3 luglio 2014 - 5 Tamuz 5774 |
|
|
|
|
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Elia Richetti e di
Sergio Della Pergola. Nella sezione pilpul una riflessione di Stefano
Jesurum e Daniel Funaro.
|
|
 |
PM of Israel @IsraeliPM
3 Lug
The PM calls on all sides not to take the law into their own hands -
Israel is a nation of laws and everyone must act according to the law
IDF @IDFSpokesperson
3 Lug
Since 00:00 today, approximately 14 projectiles were fired at southern
#Israel. 9 hit Israeli territory and 2 were intercepted by Iron Dome
|
|
|
|
Israele, l'appello di Netanyahu "Non fatevi giustizia da soli"
Giustizia
è la parola che risuona in questi giorni in Israele. La vogliono i
genitori di Eyal, Gilad e Naftali, che hanno visto i propri tre giovani
figli morire per mano del terrorismo palestinese. La vuole la famiglia
del sedicenne Mohammed Abu Khudair, il cui corpo bruciato è stato
ritrovato ieri mattina in una foresta nei pressi di Gerusalemme. “Agire
in fretta per trovare i responsabili” ha dichiarato il premier Benjamin
Netanyahu – come riporta La Stampa - in riferimento all'uccisione del
giovane palestinese. Le autorità sospettano che l'atto barbarico, come
l'ha definito il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat, sia riconducibile a
una vendetta dell'estrema destra israeliana in risposta al rapimento e
assassinio di Gilad Shaar, Eyal Yifrach and Naftali Fraenkel. “Nessuno
si faccia giustizia da solo”, l'appello di Netanyahu.
L'odio però continua a crescere e ne sono la dimostrazione le terribili
parole rilasciate al giornalista Maurizio Molinari (La Stampa) dalla
madre di uno dei due uomini considerati responsabili del rapimento dei
tre ragazzi israeliani. La donna, Nadia Abu Aisheh, si dice orgogliosa
per quanto i suoi figli hanno compiuto, si definisce come “la madre di
un martire per la Palestina”
ovvero di “colui che sceglie di dare la vita per uccidere degli ebrei”
e la vittoria è nel “riuscirci”. Parole diametralmente opposte arrivano
dalla famiglia Fraenkel, che alla notizia dell'uccisione del giovane
palestinese hanno dichiarato, “non c'è differenza tra il sangue di un
ragazzo ebreo e quello di un arabo. Un assassinio è un assassinio, non
esiste giustificazione, non esiste perdono”. Parole, come sottolinea il
Corriere, in risposta a chi sul web e social network gridava vendetta
per Eyal, Gilad e Naftali e si è scatenato in violenze di strada.
Sul Giornale la giornalista Fiamma Nirenstein invita "non cedere alla legge del taglione”,
riportando come tra i sospettati del crimine contro Mohammed Abu
Khudair - di cui scrive tra gli altri anche il Corriere - ci
siano gli “estremisti legati ai nuclei detti del tag mehir cioè del
'prezzo da pagare'”. “Il gruppo Tag mehir è odioso, ma per ora non si è
macchiato di assassinii; tuttavia molte volte ha dato segno di
un'indegna, ignorante, irresponsabile aggressività, si è svergognato
con le sue stesse mani compiendo crimini odiosi al pubblico
israeliano”, scrive la Nirenstein. Non regge poi, secondo la
giornalista, il parallelo che molti media fanno riguardo al rapimento
dei tre studenti di yeshiva e quella del ragazzo palestinese.
“Ammettendo la possibilità che si tratti di coloni dell'estrema destra
israeliana, la polizia li cerca e li prenderà, la morale comune li
condanna senza appello, la giustizia non farà sconti”. Giustizia che
per lo scrittore Ala Hlehel Israele non garantisce, anzi dalle sue
parole, pubblicate dal Corriere, emerge chiara l'idea che di tutto ciò
che accade tra israeliani e palestinesi gli unici responsabili siano i
primi.
“Mi aspetto che qualcuno venga e mi dica chiaramente come sono andate
le cose quella maledetta notte”, la dolorosa richiesta di Bat Galim,
madre di Gilad Shaer (Repubblica). Mentre continuano le indagini,
chiedono a gran voce verità i famigliari dei tre giovani brutalmente
uccisi poco dopo il rapimento avvenuto la notte del 12 giugno.
“Ci hanno illuso, avevano già trovato tracce di sangue nell'auto
bruciata”, ha detto Bat Galim, riferendosi alle affermazioni della
polizia dopo il rinvenimento della Hyundai carbonizzata, prima auto
usata dai terroristi per rapire Eyal,Gilad e Naftali. Da qui era
partita la tragica telefonata di aiuto di uno dei ragazzi al call
center della polizia, rimasta però inascoltata e che ha causato le
dimissioni forzate di diversi agenti. Secondo le ricostruzioni, poco
dopo quella chiamata i due rapitori, legati al gruppo terroristico di
Hamas, avrebbero ucciso i tre giovani per poi disfarsi in un campo
vicino a Hebron dei corpi, ritrovati lunedì scorso dalle autorità
israeliane.
Sul Giornale, il dolore espresso dalla Comunità ebraica di Milano per
il tragico epilogo del rapimento dei giovani israeliani con oltre mille
persone raccoltesi martedì in via Guastalla per un momento di preghiera
e riflessione. Presente anche il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, “che
ha manifestato al presidente della Comunità, Walker Meghnagi,
l'intenzione di organizzare un evento commemorativo congiunto”. Sul
quotidiano milanese vengono poi riportate le critiche alla Farnesina
del presidente Meghnagi per la linea assunta su Israele. “Il ministro
degli Esteri Federica Mogherini - spiega Meghnagi - proprio nei giorni
del rapimento di Hebron ha invitato a boicottare i prodotti delle
colonie. Mi chiedo se Matteo Renzi non possa trovare un ministro di
maggior spessore ed esperienza per un ruolo così delicato”.
Daniel Reichel
twitter @dreichelmoked
Leggi
|
|
|
|
Seguici
su
Pagine
Ebraiche 24 e l'Unione Informa sono pubblicazioni edite dall'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di
comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle
realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non
sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come
una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione
delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente
disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio
contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio
perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se
non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare
un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del
messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati -
I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto
l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario
quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 -
direttore responsabile: Guido Vitale. |