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3 giugno 2014 - 5 Sivan 5774
alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Roberto Della Rocca e di Dario Calimani. Nella sezione pilpul una riflessione di Tobia Zevi e Mario Avagliano.
 
Benjamin Netanyahu@netanyahu
2 giu
This will not strengthen peace; it will strengthen terrorism.
 
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Lo jihadista della porta accanto
Altri quattro arresti in Francia per l'attentato al museo ebraico di Bruxelles. Ad emergere, stando alle prime valutazioni delle forze di sicurezza, è l'esistenza di una vera e propria filiera jihadista che avrebbe cooperato nella pianificazione e nella realizzazione della strage. Nella capitale belga la manifestazione di solidarietà di una delegazione del World Jewish Congress con incontri al vertice finalizzati a mettere pressioni ai governi europei sul tema dell'antisemitismo. A testimoniare l'impegno dell'ebraismo italiano in questa sfida di drammatica attualità il presidente UCEI Renzo Gattegna. "L'arresto del probabile attentatore, le dinamiche che sembrerebbero emergere in modo inquietante sullo sfondo dei drammatici fatti di Bruxelles - ha affermato Gattegna in una dichiarazione riportata tra gli altri dall'Unità - sono la prova di quanto sia imprescindibile, da parte di tutti, prendere coscienza del pericolo che ci troviamo di fronte e investire con forza in iniziative volte a difendere e mettere in sicurezza tutti i cittadini d'Europa". Suscita intanto notevoli inquietudini l'approfondimento di Pietrangelo Buttafuoco, che per Repubblica ha raccontato la vita del 32enne pugliese Kamal, combattente tra l'Italia, l'Inghilterra e la Siria  e che viene definito – con formulazione particolarmente efficace e allo stesso tempo angosciante – "lo jihadista della porta accanto".

Alla vigilia delle celebrazioni per il 70esimo anniversario della Liberazione di Roma si risolve finalmente il caso relativo alla conservazione delle ceneri dei partigiani Rosario Bentivegna e Carla Capponi. L'intervento del presidente del Museo storico della Liberazione di via Tasso Antonio Parisella ha infatti evitato la dispersione delle stesse nel Tevere (Dino Messina sul Corriere della sera). Con 24 ore di anticipo rispetto all'anniversario, in considerazione della concomitante festività di Shavuot, solenne cerimonia – per il quinto anno consecutivo – al Tempio Maggiore della Capitale. Insieme agli ambasciatori dei paesi che contribuirono alla liberazione della città, la parola andrà anche ad alcuni testimoni oculari dei fatti. Un ricordo sarà dedicato anche a Ughetto Forno, il dodicenne che il 5 giugno del 1944 perse la vita nel tentativo (riuscito) di impedire ai tedeschi la distruzione del ponte ferroviario sull’Aniene (Repubblica, Paolo Brogi nel suo blog). “È da cinque anni che teniamo questa cerimonia, ma i 70 anni sono un momento particolare” sottolinea il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. Cosa rappresentarono quelle ore per un perseguitato che vedeva la fine del proprio incubo è il 79enne Giacomo Limentani a raccontarlo in una significativa intervista a firma di Gabriele Isman su Repubblica. “I documenti falsi – spiega l'intervistato – ce li aveva dati un sacerdote, don Barbieri, che aiutò tonnellate di persone. Andai a ritirare io vicino via Goito la carta d'identità di mia madre: la aprii, ed era quella di un amico di famiglia. Cosi sapemmo che era vivo”. Il 4 giugno Limentani avrebbe gioito del ripristino della libertà nel convento-pensionato delle suore di Ravasco affacciato su piazza di Spagna. Nello stesso istituto, sottolinea Isman, un giovanissimo Renzo Gattegna con la madre.

Sul versante politico proseguono le trattative tra i vertici del Movimento Cinquestelle e la destra populista ed euroscettica dell'inglese Nigel Farage in vista di un accordo in sede europea. “Beppe Grillo è un intrattenitore, una persona divertente, un uomo appassionato e abbiamo punti in comune molto forti. Perché ciò che l'Europa e i governi nazionali stanno facendo – ha affermato Farage, più volte accusato di comportamenti razzisti – è togliere alla gente il potere di determinare il loro futuro. È contro questo approccio che c'è un accordo molto forte” (Il Fatto Quotidiano, tra gli altri).

Per quanto riguarda il Medio Oriente continua a far discutere il governo di unità nazionale proclamato ieri a Ramallah con la collaborazione di Fatah e Hamas mentre, nelle stesse ore, nuovi colpi di mortaio venivano sparati dalla Striscia di Gaza verso Israele. Scrive Davide Frattini sul Corriere: “I palestinesi hanno un nuovo governo che per metà è come quello vecchio, cambia nel nome e negli intenti: rappresenta la ritrovata unità tra il Fatah del presidente e Hamas che dal 2007 ha dominato la Striscia di Gaza. La concordia è ancora fragile, hanno litigato fino all'ultimo, rischiano di non smettere”. Di “inquietante compromesso” parla Fiamma Nirenstein sul Giornale.

“Ritengo che Meotti, con questo appassionato libro sulle sorti di Israele abbia raccontato delle scomode ma giustificate verità ma commesso tre errori. Il primo è di aver affastellato personaggi che dal punto di vista del risentimento verso Israele non hanno nulla in comune. Il secondo errore dell'autore è di lasciare l'impressione che gli ebrei contro Israele siano qualcosa di moderno, parte di un neo antisemitismo in casa di sinistra. Il terzo errore è quello di non ricordare la denuncia storica dei Saggi del Talmud per la responsabilità dell'odio ebraico per sé e per i propri ctonfratelli nella doppia distruzione del Tempio di Gerusalemme (per mano assira  e romana) e della sovranità ebraica”. Così Vittorio Dan Segre in un intervento che appare sul Foglio relativamente al libro Ebrei contro Israele (ed. Salomone Belforte) che molto ha fatto discutere in queste settimane.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

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