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25 agosto 2014 - 29 Av 5774

alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Paolo Sciunnach e di Anna Foa. Nella sezione pilpul una riflessione di Daniela Fubini, Daniele Liberanome e Rachel Silvera.
 
Benjamin Netanyahu@netanyahu
24 ago
The State of Israel will continue to stand with the civilized world in its war against extremist and violent Islam.
 
 
Giro di vite sul terrorismo
Sarebbero circa 200 i reclutatori di jihadisti in Italia. Il loro compito: fare proseliti per gli estremismi islamici. Alla chiamata avrebbero finora risposto circa 50 connazionali, che si sono arruolati in Iraq e Siria. Nell’ottanta per cento dei casi si tratterebbe di convertiti. Sul Corriere della sera Virginia Piccolillo racconta questo mondo e i pericoli per la sicurezza nazionale che ne sono diretta conseguenza. “Nei rapporti riservati della nostra intelligence che li ha posti sotto controllo – scrive Piccolillo – i ‘foreign fighters’ sono la punta estrema di fanatismo in un fenomeno che non è coeso in un unico nucleo, ma frammentato. E che può contare su un gruppo più consistente di residenti in Italia che fungono da ‘ufficiali di collegamento’ tra il nostro territorio e il terrorismo islamico”. Il fenomeno è particolarmente inquietante nelle città del Nord: la maggior parte delle adesioni, si legge, avviene a Brescia, Torino, Padova e Bologna.


Nel frattempo il governo italiano si muove per inasprire le pene contro il terrorismo. Un disegno di legge, preparato dall’Ufficio legislativo del dicastero, è stato consegnato al ministero dell’Interno e a quello della Giustizia. Tra i punti al varo la punibilità di atti di terrorismo commessi anche ai danni di uno Stato estero e l’inasprimento delle pene detentive per chi finanzia i terroristi: da sette a quindici anni di carcere. Previsti invece sconti per i collaboratori: il dl, spiega Cristiana Mangani sul Messaggero, stabilisce che vengano diminuite fino alla metà le pene “nei confronti dell’imputato che si adopera per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, aiutando concretamente l’autorità di polizia o l’autorità giudiziaria nella raccolta di elementi di prova decisivi per la ricostruzione dei fatti”.

Con le ultime drammatiche notizie dalla Libia l’allarme terrorismo si estende anche a pochi chilometri dalle coste italiane. Eppure, rileva Gad Lerner su Repubblica, la consapevolezza di ciò sarebbe ancora scarsa. “Ci siamo dentro fino al collo – denuncia il giornalista – ma continuiamo a far finta di nulla perché ignoriamo perfino chi siano le milizie in campo e quale sia l’intento dei loro burattinai. L’enigma Libia è la propaggine ovest, per noi la più pericolosa perché limitrofa all’Europa, del conflitto che insanguina Iraq e Siria. Ma nonostante lambisca le coste italiane e rovesci i suoi cadaveri nel Canale di Sicilia, la guerra di Libia ci risulta ancor meno decifrabile dell’offensiva scatenata dal sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi. È mai possibile tutta questa ignoranza?”.

Israele ha dato ieri l’ultimo saluto al piccolo Daniel Tragerman, ucciso dai razzi di Hamas in un kibbutz vicino alla Striscia di Gaza e oggi torna a svegliarsi con le sirene che risuonano fino a Tel Aviv. “Salvai il capo di Hamas, ora fermi la guerra”: è l’appello di Mishka Ben-David, ex agente operativo del Mossad a capo del commando inviato nel 1997 in Giordania per uccidere Khaled Meshaal. Fu lui infatti, dopo le minacce del re Hussein, a somministrare l’antidoto al futuro leader di Hamas. Altrimenti sarebbe morto in poche per gli effetti del veleno iniettatogli dagli agenti israeliani. Ben-David si dice oggi contrario alla politica degli omicidi mirati e, interpellato da Davide Frattini del Corriere dela sera, afferma: “È possibile trovare un intesa solo attraverso negoziati e concessioni”.

Un gruppo dello Special Air britannico è intanto partito alla volta dell’Iraq per dare la caccia agli assassini di James Foley mentre in Siria sono stati liberati un cronista statunitense e un attivista umanitario tedesco. Polemiche e smentite animano in queste ore il dibattito sul pagamento di riscatti per la loro liberazione (Federico Rampini, Repubblica).

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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