David
Sciunnach,
rabbino
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“... tutta la casa d’Israele pianse Aròn per
trenta giorni…” (Bemidbàr 20, 29). Ha detto a proposito di questo
verso, il grande commentatore della Torah, Rabbì Shlomò Itzhakì,
conosciuto come Rashì, con le parole: “ ... tutta la casa d’Israele
...” si intendono uomini e donne. Poiché Aròn cercava e perseguiva la
pace, e metteva amore tra coloro che avevano avuto discussioni, anche
tra marito e moglie. E’ per questo che Hillel dice: “Sii tra gli
allievi di Aròn, che ama la pace e persegue la pace, ama le creature e
le avvicina alla Torah ...” (Avòt 1, 12).
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David
Assael,
ricercatore
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L’anno scorso, in occasione delle elezioni
politiche nazionali, abbiamo inseguito il sogno della Macroregione del
Nord, che, nel frattempo, è saltata a causa di acquisti impropri di
mutande verdi da parte dell’ex Governatore del Piemonte Cota. Ora,
dobbiamo rinunciare all’obiettivo del gruppo parlamentare europeo unico
fra Salvini e Marine Le Pen; non sono riusciti a trovare sette complici
di sette Paesi diversi. Stupisce (ma neanche tanto) la motivazione del
leader leghista: “Potevamo dire sì ai greci di Alba dorata, ad altri
rappresentanti ungheresi e tedeschi. Abbiamo fatto una scelta diversa,
perché dobbiamo avere un gruppo coeso, non un’alleanza raffazzonata,
tenuta insieme con lo scotch”. Non devono essere riusciti a trovare il
punto d’accordo sulla cacciata degli ebrei e sull’omicidio libero di un
rom. Non c’è da preoccuparsi, Salvini dice che, “Il gruppo unitario lo
faremo lo stesso, ci metteremo solo qualche settimana in più.” Il sogno
continua...
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TORINO – Appuntamento alle 20.45 al Centro
sociale della Comunità per riflettere su storia, persecuzioni e vicende
familiari. Saranno presentati i libri “Nel caso non ci rivedessimo. Una
famiglia tra deportazione e salvezza 1938-1945” di Giorgio Sacerdoti
(Archinto, 2013) e “I vicini scomodi. Storia di un ebreo di provincia,
di sua moglie e dei suoi tre figli negli anni del fascismo” di Roberto
Matatia (Giuntina, 2014). Oltre agli autori all'incontro, organizzato
dal Gruppo Anavim, interverrà lo storico Bruno
Maida.
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Ucei-Fondazione Cantoni Borse di studio
per Israele |
Anche per l’anno accademico 2014-2015
l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Fondazione Raffaele
Cantoni tornano a offrire borse di studio per ragazzi italiani che
intendono sostenere un progetto di formazione nello Stato di Israele.
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“Noi mamme all’Onu
per Eyal, Gilad e Naftali”
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“Oggi noi tre madri siamo qui, davanti alle
Nazioni Unite e davanti al mondo intero, per chiedere a tutti di fare
tutto ciò che potranno per riportare a casa i nostri figli. È sbagliato
sequestrare i bambini – bambini e bambine innocenti – e usarli come
strumenti di qualsiasi lotta. E crudele. Questo consesso ha il compito
di tutelare i diritti umani. Vorrei chiedere dunque: ogni bambino non
ha il diritto di tornare a casa propria sano e salvo da scuola? Noi
vogliamo soltanto che i nostri figli tornino nelle nostre case, nelle
loro camerette. Vogliamo riabbracciarli”. Così l’accorato appello di
Rachel Fraenkel davanti al Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni
Unite a Ginevra per riportare a casa il figlio sedicenne Naftali,
rapito il 12 giugno nell’area di Gush Etzion insieme a Gilad Shaar ed
Eyal Yifrach (Repubblica sceglie di riportarne il testo integrale).
Repubblica, nel dorso romano, dedica un’intera pagina alle indagini che
vedono coinvolti l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e il suo braccio
destro Fabio Ulissi. “Chiuso il fascicolo sul finanziamento illecito,
entra nel vivo l’inchiesta per corruzione. Dopo l’avviso di chiusura
indagine per l’ex sindaco Gianni Alemanno, per il suo braccio destro
Fabio Ulissi e per alcuni dirigenti Accenture, la procura continua a
indagare con l’ipotesi di corruzione sullo stesso podologo e sui
dipendenti della multinazionale” scrive il quotidiano.
