
Paolo Sciunnach,
insegnante
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Cosa significa accettare tutta la Torah?
Verso la fine della Parasha di Mishpatim, compare un brano che ha
causato molte domande ai commentatori.
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Anna
Foa,
storica
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Shimon Peres e Abu Mazen hanno pregato in
Vaticano con papa Francesco. Pregato insieme, non portato avanti
trattative politiche. Alla preghiera è stato in questo caso attribuito
un valore aggiunto, quello di "lasciare entrare una visione superiore
nell'arengo dei conflitti", come scrivono sull'Osservatore Romano di
ieri Lucetta Scaraffia e Franco La Cecla. Il valore di una preghiera
comune è superiore a quello di un incontro politico. L'ottica è
interessante e può essere condivisa anche dai laici, da coloro che non
pregano: è quella di introdurre nelle vicende politiche, nelle
trattative sulla terra e sul potere, una dimensione diversa, religiosa
ma anche spirituale ed etica. I valori del bene, dell'umanità, della
morale, dell'intervento divino, come valori che sono superiori alle
trattative politiche, che le consentono, che ne ampliano le prospettive
e la portata. Forse da questo si può partire per strappare Dio a chi fa
un uso violento del suo nome e per far sentire agli uomini il valore
della fratellanza.
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MILANO – Appuntamento alle 21 al Teatro
Parenti (via Pier Lombardo 14) con “Tempo e memoria: l'esilio”, seconda
lezione del rav Roberto Della Rocca, direttore del dipartimento
Educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane parte
del ciclo “Il cammino verso la libertà alla luce della Tradizione
ebraica”.
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Ucei-Fondazione Cantoni
Borse di studio per Israele |
Anche per l’anno accademico 2014-2015
l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Fondazione Raffaele
Cantoni tornano a offrire borse di studio per ragazzi italiani che
intendono sostenere un progetto di formazione nello Stato di Israele.
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Insieme per la pace |
Il quadro pittoresco dei giardini vaticani,
parole di speranza, note struggenti, abbracci e strette di mano,
l’ulivo simbolico piantato, nel segno del dialogo, dai tre protagonisti
della serata, il padrone di casa, papa Jorge Bergoglio, il presidente
israeliano Shimon Peres e il presidente dell’Autorità nazionale
palestinese Abu Mazen. I giornali di oggi dedicano ampio spazio a
raccontare l’incontro di preghiera a molte voci che ha riunito leader
delle tre grandi religioni monoteiste per rivolgere un pensiero alla
pace (per un resoconto generale, tra gli altri, Gian Guido Vecchi sul
Corriere e Giacomo Galeazzi sulla Stampa).
Grande attenzione è riservata al mondo ebraico e alle diverse
sensibilità espresse rispetto all’iniziativa di Bergoglio. Scrive, sul
Corriere della Sera, Paolo Conti: “L’incontro voluto da papa Francesco
ha anche un risvolto negli equilibri interni all’ebraismo italiano. C’è
una chiara differenza di valutazioni tra l’Unione nazionale delle
comunità ebraiche, guidata da Renzo Gattegna, e la comunità romana, la
più popolosa e forte, condotta da Riccardo Pacifici e spiritualmente
affidata al rabbino Riccardo Di Segni”.
