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26 maggio 2014 - 26 Iyar 5774
alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Paolo Sciunnach e di Anna Foa. Nella sezione pilpul una riflessione di Daniela Fubini, Daniele Liberanome e Rachel Silvera.
 
Maurizio Molinari
@Maumol
26 mag
#PopeinIsrael ,@Pontifex in raccoglimento davanti alla tomba di #Herzl, fondatore del sionismo. Con lui @PresidentPeres e @netanyahu

Eugenio Bernardini
@Mode_Valdese
25 mag
Tutta la mia solidarietà, a nome della Chiesa Valdese, alle Comunità Ebraiche Italiane per il tragico attentato al Museo di Bruxelles.
 
 
 
Porte aperte al Museo ebraico
È caccia al responsabile dell'azione antisemita di Bruxelles che ha portato all'uccisione di quattro innocenti. Come scrive Luigi Offeddu sul Corriere della sera, la polizia belga ha diffuso un video dove compaiono lo (o gli) sparatori, giunti sul posto a bordo di un'auto. “Ma le indagini, a meno di colpi di scena dell'ultima ora, hanno finora segnato il passo. Anche perché – osserva il giornalista – non è arrivata alcuna rivendicazione, almeno secondo le fonti ufficiali”. Si muove intanto la solidarietà degli ebrei italiani. Domani a Bruxelles arriverà infatti una delegazione della Comunità romana guidata dal suo presidente Riccardo Pacifici. E intanto questa sera, a precedere la missione, si apriranno le porte del Museo ebraico della Capitale. Un'iniziativa rivolta a tutta la cittadinanza, mentre si intensificano i controlli per la sicurezza dei luoghi ebraici. “È la nostra risposta all'attentato – spiega Pacifici al Messaggero (Marco Pasqua) – una notte bianca contro la paura”.

Contestualmente preoccupa lo scenario del voto europeo con l'avanzata esponenziale dei partiti dell'estrema destra. Il risultato più allarmante sembra, tra i tanti, la vittoria del Fronte Nazionale di Marine Le Pen in Francia (che ha già lanciato alcuni segnali Oltralpe, rivolti al Movimento Cinquestelle). Intervistato da Stefano Montefiori sul Corriere, il filosofo Bernard Henri Levy afferma: “Me lo aspettavo, ma sono sotto choc lo stesso. La vittoria del Front National non è solo un terremoto, è una vergogna. Per la Francia, per i francesi, per noi tutti, quello che succede stasera è una vergogna. Siamo lo zimbello dell'Europa”.

Traccia una panoramica delle situazioni più a rischio Moshe Kantor, presidente del Congresso Ebraico Europeo, in una intervista rilasciata a Maurizio Molinari della Stampa. Kantor si sofferma in particolare sulla crescita radicale dei partiti di chiara ispirazione razzista e sull'aumento di aliyot che vi sarebbero dall'Europa verso Israele. “Oggi – sottolinea Kantor – gli ebrei hanno un'alternativa. Se la situazione diventa insopportabile vanno via. L'Europa dovrebbe discutere seriamente questo fenomeno perché, ancorché i numeri degli ebrei europei siano minimi, è la cartina tornasole della malattia dell'intero continente”. Dedicato alle stesse tematiche è l'intervento di Fiamma Nirenstein sul Giornale, basato anche sul recente studio sull'antisemitismo dell'Anti Defamation League. “Chi vuole guardare in faccia l'attuale antisemitismo – scrive la giornalista – deve sapere che esso è spesso negato e travestito da 'legittima critica' allo Stato d'Israele”.

Questa mattina, dopo aver pregato al Muro del Pianto, Jorge Bergoglio in raccoglimento davanti alla tomba di Theodor Herzl. Un'iniziativa che viene valutata molto positivamente dal presidente dell'Assemblea rabbinica italiana Giuseppe Momigliano, intervistato da Franca Giansoldati (Messaggero) a pochi giorni dal suo insediamento. “Nessun altro papa lo aveva fatto prima – afferma rav Momigliano – e di conseguenza questo atto costituisce un ulteriore segno di riconoscimento allo Stato di Israele, segnando l'importanza del sionismo”. Numerosi gli spunti che emergono dal colloquio sul tema del dialogo interreligioso, in particolare per quanto concerne i rapporti tra ebrei e cristiani. 

Peres e Abu Mazen avrebbero intanto accettato la proposta di un incontro di pace da tenersi prossimamente in Vaticano formulato ieri da Bergoglio. “Costruire la pace è difficile, ma vivere senza pace p un tormento. Tutti gli uomini e le donne di questa Terra e del mondo intero ci chiedono di portare davanti a Dio la loro ardente aspirazione alla pace”, ha detto il papa nel suo secondo giorno in Medio Oriente. Tra i momenti che più stanno facendo discutere l'opinione pubblica la preghiera davanti al muro di sicurezza che divide lo Stato di Israele dai territori amministrati dall'Autorità Nazionale Palestinese. Cronache, tra gli altri, dei vaticanisti Gian Guido Vecchi (Corriere), Andrea Tornielli (Stampa) e Carlo Marroni (Sole 24 Ore).

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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