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10 settembre 2014 - 15 Elul 5774
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“Non ho dato parte di essa ad un morto...” (Devarìm 26, 14). Ha detto il commentatore Tiferet Shlomò: Hanno scritto i nostri Maestri, colui che adempie ad un precetto non in modo conforme, pensando ad un guadagno personale, quella stessa azione rafforzerà la sitrà acharà - parte negativa che c’è nel mondo. Per questo c’è scritto: “Non ho dato parte di essa ad un morto”. Non ho dato i Miei precetti alle forze del male e non ho fatto di loro offerte ai morti.
 
 
David
Assael,
ricercatore
L’ultimo sondaggio francese, oltre a registrare un clamoroso fallimento dell’amministrazione Hollande, dà vincente alle prossime elezioni Marine Le Pen. Un dato a dir poco inquietante, che, se realizzato, porterebbe al disfacimento del modello europeo. È facile immaginare il percorso: il giorno dopo aver vinto le elezioni, Le Pen, fedele ai propri slogan propagandistici, decreta l’uscita dall’Euro della Francia, seconda economia del Continente. Sfiducia degli investitori nel progetto europeo, impennata degli spread, crollo degli indici finanziari.
 
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Italia nel mirino dell’Isis
“Siamo pronti, ora la Comunità ebraica decida”. È il messaggio che il Corriere Roma (Alessandro Capponi) attribuisce al sindaco Ignazio Marino a proposito delle scelte che si andranno ad adottare sul futuro del Museo della Shoah. Afferma Marino: “L’ho detto anche abbastanza sottovoce: c’è un progetto, io personalmente rimango fermo a ciò che conosco, ovvero il progetto (di Villa Torlonia, ndr) discusso dall’assemblea dei soci fondatori. Se la Comunità ebraica, come mi sembra di leggere dai giornali, ha delle proposte diverse, la sede è sempre l’assemblea dei soci e io sono a disposizione”. Dice ancora il primo cittadino: “Io purtroppo sono fatto così, lavoro sui documenti esistenti non sulle voci. Se esiste una diversità di vedute che ha una sostanza razionale è evidente che se ne debba discutere. Al momento non ho documentazioni o indicazioni ufficiali se non voci che alcuni all’interno della comunità ebraica hanno pensieri diversi”. Domani sera il Consiglio della Comunità si rinunirà per affrontare il tema.
Vigilanza massima, anche l’Italia e Roma nel mirino dell’Isis. Lo scrive il ministro dell’Interno Angelino Alfano in una informativa alla Camera sul terrorismo di matrice religiosa: “Resta alta la guardia – si legge – verso i centri di aggregazione religiosa: 514 associazioni e 396 luoghi di culto, tra cui le quattro moschee di Roma, Milano, Colle Val D’Elsa e Ravenna”. A Trieste, intanto, sono scattati controlli su petroliere e cargo in arrivo al porto (Alberto Custodero, Repubblica).
“Non possiamo far finta di niente sul tema gravissimo degli attacchi ai cristiani che in molte parti del mondo sta diventando drammatico”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Federica Mogherini nel corso di un’audizione in Parlamento. Tra le notizie di cronaca più sanguinose l’uccisione delle tre missionarie in Burundi. Un episodio che, a detta di uno dei sacerdoti della parrocchia dove è avvenuta la strage, sarebbe avvenuto “per motivi religiosi” (Riccardo Bruno, Corriere della Sera).
Preoccupa, sempre in orbita fondamentalismo, il fenomeno di quelle che vengono chiamate ‘jihadtruppen’: ronde islamiche che, nella città di Wuppertal, hanno cercato di vigilare sulla “purezza” di determinati quartieri. “Non tollereremo la Sharia sul suolo tedesco”, ha annunciato il ministro degli Interni tedesco (Daniel Mosseri, Libero).
In vista della Giornata Europea della Cultura Ebraica in programma domenica 14 settembre Anna Foa si sofferma, su Avvenire, sul filo conduttore della manifestazione: il ruolo della donna nell’ebraismo. Scrive la storica: “Sono storie diverse nel tempo e nello spazio quelle delle donne ebree: tenute lontane dalla sfera religiosa pubblica e che, ancora oggi, almeno nell’ebraismo ortodosso, non hanno accesso al rabbinato; centrali nella vita familiare, dove sono al cuore di una religiosità fatta di riti e tradizioni domestiche; in grado nel passato di leggere e scrivere più forse di quanto non lo fossero le donne cristiane; munite talvolta di ampi spazi di autonomia lavorativa ed economica; mai sottoposte all’obbligo di coprirsi il volto, come le donne musulmane”.
 
