23 giugno 2014 - 25 Sivan 5774 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Paolo Sciunnach e di
Anna Foa. Nella sezione pilpul una riflessione di Daniela Fubini,
Daniele Liberanome e Rachel Silvera.
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Shimon Peres
@PresidentPeres 22 giu It's a national responsibility
to work to free #Pollard, I will speak to President @BarackObama on
behalf of the people of Israel #PeresUSA
Maurizio Molinari
@Maumol 22 giu #Israele, attacco nella notte contro 9
obiettivi militari in #Siria. Usati jet e missili terra-terra. Risposta
all'attacco siriano sul Golan
Jonathan Sacks
@rabbisacks 22 giu
"Light up the public square with the candle and the flame of faith"
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Israele - #BringBackOurBoys,
veglia di preghiera in sinagoga
Proseguono
senza sosta le operazioni di ricerca dei tre studenti israeliani rapiti
nel Gush Etzion e, parallelamente, sale la tensione con alcuni segmenti
della società palestinese. Sul Corriere della sera, in un articolo che
dà adito a non poche perplessità (si parla ad esempio di studenti
“scomparsi”), Cecilia Zecchinelli descrive la rabbia della popolazione
di Ramallah. “Al di là dei morti, delle decine di prigionieri in
sciopero della fame, delle nuove colonie, è la leadership il problema
chiave dei palestinesi. Mahmoud Abbas ha condannato tre volte
pubblicamente il rapimento dei giovani ebrei, pur dicendo di non aver
visto prove su Harnas, e ha sottolineato la sua collaborazione nelle
ricerche e per la sicurezza nei Territori dove i servizi dell’Autorità
lavorano a fianco degli israeliani. Dichiarazioni e azioni – scrive
Zecchinelli – che gli hanno rivoltato contro la piazza, non solo di
Hamas o della Jihad, ottenendo in risposta da Netanyahu altri attacchi
personali e l’escalation antipalestinese”.
Dei
rischi di una nuova Intifada parla anche Fiamma
Nirenstein sul Giornale. “Che succederà adesso – si chiede la
giornalista – dopo che in una serie di scontri generati dalla presenza
dei soldati nelle strade sono rimasti uccisi due giovani palestinesi?
Si spezzerà l’unità Hamas-Fatah, o vedremo una nuova Intifada? Il filo
è molto sottile, quasi spezzato, e i ragazzi rapiti non si trovano, ciò
che obbliga Israele a continuare le ricerche”.
In
queste ore di attesa torna intanto a mobilitarsi l’Italia ebraica. In
particolare a Roma, dove ci si riunirà una nuova volta in preghiera
dopo aver stabilito un ponte telefonico con la yeshiva e i familiari.
In previsione dell’appuntamento di questa sera sono comparsi in molti
luoghi della città striscioni e richiami alla solidarietà dell’opinione
pubblica. Scrive Marco Pasqua sul Messaggero: “La notizia del
rapimento, in poche ore, grazie ai social network, ha fatto il giro del
mondo. Su Twitter si è viralizzato l’hashtag ‘Bring back our boys’, che
è stato subito sposato da quanti stanno tentando di sensibilizzare
l’opinione pubblica su questo dramma”.
Sempre
a Roma, grande successo per la piece artistica che David Gerbi ha
voluto dedicare alla cacciata degli ebrei di Libia nel ’67 e alla loro
positiva integrazione nella Comunità capitolina. Inaugurato ieri alla
presenza tra gli altri dell’ex ministro dell’Integrazione Cecile
Kyenge, lo spettacolo “I love Libya” sarà in scena al Teatro Sala
Umberto fino a metà settimana. Un richiamo sul dorso locale di
Repubblica a firma di Stefano Petrella.
Sul
Foglio la riproposizione di una densa intervista a Franca Valeri
apparsa negli scorsi giorni su Panorama (autore Stefano Lorenzetto).
Alla soglia dei 94 anni la grande mattatrice del teatro italiano
ripercorre i momenti più significativi della sua carriera ma anche il
rapporto con l’identità ebraica e gli anni della legislazione razzista
emanata dal fascismo. Alla domanda se si senta legata all’ebraismo
Valeri risponde: “Tutto sommato sì. Come mio padre, non sono
praticante. Però in famiglia c’era rispetto per questa origine, tant’è
che le nozze dei miei furono molto osteggiate, in quanto la sposa era
cattolica. Ho il rimpianto di non avere mai visitato Israele. Purtroppo
per tutta la vita sono andata soltanto nei luoghi in cui dovevo
recitare. Però porto al collo questa (mostra una stella di David che la
figlia adottiva le ha portato da Gerusalemme)”.
Adam Smulevich
twitter @asmulevichmoked
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