Paolo Sciunnach,
insegnante
|
Si
discute in questi giorni su quale possa essere la linea da seguire in
merito al sempre più diffuso e apprezzato "dialogo interreligioso".
|
|
Leggi
|
Anna
Foa,
storica
|
L'attentato
al museo Ebraico di Bruxelles è, qualunque ne sia la matrice, un
attentato antisemita. Ma la scelta del luogo, la capitale dell'Europa e
del giorno, il giorno che precede il voto europeo, è altamente
simbolica e accosta all'odio per gli ebrei quello per l'Europa e la
democrazia. Anche la scelta di un museo è naturalmente molto
significativa. Si vuole colpire la memoria, il nostro modo di ricordare
il passato. Molti commenti lo hanno detto e io non posso che unirmi a
loro. Ma che agli occhi degli assassini l'idea di Europa, quella di
democrazia e quella di memoria siano strettamente collegate ad un luogo
ebraico, è cosa che bisogna, io credo, mettere in rilievo. Perché sono
fra le ragioni per cui gli assassini ci odiano, da qualunque parte
vengano, dall'estremismo islamico nemico dell'Europa e della
democrazia, ai neonazisti assassini della memoria e desiderosi di
cancellare l'Europa insieme con gli ebrei.
|
|
Leggi
|
|
“A Bruxelles violato il cuore dell’Europa civile” |
Al termine dello Shabbat il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:
“Ancora una volta l’odio torna a colpire nel cuore della nostra civiltà
mostrando il suo volto più bieco e miserabile. Ancora una volta
innocenti cadono sotto i colpi del fanatismo e dell’intolleranza.
Nel piangere le vittime dell’attentato di Bruxelles esprimiamo
preoccupazione e sgomento per un’Europa violata nella sua stessa anima
da chi, animato da un’ideologia malata, cerca di sradicare dalle nostre
vite la democrazia, i diritti, persino la speranza.
|
|
Leggi
|
|
Porte aperte al museo |
È
caccia al responsabile dell’azione antisemita di Bruxelles che ha
portato all’uccisione di quattro innocenti. Come scrive Luigi Offeddu
sul Corriere della sera, la polizia belga ha diffuso un video dove
compaiono lo (o gli) sparatori, giunti sul posto a bordo di un’auto.
“Ma le indagini, a meno di colpi di scena dell’ultima ora, hanno finora
segnato il passo.
|
|
Leggi
|
|
|
qui bruxelles - attacco al museo ebraico
UCEI: "Uniti contro l'odio"
In
un messaggio inviato al presidente delle Organizzazioni Ebraiche del
Belgio Maurice Sosnowski il presidente dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Renzo Gattegna scrive:
“L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane da me rappresentata e le 21
Comunità ebraiche italiane con i rispettivi Presidenti, a nome di tutti
gli ebrei italiani, si stringono affettuosamente e fraternamente alle
famiglie delle vittime del vile attentato del 24 maggio scorso nel
Museo di Bruxelles e a tutti gli ebrei del Belgio.
Siamo ancora una volta uniti nel dolore e nella preoccupazione di dover
constatare che persone e gruppi ispirati dal razzismo, dal nazismo e
dall’antisemitismo siano in grado di colpire persone innocenti. Tutto
ciò non ci meraviglia, perché fino ad oggi nessuna reazione forte e
risolutiva è stata attuata in molti Paesi europei per mettere i
terroristi, i criminali e gli assassini in condizioni di non nuocere.
Sembra quasi che l’illegalità e il crimine siano più forti della
Giustizia. Ci proponiamo di stabilire più stretti contatti per fare in
modo che le forze politiche democratiche europee collaborino più
strettamente con la magistratura e con le forze dell’ordine per
estirpare questa pericolosa degenerazione.
Ci auguriamo che i Parlamenti di tutti i Paesi, in piena sinergia con
il Parlamento Europeo uscito dal voto, possano trovare la
determinazione e l’accordo per affrontare e sconfiggere i nemici delle
nostre Comunità e del progetto di unificazione del nostro
continente”.
|
qui bruxelles - attacco al museo ebraico
Ari: "Al lavoro per la giustizia"
L’Assemblea
dei Rabbini d’Italia esprime dolore e sgomento per il tragico attentato
di Bruxelles che ripropone l’operato spregevole di sanguinari
seminatori di violenza, antisemitismo e razzismo.
