Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Uno
dei presupposti fondamentali dell’unità, secondo Shem mi- Shmuèl, è che
se si aggiunge qualcosa di estraneo ad un set completo se ne deforma
l’entità. Se aggiungiamo alle quattro piante del Lulàv una quinta
specie, per esempio una mela, snatureremmo completamente il senso di
questa mitzwà. Non avremmo più gli arbà minìm più una mela, ma
piuttosto, qualcosa privo di qualsiasi valore. La stessa cosa vale per
le dodici tribù che formano un’entità nazionale completa. Yaakòv ha
capito, attraverso il test delle dodici pietre che si affratellano, che
aggiungere o togliere qualcosa a questa entità equivarrebbe a privarla
della sua unicità.
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Dario
Calimani,
anglista
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Due
generi di persone mettono paura: gli storici di parte che selezionano i
fatti per costruire significati propri, e i nuovi retori che accendono
le folle sui social networks. Prima o poi qualcuno si ustiona.
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Roma,
oggi alle 17.30, presso l'Istituto della Enciclopedia Italiana,
presentazione del libro di Isaac Orobio De Castro "Prevenciones divinas
contra la vana idolatrìa des la gentes" (Leo S. Olschki Editore) curato
da Myriam Silvera. A discuterne con la curatrice, Massimo Bray, rav
Riccardo Di Segni e Anna Foa. Presiede Tullio Gregory.
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Israele dagli occhi di
Paolo Gentiloni
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Israele
dagli occhi dell’Italia. Il ministro degli Esteri italiano Paolo
Gentiloni, intervistato da Marco Ventura sul Messaggero, riflette
riguardo i rapporti diplomatici e gli equilibri mondiali. E quando
Ventura gli fa presente che la sua posizione nei confronti del
conflitto israelo-palestinese si differenzia da quella del suo
predecessore Federica Mogherini, risponde: “No. Rivendico una totale
continuità della nostra politica estera. Parlo di continuo con Federica
nella collocazione di responsabile della politica estera e di sicurezza
della Ue. E siamo perfettamente allineati. La tempesta in corso rischia
di mettere a repentaglio anche il percorso individuato da due decenni
per arrivare alla meta, ossia che Israele possa vivere in sicurezza e
la Palestina possa avere un suo Stato. C’è il rischio di un’escalation
di tipo religioso del conflitto. Bisogna astenersi da atti gravissimi
come quello della Sinagoga, ma anche da misure come le limitazioni
all’accesso alla spianata delle moschee”. L’Italia riconoscerà dunque
lo Stato della Palestina? “Per noi e per i Paesi europei il
riconoscimento è sul tavolo, ma non può esaurirsi in una mera petizione
di principio. Deve essere un mezzo da utilizzare al momento più
opportuno per riavviare il negoziato. Per arrivarci davvero, allo Stato
palestinese”.
La legione straniera che combatte per la Palestina. Sulla Stampa il
reportage di Maurizio Molinari in Cisgiordania. Molinari entra nella
stanza dell’ospedale di Ramallah dove è ricoverato l’italiano ferito da
un soldato israeliano durante gli scontri di venerdì scorso: “Fra
bandiere palestinesi, vasi di fiori e strumenti medici l’italiano che
si fa chiamare Patrick Corsi è seduto assieme a Sophie, 31 anni di
Copenhagen, Malia, 21 anni di Berlino e Karyn, 28 anni dello Stato di
New York. Fanno parte di uno dei gruppi dell’«International Solidarity
Movement» (Ism)”. Un gruppo unito dalla convinzione che “il conflitto
in Medio Oriente abbia come unico responsabile Israele”.
Un sospiro di sollievo. Non è stata rapita da Isis Gillian Ghila
Rosenberg, la trentunenne israeliana arruolatasi in Siria con le forze
curde. La notizia di Ma’ariv viene riportata oggi da Avvenire.
