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2 dicembre 2014 - 10 Kislev 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Uno dei presupposti fondamentali dell’unità, secondo Shem mi- Shmuèl, è che se si aggiunge qualcosa di estraneo ad un set completo se ne deforma l’entità. Se aggiungiamo alle quattro piante del Lulàv una quinta specie, per esempio una mela, snatureremmo completamente il senso di questa mitzwà. Non avremmo più gli arbà minìm più una mela, ma piuttosto, qualcosa privo di qualsiasi valore. La stessa cosa vale per le dodici tribù che formano un’entità nazionale completa. Yaakòv ha capito, attraverso il test delle dodici pietre che si affratellano, che aggiungere o togliere qualcosa a questa entità equivarrebbe a privarla della sua unicità.
 
Dario
Calimani,
anglista
Due generi di persone mettono paura: gli storici di parte che selezionano i fatti per costruire significati propri, e i nuovi retori che accendono le folle sui social networks. Prima o poi qualcuno si ustiona.
 
Roma, oggi alle 17.30, presso l'Istituto della Enciclopedia Italiana, presentazione del libro di Isaac Orobio De Castro "Prevenciones divinas contra la vana idolatrìa des la gentes" (Leo S. Olschki Editore) curato da Myriam Silvera. A discuterne con la curatrice, Massimo Bray, rav Riccardo Di Segni e Anna Foa. Presiede Tullio Gregory.
 
 
Israele dagli occhi di
Paolo Gentiloni
Israele dagli occhi dell’Italia. Il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, intervistato da Marco Ventura sul Messaggero, riflette riguardo i rapporti diplomatici e gli equilibri mondiali. E quando Ventura gli fa presente che la sua posizione nei confronti del conflitto israelo-palestinese si differenzia da quella del suo predecessore Federica Mogherini, risponde: “No. Rivendico una totale continuità della nostra politica estera. Parlo di continuo con Federica nella collocazione di responsabile della politica estera e di sicurezza della Ue. E siamo perfettamente allineati. La tempesta in corso rischia di mettere a repentaglio anche il percorso individuato da due decenni per arrivare alla meta, ossia che Israele possa vivere in sicurezza e la Palestina possa avere un suo Stato. C’è il rischio di un’escalation di tipo religioso del conflitto. Bisogna astenersi da atti gravissimi come quello della Sinagoga, ma anche da misure come le limitazioni all’accesso alla spianata delle moschee”. L’Italia riconoscerà dunque lo Stato della Palestina? “Per noi e per i Paesi europei il riconoscimento è sul tavolo, ma non può esaurirsi in una mera petizione di principio. Deve essere un mezzo da utilizzare al momento più opportuno per riavviare il negoziato. Per arrivarci davvero, allo Stato palestinese”.

La legione straniera che combatte per la Palestina. Sulla Stampa il reportage di Maurizio Molinari in Cisgiordania. Molinari entra nella stanza dell’ospedale di Ramallah dove è ricoverato l’italiano ferito da un soldato israeliano durante gli scontri di venerdì scorso: “Fra bandiere palestinesi, vasi di fiori e strumenti medici l’italiano che si fa chiamare Patrick Corsi è seduto assieme a Sophie, 31 anni di Copenhagen, Malia, 21 anni di Berlino e Karyn, 28 anni dello Stato di New York. Fanno parte di uno dei gruppi dell’«International Solidarity Movement» (Ism)”. Un gruppo unito dalla convinzione che “il conflitto in Medio Oriente abbia come unico responsabile Israele”.

Un sospiro di sollievo. Non è stata rapita da Isis Gillian Ghila Rosenberg, la trentunenne israeliana arruolatasi in Siria con le forze curde. La notizia di Ma’ariv viene riportata oggi da Avvenire.
 
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  davar
israele
Il governo è in crisi,

si va verso elezioni anticipate
Accuse reciproche e governo israeliano agli sgoccioli. Sembra infatti prossima la dissoluzione della coalizione guidata dal premier Benjamin Netanyahu dopo il feroce scontro delle ultime ore tra il capo di governo e il suo ministro delle Finanze Yair Lapid. Domani alla Knesset si voterà sullo scioglimento del parlamento e uomini del Likud, il partito di Netanyahu, fanno sapere che voteranno a favore. Si prospetta così per l'elettorato israeliano un ritorno alle urne già per il prossimo marzo (con possibili posticipazioni), ben prima della fine naturale della legislatura, prevista nel novembre 2017. L'ultimo atto dello scontro Netanyahu-Lapid è andato in scena ieri sera. Le cinque condizioni presentate dal capo di governo al suo ministro, nonché leader del partito di coalizione Yesh Atid, sono state rispedite al mittente. Lapid questa mattina ha accusato Netanyahu di aver voluto sabotare la tenuta della coalizione, sostenendo che il leader del Likud si sia già messo d'accordo per le elezioni anticipate con i partiti ultra-ortodossi.