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  davar
qui roma - paserman sul museo della shoah
"Il 27 gennaio data illusoria"
ll museo della Shoah non potrà essere inaugurato il 27 gennaio. Tutt’al più sarà possibile allestire nella sede ipotizzata all'Eur la grande mostra sulla liberazione dei lager nazisti cui la Fondazione sta lavorando da otto mesi, già prevista tenersi al Vittoriano, previo accordo con la proprietà dei locali all’Eur, effettiva disponibilità degli stessi, niente affatto certa, verifica di fattibilità e approvazione dell’abbandono del progetto di Villa Torlonia da parte del Consiglio d'amministrazione della Fondazione e del Consiglio comunale di Roma. E gli  assessori comunali Paolo Masini e Giovanna Marinelli ne sono consapevoli. Lo afferma il Presidente della Fondazione Leone Paserman. Da registrare anche le dichiarazioni in merito del sindaco di Roma Marino, del Presidente della Comunità ebraica locale Riccardo Pacifici e dell'architetto Luca Zevi, autore del progetto per la realizzazione del museo nella sede di villa Torlonia.
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giornata europea della cultura ebraica
Vita ebraica al femminile
“In particolare in una giornata che ha come tema ‘la donna’, vogliamo manifestare la nostra solidarietà a tutte le donne vittime di discriminazioni e soprusi e denunciare le inaccettabili condizioni in cui ancora oggi le donne vivono in molte parti del mondo”. Con queste parole il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna accoglie la Giornata Europea della Cultura Ebraica che avrà come città capofila Ferrara. Domenica 14 settembre in trenta paesi e settantasette località italiane, le comunità ebraiche si interrogheranno sulla madre (letteralmente) di tutte le questioni umane: la donna. Amata, cantata, vituperata, irretita, stigmatizzata, generalizzata, stereotipata; ogni donna riceve in dono (o come condanna) il proprio aggettivo senza però svelare interamente la propria essenza. Chi è la donna ebrea, come è cambiata nel tempo, cosa ha vissuto del suo secolo d’appartenenza? Centinaia di voci si interrogheranno su questa stessa domanda per poter comporre il coloratissimo mosaico di risposte.
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qui milano - jewish and the city
La cultura della libertà
Quattro serate e tre giorni pieni, una città e dieci luoghi, il tema “Pesach e il lungo cammino verso la libertà” e i tre filoni di approfondimento, la narrazione, lo straniero e la libertà appunto. Tutto pronto a Milano per la seconda edizione del festival internazionale di cultura ebraica Jewish and the City, che prenderà il via la sera di sabato 13 settembre e terminerà martedì 16. Una manifestazione che, come nel 2013, si dipanerà nei punti di riferimento della vita ebraica ma anche della cultura milanese, dalla sinagoga di via Guastalla al Teatro Franco Parenti, dalla Fondazione Corriere della Sera, alla Scuola ebraica, passando per la Biblioteca Sormani, la Rotonda di Via Besana, le Gallerie d’Italia, l’Università degli Studi di Milano, la Società Umanitaria, Palazzo Reale.
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torino spiritualità
Il festival dal "cuore intelligente"
Arriva dal Libro dei Re l’idea del “cuore intelligente”, tema della prossima edizione di Torinospiritualità. Il festival che da dieci anni a settembre porta tutta Torino a mettersi in gioco con curiosità, capacità di ascolto, apertura verso le idee più diverse quest’anno si è ispirato – come ha raccontato Armando Bonaiuto, curatore del programma di quest’anno – a Salomone, che aveva chiesto “un cuore docile” per saper distinguere il bene dal male. A D.o piacque la richiesta di Salomone e rispose “Ecco, ti concedo un cuore intelligente”, che è diventato il primo spunto, ma a fare da slogan a questa edizione c’è anche una frase che alcuni millenni dopo ha pronunciato Nelson Mandela: “Una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile”. Tra gli ospiti di quest'anno Zygmunt Bauman e Marek Halter. Interverrano, inoltre, i rabbanim Benedetto Carucci Viterbi e Alberto Moshe Somekh
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pordenonelegge
Grossman apre la festa del libro
Si accavallano, da una parte all’altra d’Italia, le presentazioni dei festival culturali: da Jewish and the City negli scorsi giorni a Milano, a Torinospiritualità e Pordenonelegge questa mattina. Come Pagine Ebraiche ha raccontato nel dossier Lingue e linguaggi, che nell'ultimo numero del giornale ha proposto un percorso fra le mille offerte di una stagione ricchissima di proposte, in molte città italiane cultura e tradizioni ebraiche sono protagoniste. Da Torino, dove l’inaugurazione è stata affidata al sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman a Pordenone, che fra i suoi oltre trecento e cinquanta autori quest’anno ha deciso di invitare sul palco, per l’apertura della quindicesima edizione della “festa del libro con gli autori” uno degli scrittori più amati. Sarà infatti l’israeliano David Grossman, a inaugurare il festival mercoledì 17 settembre, “per raccontare la sua vita di scrittore in un paese provato dalla storia”.
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pilpul
Ticketless - Venturi e la cartella
C’è tempo fino al 7 ottobre per visitare la bella mostra “La giovinezza di Franco Venturi. Fotografie e documento 1914-1952”. È stata organizzata dalla Fondazione Luigi Einaudi di Torino e il catalogo può essere scaricato dalla rete.
Cade il centenario della nascita del grande storico, ma i giornali ne hanno parlato poco. È annunciata una biografia di Adriano Viarengo, in uscita da Carocci entro la fine dell’anno. Quando frequentavo l’Università e poi la Fondazione Einaudi, dove Venturi aveva uno studio, colpivano due cose anche se non eri un suo allievo: gli occhi e la cartella. Gli occhi, nonostante l’età, erano rimasti quelli di Pantera. Occhi di Pantera era il nome di battaglia durante la Resistenza.


Alberto Cavaglion
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Periscopio - Moralità apparente
Non ho mai considerato l'identità ebraica di qualcuno come un elemento che implichi un dovere automatico di solidarietà verso lo Stato di Israele; essere ebrei, secondo me, non è né un merito, né un onere, né una responsabilità. So bene che ci sono alcuni ebrei - una minoranza, quantunque alquanto cospicua - che nutrono sentimenti non amichevoli, o peggio, verso lo Stato ebraico, e cerco di contestarne le ragioni indipendentemente dal fatto che a portarle avanti siano degli ebrei. Non faccio facile uso della controversa categoria del 'Selbsthass'.

Francesco Lucrezi, storico
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