“Una cerimonia significativa, un momento di raccoglimento al quale ho
aderito affinché pace e comprensione reciproca possano sempre trionfare
oltre ogni divisione politica, culturale e religiosa Esprimo quindi
profonda gratitudine per l’iniziativa di papa Bergoglio” le parole di
Gattegna riportate nell’articolo di Conti, che prosegue “L’assenza del
rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni (dovuta ad ‘altri impegni’)
arriva dopo la sua netta critica apparsa su ‘Pagine ebraiche’ di
giugno: ‘Trattandosi di un incontro religioso sfugge il significato
della presenza di una figura chiaramente laica come quella di Peres,
che non mi sembra un assiduo frequentatore di luoghi di preghiera e che
mi sorprenderebbe iniziasse a esserlo a casa del papa. E
un’impostazione alla quale guardo non soltanto con perplessità ma che
trovo anche pericolosa’. E anche Pacifici, appena finita la cerimonia,
protesta per l’assenza di riferimenti chiari al mondo ebraico nel
discorso di Abu Mazen. Un equivoco poi chiarito e dovuto probabilmente
a una differenza nei testi distribuiti alle delegazioni e poi battuti
dalle agenzie. Comunque Pacifici sottolinea ‘come alla base di ogni
trattativa politica debbano esserci i valori condivisi e il rispetto
nei confronti del prossimo. L’iniziativa di papa Francesco dovrà però
essere solo il primo tassello di un lungo percorso’”.
Parte della delegazione anche il rabbino capo di Firenze Joseph Levi
(Nazione). A raccogliere varie voci dal mondo ebraico, partendo
dall’approfondimento pubblicato su Pagine Ebraiche di giugno, anche
Carlo Marroni sul Sole 24 Ore.
Sulla Stampa un trafiletto fa notare “la freddezza” del premier
israeliano Benjamin Netanyahu che non ha commentato l’incontro. Ancora
il quotidiano torinese propone un’analisi di Maurizio Molinari dedicata
al forte cambiamento in corso rispetto alle dinamiche geopolitiche e
strategiche che offre all’Italia la possibilità di giocare un ruolo da
protagonista nell’area mediorientale. Da segnalare poi gli interventi
di due grandi scrittori da sempre impegnati sul fronte del dialogo e
della conoscenza, Amos Oz, che firma un commento per il Corriere e
Abraham Yehoshua, intervistato dalla Stampa.
Sullo sfondo di un evento dal forte impatto simbolico e mediatico, il
dipanarsi di una realtà difficile. A ricordare per esempio le
difficoltà che circondano il nuovo governo di unità nazionale
palestinese che vede la formazione di Abu Mazen Fatah riconciliata con
il gruppo terroristico di Hamas è, tra gli altri, Fiamma Nirenstein sul
Giornale.
“Comunisti, massoni, alcuni ebrei”. Sarebbero questi secondo il Tempo,
i gruppi che si oppongono alla beatificazione di Pio XII, che ripropone
triti stereotipi in un approfondimento dal titolo “Papa Pio XII, tutti
santi tranne lui – La causa di beatificazione avviata insieme a quella
di Giovanni XIII. Francesco: ‘Serve il miracolo’. Frenata dalla
disinformazione dei comunisti a causa della scomunica E dei massoni
sempre influenti”. A parlare in favore di Pio XII, intervistato dal
Tempo, anche Andrea Riccardi di Sant’Egidio, che firma anche un
commento alla preghiera per la pace sul Corriere.
La leader del partito di estrema destra francese Front National Marine
Le Pen critica il padre e fondatore di Fn Jean Marie dopo un commento
pesantemente antisemita che invocava “un’altra infornata” per gli ebrei
critici nei loro confronti (Corriere).