(Nella foto il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro delle Finanze Yair Lapid)
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qui roma - CER INTERNET ENTREPRENEURS Prize
Un premio per il Tikkun Olam
“Una nuova generazione di giovani imprenditori nel campo di internet e delle startup digitali sta fiorendo in tutto il mondo. La motivazione che li spinge non è il mero guadagno economico ma un sentimento altruistico. Noi vogliamo coltivare una generazione di imprenditori non egoisti”, questa la mission del Cer Internet Entrepreneurs Prize, il premio indetto dalla Conferenza dei Rabbini Europei, la cui cerimonia si svolgerà domani nella suggesitiva cornice dell’Ara Pacis di Roma. Un riconoscimento che promuove il concetto di “Tikkun Olam, la riparazione del mondo e che diffonde l’armonia di tutta la società”, un principio declinato in questo caso al progresso tecnologico con applicazioni che abbracciano aree diverse come il business, i viaggi, l’educazione o la cultura. Se lo scorso anno la premiazione si è svolta nel Lussemburgo alla presenza del Duca del Lussemburgo, la principessa Stephanie e il vice primo ministro Etienne Schneider, Roma si prepara ad accogliere i nuovi vincitori che si batteranno per il primo posto: Ivar Maksutov e Elena Verevkina, Meidad Pariente e Sacha Nasan. Il diciottenne belga Sasha Nasan ha sviluppato il sito GetTalenty.com con la relativa app, un social network per scoprire giovani talentuosi. Meidad Pariente è invece, insieme alla moglie Maya, il cervello dietro la MayDay App, l’applicazione che in caso di pericolo permette di inviare messaggi di aiuto. Dalla russia arriva invece il progetto di Ivar Maksutov e Elena Verevkina fondatori della casa editrice PostNauka, voce privilegiata di dagli scienziati per raggiungere il pubblico.


(Nella foto un’immagine della passata edizione del premio)
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a roma il ricordo dei pogrom
"Ebrei dai paesi arabi,

un esempio d'integrazione"
Una chiave di lettura è la resilienza, la capacità di far fronte agli eventi traumatici e di riorganizzare la propria vita davanti alle difficoltà. È questo, secondo Liliana Picciotto, il segreto che sta dietro al formidabile contributo che gli ebrei fuggiti dai paesi arabi con i pogrom degli Anni Sessanta hanno saputo offrire non solo alla vita comunitaria ma a tutta l'Italia: da Milano a Roma a Livorno.
La storica del Cdec e consigliere UCEI, originaria ella stessa di Alessandria d'Egitto, guida i presenti in un viaggio che dai secoli più remoti e dalle alterne vicende storiche che sarebbero seguite arriva fino al percorso di valorizzazione delle diverse edot (etnie) che compongono la Comunità ebraica milanese realizzato per il Cdec.
Occasione del suo intervento l'incontro “Ebrei dai paesi arabi: da profughi a cittadini” organizzato congiuntamente da Ambasciata d'Israele a Roma e Comunità di Sant'Egidio. Sul palco, accanto a Picciotto, l'ambasciatore Naor Gilon, il presidente di Sant'Egidio Marco Impagliazzo, lo storico e fondatore di Sant'Egidio Andrea Riccardi. Ad intervenire anche il presidente degli ebrei tripolini della Capitale, Scialom Tesciuba, e tre testimoni diretti dall'Egitto, dalla Libia e dalla Siria. Il tema delle persecuzioni e della fuga degli ebrei dai paesi arabi è intanto nell'agenda delle Nazioni Unite grazie a un evento (“La storia non raccontata di 850mila profughi”) organizzato dal World Jewish Congress e da altre associazioni ebraiche internazionali. Tra gli ospiti, oltre al presidente del WJC Ronald Lauder, anche il ministro israeliano dell'Acqua, dell'Energia e del Gas Silvan Shalom.
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qui ferrara - la visita di rav irving Greenberg
La sfida del dialogo
Il dialogo tra Ebraismo e Cristianesimo come fulcro per superare la crisi dell’Occidente. Per riaffermare i valori della democrazia, della dignità umana, del pluralismo religioso e culturale. Per lavorare insieme al Tikkun Olam, alla riparazione del mondo. Non è una ricetta quella proposta da rav Irving Izchak Greenberg, tra le figure più conosciute dell’ebraismo contemporaneo, ma una sfida per il futuro con solide radici nel presente. Il rav, protagonista dell'incontro sul dialogo ebraico-cristiano tenutosi a Salerno a fine novembre, ha avuto modo di spiegare il suo pensiero a Ferrara nel corso di un dibattito organizzato dal dipartimento di Studi Umanistici che ha visto la partecipazione dell’arcivescovo della città Luigi Negri. Un momento di riflessione intenso, tenutosi nell’aula magna del dipartimento di Economia, a cui è seguito l’incontro con il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani e con il vicesindaco Massimo Maisto.
L’Università estense ha voluto inoltre tributare un proprio riconoscimento al rav per il suo impulso al dialogo interreligioso così come per il suo apporto al pensiero contemporaneo, in particolare rispetto alla Shoah, consegnandogli la medaglia dell’Ateneo. A conferire l'onorificenza, il direttore del dipartimento di Studi umanistici professor Matteo Galli. Tra i promotori dell’iniziativa Alberto Jori, docente di Filosofia, che ha presentato in apertura il pensiero di rav Greenberg, mentre le conclusioni sono state affidate all’anglista Paola Spinozzi. I calorosi saluti del rabbino capo di Ferrara Luciano Caro e di rav Giuseppe Laras, presidente del Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia, sono stati invece letti da Vittorio Bendaud, assistente di rav Laras. Presente in sala, tra gli altri, il Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Eileen Cartoon.
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qui trieste
Shemà Kolì, musiche dal mondo