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qui roma - CER INTERNET ENTREPRENEURS Prize
Un premio per il Tikkun Olam
“Una
nuova generazione di giovani imprenditori nel campo di internet e delle
startup digitali sta fiorendo in tutto il mondo. La motivazione che li
spinge non è il mero guadagno economico ma un sentimento altruistico.
Noi vogliamo coltivare una generazione di imprenditori non egoisti”,
questa la mission del Cer Internet Entrepreneurs Prize, il premio
indetto dalla Conferenza dei Rabbini Europei, la cui cerimonia si
svolgerà domani nella suggesitiva cornice dell’Ara Pacis di Roma. Un
riconoscimento che promuove il concetto di “Tikkun Olam, la riparazione
del mondo e che diffonde l’armonia di tutta la società”, un principio
declinato in questo caso al progresso tecnologico con applicazioni che
abbracciano aree diverse come il business, i viaggi, l’educazione o la
cultura. Se lo scorso anno la premiazione si è svolta nel Lussemburgo
alla presenza del Duca del Lussemburgo, la principessa Stephanie e il
vice primo ministro Etienne Schneider, Roma si prepara ad accogliere i
nuovi vincitori che si batteranno per il primo posto: Ivar Maksutov e
Elena Verevkina, Meidad Pariente e Sacha Nasan. Il diciottenne belga
Sasha Nasan ha sviluppato il sito GetTalenty.com con la relativa app,
un social network per scoprire giovani talentuosi. Meidad Pariente è
invece, insieme alla moglie Maya, il cervello dietro la MayDay App,
l’applicazione che in caso di pericolo permette di inviare messaggi di
aiuto. Dalla russia arriva invece il progetto di Ivar Maksutov e Elena
Verevkina fondatori della casa editrice PostNauka, voce privilegiata di
dagli scienziati per raggiungere il pubblico.
(Nella foto un’immagine della passata edizione del premio)
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a roma il ricordo dei pogrom
"Ebrei dai paesi arabi,
un esempio d'integrazione"
Una
chiave di lettura è la resilienza, la capacità di far fronte agli
eventi traumatici e di riorganizzare la propria vita davanti alle
difficoltà. È questo, secondo Liliana Picciotto, il segreto che sta
dietro al formidabile contributo che gli ebrei fuggiti dai paesi arabi
con i pogrom degli Anni Sessanta hanno saputo offrire non solo alla
vita comunitaria ma a tutta l'Italia: da Milano a Roma a Livorno.
La storica del Cdec e consigliere UCEI, originaria ella stessa di
Alessandria d'Egitto, guida i presenti in un viaggio che dai secoli più
remoti e dalle alterne vicende storiche che sarebbero seguite arriva
fino al percorso di valorizzazione delle diverse edot (etnie) che
compongono la Comunità ebraica milanese realizzato per il Cdec.
Occasione del suo intervento l'incontro “Ebrei dai paesi arabi: da
profughi a cittadini” organizzato congiuntamente da Ambasciata
d'Israele a Roma e Comunità di Sant'Egidio. Sul palco, accanto a
Picciotto, l'ambasciatore Naor Gilon, il presidente di Sant'Egidio
Marco Impagliazzo, lo storico e fondatore di Sant'Egidio Andrea
Riccardi. Ad intervenire anche il presidente degli ebrei tripolini
della Capitale, Scialom Tesciuba, e tre testimoni diretti dall'Egitto,
dalla Libia e dalla Siria. Il tema delle persecuzioni e della fuga
degli ebrei dai paesi arabi è intanto nell'agenda delle Nazioni Unite
grazie a un evento (“La storia non raccontata di 850mila profughi”)
organizzato dal World Jewish Congress e da altre associazioni ebraiche
internazionali. Tra gli ospiti, oltre al presidente del WJC Ronald
Lauder, anche il ministro israeliano dell'Acqua, dell'Energia e del Gas
Silvan Shalom.
