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16 maggio 2014 - 16 Iyar 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Poche parole quelle mie oggi. Poche parole perché sto ancora provando a capire, a decifrare, a mettere in ordine cronologicamente il concetto di “amico degli ebrei”. Sono certo che in Egitto non ci fossero amici degli ebrei, così come non c'erano in Babilonia o Persia o in epoche più recenti durante i pogrom russi. Gli amici degli ebrei nascono insieme all'Emancipazione, insieme all'acquisizione dei nostri diritti civili. Gli amici degli ebrei sono coloro che abbiamo incontrato nei salotti sociali e culturali d'Europa dalla fine del 1800 in poi. Ed oggi sono coloro che incontriamo mentre delegittimano l'esistenza dello Stato di Israele con la stessa eleganza con la quale accolsero le leggi razzisti nazifasciste. Una bella storia d'amicizia della quale farei volentieri a meno. Cerco invece nemici sinceri con i quali costruire un mondo migliore, è possibile?
 
Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Nei giorni in cui voteremo per le elezioni europee, papa Bergoglio effettuerà la sua visita in Giordania-Palestina-Israele, pensata come ricordo del viaggio effettuato da Paolo VI nel 1964, cinquant’anni fa. Ci sono molte questioni all’ordine del giorno che verranno toccate nel corso di una visita che si preannuncia carica di aspettative: naturalmente il conflitto fra Israeliani e Palestinesi in primis, ma anche la situazione dei cristiani in Medioriente, il disastro siriano, le relazioni fra Vaticano e Israele. Com’è noto, papa Francesco si farà accompagnare dal rabbino Abraham Skorka e da Omar Abboud, due protagonisti del dialogo interreligioso che ha caratterizzato il lavoro di Bergoglio come cardinale a Buenos Aires. Non sarebbe male se il buon senso e la franchezza che hanno segnato il primo anno di questo pontificato riuscissero a far breccia nella travagliata realtà mediorientale, suggerendo alle leadership in conflitto di intraprendere un percorso maggiormente incentrato sul dialogo e sulla comprensione reciproca. Certo non ci si può aspettare che le espressioni di generico appello alla pace (che sicuramente abbonderanno) bastino da sole a cambiare il corso della storia.
 
MILANO - Domenica 18 presso presso la sede della Società Umanitaria, dalle 10 alle 17: grande festa di Yom Ha’azmaut, organizzata dagli Amici di Israele e dall’Ufficio del Turismo israeliano, con la partecipazione dei Movimenti Giovanili Ebraici.
 
