Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
|
"Non
seppellirmi in Egitto" dice Giacobbe a Giuseppe quando si avvicina il
tempo della sua morte; "affinché gli egiziani non facciano di me un
idolo" chiosa Rashi riprendendo il midrash. La possibilità per i grandi
uomini di diventare idoli è sempre a portata di mano: c'è chi se ne
compiace e la sfrutta e chi la evita a tutti i costi.
|
|
David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
|
Le
persecuzioni iniziano quando scompaiono le “figure ibride” che
favoriscono la mediazione tra diversi. L’Egitto che inizieremo a
leggere la prossima settimana dalle pagine di Esodo è una realtà che
precipita nel sistema persecutorio nel momento in cui scompare
Giuseppe, la “figura ibrida”.
|
|
 |
Abu Mazen lancia la sfida, Israele blocca i fondi
|
Una
fonte governativa israeliana ha fatto sapere che 500 milioni di shekel
(circa 100 milioni di euro) che dovevano essere versati da Israele a
Ramallah sono stati congelati. Come riportato dal Sole 24 ore si tratta
di “una prima reazione” all’iniziativa del presidente palestinese Abu
Mazen di sottoscrivere il Trattato di Roma che dà accesso alla Corte
penale interanazionale dell’Aja.
Israele, 17mila aliyot dalla Francia in sei anni.
“Si chiama Netanya la terra promessa di duemila ebrei francesi che lo
scorso anno si sono trasferiti in Francia” scrive il Corriere della
sera spiegando il significativo numero di aliyot dal paese transalpino
negli ultimi sei anni (circa 17mila e 500). La Francia ha superato
l’Ucraina, la Russia, la Bielorussia, gli Stati Uniti e la Gran
Bretagna come Paese di emigrazione verso Israele. E anche se una quota
può essere stata attratta dalla migliore situazione economica, si
legge, “la maggioranza ha addotto il crescente clima di insicurezza che
la comunità respira in Europa”.
Israele, la vicinanza del presidente Rivlin ai cristiani perseguitati.
“A causa della loro fede centinaia di migliaia di persone sono
esiliate, convertite a forza, attaccate e brutalmente uccise. C’è una
guerra contro l’estremismo. C’è una guerra scatenata da chi innalza il
vessillo della distruzione e dell’odio contro chi invece proclama la
libertà di culto e la coesistenza”. È quanto dichiarato dal presidente
israeliano Reuven Rivlin in occasione dell’incontro con i
rappresentanti delle comunità religiose cristiane presenti nel paese.
Sull’Osservatore Romano una cronaca dell’evento.
|
|
Leggi
|
|
|
AL VIA I LAVORI DEL CONVEGNO UNESCO
Gerusalemme, capitale bioetica
"Come
sapete, l’etica medica è parte integrante del lavoro del medico;
infatti, costituisce un fondamento della medicina moderna. La
cooperazione internazionale in materia di etica medica è di vitale
importanza” spiegava il dottor Zeev Feldman, direttore dell’Israeli
Medical Association World Fellowship. Per questo in Israele, a
Gerusalemme, si tiene il decimo Congresso Mondiale di Bioetica, etica e
di diritto della sanità (6-8 gennaio 2015).
Un momento, organizzato dall’Unesco in cui medici, operatori sanitari,
ricercatori si incontrano per discutere insieme di temi di bioetica,
confrontarsi sulle proprie posizioni, valutare le diverse legislazioni.
Dall’Italia, parteciperanno grazie a borse di studio dell’Associazione
medica ebraica (Ame), la giornalista scientifica Daniela Ovadia e il
maskil e gastroenterologo Cesare Efrati.
