
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Nella parashah di Bealotechah l'accensione
della Menorah è strettamente collegata all'elevazione, all'innalzare
spiritualmente qualcosa o qualcuno come ci ricorda Rashi. I fuochi
spirituali hanno un senso se elevano, se migliorano, altrimenti hanno
il sapore dei roghi o dei fuochi fatui.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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La sinagoga è piuttosto bruttina. Ma è
l’unica rimasta in piedi delle oltre cento che animavano la vita
religiosa e di studio di Vilna, in Lituania. Visitandola solo da
turista, il venerdì mattina, si rimane un po’ interdetti: un anziano
custode che parla solo russo, una signora che descrive rapidamente la
storia del luogo, turisti (israeliani) che girano senza kippah. E’
diffusa la sensazione di abbandono. Decido di tornarci per la tefillah
di Shabbath Nasò. Una quindicina di anziani signori seguono il
servizio, un chazan con una voce bellissima mi accompagna in un
percorso spirituale popolato di ombre e di rimpianti. Rimango avvolto
da un’atmosfera irreale: il minhag ashkenazita dei mitnagdìm resiste in
questo luogo, uno fra gli ultimi a non cedere alla pervasiva presenza
di Chabad (che pure in città sono attivi). Mentre cerco di districarmi
nella tefillah, nell’ebraico tipico dell’Europa yiddish da cui
provengono le mie radici ma a cui io personalmente non sono per nulla
abituato, penso fra me che la mia presenza in quel luogo è un tributo
dovuto al Gaon di Vilna e alla sua sfida al mondo chassidico. Non ne
prendo le parti (anche perché so che entrambi – chassidìm e mitnagdìm –
avrebbero molto da ridire sul mio modo di essere ebreo), ma trovo che
l’ebraismo di Vilna meriti rispetto e sia necessario rendere omaggio
alla sua storia orgogliosa. Mi lega a quella città la vicenda di
Yekutiel Gordon, il giovane che decide di partire da Vilna per studiare
medicina all’università di Padova.
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Ucei-Fondazione Cantoni
Borse di studio per Israele |
Anche per l’anno accademico 2014-2015
l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Fondazione Raffaele
Cantoni tornano a offrire borse di studio per ragazzi italiani che
intendono sostenere un progetto di formazione nello Stato di Israele.
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No al silenzio di fronte
al razzismo |
“Non sono passati neanche tre mesi da quando
in un negozio di Roma è apparso un cartello con scritto ‘vietato
l’ingresso agli zingari’. Nel torpore diffuso, come spesso accade, tra
i primi a dare un segno di umanità ci furono le comunità ebraiche:
‘Quel cartello vergognoso evoca in modo preoccupante il periodo più
buio della nostra storia. Anche se si tratta di un episodio isolato,
non possiamo rimanere in silenzio di fronte a questi gesti di
razzismo’, ricordava il presidente degli ebrei italiani, Renzo
Gattegna. Gli ebrei non dimenticano quel popolo antico braccato da
pregiudizi secolari e deportato accanto a loro ad Auschwitz-Birkenau e
negli altri campi di sterminio nazista”. Così, sulla prima pagina del
dorso romano del Corriere della Sera, il vaticanista Gian Guido Vecchi
commenta la denuncia di Jorge Bergoglio contro il “disprezzo”
dimostrato da tanti nei confronti delle popolazioni rom.
Dialogo. “Oltre a tutto – per una volta – nel vissuto/narrazione di
Dana la visione del conflitto israelo-palestinese è assente e, come
dice Eva Ruth Palmieri, pilastro di Dialogue nonché consigliera
dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, in quel
vissuto/narrazione non trovano spazio le barriere che ci portiamo
dentro quando si parla di Medio Oriente”. Scoprire le proprie identità,
conoscere l’altro, danzare. Su Corriere Sette Stefano Jesurum racconta
il documentario di Gualtiero Peirce “Il passo di Dana”, prodotto
dall’associazione Dialogue e presentato nelle scorse settimane su
Pagine Ebraiche 24. Protagonista, oltre alla giovane Dana,
italian-arabo-israeliana, anche Beresheet Lashalom e il Rainbow
Theatre, il progetto di Angelica Calò Livne per portare insieme sul
palco ragazzi di tutte le origini, religioni e culture.
Roma. Sulle pagine locali dei quotidiani viene dedicato significativo
spazio alla notizia dell’assoluzione di Giulio Trevisani e Alessia
Marini rispetto all’omicidio, avvenuto nel giugno 2011, di Rafael
Cohen, commerciante di cui vengono tra l’altro messi in risalto
“l’origine ebraica” e “il ruolo carismatico” all’interno della Comunità
(Repubblica). “Per non aver commesso il fatto” la formula utilizzata,
in attesa che vengano depositate le motivazioni della sentenza. Il
Corriere spiega quali sarebbero le ragioni per cui è stata disattesa la
richiesta del pubblico ministero di ergastolo per Trevisani: errori
nella ricostruzione dei fatti e nella lettura delle prove.