 
Kasherut e solidarietà
Il marchio unico nazionale di certificazione della Kasherut è oggetto di un articolo su Agrisole, il settimanale che gli esperti del Sole24 Ore dedicano alle aziende e agli operatori del campo agroalimentare. Viene spiegato il progetto in corso, che vede l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e il ministero per lo Sviluppo Economico collaborare per lo sviluppo e il riconoscimento della certificazione nazionale, pensando sia a una maggiore diffusione dei prodotti kasher in Italia che alla promozione del kosher italiano sul mercato estero. Il titolo dell’incontro organizzato da Pagine Ebraiche a Cibus era “Kosher, il cibo dal cielo alla terra e la via ebraica all’alimentazione” e raccontando della tavola rotonda svoltasi durante la grande fiera internazionale dell’alimentare svoltasi a Parma nei primi giorni di maggio, Agrisole cita Jacqueline Fellus, consigliere e componente della giunta dell’UCEI e assessore delegato allo sviluppo del progetto che ha spiegato a Parma come “nelle aziende italiane sta crescendo la consapevolezza della strategicità di questo progetto e dei benefici che potrebbero derivarne”.  Citate anche le parole di Giorgio Yehuda Giavarini, presidente della comunità ebraica di Parma, dove “i piccoli numeri non consentono lo sviluppo di un mercato di prodotti kosher” e Patrizia Giarratana, del ministero dello Sviluppo Economico, ha riferito che obiettivo del Mise non è solo la promozione e l’internazionalizzazione degli scambi, ma viene data attenzione anche alla possibilità di “favorire una maggiore integrazione e conoscenza, che avrebbe nel cibo un formidabile catalizzatore”.
Il Colosseo è stato spento alle 21 esatte, e la fiaccolata di ieri sera, organizzata in parallelo dalla Comunità ebraica romana e dalla comunità di Sant’Egidio in segno di solidarietà con i cristiani vittime di persecuzioni, è stata occasione anche per chiedere la libertà delle studentesse rapite in Nigeria. Sull’edizione romana del Corriere della sera Paolo Brogi riporta il messaggio di rav Riccardo Di Segni, che ha ricordato come “Ci ritroviamo qui dopo duemila anni per dire no all’indifferenza”. Numerose le personalità presenti, e il presidente della Comunità ebraica romana, citato anche nell’articolo di Paolo Conti per la stessa testata,  ha ricordato come “Da Roma partono messaggi importanti, qui il popolo ebraico ha ritrovato libertà e rispetto. Abbiamo pensato che era giunto il momento di richiamare l’attenzione.”
Sull’Osservatore Romano viene riportata la nomina del nuovo presidente dell’Assemblea rabbinica italiana (Ari).  Rav Giuseppo Momigliano, rabbino capo di Genova ha definito la sua elezione “un importante segno di attenzione per le piccole comunità”. Come riportato sul portale dell’ebraismo italiano www.moked.it rav Momigliano ha dichiarato “Ci accingiamo a impostare un lavoro che dovrà essere svolto in modo collegiale ben consapevoli della complessità e della delicatezza del momento. Sono numerosi infatti gli ambiti in cui dovremo agire sia in ambito comunitario che nel rapporto con le diverse istituzioni. Ne abbiamo discusso intensamente anche in questa prima riunione”.
L’episodio intimidatorio a tinte omofobe che ha sfregiato la facciata della Chiesa Valdese di Roma ha suscitato reazioni immediate e fermissime. Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna (Repubblica Roma) ha denunciato il gesto come “Un fatto grave che deve suonare come un campanello d’allarme”, sottolineando che “Chi lancia messaggi di odio sui muri delle nostre città sappia che le sue speranze sono vane e che non ci faremo mai intimorire”. Le parole di solidarietà espresse dal presidente della Comunità romana Riccardo Pacifici sono state riprese invece dall’edizione locale del Corriere della Sera: “Quando si imbrattano i luoghi di culto, si imbrattano i luoghi di noi tutti.
 
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  davar
bergoglio in israele - parla zion evrony
"Gerusalemme-Vaticano, dialogo
da portare a un nuovo livello"

“L’anno 2014 è importante per una serie di motivi: la prossima visita di papa Francesco in Israele, la celebrazione del ventesimo anniversario delle relazioni, e la possibilità di concludere e firmare l’Accordo economico e finanziario che affronta questioni di proprietà e tassazione della Chiesa cattolica in Israele”. A pochi giorni dal viaggio di Jorge Bergoglio nello Stato ebraico, parla l’ambasciatore presso la Santa Sede Zion Evrony e dialoga con la storica Anna Foa ripercorrendo le tappe fondamentali dei rapporti fra i due paesi e le loro identità, con uno sguardo al presente e soprattutto al futuro. A introdurli, rav Roberto Della Rocca, direttore del dipartimento Educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e guida del progetto Kesher che ha organizzato l’incontro presso la Scuola ebraica di Milano (presenti in sala tra gli altri il presidente della Comunità Walker Meghnagi, il rabbino capo Alfonso Arbib e il vicepresidente UCEI Roberto Jarach).
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bergoglio in israele - parla aBraham skorka
"Insieme a Gerusalemme"
Il quotidiano della Santa Sede Osservatore Romano pubblica nell'edizione datata sabato 17 maggio in distribuzione nel pomeriggio un testo del rabbino argentino Abraham Skorka, rettore del Seminario Rabbinico Latinoamericano a Buenos Aires, che accompagnerà papa Bergoglio nella prossima missione in Israele e Medio Oriente. Nel testo Skorka racconta come è maturata l'idea del viaggio, si sofferma sul rapporto dell'ebraismo contemporaneo con l'ideale sionista e sottolinea l'imprescindibilità di un percorso dialogico che ha il suo fondamento nel Concilio Vaticano II e nella dichiarazione Nostra Aetate. "Al di là delle differenze - scrive il rabbino - in questi ultimi 50 anni ebrei e cattolici hanno fatto un lungo cammino che richiede una continuità che permetta di avvicinare Roma a Gerusalemme e viceversa". L'invito è quindi ad allontanarsi da ogni espressione "che conduca a un qualsivoglia sincretismo" e ad unirsi "in un fecondo dialogo fraterno".