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qui ferrara - la visita di rav irving Greenberg
La sfida del dialogo
Il
dialogo tra Ebraismo e Cristianesimo come fulcro per superare la crisi
dell’Occidente. Per riaffermare i valori della democrazia, della
dignità umana, del pluralismo religioso e culturale. Per lavorare
insieme al Tikkun Olam, alla riparazione del mondo. Non è una ricetta
quella proposta da rav Irving Izchak Greenberg, tra le figure più
conosciute dell’ebraismo contemporaneo, ma una sfida per il futuro con
solide radici nel presente. Il rav, protagonista dell'incontro sul
dialogo ebraico-cristiano tenutosi a Salerno a fine novembre, ha avuto
modo di spiegare il suo pensiero a Ferrara nel corso di un dibattito
organizzato dal dipartimento di Studi Umanistici che ha visto la
partecipazione dell’arcivescovo della città Luigi Negri. Un momento di
riflessione intenso, tenutosi nell’aula magna del dipartimento di
Economia, a cui è seguito l’incontro con il sindaco di Ferrara Tiziano
Tagliani e con il vicesindaco Massimo Maisto.
L’Università estense ha voluto inoltre tributare un proprio
riconoscimento al rav per il suo impulso al dialogo interreligioso così
come per il suo apporto al pensiero contemporaneo, in particolare
rispetto alla Shoah, consegnandogli la medaglia dell’Ateneo. A
conferire l'onorificenza, il direttore del dipartimento di Studi
umanistici professor Matteo Galli. Tra i promotori dell’iniziativa
Alberto Jori, docente di Filosofia, che ha presentato in apertura il
pensiero di rav Greenberg, mentre le conclusioni sono state affidate
all’anglista Paola Spinozzi. I calorosi saluti del rabbino capo di
Ferrara Luciano Caro e di rav Giuseppe Laras, presidente del Tribunale
Rabbinico del Centro Nord Italia, sono stati invece letti da Vittorio
Bendaud, assistente di rav Laras. Presente in sala, tra gli altri, il
Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Eileen Cartoon.
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No hate |
Per
fortuna, sembrerebbe che i manifestanti non abbiano impedito ai bambini
rom di andare a scuola. La Questura di Roma si è incaricata di smentire
questa prima ricostruzione, che accusava i dimostranti di estrema
destra di Casa Pound e di Blocco studentesco di aver ostruito il
passaggio ai bambini del campo di via Cesare Lumbroso, periferia Nord
Ovest della Capitale. Speriamo proprio che sia così, che non ci sia mai
dato di assistere all’odio più abietto, quello verso i bambini, che
oltretutto mortificherebbe la scuola, uno dei pochi strumenti di
integrazione di cui disponiamo.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- Comunità ebraica di Asti, una mostra sulla persecuzione |
Una
mostra sulla persecuzione subita dalla comunità ebraica di Asti in
seguito alle leggi razziste del 1938, intitolata “Enrica Jona: il
mestiere di testimone. Testi e documenti” è in corso nella bella città
piemontese fino al 14 dicembre (dal venerdì alla domenica, 16-18) e
sarà poi riaperta il 16 gennaio. Enrica Jona, classe 1910, fu
allontanata dall’insegnamento in seguito alle leggi razziste. Venne
arrestata ad Asti il 25 maggio 1944 (due giorni dopo furono catturati
anche i genitori, Leopoldo Ezechia Jona e Olga Levi). Imprigionata a
Torino e a Milano, fu poi trasferita al campo di transito di Fossoli e
di qui inviata ad Auschwitz il 26 giugno 1944 e immatricolata a
Birkenau col numero A-8472. Trasferita a Ravensbrück e Neustadt-Glewe,
fu liberata durante l’evacuazione da quest’ultimo Lager. I genitori,
deportati da Verona ad Auschwitz il 2 agosto 1944, vennero invece
uccisi all’arrivo a Birkenau. Enrica Jona è morta ad Asti il 24 agosto
2000.
Mario Avagliano
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