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4 novembre 2014 - 11 Cheshvan 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Il capitolo 12 di Bereshìt, che dà inizio alla storia ebraica, si apre con il comando dell'Eterno ad Abramo "lech lechà","vattene via", che potrebbe anche significare "va verso te stesso", ossia, alla ricerca di te stesso. Questo processo di individuazione, tuttavia, esige una forma di distacco dal passato, dai preconcetti ereditati, dalle norme sociali e culturali non elaborate consapevolmente.
 
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Dario
Calimani,
anglista
Hanno rubato la scritta all’ingresso di Dachau. Come se si potesse cancellare così la memoria.
MILANO - Si tiene oggi, alle 17.30, al Memoriale della Shoah la Lezione Primo Levi dal titolo “In un'altra lingua”: protagonisti Ann Goldstein, editor al New Yorker e curatrice della traduzione inglese dell’opera completa di Levi, e l’italianista Domenico Scarpa, consulente letterario del Centro Studi Primo Levi e traduttore.

ROMA - Oggi alle 18.00 presso l'Istituto Cervantes di Piazza Navona 91 "Conferenza Musicale" con Evelina Meghnagi. 
 
Mogherini e il ruolo UE
tra Israele e Gaza
“Il nodo più interessante è se riusciremo ad avere uno Stato palestinese nei miei cinque anni di mandato”. Si presenta così Federica Mogherini nella sua prima intervista, rilasciata a Marco Zatterin de La Stampa, in veste di Alto rappresentante della Politica Estera dell’Unione Europea. Il conflitto tra israeliani e palestinesi sarà al centro del nuovo corso di Bruxelles e per questo Mogherini ha scelto come prima missione diplomatica un viaggio in Israele e nella Striscia di Gaza, (previsto per venerdì prossimo). Un viaggio “per parlare alla gente, per passare qualche messaggio e, soprattutto, per ascoltare – afferma l’ex ministro degli Esteri italiano nel corso dell’intervista – La nostra responsabilità è di andare a vedere se, come sembra, ci sono margini perché l’Europa eserciti un ruolo”. Su un possibile riconoscimento da parte dell’Unione Europea dello Stato palestinese, come accaduto in Svezia, Mogherini – che parla di Tel Aviv e non di Gerusalemme come riferimento diplomatico per Israele – afferma che “il riconoscimento è una prerogativa degli Stati, non rientra nelle competenze dell’Ue. Ciò non toglie che ci sia un potenziale politico nelle mani dell’Ue se sarà unita. L’obiettivo primario è uno Stato palestinese, perché allora potremmo discutere su cosa si può effettivamente riconoscere”. Secondo il capo diplomatico dell’UE la nascita di uno stato palestinese dipende da “un problema di volontà politica e leadership interna, in Israele e in Palestina. Dopo i fatti di Gaza, il desiderio della gente è che non si vada avanti così per vent’anni. Anche perché, in assenza di rappacificazione, avremo una Gaza dopo l’altra. C’è una consapevolezza che rappresenta una finestra di opportunità”. Sempre su La Stampa, Maurizio Molinari ricostruisce in breve la situazione vissuta nelle ultime settimane in Israele, con le tensioni a Gerusalemme Est e i negoziati di pace da tempo fermi. Tanto che, scrive Molinaro, “tutti i protagonisti si allontanano dalla soluzione dei due Stati”.
“Cosa ci fa il busto del presidente del Tribunale della razza nel corridoio nobile della Corte costituzionale?”, si chiede Gian Antonio Stella dalle pagine del Corriere della Sera.
 
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  davar
ABEL BALBO SI RACCONTA A PAGINE EBRAICHE
"La religione nel calcio
è troppo spesso esibizionismo"