Siamo vicini alle famiglie delle vittime, invitiamo a gesti di
responsabilità tutti coloro che hanno a cuore il bene delle nazioni.
Questa tragedia ci ricorda, purtroppo in modo drammatico, che la
costruzione dell’Europa è nata come un’aspirazione di pace e di
giustizia sulle rovine della guerra e soprattutto come desiderio di
riscatto e di rinascita dall’orrore della Shoah; in modo analogo alla
Memoria di quell’immane catastrofe, che deve costituire parte
essenziale della coscienza di ogni individuo, anche il futuro dei
popoli non può essere affidato solo alle istituzioni ma appartiene
all’impegno civile e morale di ogni singola persona. La conoscenza
della storia, particolarmente dell’epoca più sofferta dell’umanità
durante il secondo conflitto mondiale, l’educazione ai valori
fondamentali della convivenza e del rispetto per ogni persona, anche
attraverso coerenti e positivi esempi di comportamento civile,
l’attenzione alle esigenze sociali e di giustizia, una corretta e
equilibrata informazione relativa alla situazione mediorientale e agli
altri gravi conflitti e violenze tristemente presenti in tante parti
del mondo, sono tutti elementi essenziali per formare una società
europea in cui gesti di crudele e gratuita violenza come quelli
perpetrati a Bruxelles non abbiano più a compiersi.
“L’opera della giustizia procurerà pace e il lavoro della giustizia produrrà tranquillità e sicurezza per sempre” (Isaia,32,17)
Giuseppe Momigliano, presidente Assemblea Rabbini d'Italia
|
qui bruxelles - attacco al museo ebraico
La cultura è l'arma più forte
Miriam,
Immanuel e gli altri sono stati trucidati sulla soglia di uno dei musei
ebraici più interessanti d’Europa. La collezione permanente è
incentrata su pezzi del periodo post-Emancipazione, ma soprattutto
conserva dei quadri d’eccezione di artisti ebrei moderni della scuola
di Parigi e dintorni. Accanto al solito Chagall, sono esposti dei Manè
Katz, dei Ryback, e poi degli El Lissitzky e altri per un totale di
oltre mille opere. E poi è tutto un fiorire di esposizioni temporanee
che richiamano un buon afflusso di visitatori. Un
luogo vivo e pulsante, che deve essere stato riconosciuto come tale
anche dall’assassino. Ha approfittato del fatto che il museo non è
collocato vicino alla Sinagoga, presidiata dalla polizia, secondo una
scelta consueta in Europa. Probabilmente, per motivi di sicurezza, ma
anche ideali, i due luoghi dovrebbero essere tenuti vicini il più
possibile. Ambedue rappresentano il passato, il presente e il futuro
delle nostre comunità, se ben gestiti.
Daniele Liberanome, critico d'arte
|
Oltremare - Hatikva |
Il
Shuk Hatikva è il cuore del quartiere Hatikva, tutto un programma di
speranza: a sud di Tel Aviv, lontano dal mare e dall'agio di noi che
camminiamo quando ci pare sulla Tayelet, sempre con un fianco alle
onde. Il suono più familiare qui è quello autostradale delle arterie
cittadine, Kibbutz Galuyiot a sud e Derech Hagana a nord. Hatikva è un
quartiere medio-periferico, dal quale si sogna di allontanarsi quando
prima. Criminalità e immigrati clandestini due facce di una medaglia
del tutto simile a ogni altra metropoli.
Daniela Fubini, Tel Aviv
Leggi
|
|
Gli altri passano ai fatti |
Mentre gli iehudim sono impegnati ad ammazzarsi a parole, gli altri passano ai fatti.
Edoardo Segre
Leggi
|
|
Tea
for two - Tra botta e dolore |
Una
volta ho letto una frase di David Grossman che suonava più o meno così:
“C'è una pausa che intercorre tra il momento nel quale apprendi una
brutta notizia e il momento nel quale ne afferri il senso; l'intervallo
tra la botta e il dolore”. Ho amato talmente tanto queste parole da
appuntarmele in un quadernino scalcagnato finito chissà dove.
Rachel Silvera, studentessa
Leggi
|
|
|