del Limmud, Clive Lawton è tra le figure
più influenti dell'ebraismo mondiale. È quindi una preziosa opportunità
quella che si presenta in questi giorni a diverse Comunità ebraiche
italiane che, grazie all'impegno del dipartimento Educazione e Cultura
UCEI diretto dal rav Roberto Della Rocca, possono confrontarsi
direttamente con l'educatore londinese e mettere a fuoco problematiche,
sfide e punti di forza di ogni singola kehillah. Da Firenze a Roma, da
Torino a Trieste: una settimana densa di impegni per Lawton, apertasi
con uno shabbat trascorso insieme alla Comunità ebraica fiorentina.
Questa sera alle 20.30, dopo aver incontrato privatamente madrichim,
educatori e insegnanti della realtà ebraica romana, l'appuntamento al
Centro Pitigliani per una serata (aperta al pubblico) dedicata a
“questioni di identità” insieme al rav Della Rocca e all'artista
Evelina Meghnagi.
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Oltremare
- Sde Dov |
Sde
Dov pare tutto meno che un aeroporto. Più simile a un magazzino che per
strani motivi ha una sala d'attesa. O al cortile di una scuola
elementare all'ora del ricevimento genitori. Bambini sovraeccitati
scorrazzano con israeliana anarchia e decisamente senza scarpe, madri
tirano fuori da borsoni a tracolla dei passeggini ogni genere di
mercanzia alimentare e non, padri infastiditi dal concetto stesso di
attesa parlano al cellulare o comperano ai bambini ghiaccioli
nell'unico bar, grande quanto uno stanzino per le scope ma
superaccessoriato di caramelle e cioccolatini. Il caffè è pessimo, ma a
me Sde Dov piace moltissimo. È la faccia stessa di questo paese:
piccolo e stracolmo, sempre in movimento anche se si tratta di prendere
un aereino piccolo piccolo e farsi lanciare da una fionda gigante fino
a Eilat.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Tea
for two - Don Draperstain |
Nella
settima stagione di Mad Men, tragicamente l'ultima, Don Draper è in
caduta libera come il suo omologo animato nella sigla. Ha perso. Ha
perso tutto. L'equilibrio si rompe, il disastro non incombe più; è in
atto. Legge Il lamento di Portnoy di Philip Roth sdraiato sul divano
del suo nuovo ufficio, l'ufficio dentro il quale una vecchia conoscenza
si era grottescamente impiccata, e alza le mani in segno di resa.
Rachel Silvera, studentessa
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