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14 settembre 2014 - 19 Elul 5774
alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Benedetto Carucci Viterbi e di David Bidussa. Nella sezione pilpul una riflessione di Claudio Vercelli e Francesca Matalon.
 
Jonathan Sacks
@rabbisacks

12 set
We are free. Judaism is the religion of the free human being freely responding to the God of freedom

Jewish and the City@jewishandthecity
13 set
Tante persone e molta attenzione per questo #Seder, #JCITY14 è ufficialmente cominciato

 
 
Ferrara, Milano, Roma. Appuntamento con la cultura
Quindicesima Giornata Europea della Cultura Ebraica al via con Ferrara città capofila. Per introdurre l’evento l’Osservatore Romano riporta uno stralcio dell’editoriale del presidente UCEI Renzo Gattegna apparso sull’ultimo numero di Pagine Ebraiche. “Si tratta di un momento di condivisione e conoscenza, al quale aderiscono in Italia ben 77 località, che dal piccolo borgo alle grandi città, si animano di tante iniziative. Con leggerezza – sottolinea Gattegna – perché riteniamo che la cultura debba essere innanzitutto un piacere fruibile e accessibile”.

Contestualmente al via altre due iniziative dedicate alla cultura ebraica: il festival Jewish and the City di Milano, che tratta quest’anno il tema della libertà attraverso Pesach; e il Festival Internazionale di Cultura e Letteratura Ebraica di Roma, inaugurato ieri sera in occasione della Notte della Cabbala.

Su Avvenire si anticipano alcune riflessioni di Dario Calimani, protagonista nel pomeriggio a Milano nel dibattito ‘Ritrovarsi nel deserto’ assieme a David Bidussa, Gianpiero Comolli e Franco Farinelli. “L’esilio ebraico – scrive Calimani – è forse un esilio particolare, che non permette alla memoria di spegnersi, e la trasmette ai posteri. ‘È più facile strappare un ebreo all’esilio piuttosto che strappare l’esilio dall’animo dell’ebreo’, proprio perché la Terra Promessa è sentita come ‘terra perduta’. Ed è la memoria a nutrire l’esilio, a mantenere vivo il senso di appartenenza sradicata, la nostalgia dell’altrove, l’ansia del ritorno”.
Sul Corriere Roma si fa invece il punto sugli appuntamenti di giornata nella Capitale. Tra i protagonisti la chef Laura Ravaioli, che i nostri lettori conoscono anche per la rubrica mensile che tiene su Pagine Ebraiche, e lo scrittore Emanuele Trevi, che al Palazzo della Cultura sarà intervistato da Antonio Monda sulla letteratura ebraica americano.
Su Repubblica si ricorda inoltre che fino al 25 ottobre, negli spazi della Galleria d’arte moderna di Roma, è possibile visitare la mostra ‘Artiste del Novecento tra visione e identità ebraica’. Quindici artiste in mostra ciascuna delle quali capace di superare, a proprio modo, un doppio ostacolo: “Quello di essere donne in un mondo dominato anche nell’arte dagli uomini; e di essere ebree in una società spesso antisemita già prima delle leggi razziali”.

“La Cassazione fa benissimo, in linea di principio, a ribadire che il saluto romano secondo le leggi di questo Paese è un reato. Ma la linea di principio, nel 2014, si trova qualche milione di chilometri più indietro rispetto alla realtà”. È quanto scrive Michele Serra nella sua Amaca. ll saluto romano, prosegue Serra, è infatti “la norma in quasi tutti gli stadi, nella sua nevrastenica versione ultras (braccio teso che scatta ripetutamente avanti e indietro, come un serramanico impazzito); l’apologia del fascismo ispira una cospicua fetta della cartellonistica romana e più della metà delle scritte murarie della capitale; le formazioni e i partiti neofascisti sono decine, con un ricco assortimento che va dal nazifascismo classico al cattofascismo al punk antisemita alle squadracce omofobe alle birrerie hitleriane agli skinheads con tirapugni, il tutto validamente shakerato nelle ospitali curve di stadio, fanzinato, bloggato, cliccato, intervistato, ospitato nei talk show, celebrato in festose adunate con svastica, compleanni del Fuhrer, omaggi alla tomba del Duce, best seller sui partigiani cattivi e i repubblichini traditi della storia”.

L’Isis, dopo aver decapitato un nuovo ostaggio, torna a minacciare il mondo progredito e invita all’assassinio di civili e di chiunque si frapponga ai piani di conquista del Califfato. Allerta sicurezza, tra gli altri, anche per papa Bergoglio. Scrive Fiamma Nirenstein sul Giornale: “Da ieri i militanti dell’Isis hanno ricevuto un ordine eccitante, uccidete e suicidatevi, e lo hanno avuto con due video e un tweet”. Ed ecco profilarsi, sottolinea la giornalista, un ordine di attacco immediato “al mondo in cui viviamo”.
Guido Olimpio, sul Corriere, spiega intanto come negli Stati Uniti si siano formate due linee di pensiero: “Da una parte gli ‘allarmati’: per loro l’Isis è la minaccia suprema. Dall’altra i ‘prudenti’: il movimento jihadista è pericoloso, ma attenzione a non farlo più grande di quello che è finendo per favorirlo”.

Da segnalare anche le parole del presidente della Commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini. Il leader dell’Udc, durante una convention del partito, ha denunciato la crisi delle società occidentali di fronte alla minaccia del terrorismo di matrice religiosa: “I combattenti stranieri nell’Isis – afferma – sono il segno di un sorta di sbandamento dell’Europa, di uno sradicamento di motivazioni etiche. Non abbiamo più alcun valore morale, ideale. Ciò ha reso l’Europa incapace di capire dove va e cosa vuol fare”. Inoltre, conclude Casini, “abbiamo avuto paura a mettere nella Costituzione europea il richiamo alle radici giudaico-cristiane” (Il Messaggero).

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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