“Quando il trascendente conquista gli stadi”. È il titolo con cui aprivamo il dossier Sport pubblicato sul numero di agosto di Pagine Ebraiche. In prima pagina le braccia al cielo di David Luiz, simbolo di un Brasile attraversato in quei giorni da fermenti agonistico-spirituali propagati dai media nei cinque continenti. Sport e religione: una narrazione sempre più attuale, un tema ormai prorompente sulla stampa sia italiana che internazionale. Tuttavia c'è chi pensa che esistano distorsioni da correggere nel rapporto tra pubblico e privato. È la tesi di Abel Balbo, ex centravanti della nazionale argentina e grande protagonista della Serie A a cavallo tra anni Ottanta e Novanta. Gli appassionati lo ricordano per le numerose gioie date ai tifosi di Roma, Fiorentina, Parma e Udinese ma anche per il modo intenso e raccolto in cui ha sempre professato il proprio credo. Braccia rivolte al cielo, ma estrema sobrietà nei gesti e nessuno spazio all'apparenza fine a se stessa. “Non mi piacciono gli esibizionismi e chi vive la religione in questo modo. Cristiani, musulmani o ebrei non fa differenza – dice Abel – gli sportivi lancino piuttosto messaggi positivi. È un'opportunità da non sprecare, soprattutto in tempi difficili come questi”.
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qui genova
Una marcia per non dimenticare
Una città unita. Senza distinzioni culturali e sociali. Italiani e non Insieme per affermare l’ineludibile valore della Memoria. Dalla Galleria Mazzini in sinagoga: centinaia di persone in marcia, nonostante il maltempo, in occasione del tradizionale corteo organizzato da Comunità ebraica e Comunità di Sant’Egidio per ricordare la deportazione di 256 ebrei genovesi avvenuto il 3 novembre del 1943. “Io ero un ragazzino, quel giorno due SS costrinsero il custode a chiamare gli iscritti per una riunione importante, il giorno dopo, mentre salivano per via Bertora, vennero presi uno a uno” ha spiegato Piero Dello Strologo, oggi presidente del Centro Culturale Primo Levi, all’epoca giovanissimo testimone oculare dei fatti. Ad essere ricordata anche l’apposizione di una pietra d’inciampo, avvenuta nel 2012, in memoria del rabbino capo Riccardo Pacifici, che fu catturato proprio in Galleria Mazzini a seguito di una delazione. In sinagoga gli interventi del sindaco Marco Doria, del rabbino capo (e presidente Ari) Giuseppe Momigliano, del presidente della Comunità ebraica Amnon Cohen e del presidente di Sant’Egidio Andrea Chiappori.
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QUI ROMA
Spinoza e la grammatica ebraica
“A proposito dei rapporti di Baruch Spinoza con l’ebraismo”, questo il tema affrontato ieri al Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Tullia Zevi, organizzato in collaborazione con l’Iliesi, Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee, sulla base del “Compendio della grammatica” a cura di Pina Totaro e Massimo Gargiulo (ed. Olschki). Un testo tradotto per la prima volta dal latino e l’ebraico con un’introduzione approfondita e un apparato di note e commenti. A moderare Ilana Bahbout del Dipartimento Educazione e Cultura che introduce i relatori Myriam Silvera, coordinatrice del Corso di Laurea in Cultura Ebraica e del master in Cultura ebraica e Comunicazione dell’UCEI, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, la professoressa di filosofia del linguaggio Irene Rosièr-Catach, Laura Minervini, docente di filologia romanza dell’Università Federico II di Napoli e i due curatori, in un pomeriggio di studio che dimostra il legame indissolubile di Baruch Spinoza con la propria identità.
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qui milano - residenza sanitaria anziani
Un bando per il nuovo direttore
Esperienza di management in strutture complesse, maturata in area risorse umane e controllo e finanza. Doti di leadership, interesse e motivazione ad operare in ambito sociale, autonomia, lavoro per obiettivi, flessibilità. Gradita anche una cultura universitaria.
Sono i requisiti richiesti dalla Comunità ebraica di Milano per la scelta della nuova figura di direttore della Residenza Sanitaria Anziani.
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qui milano
Guardare Israele da sinistra