Ci sono delle occasioni che si sviluppano poco a poco per diventare qualcosa di significativo. È il caso del concerto che l’Associazione Coro Kol Ha -Tikvà ha organizzato e che si è svolto lunedì 1° dicembre presso il Teatro Stabile Sloveno di Trieste. Si è trattata della seconda edizione di “Shemà Kolì”, rassegna di musica corale ebraica, che dopo il grande successo ottenuto nel 2012, si è voluta replicare con alcune variazioni, partendo dalla scelta dei gruppi vocali: tutti cori della provincia. Il programma ha presentato brani di musica ebraica dalle provenienze più diverse, dissimili come le storie dei cori partecipanti o le vite di ognuno di noi. Un microcosmo che ha esemplificato la possibilità offerta dalla musica nel favorire l’incontro e il dialogo. Quasi tutti i cori hanno eseguito per la prima volta dei brani in ebraico e il desiderio di pronunciare i testi in modo adeguato o di comprenderne il significato ha fatto sì che il percorso per arrivare al concerto finale permettesse l’incontro e lo scambio, il dialogo e il confronto.


(La foto è di Federico Valente)

Paola Pini
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pilpul
No hate
Per fortuna, sembrerebbe che i manifestanti non abbiano impedito ai bambini rom di andare a scuola. La Questura di Roma si è incaricata di smentire questa prima ricostruzione, che accusava i dimostranti di estrema destra di Casa Pound e di Blocco studentesco di aver ostruito il passaggio ai bambini del campo di via Cesare Lumbroso, periferia Nord Ovest della Capitale. Speriamo proprio che sia così, che non ci sia mai dato di assistere all’odio più abietto, quello verso i bambini, che oltretutto mortificherebbe la scuola, uno dei pochi strumenti di integrazione di cui disponiamo.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Comunità ebraica di Asti, una mostra sulla persecuzione
Una mostra sulla persecuzione subita dalla comunità ebraica di Asti in seguito alle leggi razziste del 1938, intitolata “Enrica Jona: il mestiere di testimone. Testi e documenti” è in corso nella bella città piemontese fino al 14 dicembre (dal venerdì alla domenica, 16-18) e sarà poi riaperta il 16 gennaio. Enrica Jona, classe 1910, fu allontanata dall’insegnamento in seguito alle leggi razziste. Venne arrestata ad Asti il 25 maggio 1944 (due giorni dopo furono catturati anche i genitori, Leopoldo Ezechia Jona e Olga Levi). Imprigionata a Torino e a Milano, fu poi trasferita al campo di transito di Fossoli e di qui inviata ad Auschwitz il 26 giugno 1944 e immatricolata a Birkenau col numero A-8472. Trasferita a Ravensbrück e Neustadt-Glewe, fu liberata durante l’evacuazione da quest’ultimo Lager. I genitori, deportati da Verona ad Auschwitz il 2 agosto 1944, vennero invece uccisi all’arrivo a Birkenau. Enrica Jona è morta ad Asti il 24 agosto 2000.

Mario Avagliano
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