14 ottobre 2014 - 20 Tishri 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Roberto Della
Rocca e di Dario Calimani. Nella sezione pilpul una riflessione di
Tobia Zevi e Mario Avagliano.
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Peter Lerner @LTCPeterLerner (13 Ott)
MT “@IsraelinUK: #UK Parliament vote- "The route to Palestinian statehood runs through the negotiation room..."
Mayim Bialik
@missmayim (13 Ott)
Want to know what it looks like to assemble a sukkah? my friend, director Daniel Jankovic, did a time lapse...
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#PE24BreakingNews
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Inghilterra, il Parlamento
dice sì allo Stato palestinese
Suscita perplessità la decisione del Parlamento inglese
che ieri ha votato a favore della mozione che riconosce lo Stato della
Palestina: 274 i favorevoli e 12 i contrari, il premier David Cameron
si è astenuto. Ad annunciarlo, tra le diverse testate, la Repubblica:
“La decisione non ha conseguenze sulla politica del governo britannico,
che non cambia, continuando a sostenere il processo di pace fra Israele
e l’Autorità Palestinese con l’obiettivo della creazione concordata fra
le due parti di uno stato indipendente per i palestinesi”, il passo
però, evidenzia il quotidiano, ha un fortissimo valore simbolico.
Nell’edizione romana del Corriere della Sera, Eraldo Affinati commenta
“la macabra farsa dell’altarino organizzato da Paolo Giachini sul ponte
di Sant’Angelo in onore di Erich Priebke,
uno dei nazisti responsabili del tragico eccidio nel quale vennero
fucilate 335 persone”. Affinati si chiede: “Mettiamoci nei panni di
quei pochi che ancora possono testimoniare quanto accadde alle Fosse
Ardeatine il 24 marzo 1944. Quali sensazioni avranno provato?” Questa,
inoltre, è anche la settimana nella quale si rievoca la drammatica
deportazione degli ebrei di Roma del 16 ottobre 1943: per “gettare luce
sul passato che non passa – scrive Affinati – è necessario portare
all’attenzione collettiva i destini individuali di quanti si
contrapposero alla barbarie nazista”. Tra questi rievoca il coraggio
del partigiano Orlando Posti: “Fu torturato a via Tasso e morì alle
Fosse Ardeatine a diciotto anni. Un personaggio come lui, nel suo
entusiasmo partecipativo, può colpire l’immaginazione dei giovani più
di mille discorsi ufficiali”.
“Museo della Shoah: dal Comune
il via all’apertura delle buste”, titola il Corriere della Sera Roma.
Scrive Alessandro Capponi: “Non è ancora ufficiale, perché si attende
il cda della Fondazione (domani) ma dopo la scelta del Consiglio della
Comunità ebraica di chiedere al presidente Pacifici di ritirare le
dimissioni, il via libera appare molto probabile. Se dalla Fondazione
arrivasse il sì, già ‘il giorno seguente’ il Campidoglio convocherebbe
la riunione per aprire le buste della gara per la costruzione del Museo
a Villa Torlonia”. Nell’articolo si dà forza all’ipotesi della posa
della prima pietra per il prossimo 27 gennaio, Giorno della Memoria in
cui cadrà il 70esimo anniversario della liberazione di
Auschwitz-Birkenau, e si ripercorrono le vicende degli ultimi mesi:
“Pacifici ha, fin da questa estate, puntato a una soluzione diversa per
il Museo della Shoah. Il desiderio di dare soddisfazione alle richieste
dei sopravvissuti all’Olocausto (Piero Terracina) di riuscire a vedere
il Museo romano ha fatto da propulsore: prima si è pensato a una
destinazione all’Eur, poi il Campidoglio ha spiazzato ogni esitazione
con una proposta forse non rifiutabile, la sede temporanea nella Casina
dei Vallati, al Portico d’Ottavia, e quella definitiva dov’era
prevista, a Villa Torlonia. Trasferire il museo, infatti, avrebbe quasi
certamente fatto correre al Campidoglio (almeno secondo il parere
dell’Avvocatura) il rischio di incorrere nel ‘danno erariale’, visto
soprattutto che l’esproprio del terreno era stato ufficialmente
motivato proprio con la costruzione del Museo”. La situazione,
sottolinea Capponi, sembra ora giunta all’epilogo: “Il Consiglio della
comunità ebraica romana domenica a tarda sera ha votato una delibera
per esprimere ‘apprezzamento per la proposta operativa del sindaco di
Roma, Ignazio Marino, per la realizzazione del Museo della Shoah e
gratitudine perla disponibilità della Casina dei Vallati quale sede
della Fondazione’ (…) ha inoltre ha invitato uno dei progettisti, Luca
Zevi, a una riunione pubblica nella quale spiegare ogni aspetto del
nuovo Museo che sorgerà a Villa Torlonia”.
