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26 maggio 2014 - 26 Iyar 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
Si discute in questi giorni su quale possa essere la linea da seguire in merito al sempre più diffuso e apprezzato "dialogo interreligioso".
 
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Anna
Foa,
storica
L'attentato al museo Ebraico di Bruxelles è, qualunque ne sia la matrice, un attentato antisemita. Ma la scelta del luogo, la capitale dell'Europa e del giorno, il giorno che precede il voto europeo, è altamente simbolica e accosta all'odio per gli ebrei quello per l'Europa e la democrazia. Anche la scelta di un museo è naturalmente molto significativa. Si vuole colpire la memoria, il nostro modo di ricordare il passato. Molti commenti lo hanno detto e io non posso che unirmi a loro. Ma che agli occhi degli assassini l'idea di Europa, quella di democrazia e quella di memoria siano strettamente collegate ad un luogo ebraico, è cosa che bisogna, io credo, mettere in rilievo. Perché sono fra le ragioni per cui gli assassini ci odiano, da qualunque parte vengano, dall'estremismo islamico nemico dell'Europa e della democrazia, ai neonazisti assassini della memoria e desiderosi di cancellare l'Europa insieme con gli ebrei.
 
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“A Bruxelles violato il cuore dell’Europa civile”
Al termine dello Shabbat il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:
“Ancora una volta l’odio torna a colpire nel cuore della nostra civiltà mostrando il suo volto più bieco e miserabile. Ancora una volta innocenti cadono sotto i colpi del fanatismo e dell’intolleranza.
Nel piangere le vittime dell’attentato di Bruxelles esprimiamo preoccupazione e sgomento per un’Europa violata nella sua stessa anima da chi, animato da un’ideologia malata, cerca di sradicare dalle nostre vite la democrazia, i diritti, persino la speranza.
 
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Porte aperte al museo
È caccia al responsabile dell’azione antisemita di Bruxelles che ha portato all’uccisione di quattro innocenti. Come scrive Luigi Offeddu sul Corriere della sera, la polizia belga ha diffuso un video dove compaiono lo (o gli) sparatori, giunti sul posto a bordo di un’auto. “Ma le indagini, a meno di colpi di scena dell’ultima ora, hanno finora segnato il passo.
 
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  davar
qui bruxelles - attacco al museo ebraico
UCEI: "Uniti contro l'odio"
In un messaggio inviato al presidente delle Organizzazioni Ebraiche del Belgio Maurice Sosnowski il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna scrive:

“L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane da me rappresentata e le 21 Comunità ebraiche italiane con i rispettivi Presidenti, a nome di tutti gli ebrei italiani, si stringono affettuosamente e fraternamente alle famiglie delle vittime del vile attentato del 24 maggio scorso nel Museo di Bruxelles e a tutti gli ebrei del Belgio.
Siamo ancora una volta uniti nel dolore e nella preoccupazione di dover constatare che persone e gruppi ispirati dal razzismo, dal nazismo e dall’antisemitismo siano in grado di colpire persone innocenti. Tutto ciò non ci meraviglia, perché fino ad oggi nessuna reazione forte e risolutiva è stata attuata in molti Paesi europei per mettere i terroristi, i criminali e gli assassini in condizioni di non nuocere. Sembra quasi che l’illegalità e il crimine siano più forti della Giustizia. Ci proponiamo di stabilire più stretti contatti per fare in modo che le forze politiche democratiche europee collaborino più strettamente con la magistratura e con le forze dell’ordine per estirpare questa pericolosa degenerazione.
Ci auguriamo che i Parlamenti di tutti i Paesi, in piena sinergia con il Parlamento Europeo uscito dal voto, possano trovare la determinazione e l’accordo per affrontare e sconfiggere i nemici delle nostre Comunità e del progetto di unificazione del nostro continente”. 