Nuovi estremismi. Sul Fatto quotidiano, Furio Colombo spiega nella sua
rubrica di lettere il significato dell’ambiguo termine “euroscettico”
mettendo in rilievo le pulsioni fasciste che caratterizzano le forze
politiche che scelgono di connotarsi con questa definizione, dal Front
National francese alla greca “Alba dorata”. “Se Maometto vota Le Pen”:
questo il titolo che la Stampa sceglie per un’approfondita intervista
allo studioso Gilles Kepel, grande esperto del mondo musulmano. Su
Repubblica un colloquio con il diciottenne Yahya Hassan, poeta danese
di origine palestinese che vive sotto protezione dopo la pubblicazione
dei suoi versi di denuncia contro il fanatismo islamico.
Ancora sul Fatto il racconto di come la festa dei tifosi della squadra
di calcio veronese Hellas si sia trasformata in una celebrazione
dell’estrema destra con richiami ai più inquietanti simboli degli anni
orribili della storia d’Europa.
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VENEZIA
Israele,
architettura per la vita
Tonnellate
e tonnellate di finissima e lucente sabbia del Mar Morto hanno
contrassegnato, questa mattina in Laguna, alla vigilia dell’apertura a
Venezia della Biennale Architettura, l’appassionante allestimento del
padiglione di Israele. Protagonista della cultura architettonica e
urbanistica, la compagine degli architetti invitati dal ministero della
Cultura e dal ministero degli Esteri di Gerusalemme a rappresentare il
paese ebraico ha realizzato una esposizione fuori dal comune, con
immensi macchinari che disegnano nella sabbia i concetti e i contorni,
segnano i confini, progettano le strade, le città e i villaggi,
lasciano vedere come Israele sia un organismo vivo e pulsante che
partendo dal deserto segna il territorio con la propria energia e la
propria immaginazione. Presenti numerose autorità, assieme al
presidente della Comunità ebraica di Venezia Paolo Gnignati,
l’inaugurazione del padiglione è stata contrassegnata da una
partecipazione travolgente.
“È
questo un momento importante, ha affermato l’addetto culturale di
Israele in Italia Ofra Farhi ringraziando i ministeri e gli sponsor
privati che hanno reso possibile questa straordinaria presenza fra i
grandi protagonisti della cultura architettonica mondiale, e un punto
di contatto per cominciare a comprendere la vera Israele. Una prima
occasione per esplorare la capacità di costruire di cui Israele è
capace”.
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qui
gerusalemme
Una
casa per gli italkim
Una
casa per gli italkim. E una grande festa per celebrare una storia di
tradizioni, cultura e generosità. Dopo anni travagliati, lo storico
edificio di Rehov Hillel 25 a Gerusalemme che ospita la sinagoga e il
Museo di arte ebraica italiana Umberto Nahon è al sicuro nelle mani
della Hevrat Yehude Italia, l’associazione che riunisce la comunità
degli italiani di Israele. A ripercorrerne la storia e le prospettive
future è Angelo Piattelli, romano, esperto di manoscritti, libri
ebraici e oggetti di judaica, in Israele dal 1993 e da alcuni mesi
presidente della Hevrah. Hevrah che il prossimo 8 giugno, in
collaborazione con la Jerusalem Foundation, si ritroverà a celebrare
l’acquisizione della sinagoga, con una dedica speciale ai donatori che
hanno reso possibile l’impresa.
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QUI
NAPOLI
La
stagione della danza d'Israele
Continua
in tutta Italia in grande successo della danza contemporanea
israeliana. A Torino Mono, lo spettacolo di Itamar Serussi, ha
entusiasmato il pubblico del festival Interplay, tutto dedicato alla
giovane scena internazionale. Ora a Napoli il Teatro Festival Italia ha
riportato in città la Vertigo Dance Company, già protagonista delle
scorse edizioni. Un gruppo talmente apprezzato da essere stato invitato
ieri a inaugurare la settima edizione del festival partenopeo, dopo i
grandi successi del 2012, con Null e Birth of the Phoenix, e del 2013,
con Vertigo 20. Quest’anno la Vertigo porta in scena una prima
assoluta: la coreografa Noa Wertheim in Reshimo ha voluto indagare la
dicotomia tra finito e infinito, esplorando tracce antiche e traendo
ispirazione persino dalla Kabalah. Gli otto danzatori creano uno spazio
senza schemi e con forza di un campo magnetico appassionato e
appassionante evocano tutto ciò che può essere contenuto nel tempo e
nello spazio. Ritmo, gioco, emozioni… sulle note dello storico
compositore della compagnia, Ran Bagno, tornano in scena i segni
identificativi della Vertigo: tecnica, passione, energia.
a.t.