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l'NCONTRO
FRA PERES E NAPOLITANO
L'abbraccio
sul Colle
La
forza di un abbraccio, la sincerità di un'amicizia fatta di momenti
unici e straordinari. Si è conclusa in queste ore, con la consegna a
Giorgio Napolitano del “Presidential Award of Distinction'', la
missione in Italia e presso la Santa Sede di Shimon Peres. Nella
cornice del Quirinale, per un ultimo commosso saluto tra i due capi di
Stato, sono i gesti, i sorrisi, le emozioni a parlare alla soglia della
conclusione del mandato del leader israeliano. Nota in ebraico come
Itur Nesi Medinat Israel, la medaglia “della distinzione” è la più alta
onorificenza dispensata dalla presidenza della Repubblica. A
beneficiarne sono stati finora 18 rappresentanti nel mondo della
politica e della cultura distintisi per le azioni che hanno compiuto a
favore di Israele e di tutta la collettività. La consegna a Napolitano,
accompagnato nell'occasione dal ministro degli Esteri Federica
Mogherini, è la prima ad avvenire fuori dai confini israeliani. Tra gli
invitati all'evento l'ambasciatore dello Stato di Israele in Italia
Naor Gilon, il vice ambasciatore Dan Haezrachy, il presidente
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il
presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. “È stata
una cerimonia molto toccante e significativa. Da una parte – ha
affermato Gattegna – il primo custode dei valori dell'Italia
democratica in cui tutti noi ci riconosciamo, dall'altra uno dei padri
fondatori del moderno Stato di Israele. Due personalità straordinarie
verso le quali non possiamo che serbare la più profonda gratitudine,
due protagonisti dei nostri tempi che ancora oggi costituiscono un
esempio non solo per i rispettivi popoli ma per l'umanità intera”.
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storie
Alexander
Imich (1903-2014)
“Nella
mia vita sono stato testimone dello sviluppo degli aerei,
dell'automobile, della radio e della televisione, dell'energia
atomica”. E l'elenco potrebbe continuare a lungo perché Alexander
Imich, nei suoi 111 anni di vita, ha visto scorrere davanti a sé tutto
il Secolo Breve. Ha resistito alla sue tragedie e si è affacciato con
caparbietà al nuovo millennio, diventando lo scorso aprile l'uomo più
anziano del mondo. Imich si è spento domenica a New York, lasciando
alle spalle una storia iniziata in Polonia nel 1903, intrecciatasi ai
drammi e le difficoltà del Novecento, dalla Shoah alla repressione
sovietica, per poi trovare rifugio oltre oceano, dove sorrisi e
amarezze hanno continuato a seguirlo.
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memoria
Radio
Cora, Firenze ricorda
Fu
baluardo di speranza, libertà, democrazia. A 70 anni dall’irruzione
negli studi di Radio Cora, emittente clandestina approntata da membri
del Partito d’Azione che svolse un ruolo essenziale di raccordo tra la
Resistenza toscana e i comandi alleati, una cerimonia solenne –
svoltasi nella giornata di ieri – ha permesso di ripercorrere i momenti
salienti di quella coraggiosa iniziativa e ricordare chi cadde vittima
dell’odio e della barbarie nazifasciste. Ad officiare la cerimonia il
presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani insieme a
rappresentanti del mondo delle istituzioni cittadine e regionali. Tra i
partecipanti anche il presidente della Comunità ebraica di Firenze Sara
Cividalli.
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Oltremare
- London Ministor |
Chi
ha costruito il “London Ministor” aveva un progetto molto chiaro.
Voleva compattare in un unico fabbricato un palazzo di uffici, un
centro commerciale con supermercato e ristorantini, e uno spazio per
teatro, cinema e sala concerti. Una specie di isola completamente
autosufficiente, che se non fosse in pieno centro a Tel Aviv avrebbe
molto senso. Invece è immerso nel traffico di Shaul Hamelech e Ivn
Gvirol, e nessuno ne comprende la pienezza di significati, sociologici
se non architettonici. Perché per brutto, è brutto. D’altra parte non
c’è molto di bello che sia stato costruito come lui nel 1972 e stia
ancora in piedi.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Tea
for two - The wolf of Milan |
Oramai
ho perso le speranze nei miei confronti. Nonostante la serietà del mio
impegno, proprio non riesco a essere una emancipata giovane donna che
vive da sola. Il primo fatidico mese di casa tutta mia (+ coinquilina)
è abbondantemente passato ed ancora non ho acquistato una pentola o
qualcosa di assimilabile ad essa. Onde evitare cibi non kosher, mi
attengo al consumo quasi esclusivo di tonno in scatola, germogli di
soia e philadelphia e ancora mi chiedo come il mio stomaco possa reggere.
Rachel Silvera, studentessa
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