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2 luglio 2014 - 4 Tammuz 5774
alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav David Sciunnach e Davide Assael. Nella sezione pilpul una riflessione di Alberto Cavaglion e Francesco Lucrezi.
 
Shimon Peres
@PresidentPeres

1 lug
A nation which demonstrates resilience like no other. A nation that even in its years of exile, never lost its way. #EyalGiladNaftali
 
 
La promessa di Netanyahu: "Indeboliremo Hamas"
Dopo l'orrenda uccisione di Eyal, Gilad e Naftali si stringe il cerchio attorno agli integralisti di Hamas. Sulla Stampa Maurizio Molinari ripercorre le azioni dell'esercito israeliano in queste ultime giornate e, interloquendo con uno degli ufficiali a capo della missione 'Brother's Keeper', tenta di interpretare gli scenari futuri. “Indeboliremo Hamas nella West Bank e porremo fine al lancio di razzi da Gaza, se necessario espanderemo ulteriormente le nostre operazioni” le parole del premier Benjamin Netanyahu al termine dei funerali.

Tra i molti leader internazionali ad intervenire sui drammatici fatti del Gush Etzion (non ultimo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ieri ha scritto al suo omologo Shimon Peres) anche papa Bergoglio. Ieri infatti ha telefonato al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni per esprimergli la propria solidarietà. “All'inizio, quando ho risposto e ho sentito dall'altro capo la voce inconfondibile del pontefice, ho pensato a uno scherzo. Sì, a uno scherzo, perché non è cosa frequente” racconta rav Di Segni a Franca Giansoldati del Messaggero.

Sempre a proposito dei tre ragazzi uccisi in un denso editoriale sul Corriere della sera Pierluigi Battista denuncia la catena di odio che, in nome dell'antisionismo, offusca le menti di molti internauti. Attacca Battista: “Scrivi su Twitter che Naftali, Gilad ed Eyal, i tre ragazzi ebrei rapiti e trucidati in terra palestinese, dobbiamo sentirli come i 'nostri' ragazzi, soffrire con loro e con le loro famiglie, averne pietà, detestare i terroristi che li hanno martirizzati, scrivi soltanto questo e verrai sommerso da un diluvio di insulti e contumelie. E senti ancora una volta che una dismisura mostruosa colpisce gli ebrei, il sionismo, l'immagine di Israele”.

L'Italia ebraica prosegue intanto le sue iniziative di preghiera e raccoglimento, in molti casi aperte anche al resto della cittadinanza. A Roma serrande dei negozi abbassate in segno di lutto durante i funerali dei tre ragazzi, mentre numerose veglie in sinagoga hanno attraversato e continueranno ad attraversare la Penisola. I principali quotidiani riferiscono anche degli scontri tra manifestanti pro-Israele e pro-Palestina nella Capitale che sarebbero avvenuti al termine della cerimonia di lunedì scorso al Tempio Maggiore e, in diverse modalità, il giorno seguente nell'area di Piazza Venezia. Sul dorso romano di Repubblica Gabriele Isman e Laura Serloni raccolgono una testimonianza dall'assessore ai rapporti istituzionali della Comunità ebraica Ruben Della Rocca e da un anonimo manifestante proPal. “lo ero indietro – spiega Della Rocca, che interviene a proposito dei fatti di lunedì – ma ho visto due persone che hanno gridato più volte 'Palestina libera, ebrei assassini', e c'è stato il parapiglia. Qualche schiaffo è volato, ma poi sono intervenute le forze dell'ordine e i nostri volontari. Quei due, mi hanno raccontato poi, hanno anche provato a mettere le mani addosso a una signora del corteo”. Il militante proPal, che interviene sugli scontri di martedì, lancia invece dure accuse nei confronti di alcuni esponenti della Comunità ebraica: “Non gli hanno permesso neanche di parlare. Sono arrivati di corsa all'altezza di piazza San Marco armati di caschi e hanno aggredito un ragazzo con la kefiah che stava camminando per arrivare al nostro sit-in organizzato a piazza Venezia. Ha provato a correre, a scappare. Ma non ce l'ha fatta. Lo hanno circondato e preso a botte”. Ancora Repubblica, nel dorso milanese, racconta la cerimonia svoltasi nel Tempio di via Guastalla: “Silenzio assoluto, candele accese fuori dalla sinagoga e nessun applauso agli interventi”.

Nuova inquietante performance al Parlamento europeo di Beppe Grillo, che lancia accuse a destra e a manca, difende l'alleanza con gli estremisti inglesi di Farage e arriva persino a chiedere di interrompere l'esecuzione dell'Inno alla gioia. “Basta con l'Inno alla gioia – dice Grillo – l'ha usato Hitler per compleanni, l'hanno usato Mao e Smith in Rhodesia. Basta!” (Luigi Offeddu sul Corriere della sera).

Nelle ore in cui nuove responsabilità emergono a carico dei trafficanti di uomini responsabili della morte in ottobre di 366 migranti, un'altra tragedia del mare scuote l'opinione pubblica. Con l'arrivo a Pozzallo della nave intercettata nel Canale di Sicilia si svela infatti a tutti l'orrore dei trenta morti in coperta, rimasti schiacciati da altri passeggeri e probabilmente asfissiati dal monossido di carbonio emesso dalle macchine. “Accatastati l'uno sull'altro, come all'interno di una fossa comune, che ricorda Auschwitz” dice il capo della squadra mobile della questura di Ragusa (Alessandra Turrisi, Avvenire).

Rischierebbe infine l'handicap la bambina appena partorita da Meriam, la donna sudanese perseguitata per la sua fede cristiana e per la cui liberazione forte è stata la mobilitazione in tutto il mondo. Il motivo di questa preoccupazione è dato dal fatto che la donna, adesso rifugiata all'ambasciata statunitense di Khartoum, è stata costretta a partorire in catene (Avvenire).

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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