(Nell'immagine un fotomontaggio apparso sul sito del magazine ebraico americano The Jewish Tablet).
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mercati e valori
Una kasherut Made in Italy
Sono i Consiglieri dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Jacqueline Fellus (alla guida della Commissione Culto e componente di Giunta) e Giorgio Yehuda Giavarini (presidente della Comunità ebraica di Parma) a illustrare, su Agrisole di questa settimana, le caratteristiche del Progetto Kasherut su cui stanno lavorando le istituzioni dell’ebraismo italiano. La prestigiosa testata giornalistica del gruppo Sole 24 ore, punto di riferimento del comparto agroalimentare italiano, ha partecipato alla conferenza organizzata dal giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche a Cibus Parma, la grande manifestazione fieristica internazionale che richiama nel centro emiliano operatori da tutto il mondo.
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Beni culturali ebraici in Italia
La Fondazione punta in alto
Passa da Firenze il nuovo percorso intrapreso dalla Fondazione per i Beni culturali ebraici in Italia, ente impegnato nella valorizzazione, conservazione e recupero dell'immenso patrimonio ebraico italiano. “Siamo qui per far conoscere le nuove iniziative in cui la Fondazione è impegnata – ha dichiarato il presidente della Fondazione Dario Disegni in occasione della presentazione del volume Il Cimitero ebraico di Andrea Morpurgo nelle sale della Comunità ebraica di Firenze – Siamo in una fase di rilancio delle nostre attività e colgo l'occasione per annunciare l'importante inaugurazione il prossimo 11 giugno alla Galleria d'Arte Moderna della mostra Artiste del Novecento tra visione e identità ebraica (curata da Marina Bakos, Olga Melasecchi e Federica Pirani), una rassegna dal valore internazionale che porterà la luce sulle straordinarie opere di alcune artiste ebree”.
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assemblea rabbinica italiana
Un Consiglio per la collegialità
"In prossimità di Lag Baomer auspichiamo che questa festività, con il suo forte richiamo per una vita ebraica intensa, animata da fiducia ed energie positive, ispirata dall’insegnamento dei più grandi Maestri come Rabbì ‘Akivà e Rabbì Shim‘on bar Yochay, possa aprire un periodo proficuo nel rapporto tra le Comunità ebraiche in Italia e i rabbini che in vari ruoli operano in esse, anche attraverso la ricerca di rapporti di rispetto e collaborazione fra tutti coloro che hanno a cuore il bene delle Comunità e mediante il riconoscimento della centralità dello studio della Torah come imprescindibile punto di riferimento”. Lo scrive in una nota il Consiglio dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia, riunitasi negli scorsi giorni a Milano.
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qui roma - sOLIDarietà e dialogo
"Sfregio alla chiesa valdese,
campanello d'allarme per tutti"

Solidarietà trasversale alla comunità valdese romana, colpita dallo sfregio della facciata del proprio tempio di piazza Cavour con scritte razziste e omofobe. A levarsi con forza è anche la voce del mondo ebraico con dichiarazioni riportate sui dorsi romani di Repubblica e Corriere della sera. "Si tratta di un fatto grave che deve suonare come un campanello d'allarme e che colpisce la coscienza di ogni cittadino che abbia a cuore i valori dell'inclusione, del rispetto e della tolleranza", afferma il presidente UCEI Renzo Gattegna nel portare la solidarietà di tutti gli ebrei italiani. "Chi colpisce le minoranze, chi imbratta i luoghi di culto, chi lancia messaggi di odio sui muri delle nostre città - afferma ancora il presidente UCEI - sappia che le sue speranze sono vane e che non ci faremo mai intimorire". Ad intervenire anche il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. “Quando si imbrattano i luoghi di culto - le sue parole - si imbrattano i luoghi di noi tutti. Vedere sui muri di Roma disegnate delle svastiche è inoltre un atto inaccettabile per credenti e non, tanto più in una giornata come oggi (ieri, ndr) in cui andremo a spegnere le luci del Colosseo proprio per alzare la voce contro chi utilizza la religione per compiere atti atti di violenza". 

