22
luglio 2014 - 24 Tamuz 5774 |
|
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Roberto Della
Rocca e di Dario Calimani. Nella sezione pilpul una riflessione di
Tobia Zevi e Mario Avagliano.
|
|
 |
IDF
@IDFSpokesperson
22 lug
The Iron Dome just intercepted a rocket above the Tel Aviv metropolitan
area. Another rocket hit the city of Yehud in central Israel.
PM
of Israel @IsraeliPM
21 lug
PM: "Hamas are hiding rockets in hospitals; they're hiding arms in
hospitals; they're shooting from hospitals. So they just don't care."
|
|
|
|
Incubo
antisemitismo in Francia
Negozi
assaltati, molotov contro la sinagoga, slogan. Ancora la cronaca di una
giornata segnata dall’incubo dell’antisemitismo
a Parigi, dove una manifestazione di presunta solidarietà alla
popolazione di Gaza ha nuovamente mostrato il volto dell’odio
antiebraico. Come racconta sul Corriere Stefano Montefiori, ciò che sta
accadendo è tutt’altro che isolato, non solo nel paese ma anche nel
resto d’Europa e del mondo.
Le autorità francesi tentano di correre ai ripari. “Dopo gli scontri,
il presidente François Hollande ieri pomeriggio ha ricevuto all'Eliseo
i rappresentanti di tutte le religioni, e alla fine del colloquio
l'influente rettore della Grande moschea di Parigi, Dalil Boubakeur, si
è mostrato accanto al presidente del Concistoro israelita Joel Mergui,
chiamandolo ‘mio amico’, per esortare i fedeli musulmani ‘a evitare
certe derive’. L'Islam moderato, accusato spesso di non fare sentire la
sua voce, in Francia non esita a condannare le violenze contro gli
ebrei. Purtroppo, non è sufficiente” scrive il Corriere.
Su Repubblica, il commento di Gad Lerner. “Arabo contro ebreo. Non c'è
scudo protettivo che impedisca la deflagrazione della guerra di Gaza
ben oltre il teatro delle operazioni militari, fino a riversare nelle
metropoli cosmopolite della sponda nord del Mediterraneo la logica
feroce delle appartenenze etniche e religiose” scrive il giornalista,
che ricorda anche come “È bene sottolineare che tale incivile pratica
terroristica si è manifestata a senso unico: mai in Europa si è
verificata una minaccia diretta a una moschea o a una scuola islamica
rivendicata da mano ebraica”, sostenendo però anche che esista il
rischio di quella che definisce “una degenerazione militarista” anche
tra le Comunità ebraiche del Vecchio continente ansiose di difendersi.
Non si può e in nessun modo mettere sullo stesso piano l’organizzazione
terrorista di Hamas e lo Stato d’Israele. Lo afferma con forza sul
Corriere Bernard-Henri Lévy che parte da quanto accaduto in Francia per
ricordare la facile tendenza a equiparare situazioni che equiparabili
non sono, smontando punto per punto alcune delle più comuni letture distorte o banalizzate del
conflitto, anche da parte dei media.
“Facciamo notare che i responsabili di queste vittime, delle decine di
donne, bambini, vecchi — che, se l'avanzata criminale di Hamas non
viene bloccata, saranno, domani, centinaia — sono due, non uno: il
pilota che, prendendo di mira una rampa di missili iraniani nascosta
nel cortile di un edificio, colpisce per errore l'edificio vicino; ma
anche, se non innanzitutto, i mostri di cinismo che, al messaggio del
pilota che annuncia di essere sul punto di sparare e invita i vicini a
lasciare il quartiere per mettersi al riparo, rispondono
invariabilmente: ‘Che nessuno si muova’”, e ancora ricorda “non c'è
aggressione, ma contrattacco di Israele di fronte alla pioggia di
missili che, ancora una volta, si abbattono sulle sue città e che
nessuno Stato al mondo avrebbe tollerato così a lungo; che Gaza è, in
effetti, una sorta di prigione ma, avendola gli israeliani evacuata
ormai da quasi dieci anni, non si capisce come potrebbero esserne i
carcerieri”.