“A loro il compito di portare in Italia e divulgare tra i colleghi
quanto appreso a Gerusalemme”, afferma il presidente dell’Ame Giorgio
Mortara. Dal Brasile all’Australia, dal Sud Africa alla Russia, sono
decine i paesi che partecipano ormai da dieci anni all’incontro,
promosso dalle maggiori istituzioni sanitarie mondiali così come
israeliane. Tanti gli argomenti sul tavolo dei diversi focus group con
bioetica e etica medica agganciate a diverse tematiche: le norme
statuali, la religione, la filosofia, l’ambiente, la tecnologia. Tra
gli obiettivi, la sensibilizzazione interna al mondo medico così come
dell’intera società rispetto all’importanza del rispetto dei principi
di etica medica. “La storia della medicina ha conosciuto giorni bui di
violazioni evidenti dell’etica medica – scrive Feldman - Dopo la
seconda guerra mondiale è stato istituita la World Medical Association
(WMA), che riunisce le associazioni mediche di tutto il mondo, con la
consapevolezza che è necessario stabilire e determinare in modo chiaro
degli standard etici. Nel 1947 la WMA aveva già formulato la
Dichiarazione di Ginevra sull’etica medica e nel 1962 è stata adottata
la Dichiarazione di Helsinki sui principi etici per la ricerca medica
sui soggetti umani”. Quest’ultima lega moralmente ogni medico e
oltrepassa qualsiasi disposizione legislativa o regolamento nazionale o
locale, se la dichiarazione prevede un maggior livello di protezione
delle persone rispetto al secondo. La Dichiarazione di Ginevra impegna
il medico con le parole “La salute del mio paziente sarà la mia
preoccupazione principale” e il Codice Internazionale di Etica Medica
dichiara che “un medico dovrà agire solo nell’interesse del paziente
quando fornisca una cura medica che possa avere l’effetto di indebolire
lo stato fisico e mentale del paziente”.
Su questi fondamenti etico-normativi l’Associazione medica israeliana
(IMA) ha lavorato duramente nel corso degli anni, sottolinea Feldman
per sviluppare e aggiornare il nostro codice etico”.
Quest’ultimo è in attesa dell’ultima approvazione da parte
dell’Assemblea generale dell’Ima ed è la testimonianza della volontà e
dell’impegno per rimare all’avanguardia nel settore.
(Pagine Ebraiche gennaio 2015)
|
Il colore dell'identità |
La
questione delle inaspettate convergenze rosso-brune si incontra, molto
spesso, con il binomio «tradizione e identità», due parole intese come
una sorta di endiadi granitica. In realtà, quando si gratta sotto la
patina di questi due termini, si scopre non solo che il loro spessore
culturale è molto circoscritto ma che spesso quello che ad essi è
attribuito in termini di profondità storica – ossia, quanto gli è
ascritto come deposito antico, se non atavico, di valori
indifferenziati e immutabili, sempre uguali a sé – è semmai il prodotto
di un’invenzione molto recente. Tutta la tradizione reazionaria trova
peraltro il suo punto di coagulo nella risposta regressiva alla
Rivoluzione francese, rinnovandosi successivamente, durante la seconda
metà dell’Ottocento, nel rapporto e nell’appello alle masse e
divenendo, da patrimonio di circoscritti gruppi di élite – spodestati
dalla repentina trasformazione indotta dall’accelerazione economica,
sociale e culturale nel frattempo intervenuta –
a elemento da trasfondere e diffondere nella collettività, ossia in
società di “massa”, il cui consenso diventa fondamentale per dare un
po’ di fiato ad un progetto politico che non si riduca solo alla
lamentazione per il “bel tempo andato”.
Claudio Vercelli
Leggi
|
|
Nugae
- Cultura
|
Visto
che il Ministero dei beni culturali ci tiene a ricordare pure alla
televisione che la prima domenica del mese l’ingresso ai musei è
gratuito, è il caso di elaborare un piano di battaglia efficace per non
fare troppe ore di fila alla mostra di Chagall al Palazzo Reale di
Milano. A quanto pare è presa d’assalto, si vede che le attività
culturali hanno un je ne sais quoi di magnetico. È quello che faceva
pensare anche la notizia, che a questo punto torna in mente sgomitando
tra le orde di articoli noiosi di classifiche di fine anno stipati nel
cervello, che il dizionario americano Merriam-Webster ha nominato
“cultura” come parola dell’anno. Sicuramente meglio dell’inquietante
“vape” (fumare sigaretta elettronica) degli inglesi dell’Oxford
Dictionary e dell’inflazionato “selfie” dello Zanichelli che si sveglia
ora. La scelta, basata attenendosi agli imparziali numeri sul picco di
ricerche della voce nel 2014, è stata considerata significativa
sicuramente di una grande attenzione all’argomento nelle sue
definizioni tanto varie, ma allo stesso tempo di un’evidente confusione
legata ad essi. Forse perché il termine è stato spesso usato in modo
ambiguo accostandolo in neologismi arditi e non certo felici a
specificazioni come “della violenza” o “della droga”. Eppure di per sé
avrebbe accezione abbastanza neutra, anzi tendente al positivo se
considerata nel suo aspetto di arricchimento personale.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
Leggi
|
|
|