 
qui bruxelles - attacco al museo ebraico
Ari: "Al lavoro per la giustizia"
L’Assemblea dei Rabbini d’Italia esprime dolore e sgomento per il tragico attentato di Bruxelles che ripropone l’operato spregevole di sanguinari seminatori di violenza, antisemitismo e razzismo.
Siamo vicini alle famiglie delle vittime, invitiamo a gesti di responsabilità tutti coloro che hanno a cuore il bene delle nazioni. Questa tragedia ci ricorda, purtroppo in modo drammatico, che la costruzione dell’Europa è nata come un’aspirazione di pace e di giustizia sulle rovine della guerra e soprattutto come desiderio di riscatto e di rinascita dall’orrore della Shoah; in modo analogo alla Memoria di quell’immane catastrofe, che deve costituire parte essenziale della coscienza di ogni individuo, anche il futuro dei popoli non può essere affidato solo alle istituzioni ma appartiene all’impegno civile e morale di ogni singola persona. La conoscenza della storia, particolarmente dell’epoca più sofferta dell’umanità durante il secondo conflitto mondiale, l’educazione ai valori fondamentali della convivenza e del rispetto per ogni persona, anche attraverso coerenti e positivi esempi di comportamento civile, l’attenzione alle esigenze sociali e di giustizia, una corretta e equilibrata informazione relativa alla situazione mediorientale e agli altri gravi conflitti e violenze tristemente presenti in tante parti del mondo, sono tutti elementi essenziali per formare una società europea in cui gesti di crudele e gratuita violenza come quelli perpetrati a Bruxelles non abbiano più a compiersi.
“L’opera della giustizia procurerà pace e il lavoro della giustizia produrrà tranquillità e sicurezza per sempre” (Isaia,32,17)

Giuseppe Momigliano, presidente Assemblea Rabbini d'Italia

qui bruxelles - attacco al museo ebraico
La gente in piazza contro l'odio
Tante candele accese, qualche bandiera sulle spalle, mazzi di fiori da depositare davanti alla soglia. Tutti in piedi immobili, qualcuno cantando sottovoce, qualcuno senza staccare gli occhi dal pavimento. La cerimonia di ieri sera a Bruxelles di fronte al museo ebraico bersaglio dell'attentato terroristico di questo sabato, per omaggiare le quattro vittime, è stata breve ma intensa. Pochi discorsi delle autorità – e in ogni caso erano troppo lontani e troppo privi di microfono per poterli sentire -, tanti giovani presenti.

Francesca Matalon
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israele
Bergoglio a Gerusalemme:
"All'Eterno ho chiesto la pace"

La preghiera al Muro del Pianto, il raccoglimento davanti alla tomba di Herzl, la solenne commemorazione allo Yad Vashem. E ancora, fuori dal protocollo, l'omaggio alle vittime del terrorismo che ha insanguinato Israele. Tanti i momenti ricchi di significato della terza giornata di missione in Medio Oriente di Jorge Bergoglio. “All'Eterno ho chiesto la pace”, le parole del papa.
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l'appello della fondazione beni culturali
"Cultura ebraica a porte aperte"
Cultura a porte aperte, con il cuore a Bruxelles. Il Museo ebraico di Roma e il Memoriale della Shoah di Milano tra gli istituti che apriranno le porte in via straordinaria per mandare un messaggio di solidarietà e vicinanza dopo i sanguinosi fatti di sabato scorso. A sensibilizzare l'attività dei musei ebraici è anche il presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni. “Siamo certi – il suo messaggio – che la società civile del nostro Paese vorrà sentire l’imperativo morale di testimoniare, con la solidarietà alle vittime del crimine perpetrato, il fermo impegno alla salvaguardia della democrazia offesa e alla costruzione di un futuro di pace, giustizia e libertà”.
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qui bruxelles - attacco al museo ebraico
La cultura è l'arma più forte
Miriam, Immanuel e gli altri sono stati trucidati sulla soglia di uno dei musei ebraici più interessanti d’Europa. La collezione permanente è incentrata su pezzi del periodo post-Emancipazione, ma soprattutto conserva dei quadri d’eccezione di artisti ebrei moderni della scuola di Parigi e dintorni. Accanto al solito Chagall, sono esposti dei Manè Katz, dei Ryback, e poi degli El Lissitzky e altri per un totale di oltre mille opere. E poi è tutto un fiorire di esposizioni temporanee che richiamano un buon afflusso di visitatori.
Un luogo vivo e pulsante, che deve essere stato riconosciuto come tale anche dall’assassino. Ha approfittato del fatto che il museo non è collocato vicino alla Sinagoga, presidiata dalla polizia, secondo una scelta consueta in Europa. Probabilmente, per motivi di sicurezza, ma anche ideali, i due luoghi dovrebbero essere tenuti vicini il più possibile. Ambedue rappresentano il passato, il presente e il futuro delle nostre comunità, se ben gestiti.

