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22 giugno 2014 - 24 Sivan 5774


alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Benedetto Carucci Viterbi e di David Bidussa. Nella sezione pilpul una riflessione di Claudio Vercelli e Francesca Matalon.
 
Avenir du Judaïsme ‏‪@AvenirJudaisme
(21 giugno)
Élection du grand rabbin : un favori, trois outsiders ‪http://ow.ly/3m1WeR  ‪#électionGRF ‪#grfr

Alliancefr.com @InfoAlliance
(21 giugno)
Antisémitisme/Racisme
France : Première place pour l’antisémitisme en Europe. http://tiny.cc/dueuhx

Tablet Magazine @tabletmag
(22 giugno)
Summer camp puts Jewish values to the test—that’s why camp friendships endure: ‪http://po.st/3RNqYg

Glyn@Welshbeard
(22 giugno)
14 yr old boy attacked in antisemitic incident, Brooklyn, New York http://7online.com/126970/ ‪#usa ‪#antisemitism

 
 
 
 
Il boicottaggio dei presbiteriani
Nonostante la spaccatura evidenziata dal voto finale, alla fine i presbiteriani americani hanno deciso per il boicottaggio. Il Corriere della Sera spiega come nonostante le organizzazioni ebraiche americane abbiano tentato di tutto la Chiesa presbiteriana Usa ha elaborato la loro propria posizione in un documento in cui si dichiara convinta che vada aperta una breccia, per arrivare finalmente al negoziato. Uno degli esponenti, sottolineando l’importanza della svolta, ha dichiarato: “Continuiamo a essere impegnati per Israele e per il suo diritto di esistere, ma siamo preoccupati per l’occupazione e riteniamo che Israele possa fare meglio”.

Le accuse formulate dal pubblico ministero nei confronti di 13 adepti del sito neonazista Stormfront (Repubblica Roma) sono pesanti: si va dalla “partecipazione e assistenza a un gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e religiosi” alla “diffusione di idee fondate sull’odio razziale ed etnico e incitamento a commettere atti di violenza e/o provocazione alla violenza”. Dopo la condanna dei 4 fondatori del sito, per associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale, che ha riconosciuto il reato associativo per crimini commessi sul web, sono ora i tredici imputati, rinviati a giudizio diretto, erano nascosti dietro pseudonimi, ma questo non ha impedito alla procura della repubblica di Roma di risalire alla loro identità.

A Roma il sit-in di protesta di alcuni associazioni animaliste si è trasformato in una rissa e l’edizione romana del Corriere della Sera titola “Ebrea insultata dagli animalisti. E al Pantheon scoppia la rissa”. Il vecchio stereotipo della lobby ebraica ha scatenato la reazione di Laura Piperno che ha dichiarato: “Gli animalisti mi hanno circondata, una di loro mi ha strattonato e un uomo mi ha torto il braccio dietro la schiena, ma io non ho mollato”. Diversa la versione degli animalisti: “improvvisamente una donna ha aggredito i manifestanti con estrema violenza, strappando gli striscioni e insultando i presenti. A nulla sono serviti i tentativi di calmarla: la situazione è degenerata e una volontaria è stata presa a calci e ferita”. Il Tempo riporta anche che esistono delle riprese video della protesta degli animalisti contro le botticelle e della  rissa, e che dopo la discussione la piazza si è letteralmente divisa in due fronti.
Sul Messaggero la “storia quasi inverosimile” di una paziente dimenticata in bagno senza respiratore da un’infermiera dell’Ospedale Israelitico riporta le dichiarazioni della figlia che, a distanza di tre anni, racconta di aver scoperto cosa era successo e quindi sporto denuncia solo a funerali avvenuti. Nonostante il drammatico errore commesso dall’operatrice sanitaria, che ha portato alla morte della paziente, l’intervistata dichiara che “All’Israelitico hanno sempre curato mia madre nel migliore dei modi, erano affettuosi e presenti”. E aggiunge: “Quella donna non la conosco, non la posso giudicare come persona, so solo che il suo dovere era quello di assistere mia madre. E invece l’ha abbandonata. Questo atteggiamento andrebbe punito”.

Su La lettura del Corriere della Sera Daria Gorodisky scrive della mostra “La Brigata Ebraica in Italia, 1943-1945”, riproposta a Roma dalla Casa della Memoria e della Storia fino al 25 luglio. Un’opportunità per quanti vanno in piazza il 25 aprile ad aggredire le bandiere della Jewish Brigade: per la giornalista “una breve visita potrebbe fruttare un po’ di ‘canoscenza’. Quella invocata da Dante per essere uomini”.
Sull’edizione romana, il Corriere della Sera annuncia lo spettacolo “I love Libya”, presentato dalla Comunità Ebraica di Roma in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato e del 47esmio anniversario della cacciata degli ebrei dalla Libia.

Su La Stampa Alain Elkann intervista il regista Amos Gitai, in partenza per Edimburgo dove presiederà la giuria del Festival del Cinema, mentre è in postproduzione il suo ultimo film, “Tzili”, tratto da un racconto di Aharon Appelfeld. Il film è girato in yiddish “una lingua che rimargina le ferite”, e durante le riprese il regista israeliano si è appassionato alla lingua della sua infanzia che, quando era bambino, gli pareva “piena di brio”. L’intervista è un’occasione per parlare dell’antisemitismo e del rischio di banalizzazione della Memoria della Shoah e della ferocia del Medio Oriente. Amos Gitai conclude dichiarando che “Dobbiamo introdurre idee. Anche le idee hanno una loro forza, non solo la cupidigia e le mitragliatrici”.

La Stampa pubblica un reportage di Domenico Quirico, inviato ad Abuja, che racconta la situazione nella Nigeria assediata dai Boko Haram, e il suo viaggio nel nord del paese dove i cristiani sono bersaglio degli estremisti islamici e i militari devono difendere le funzioni religiose, i villaggi sono vuoti e le chiese rase al suolo. tra.

Ada Treves twitter @atrevesmoked
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