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INFORMAZIONE
La
Zanzara e i veleni dell'odio
Numerosi
i lettori che in questi giorni ci hanno scritto per i contenuti
proposti dal programma di Radio 24 “La Zanzara” nella puntata di lunedì
2 giugno. Nel corso della trasmissione, condotta da Giuseppe Cruciani e
con interventi di David Parenzo, hanno infatti trovato spazio – senza
censura e per molti minuti – i deliri di alcuni ascoltatori accecati
dai più beceri sentimenti razzisti, xenofobi e antisemiti. Ad essere
riproposta (in forma parziale) anche l’intervista dell’estremista di
destra Roberto Jonghi Lavarini al programma “Le Iene” fermamente
denunciata, per i suoi farneticanti contenuti, dal presidente UCEI
Renzo Gattegna. “Cruciani ha dato uno spazio indegno a persone
violentemente antisemite inneggianti l’eliminazione degli ebrei e
riportando parte della trasmissione delle Iene. Tutto ciò – sottolinea
lo storico Marco Cavallarin – non può essere ignorato”.
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qui
roma - l'invito a francois hollande
"Messaggio
accolto con favore"
Sarebbe
stato accolto con favore e avrà il sostegno dell’ambasciatore di Parigi
in Italia Alain Le Roy l’invito per una visita in sinagoga formulato
dal presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici al
presidente della Repubblica francese Francois Hollande. A confermarlo è
lo stesso Pacifici in un messaggio inviato alla redazione. “Invitiamo
al museo ebraico e in sinagoga il presidente Hollande perché vogliamo
ribadire con orgoglio una memoria condivisa con la Francia e perché
sappiamo che i corsi e i ricorsi della storia si possono rovesciare”
aveva dichiarato il presidente degli ebrei romani in occasione della
cerimonia per celebrare i 70 anni dalla riapertura del Tempio Maggiore
della Capitale al termine della barbarie nazifascista.
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QUI
FIRENZE
Sara
Funaro a Palazzo Vecchio
Psicologa,
38 anni, una significativa esperienza maturata all'interno della casa
di riposo 'Settimio Saadun' della Comunità ebraica e un impegno per la
memoria del Giusto tra le Nazioni Gino Bartali portato avanti in
sinergia con il giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche. È di
queste ore la notizia della nomina di Sara Funaro a nuovo assessore al
sociale, al welfare e alla casa del Comune di Firenze. A Sara e ai suoi
cari un caloroso mazal tov dalla redazione.
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Una
donna emancipata |
In
una delle molte interessanti sessioni di Limmud, rav Bahbout ha
illustrato un curioso passo talmudico in cui si narra di una donna che
torna a casa tardi al venerdì sera perché si è fermata ad ascoltare una
lezione di Rabbi Meir. È vero che il marito non la prende molto bene e
ne nasce qualche complicazione, ma nonostante questo non posso fare a
meno di provare ammirazione per questa donna colta ed emancipata:
quante donne ebree nell’Italia di oggi avrebbero il coraggio al venerdì
sera, anziché affannarsi a far trovare tutto perfettamente pronto e la
tavola curata in ogni minimo dettaglio, di prendersi un po’ di tempo
per sé e andare ad ascoltare una lezione rabbinica? E come reagirebbero
i loro mariti, anche quelli più aperti e disponibili? Forse abbiamo
ancora qualcosa da imparare dalle nostre antenate di quasi duemila anni
fa.
Anna Segre, insegnante
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Uomo
e natura |
Il
bollettino di maggio della Comunità ebraica di Livorno si apre con
l'infelice notizia che nelle piantagioni dello Sichuan (in Cina)
verrebbero reclutati "lavoratori per l'impollinazione manuale", per
sopperire così alla mancanza delle api causata dall'utilizzo intenso di
pesticidi e fungicidi. Il bollettino stesso riporta poi di seguito
parte dell'illuminante e istruttivo testo di Elio Toaff dal titolo "I
rapporti uomo-natura nella filosofia e nella tradizione ebraiche" del
1974. Il Rav chiarisce il monito insito nel significato della
creazione, nel quale l'uomo è "autorizzato solo a servirsi e a godere
di ciò che D-o ha messo in essere, ma non può e non deve alterare,
quell'equilibrio per il quale il Signore, contemplando ciò che aveva
fatto, giudicò essere Tov Meod: perfetto.
Francesco Moises Bassano, studente
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Dono
o incontro |
Un
incontro è una relazione che genera sentimenti, parole, discussione,
vita. Un dono è una cosa che suscita riconoscenza. Un incontro ci segna
per sempre e non si dimentica. Un dono possiamo lasciarlo per anni in
un angolo della casa e usarlo magari all'occorrenza. La Torah è un dono
o un incontro? Un lettore incontra o riceve la Torah? Oppure la Torah
non è altro che il dono di un incontro?
Ilana Bahbout
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Domande
e risposte |
Jacob
Bronowski, matematico e scienziato ebreo polacco, nel libro “L’ascesa
dell’uomo”, ha offerto una delle più efficaci definizioni dell’agire
scientifico: “Questa è l'essenza della scienza: fate una domanda
impertinente e preparatevi a ricevere una risposta pertinente”. Sembra
una perfetta definizione del processo dialogico della ricerca ebraica:
nessun geniale interprete della Scrittura può far progredire la ricerca
da solo; nessuno studioso di qualsiasi disciplina può trovare qualcosa
di nuovo se non accetta di ricevere domande impertinenti, anche a costo
di porle a se stesso.
Laura Salmon, slavista
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