“Memoria, scuole in campo”, con questo titolo il quotidiano Leggo annuncia il viaggio ad Auschwitz
di 150 alunni romani: “Ad accompagnarli nel Viaggio della Memoria, il
19, 20 e 21 ottobre, saranno il sindaco Ignazio Marino, l’assessore
alla Scuola Alessandra Cattoi, il presidente della Comunità ebraica
della Capitale Riccardo Pacifici e Sami Modiano, testimone dello
sterminio”. “Un’occasione – ha dichiarato Cattoi – per far vedere che
Roma non dimentica”.
Sul Corriere della Sera il filosofo Bernard-Henri Levy
continua la riflessione sull’avanzata dell’Isis e lancia un appello
alla Turchia: “Kobane cadrà, vittima del doppio gioco di una Turchia
che, dopo aver permesso il transito ai jihadisti della regione, dopo
aver chiuso gil occhi sulle armi pesanti che gli uomini dell’Isis per
settimane hanno trasportato verso la città assediata, e che oggi
bombardano, ferma tutto, blocca tutto e fa la virtuosa impedendo non
solo alle proprie truppe, ma ai diecimila volontari curdi accorsi in
rinforzo di venire a salvare Kobane”. Levy prevede per la città un
destino sventurato simile a quello di Guernica o di Sarajevo, a meno
che: “all’ora attuale, per salvare quel che resta di Kobane c’è un solo
modo: ricorrere alla Turchia. Bisogna ricordare a Erdogan, il cui
giudizio è oscurato dal timore che un embrione di Stato curdo si
stabilisca alle sue porte, che l’Isis è anche suo nemico e che anche
per lui Kobane può segnare la fine. Occorre fargli capire che se al suo
regime, sempre più autoritario, resta la possibilità di allacciare con
l’Europa accordi economici e, un giorno, politici, tale possibilità
passa per i soccorsi portati agli eroi di Kobane”.
Le orrende scene delle decapitazioni delle quali si sono macchiati i
combattenti dell’Isis sono il punto di partenza per lo scrittore Adam Gopnik che
su Repubblica fa un excursus sul potere dell’immagine: “Il giorno
stesso dell’attacco alle Torri Gemelle un uomo tra i più saggi che io
conosca disse che l’alternativa che ci si offriva era interiorizzare le
immagini dell’attentato oppure viverlo come un danno subito. Se
avessimo consentito alle immagini (gli aerei che esplodono, la gente
che salta nel vuoto ) di continuare a girarci in mente non avremmo mai
superato la cosa”. Gopnik analizza poi il caso americano nel
particolare: “Affrontiamo il problema, gente. Non fasciamoci la testa.
Che fine ha fatto l’attitudine americana al pragmatismo, al non
lasciarsi prendere dal panico? Sparita nel nulla. Le immagini hanno
stravinto sul danno – la specificità è andata perduta, sommersa dagli
isterismi. Forse la più grave perdita morale degli ultimi quindici anni
è proprio questa da refrattari al panico gli americani sono diventati
uno dei popoli più impressionabili del pianeta”, in un mondo tempestato
di video e fotografie shock.
Il Tempo Roma riporta l’iniziativa dei Habad Lubavitch per la festa ebraica di Sukkoth:
“Quest’anno, seguendo una tradizione iniziata nel 2009, è stata
inaugurata la ‘Sukkah della Pace’ in Piazza Barberini, con il
Patrocinio di Roma Capitale. La Sukkah sarà a disposizione della gente
durante le giornate della festa e ospiterà i eventi educativi e
festivi”. È stato appunto il carattere conviviale e gioioso
dell’iniziativa le ha fatto meritare il titolo di ‘Sukkah della pace’.
La Stampa dedica un’ampia intervista all’attore e regista Roberto Benigni
che si lancia verso una nuova sfida: due serate alla Rai dedicate al
Dieci Comandamenti. Benigni spiega come è nata l’idea: “Ho sentito di
voler entrare dentro la cosa più bella del mondo, durante un’intervista
ho detto che, dopo la Costituzione, avrei voluto fare i Comandamenti e,
mentre lo dicevo, mi sono emozionato, ho capito che dovevo farlo sul
serio. È un testo di una bellezza così forte, è la testimonianza del
rapporto d’amore tra mille generazioni”. L’attore rivela poi i suoi
Comandamenti prediletti: “I due che amo di più sono quelli senza il
‘non’, paradisiaci, ‘onora il padre e la madre’ e ‘ricordati di
santificare le feste’ – e scherzando continua – Quello che mi ha creato
problemi è ‘non commettere atti impuri’ che, in realtà, nel testo
originale è diverso, ‘non commettere adulterio”.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
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