Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Il
capitolo 12 di Bereshìt, che dà inizio alla storia ebraica, si apre con
il comando dell'Eterno ad Abramo "lech lechà","vattene via", che
potrebbe anche significare "va verso te stesso", ossia, alla ricerca di
te stesso. Questo processo di individuazione, tuttavia, esige una forma
di distacco dal passato, dai preconcetti ereditati, dalle norme sociali
e culturali non elaborate consapevolmente.
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Dario
Calimani,
anglista
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Hanno rubato la scritta all’ingresso di Dachau. Come se si potesse cancellare così la memoria.
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MILANO
- Si tiene oggi, alle 17.30, al Memoriale della Shoah la Lezione Primo
Levi dal titolo “In un'altra lingua”: protagonisti Ann Goldstein,
editor al New Yorker e curatrice della traduzione inglese dell’opera
completa di Levi, e l’italianista Domenico Scarpa, consulente
letterario del Centro Studi Primo Levi e traduttore.
ROMA - Oggi alle 18.00 presso l'Istituto Cervantes di Piazza Navona 91 "Conferenza Musicale" con Evelina Meghnagi.
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Mogherini e il ruolo UE
tra Israele e Gaza |
“Il
nodo più interessante è se riusciremo ad avere uno Stato palestinese
nei miei cinque anni di mandato”. Si presenta così Federica Mogherini
nella sua prima intervista, rilasciata a Marco Zatterin de La Stampa,
in veste di Alto rappresentante della Politica Estera dell’Unione
Europea. Il conflitto tra israeliani e palestinesi sarà al centro del
nuovo corso di Bruxelles e per questo Mogherini ha scelto come prima
missione diplomatica un viaggio in Israele e nella Striscia di Gaza,
(previsto per venerdì prossimo). Un viaggio “per parlare alla gente,
per passare qualche messaggio e, soprattutto, per ascoltare – afferma
l’ex ministro degli Esteri italiano nel corso dell’intervista – La
nostra responsabilità è di andare a vedere se, come sembra, ci sono
margini perché l’Europa eserciti un ruolo”. Su un possibile
riconoscimento da parte dell’Unione Europea dello Stato palestinese,
come accaduto in Svezia, Mogherini – che parla di Tel Aviv e non di
Gerusalemme come riferimento diplomatico per Israele – afferma che “il
riconoscimento è una prerogativa degli Stati, non rientra nelle
competenze dell’Ue. Ciò non toglie che ci sia un potenziale politico
nelle mani dell’Ue se sarà unita. L’obiettivo primario è uno Stato
palestinese, perché allora potremmo discutere su cosa si può
effettivamente riconoscere”. Secondo il capo diplomatico dell’UE la
nascita di uno stato palestinese dipende da “un problema di volontà
politica e leadership interna, in Israele e in Palestina. Dopo i fatti
di Gaza, il desiderio della gente è che non si vada avanti così per
vent’anni. Anche perché, in assenza di rappacificazione, avremo una
Gaza dopo l’altra. C’è una consapevolezza che rappresenta una finestra
di opportunità”. Sempre su La Stampa, Maurizio Molinari ricostruisce in
breve la situazione vissuta nelle ultime settimane in Israele, con le
tensioni a Gerusalemme Est e i negoziati di pace da tempo fermi. Tanto
che, scrive Molinaro, “tutti i protagonisti si allontanano dalla
soluzione dei due Stati”.
“Cosa ci fa il busto del presidente del Tribunale della razza nel
corridoio nobile della Corte costituzionale?”, si chiede Gian Antonio
Stella dalle pagine del Corriere della Sera.
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qui genova
Una marcia per non dimenticare
Una
città unita. Senza distinzioni culturali e sociali. Italiani e non
Insieme per affermare l’ineludibile valore della Memoria. Dalla
Galleria Mazzini in sinagoga: centinaia di persone in marcia,
nonostante il maltempo, in occasione del tradizionale corteo
organizzato da Comunità ebraica e Comunità di Sant’Egidio per ricordare
la deportazione di 256 ebrei genovesi avvenuto il 3 novembre del 1943.