La sinistra italiana, nel suo complesso, deve aprire un nuovo capitolo nei suoi rapporti con Israele. Superare una visione del conflitto tra israeliani e palestinesi schiacciata sull'idea che i primi rappresentino, in un ipotetico film western, i cowboy cattivi e i secondi gli indiani buoni. Riallacciarsi alle radici comuni e prendere spunto da Israele su alcune questioni, ad esempio sul rispetto dei diritti civili per le coppie di fatto. Questi alcuni dei temi dibattuti ieri a Milano nel corso della presentazione al teatro Franco Parenti del libro di Fabio Nicolucci,  Sinistra e Israele (Salerno editore). Un momento di riflessione organizzato dal responsabile Cultura del Pd di Milano e Provincia Daniel Nahum, a cui hanno partecipato – oltre all'autore – l'ambasciatore di Israele in Italia Naor Gilon e il sottosegretario alle Riforme Costituzionali Ivan Scalfarotto. A moderare l'incontro Marta Ottaviani, giornalista de La Stampa e Avvenire. In apertura, invece, i saluti della direttrice del Parenti Andrée Ruth Shammah e Stefano Jesurum, consigliere della Comunità ebraica di Milano e in rappresentanza del gruppo Sinistra per Israele, a cui si sono affiancati quelli di Alessandro Alfieri, segretario Pd Lombardia e di Pietro Bussolati, segretario PD di Milano.
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qui milano
Domande sull'identità 
Terzo appuntamento del dibattito a puntate organizzato da Kesher a Milano per indagare fino in fondo l'identità ebraica, sulla scia delle riflessioni di Ben Gurion riportate e analizzate da Eliezer Ben Rafael in “Cosa significa essere ebreo? 50 Saggi rispondono a Ben Gurion”, tradotto in italiano dal francese a cura dell’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas e pubblicato in ebook da Proedi (Milano). A inserirsi nel discorso ieri sera rav Paolo Sciunnach e Mino Chamla, entrambi insegnanti alla Scuola della Comunità ebraica di Milano. Incentrato nello specifico sul rapporto tra identità ebraica e Sionismo l'intervento di rav Sciunnach.
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QUI ROMA - PITIGLIANI KOLNO'A FESTIVAL
Israele e la ricerca delle origini
Continuano gli appuntamenti con il Pitigliani Kolno’a Festival, la rassegna italiana dei film più discussi e premiati d'Israele. Oggi a partire dalle 18.00 alla Casa del Cinema di Roma le sale Kodak e Deluxe proietteranno lungometraggi che riflettono su generi e temi disparati: si inizia con The escape, il documentario di Meni Elias che segue il viaggio di alcuni ragazzi israeliani in Europa mentre tentano di ricostruire la fuga degli ebrei verso la Palestina durante la Seconda Guerra Mondiale supportati dal movimento Habricha. Alle 19.00 Bethlehem, di Yuval Adler: presentato al Festival del Cinema di Venezia, pone l’accento sul rapporto tra i servizi segreti israeliani e le spie palestinesi nella vicenda personale di Razi e Sanfur. Per il ciclo dedicato al compianto attore e regista Assi Dayan, alle 19 e 30 verrà proiettato il lavoro sceneggiato e diretto da lui nel ’92, Life according to Agfa, ambientato in un pub di Tel Aviv. Alle 21.00 sarà la volta di Big Bad Wolf (Chi ha paura del lupo cattivo?), il thriller preferito da Quentin Tarantino realizzato da Aharon Keshales e Navot Papushado nel quale la vendetta la fa da padrone. Si concluderà alle 21 e 45 con la replica di The Good Son, il documentario di Shirly Berkovitz che ne cura anche la fotografia. Una densa quarta giornata del festival che si terminerà domani al Centro Ebraico Pitigliani.
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pilpul
Brava gente
Che gli italiani fossero brava gente, per fortuna, ce lo siamo levati dalla testa già da un po’. Ce lo hanno spiegato, con dovizia di particolari, gli studi sul colonialismo italiano in Africa o quelli sui rapporti tra fascismo e nazismo. Forse è proprio questo concetto a essere sbagliato: non esistono popoli “bravi” e cattivi, ognuno è responsabile di quello che fa e l’essere umano non si comporta tendenzialmente bene.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Il busto di Azzariti
Da presidente del Tribunale della Razza a presidente della Corte Costituzionale. Il suo busto “adorna” tuttora il corridoio della Suprema Corte (così come tante strade in giro per l’Italia sono ancora intitolate a personaggi razzisti e antisemiti). È la storia paradossale del napoletano Gaetano Azzariti.
Ne avevamo già parlato io e Marco Palmieri nel libro “Di pura razza italiana”. La sua vicenda è stata approfondita da Massimiliano Boni, consigliere della Corte costituzionale, in un saggio sulla rivista del Mulino «Contemporanea», di cui ha parlato anche Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.


Mario Avagliano
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Humans of Israel - Rochale
"Quel giorno mia figlia aveva dicei anni. Mi chiese di vedere le persone famose sul palco. Finito il discorso e il canto Shir la Shalom la portai a pochi metri da lui, che si muoveva trasportato dalla folla, come di consueto. Non vidi il terrorista, si udì uno sparo e dei movimenti sconvolgenti. Vedemmo Rabin ferito, poi capimmo. Lei reagì chiedendomi di cambiare paese"
"Cosa ci fate questa sera sulla stessa piazza?"
"Una volta cresciuta si è unita al movimento Shalom Achshav (Pace adesso), dove militiamo assieme per lo stesso messaggio e sulla stessa piazza. Diciannove anni dopo".

Jonathan Misrachi




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