“L’amicizia con Pacifici” si intitola uno dei paragrafi
dell’approfondimento , che riporta: “Il rapporto di conoscenza fra il
presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici e Fabio
Ulissi emerge da alcune intercettazioni. Messaggi e telefonate
all’indomani delle perquisizioni dei finanzieri nella sede di Roma
Investments Fundation e nell’autolavaggio di Fabio Ulissi, durante la
quale viene rinvenuta documentazione ‘riferibile a progetti perla
realizzazione di opere il cui committente risulta essere proprio la
Comunità ebraica di Roma’. È il 19 aprile 2013. Repubblica ha
pubblicato un articolo. Ulissi chiama Pacifici: ‘Buongiorno come stai?’
P: ‘Hai letto Repubblica? Ma che è sta roba?’ U: ‘E che ne so…’ P: ‘Si
può sapere che sta succedendo?’ U: ‘Che ne so io… non lo so non ho
idea… vengo da te più tardi…’ P: ‘ehh?’ U: ‘Vengo da te più tardi…’ P:
‘Ok ciao’.”
A fornire spiegazioni sull’accaduto, intervistato da Gabriele Isman, lo
stesso presidente della Comunità Pacifici. “Ulissi? I rapporti oggi
sono rarefatti, se non quasi inesistenti. Come ho detto in passato, ha
avuto relazioni con me e con la Comunità per una sua disponibilità non
remunerata ad aiutarci a realizzare un centro sportivo sulle rive del
Tevere, a Ponte Marconi – sottolinea – È stato lui a cercare contatti
con noi: era molto stimato per la sua attività professionale a Marconi,
zona ad alta densità comunitaria. Venne a conoscenza che avevamo
ottenuto un affidamento dall’Ardis per realizzare il centro sportivo
comunitario”. Sul centro mai andato in porto, Pacifici spiega ancora:
“Ci aveva mostrato il volto di una persona che poteva coordinare i
difficili passaggi burocratici per il centro sportivo che dal 2002
purtroppo non si è mai realizzato. Se avesse avuto quel volto con cui
si era presentato ci saremmo riusciti”. “Con lui, parlavate anche di
politica?” domanda Isman. “Sì, aveva rapporti con l’amministrazione
Alemanno come con le precedenti. Ma parlavamo soprattutto della Roma”.
“Incontro tante persone nel mio ruolo, sia di successo sia chi poi ha
traversie legali. Ulissi voleva fare del bene: mi segnalava persino
casi sociali nella comunità chiedendomi di contattarli. Non ho nulla da
nascondere. Prima si fa chiarezza completa, meglio è. Io sono a
disposizione per qualsiasi chiarimento” conclude il presidente della
Comunità della Capitale.
Sui giornali spazio agli esiti della formazione dei gruppi euroscettici
al Parlamento europeo: luce verde per quello che vede come principali
formazioni l’Ukip britannico di Nigel Farage e il Movimento 5 Stelle di
Beppe Grillo: “Su proposta del M5S la sigla cambia da Efd a Efdd
(Europe of Freedom and Direct Democracy, con il riferimento alla
‘democrazia diretta’ cara ai Cinque Stelle). Nigel Farage (Ukip) e
David Borrelli (M5S) sono stati eletti co-presidenti. Ed è stato reso
noto anche lo statuto. Dieci articoli, dieci punti per gettare le
fondamenta dell’intesa politica. ‘L’EEfdd rigetta la xenofobia,
l’antisemitismo e ogni forma di discriminazione’, chiarisce il testo”
riporta il Corriere. Sul quotidiano di via Solferino anche la delusione
di Matteo Salvini e Marine Le Pen per non essere riusciti a trovare
sufficienti alleati per dare vita a un proprio gruppo euroscettico.
Firenze. La città premia con l’importante riconoscimento del Fiorino
D’Oro il rabbino capo Joseph Levi insieme all’arcivescovo Giuseppe
Betori e all’imam Izzedin Elzir (Nazione).