I giornali italiani raccontano ancora di una giornata molto dura (da
notare una tendenza generale all’iconografia molto caratterizzata da
scatti ritraenti le sofferenze dei civili di Gaza di forte impatto
emotivo).
A raccontare il terribile pericolo dei tunnel
scavati dai terroristi per infiltrarsi in Israele e uccidere e rapire
gli abitanti dei centri vicini al confine con Gaza è Maurizio Molinari
sulla Stampa: ieri sono sbucati fuori in dieci, vestiti con divise
militari israeliane, che hanno causato la morte di quattro soldati di
Tzahal. Un approfondimento sul mondo sotterraneo di Gaza, dove i
miliziani di Hamas vivono una vita parallela e protetta rispetto ai
civili che vengono lasciati esposti o incoraggiati a fare da scudi
umani, è anche Fabio Scuto su Repubblica. “Sotto la città di Gaza c'è
addirittura un ospedale dove vengono curati i miliziani feriti, che non
vengono portati mai in quelli civili. Dei quattordici container di
aiuti e medicinali passati la scorsa settimana dal valico di Rafah
donati dall'Egitto, solo sei sono arrivati alla popolazione civile. Il
resto ha preso altre strade, inghiottito nel ventre della città sotto
la città. Chi milita in Hamas o nella Jihad non subisce certo le
privazioni imposte invece alla gente di Gaza”.
Nella Striscia colpito un ospedale (Tzahal ha fatto delle verifiche
sull’episodio i cui esiti hanno sottolineato come nascosto nei pressi
fosse un deposito di missili), aumenta il numero delle vittime, uccisi
altri sette soldati israeliani, diplomazia al lavoro per trovare una
soluzione (per una ricostruzione generale, tra gli altri, Davide
Frattini sul Corriere).
Approfondimenti. A
ricordare come il conflitto tra Israele e Hamas riguardi una minaccia
terrorista che non è certo rivolta solo allo Stato ebraico, ma che
coinvolge invece i destini di tutto il mondo, è Vittorio Dan Segre sul
Giornale, che pubblica anche un’intervista di Fiamma Nirenstein al
colonnello britannico Richard Kemp, già membro del think tank
antiterrorismo di Downing Street. Drammatici i risvolti della
situazione messi in luce. “Ogni comandante fa di tutto per evitare di
uccidere civili e in particolare bambini. In Afghanistan abbiamo
imparato molto dal-l'Idf (Israel Defence Forces, ndr). Ma questi
bambini vengono trattenuti sul campo da Hamas, e perfino mandati avanti
come scudi. Proprio come facevano i talebani, vengono nascosti nelle
case dei civili. Se un bambino ti tira una bottiglia molotov, se
aspetti sei morto, se spari lo uccidi. Il dilemma è molto duro, ma
quando Hamas sta per sparare devi agire subito per salvare i tuoi”.
Sul Corriere si mette in luce anche come a livello di trattative
diplomatiche si profili l’ombra dello scontro tra Egitto e Qatar per
l’egemonia politica nel mondo arabo. Il quotidiano di via Solferino
spiega anche la storia della Striscia di Gaza in una risposta di Sergio
Romano al messaggio di un lettore. Il Messaggero in una breve
sottolinea come l’Opera romana pellegrinaggi abbia ribadito la
sicurezza dei pellegrinaggi a Gerusalemme.
Rossella Tercatin
twitter @rtercatinmoked
Leggi
|
|
|
|
Seguici
su
Pagine
Ebraiche 24 e l'Unione Informa sono pubblicazioni edite dall'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di
comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle
realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non
sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come
una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione
delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente
disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio
contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio
perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se
non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare
un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del
messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati -
I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto
l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario
quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 -
direttore responsabile: Guido Vitale. |