Daniele Liberanome, critico d'arte


qui bruxelles - attacco al museo ebraico
"Colpirvi è colpire l'Europa"
Sono numerosi i messaggi di solidarietà e di amicizia che continuano a pervenire in queste ore anche alle istituzioni ebraiche italiane, a seguito della tragica azione di terrorismo antisemita di Bruxelles. Il Pastore Eugenio Bernardini, Moderatore della tavola Valdese, ha scritto questa mattina al Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane il messaggio che segue:

Caro Presidente Gattegna,
in un giorno molto particolare per i destini dell'Europa, sento il dovere morale e civile di esprimere a lei e alla comunità ebraica il sentimento di profonda vicinanza della Chiesa valdese per il tragico attentato di Bruxelles.
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europa al voto
L’avanzata dell’estrema destra
Quattrocento milioni di cittadini alle urne in 28 paesi in una maratona democratica durata quattro giorni. Ma il verdetto che emerge dall’Europa ridisegnata dal voto non può che destare preoccupazione. Da registrare infatti un fortissimo balzo in avanti dei movimenti euroscettici e nazionalisti in tanti paesi del continente, a partire da Francia e Gran Bretagna.
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dialogo - convegno "donne e religione"
A confronto sulla pluralità
Sentimenti, spiritualità, società. È intitolata “Femminile, plurale” la quarta edizione del convegno “Donne e religioni” organizzata dall’Associazione culturale Sound’s Good con il patrocinio, tra gli altri, del Ministero dei Beni culturali, del Comune di Roma, dell’Università La Sapienza, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dell’Associazione donne ebree d’Italia e della Comunità romana. Una tre giorni di confronto a tutto campo su come si declina nelle religioni la figura femminile.
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qui roma
Luciano Tas (1927 - 2014)
Giornalista, scrittore, intellettuale a difesa delle ragioni di Israele. La comunità ebraica di Roma e l’Italia ebraica piangono in queste ore la scomparsa di Luciano Tas, compagno di vita della scrittrice Lia Levi e per molti anni direttore del mensile ebraico romano Shalom (di cui era stato tra i fondatori). Appassionato pubblicista, a lungo impegnato per i diritti degli ebrei privati delle più elementari libertà nel Gulag dell’Unione Sovietica, tra i molti scritti, Tas è autore di “21 domande e 21 risposte per conoscere correttamente la questione israelo-palestinese”, vademecum volto ad offrire una rigorosa informazione sul Medio Oriente al riparo dalle gravi distorsioni relative a Israele che spesso appaiono sui media italiani.
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QUI TORINO
“Nulla di cui avere paura”
Il recital “Non c’è nulla di cui avere paura” - presentato dal GSE, il Gruppo di Studi Ebraici e dall’Associazione ex allievi e amici della scuola ebraica di Torino - ha visto giovedì scorso in scena i Mishkalè, che si sono presentati come una moderna “kapelye”, una di quelle piccole orchestre itineranti che giravano da uno shtetl all’altro dell’est Europa.
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pilpul
 Oltremare - Hatikva
Il Shuk Hatikva è il cuore del quartiere Hatikva, tutto un programma di speranza: a sud di Tel Aviv, lontano dal mare e dall'agio di noi che camminiamo quando ci pare sulla Tayelet, sempre con un fianco alle onde. Il suono più familiare qui è quello autostradale delle arterie cittadine, Kibbutz Galuyiot a sud e Derech Hagana a nord. Hatikva è un quartiere medio-periferico, dal quale si sogna di allontanarsi quando prima. Criminalità e immigrati clandestini due facce di una medaglia del tutto simile a ogni altra metropoli.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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Gli altri passano ai fatti
Mentre gli iehudim sono impegnati ad ammazzarsi a parole, gli altri passano ai fatti.

Edoardo Segre
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Tea for two - Tra botta e dolore
Una volta ho letto una frase di David Grossman che suonava più o meno così: “C'è una pausa che intercorre tra il momento nel quale apprendi una brutta notizia e il momento nel quale ne afferri il senso; l'intervallo tra la botta e il dolore”. Ho amato talmente tanto queste parole da appuntarmele in un quadernino scalcagnato finito chissà dove.

Rachel Silvera, studentessa
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