4 agosto 2014 - 8 Av 5774 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Paolo Sciunnach e di
Anna Foa. Nella sezione pilpul una riflessione di Daniela Fubini,
Daniele Liberanome e Rachel Silvera.
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Davide Frattini
@dafrattini 3 agosto
tIn 20mila al funerale di Hadar Goldin, il soldato israeliano dichiarato morto. L'esercito pensava fosse stato catturato
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3253 razzi da Hamas dall'otto luglio ad oggi
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Si
aggiorna costantemente il numero di razzi lanciati dai terroristi di
Hamas verso Israele dall'otto luglio ad oggi. Il computo complessivo
parla adesso di 3253 ordigni.
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L'avanzata del Califfato
Migliaia
di persone hanno salutato Hadar Goldin, il soldato israeliano creduto
vittima di rapimento e invece ucciso nel corso di scontri a Rafah scatenati da Hamas durante la tregua umanitaria.
Presente ai funerali anche il ministro della Difesa Moshe Yaalon,
legato a Goldin da uno stretto vincolo di parentela. Tsahal prosegue
intanto il ritiro unilaterale dalla Striscia di Gaza ed è al lavoro per
creare “una fascia di sicurezza temporanea” per difendere le
popolazioni del Sud dal lancio di missili e ordigni, ma il
conflitto è ancora lontano dal dirsi concluso. Ieri, una nuova giornata
di sangue. Ad essere colpita, mentre si dava la caccia a un gruppo di
terroristi, è stata anche una scuola dell’Onu. L’episodio ha suscitato
la condanna del segretario generale Ban ki-Moon, mentre il dipartimento
di Stato di Washington ha chiesto a Israele “di fare tutto il possibile
per evitare vittime civili” (Maurizio Molinari, La Stampa).
Invoca una “intifada della non violenza” Mustafa Barghouti, già
candidato alla presidenza della Anp (nel 2005 fu sconfitto da Abu
Mazen). Intervistato da Vanna Vannuccini di Repubblica, il politico
palestinese – che è nella delegazione inviata al Cairo – accusa
Netanyahu di aver provato a rioccupare militarmente Gaza e lo Stato di
Israele di praticare una nuova apartheid. La credibilità di Barghouti
la si misura quando, chiamato a commentare i tunnel sotterranei
realizzati da Hamas per praticare operazioni terroristiche, dice: “Sono
stati presentati come una minaccia esistenziale per Israele, ma in
realtà sono soprattutto un modo di resistere contro il blocco totale
che dura da otto anni”.
Sul Corriere della sera, con l’ausilio di cartine e cronologie, Davide
Frattini ripercorre le contrapposizioni tra israeliani e palestinesi
dall’anno di fondazione dello Stato ebraico (1948) ad oggi. Da allora,
osserva il giornalista, il conflitto non ha risparmiato “né i primi
figli del kibbutz né i giovani di Facebook”. E la speranza della pace,
dopo 66 anni di tensioni, resterebbe “sfuggente”.
Interviene senza mezze misure Jon Voight, popolare attore statunitense
e padre di Angelina Jolie. “Vergognatevi”, dice rivolgendosi ai
numerosi colleghi che in questi giorni hanno firmato un appello contro
Israele dai toni durissimi (in un passaggio si parla ad esempio di
“genocidio” perpetrato ai danni della popolazione di Gaza). “Avete
diffamato l’unico paese di buona volontà in Medio Oriente”, denuncia
Voight (Il Giornale).
Allargando la prospettiva a preoccupare, nel complesso, è l’ascesa dei
fondamentalisti islamici in Medio Oriente e nella regione mediterranea.
Ne scrive sulla Stampa Domenico Quirico, che ha vissuto sulla propria
pelle la terribile esperienza di un rapimento: “Da Tora Bora a Bengasi:
avanzano, galoppano davvero i fattucchieri della devozione islamica, i
grandi e piccoli sensali del nuovo Califfato universale, quelli che
vivono di santa guerra, le fronti aggrottate da una lugubre dottrina,
le facce serrate come casseforti. E in mano sempre il coltello per
liquidare, redimere, punire. La rivoluzione, anche quella fanatica in
nome di Dio, si apre silenziosamente, come un fiore di ferro”. Un
pericolo che è ormai alle porte dell’Europa, mentre l’Occidente –
riflette Quirico – depenna ogni giorno lembi “che non possono essere
più percorsi”. Si sbarrano le ambasciate, la gente fugge, le imprese
indietreggiano abbandonando mezzi e denaro.
Azzarda paragoni impossibili il candidato alla presidenza del calcio
italiano Carlo Tavecchio. Dopo l’esternazione a sfondo razziale sul
famigerato Optì Poba che prima mangiava le banane e che ora giocherebbe
in Serie A, affermazione che gli è valsa lo sdegno di gran parte
dell’opinione pubblica, Tavecchio afferma: “Sono stato trattato peggio
dell’assassino di Kennedy” (Gazzetta dello sport, tra gli altri).
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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