In Nigeria i terroristi di Boko Haram continuano a portare morte e
devastazione, mentre arriva la notizia del rapimento di altre 60
ragazze e una trentina di bambini (Repubblica).
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#EyalGiladNaftali
- ginevra
L’appello
di Rachel
È volata a Ginevra Rachel Fraenkel. A 12
giorni di distanza dal rapimento del figlio, il sedicenne Naftali,
portato via nell’area di Gush Etzion insieme ai coetanei Gilad Shaer e
Eyal Yifrah, Rachel ha voluto compiere un nuovo passo per
sensibilizzare il mondo rispetto alle sorti dei ragazzi, un intervento
davanti al Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite, Accanto a
lei le madri di Eyal e Gilad.
Questo il testo
dell’intervento, che il quotidiano Repubblica ha scelto di pubblicare
oggi per intero.
“Mi chiamo Rachel Fraenkel e vivo in Israele. Sono venuta qui oggi in
quanto madre: dodici giorni fa mio figlio Naftali e altri due studenti
adolescenti, Eyal Yifrah e Gilad Shaer - le cui madri sono sedute
dietro di me - sono stati rapiti mentre tornavano a casa da scuola. Da
allora non abbiamo più saputo nulla, non abbiamo avuto né notizie né
segni di vita. Con il vostro permesso, vorrei dirvi alcune cose dei
nostri ragazzi. Mio figlio Naftali ha 16 anni, adora suonare la
chitarra e giocare a basket. È un bravo studente e un bravo ragazzo,
serio e allegro al tempo stesso. Eyal ama fare sport e cucinare. Gilad
è un pasticciere dilettante ed è appassionato di cinema. Mio figlio mi
ha mandato un messaggio col suo telefonino dicendomi che stava
rientrando a casa, poi è sparito. L'incubo di ogni madre è aspettare, è
che l'attesa che il proprio figlio torni a casa sia infinita. Vogliamo
esprimere la nostra profonda gratitudine per le preghiere, il sostegno
e tutta l'energia positiva che ci sono arrivati da ogni parte del
mondo. In questa assemblea, vorrei ringraziare il Segretario generale
delle Nazioni Unite per aver condannato il rapimento dei nostri
ragazzi, esprimendo solidarietà alle nostre famiglie, e per aver
chiesto il loro rilascio immediato. Ringrazio anche la Croce rossa
internazionale per aver affermato chiaramente che le leggi umanitarie
internazionali vietano la presa di ostaggi, e per aver preteso il
rilascio immediato e incondizionato dei nostri ragazzi. Al tempo
stesso, io credo che molti potrebbero e dovrebbero fare molto di più. E
per questo motivo che oggi noi tre madri siamo qui, davanti alle
Nazioni Unite e davanti al mondo intero, per chiedere a tutti di fare
tutto ciò che potranno per riportare a casa i nostri figli. È sbagliato
sequestrare i bambini - bambini e bambine innocenti - e usarli come
strumenti di qualsiasi lotta. E crudele. Questo consesso ha il compito
di tutelare i diritti umani. Vorrei chiedere dunque: ogni bambino non
ha il diritto di tornare a casa propria sano e salvo da scuola? Noi
vogliamo soltanto che i nostri figli tornino nelle nostre case, nelle
loro camerette. Vogliamo riabbracciarli”.
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qui
firenze - mercati e valori
Zingales:
"In sintonia con Bibi"
Mercato,
competitività, meritocrazia, diritti. Ha una visione ben definita
l'economista Luigi Zingales, docente alla Booth School of Business
dell’Università di Chicago, della sua visione economica del mondo. Si
smarca dal legarsi a preconcetti ideologici o politici e propone la sua
idea per affrontare le questioni economiche che affliggono Italia,
Europa e non solo. “Dobbiamo agire, dobbiamo cambiare la situazione”,
l'esortazione di Zingales che racchiude il significato del suo
intervento nel corso del seminario Mercati e Valori di Firenze,
l'appuntamento economico organizzato dalla redazione del Portale
dell'ebraismo italiano moked.it e Pagine ebraiche con la collaborazione
della Comunità ebraica fiorentina. È stato infatti Zingales, economista
di fama internazionale – inserito nel 2012 da Foreign Policy nella
lista dei cento pensatori più influenti del mondo - ad aprire la
seconda edizione del seminario: una riflessione sulle criticità e le
possibili soluzioni delle attuali problematiche economiche. “Non ci
sono ricette facili” ammette Zingales, di cui è uscito recentemente
l'ultimo libro, “Europa o no. Sogno da realizzare o incubo da cui
uscire” (Rizzoli, 2014), però delle alternative devono necessariamente
prese. E chi alla sua voce ha prestato grande attenzione è stato il
premier israeliano Benjamin Netanyahu, che di Zingales ha sposato
pienamente le teorie economiche. Tanto da lasciare stupito lo stesso
economista, trovatosi in “una sintonia perfetta con Netanyahu”.