“Io ero un ragazzino, quel giorno due SS costrinsero il custode a
chiamare gli iscritti per una riunione importante, il giorno dopo,
mentre salivano per via Bertora, vennero presi uno a uno” ha spiegato
Piero Dello Strologo, oggi presidente del Centro Culturale Primo Levi,
all’epoca giovanissimo testimone oculare dei fatti. Ad essere ricordata
anche l’apposizione di una pietra d’inciampo, avvenuta nel 2012, in
memoria del rabbino capo Riccardo Pacifici, che fu catturato proprio in
Galleria Mazzini a seguito di una delazione. In sinagoga gli interventi
del sindaco Marco Doria, del rabbino capo (e presidente Ari) Giuseppe
Momigliano, del presidente della Comunità ebraica Amnon Cohen e del
presidente di Sant’Egidio Andrea Chiappori. Leggi
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QUI ROMA Spinoza e la grammatica ebraica
“A
proposito dei rapporti di Baruch Spinoza con l’ebraismo”, questo il
tema affrontato ieri al Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Tullia Zevi, organizzato in collaborazione con
l’Iliesi, Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle
Idee, sulla base del “Compendio della grammatica” a cura di Pina Totaro
e Massimo Gargiulo (ed. Olschki). Un testo tradotto per la prima volta
dal latino e l’ebraico con un’introduzione approfondita e un apparato
di note e commenti. A moderare Ilana Bahbout del Dipartimento
Educazione e Cultura che introduce i relatori Myriam Silvera,
coordinatrice del Corso di Laurea in Cultura Ebraica e del
master in Cultura ebraica e Comunicazione dell’UCEI, il rabbino capo di
Roma Riccardo Di Segni, la professoressa di filosofia del linguaggio
Irene Rosièr-Catach, Laura Minervini, docente di filologia romanza
dell’Università Federico II di Napoli e i due curatori, in un
pomeriggio di studio che dimostra il legame indissolubile di Baruch
Spinoza con la propria identità.
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qui milano
Guardare Israele da sinistra
La
sinistra italiana, nel suo complesso, deve aprire un nuovo capitolo nei
suoi rapporti con Israele. Superare una visione del conflitto tra
israeliani e palestinesi schiacciata sull'idea che i primi
rappresentino, in un ipotetico film western, i cowboy cattivi e i
secondi gli indiani buoni. Riallacciarsi alle radici comuni e prendere
spunto da Israele su alcune questioni, ad esempio sul rispetto dei
diritti civili per le coppie di fatto. Questi alcuni dei temi dibattuti
ieri a Milano nel corso della presentazione al teatro Franco Parenti
del libro di Fabio Nicolucci, Sinistra e Israele (Salerno
editore). Un momento di riflessione organizzato dal responsabile
Cultura del Pd di Milano e Provincia Daniel Nahum, a cui hanno
partecipato – oltre all'autore – l'ambasciatore di Israele in Italia
Naor Gilon e il sottosegretario alle Riforme Costituzionali Ivan
Scalfarotto. A moderare l'incontro Marta Ottaviani, giornalista de La
Stampa e Avvenire. In apertura, invece, i saluti della direttrice del
Parenti Andrée Ruth Shammah e Stefano Jesurum, consigliere della
Comunità ebraica di Milano e in rappresentanza del gruppo Sinistra per
Israele, a cui si sono affiancati quelli di Alessandro Alfieri,
segretario Pd Lombardia e di Pietro Bussolati, segretario PD di Milano.
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Brava gente |
Che
gli italiani fossero brava gente, per fortuna, ce lo siamo levati dalla
testa già da un po’. Ce lo hanno spiegato, con dovizia di particolari,
gli studi sul colonialismo italiano in Africa o quelli sui rapporti tra
fascismo e nazismo. Forse è proprio questo concetto a essere sbagliato:
non esistono popoli “bravi” e cattivi, ognuno è responsabile di quello
che fa e l’essere umano non si comporta tendenzialmente bene.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- Il busto di Azzariti |
Da
presidente del Tribunale della Razza a presidente della Corte
Costituzionale. Il suo busto “adorna” tuttora il corridoio della
Suprema Corte (così come tante strade in giro per l’Italia sono ancora
intitolate a personaggi razzisti e antisemiti). È la storia paradossale
del napoletano Gaetano Azzariti. Ne avevamo già parlato io e Marco
Palmieri nel libro “Di pura razza italiana”. La sua vicenda è stata
approfondita da Massimiliano Boni, consigliere della Corte
costituzionale, in un saggio sulla rivista del Mulino «Contemporanea»,
di cui ha parlato anche Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.
Mario Avagliano
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Humans of Israel - Rochale |
"Quel
giorno mia figlia aveva dicei anni. Mi chiese di vedere le persone
famose sul palco. Finito il discorso e il canto Shir la Shalom la portai a pochi metri da lui, che si muoveva trasportato dalla folla, come di consueto. Non vidi il terrorista, si udì uno sparo e dei movimenti sconvolgenti. Vedemmo Rabin ferito, poi capimmo. Lei reagì chiedendomi di cambiare paese"
"Cosa ci fate questa sera sulla stessa piazza?"
"Una volta cresciuta si è unita al movimento Shalom Achshav (Pace
adesso), dove militiamo assieme per lo stesso messaggio e sulla stessa
piazza. Diciannove anni dopo".
Jonathan Misrachi
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