qui roma - solidarietà e dialogo - So
Luci spente per le libertà
Sono le nove spaccate quando le luci del Colosseo tornano a spegnarsi per la libertà di coscienza e la dignità di ogni singolo individuo nel mondo. Un messaggio veicolato attraverso l'evento 'Colosseo a luci spente' promosso dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla Comunità ebraica di Roma, con il supporto di Roma Capitale, per manifestare solidarietà a tutti i cristiani vittime di persecuzione. L'invito è raccolto da oltre un migliaio di partecipanti. Numerosi gli ospiti che si sono susseguiti sul palco. A concludere la sera l'intervento sindaco di Roma Ignazio Marino.
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QUI MILANO - SPORT
Basket, biancoazzurro e gialloblu
Il biancoazzurro delle bandiere israeliane, il gialloblu della squadra, canti, cori, una gran festa. I tifosi del Maccabi Tel Aviv sono sbarcati a Milano per il Final Four, la competizione tra i quattro team finalisti che assegnerà questo fine settimana il titolo di campioni d'Europa. Da Piazza del Duomo a Corso Vercelli un ritrovo allegro e colorato che ha riempito di ebraico e voglia di basket le vie cittadine. Oltre al Maccabi in campo Cska, Barcellona e Real Madrid. Ma si sa, agli israeliani piace gioiosamente distinguersi. L'Eurolega del tifo l'hanno già vinta loro.

pilpul
Internazionalisti e influenti
“La loro visione del mondo è collettivista, internazionalista, universalista e terzomondista”, “Dominano su tutti i media. Sono presenti nelle istituzioni benefiche, nei gruppi di pressione, nelle campagne sui network”, “Sono premi Nobel, autori di bestseller, blasonati accademici, direttori di agenzie umanitarie, ministri di avanzate socialdemocrazie”. Si parla naturalmente di ebrei. Queste parole non vengono dalla Difesa della razza o da un antisemita di oggi, ma da un amico di Israele indignato contro gli ebrei che secondo lui non sostengono lo stato ebraico con sufficiente calore. A quanto pare al giorno d’oggi non è facile distinguere gli amici dai nemici, e forse non lo è mai stato. Ma perché gli amici degli ebrei e di Israele sentono la necessità di utilizzare il linguaggio e gli stereotipi degli antisemiti?

Anna Segre, insegnante
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Editoria, l'enigma digitale
Nessuno ha una chiara idea su quanto l'editoria digitale, e così il mondo virtuale, potrà stravolgere o altrimenti migliorare il modo di leggere e la centralità dei testi nella cultura “occidentale”, o come altri affermano se il libro elettronico sia soltanto una delle mode del momento. Dal mio punto di vista, dubito comunque che la carta in futuro venga irrevocabilmente sostituita da grigi ed impersonali dispositivi elettronici, come Tablet ed E-Readers. Come gli orologi a lancette non sono stati abbandonati dopo l'introduzione di quelli digitali o come le motociclette non hanno mai preso il posto delle biciclette, non credo neanche che presto i libri cartacei diverranno una rarità per collezionisti e bibliofili.

Francesco Moises Bassano
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Qualcosa in cui sperare
Sono sul taxi che mi conduce al prossimo convegno. Questa volta sarò ad Amman per un incontro della Federazione mondiale di donne per la pace.
Leggo i questionari compilati dai ragazzi dopo l’ultimo incontro trilaterale a Neve Shalom, dove si à rappresentato lo spettacolo “Beresheet” e sessanta ragazzi Giordani, Palestinesi e Israeliani hanno partecipato a workshops di educazione al dialogo. Venivano da Haifa, da Natania, da una Scuola al confine con Gaza, da Amman, da Ramallah e da Gerusalemme est.

Edna Angelica Calò Livne
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Realismo o idealismo?
Il mio taccuino ha preso tanti appunti questa settimana in compagnia di Clive Lawton, uno degli educatori più coinvolgenti e brillanti del mondo ebraico. Con lui è come stare a teatro e discutere di come mettere in scena dei mondi possibili.

Ilana Bahbout
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