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COMICS&JEWS
"Being
Rutu Modan", il rientro
La
troupe guidata da Giovanni Russo, coordinatore di Lucca Comics, è
arrivata in Israele e ha iniziato le riprese del documentario con Rutu
Modan, un progetto nato dalla collaborazione fra Lucca Comics,
l'Ambasciata israeliana in Italia e Pagine Ebraiche. L'illustratrice e
autrice di graphic novel israeliana sarà protagonista della mostra che
il più grande festival italiano dedicato al fumetto organizza ogni
edizione in onore dell’artista che ha vinto il Gran Guinigi – il premio
massimo – l’anno precedente. Giovanni Russo ogni giorno scriverà per
Pagine Ebraiche 24 una cronaca dal backstage. Oggi l'ultimo giorno, a
Tel Aviv, e il rientro Italia.
Tel Aviv, ultimo giorno e
fine del viaggio
La mattina dell’ultimo giorno in Israele la passo discutendo con Rutu i
dettagli della sua esposizione. La mia idea verte sul tema
dell’identità, per cui le avevo chiesto di esporre degli oggetti
personali che potessero costituire una rappresentazione visiva della
sua personalità, senza ledere la sua privacy. A lei l’idea è piaciuta e
anzi ha rilanciato, proponendomi di usare fotografie al posto di
oggetti, per molti versi assai più personali. Manco a dirlo, la cosa mi
intriga molto.
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FGEI
Giovani
per sempre
Ad
alcuni giorni dallo storico raduno degli ex aderenti della Federazione
Giovanile Ebraica d'Italia a Firenze prosegue il lavoro di
memorialistica e raccolta di iconografia da parte dei promotori
dell'iniziativa, nata negli scorsi mesi sui social network dall'idea
congiunta di Ester Silvana Israel (presidente Adei Wizo) e Giulio
Disegni (vicepresidente UCEI). Consapevoli del successo ottenuto a
Firenze, evento cui hanno preso parte centinaia di ex fgeini di diverse
generazioni, i promotori sono già al lavoro per formulare nuove
iniziative di incontro rivolte anche alla realtà degli Italkim.
(Nell'immagine un momento
del raduno fiorentino)
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Ticketless
- Giro d’Italia |
Una
pausa. Sono lontano dal computer. Questa settimana faccio uno strappo
alla regola e mando un ticketless in video (lo troverete cliccando qui). Non si parla di treni, ma di
biciclette. Il video è stato girato per una rubrica di amici allegri
che seguiva il Giro d’Italia, tappa dopo tappa, tenendo gli occhi
alzati dall’asfalto della strada e osservando con cura il panorama.
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- Cause ed effetti |
Secondo
un copione ben conosciuto, nel momento in cui si acuisce, di giorno in
giorno, di ora in ora, l'aggressione fisica contro Israele e i suoi
cittadini, e i nemici dello Stato ebraico si scatenano a rapire i suoi
ragazzi, lanciare bombe, missili ecc., si incrementa anche, con cinico
e sinistro parallelismo, il variegato fronte mondiale del boicottaggio
anti-israeliano. Non c'è praticamente giorno che non si legga di
qualche intellettuale, qualche onlus, qualche partito politico, qualche
artista che non chieda e ottenga un paio di righe sui giornali per
qualche dichiarazione in cui si invita a non andare in Israele, non
farci affari, non comprarne i prodotti, non invitarne i cittadini in
nessun posto, per nessuna ragione, non ascoltarne mai la voce, in
nessun modo.
Francesco Lucrezi, storico
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