Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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Yitrò,
a cui la Torah dedica la parashà in cui sono contenuti i cosiddetti
dieci comandamenti, ha sperimentato – dice paradossalmente il midrash –
tutte le forme possibili di idolatria. Secondo rabbi Yerucham di Mir
questa è la testimonianza di una sua sostanziale qualità: il possesso
dello spirito critico; è grazie a questo che, dopo aver praticato tutti
gli altri culti, approda all’ebraismo. Lo spirito critico, aggiunge
rabbi Yerucham, è una porta verso la comprensione della verità.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Invertendo
l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia. A circa due secoli di
distanza bisogna dire che l’amara considerazione di Heinrich Heine per
cui “laddove si danno alle fiamme libri, si finisce per bruciare
uomini” non è così vera. Alle volte capita che prima si brucino uomini
e poi si brucino anche i libri.
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Un attacco di terra
per fermare l'Isis |
Secondo
indiscrezioni della Cnn, il Pentagono sarebbe impegnato a studiare
l’attacco di terra a Mosul per contrastare l’avanzata dell’Isis e
sostenere l’esercito iracheno. A riportare oggi la notizia è, tra gli
altri, La Stampa. “La strategia della Casa Bianca per l’Iraq – si legge
– punta sull’addestramento dell’esercito locale che in primavera
dovrebbe lanciare la controffensiva per scacciare l’Isis dal nord del
paese”. Il programma prevede inoltre un numero limitato di forze
americane, non numerose come all’epoca dell’invasione nel 2003, “perché
questo contraddirebbe l’intera linea di Obama e trascinerebbe di nuovo
gli Usa in guerra”.
Fiato sospeso per Kayla. Tra gli ostaggi dell’Isis era rimasta incerta
la sorte dell’americana Kayla Mueller, una speranza che però si spegne
sempre più dopo il comunicato rilasciato dallo stesso Stato Islamico
che conferma la sua morte sotto i bombardamenti della Giordania.
Mueller era partita nel 2013 come volontaria dopo altre spedizioni. Il
Corriere della Sera riporta le dichiarazioni dei genitori: “Ci avevate
detto che trattavate Kayla come un’ospite, la sua incolumità è sotto la
vostra responsabilità”.
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qui milano - renzi alza il sipario - Un futuro che passa da Expo
Il
futuro dell'Italia passa da Milano, dall'Expo 2015. Nell'attesa
manifestazione internazionale che richiamerà a Milano – e non solo –
milioni di visitatori e che avrà inizio il prossimo 1 maggio, il
capoluogo lombardo si prepara al grande evento. E uno dei passaggi
chiave di avvicinamento è stata la giornata di ieri, dedicata all'Expo
delle idee. Un appuntamento, tenutosi all'Hangar Bicocca, che ha visto
la presenza, tra gli altri, del primo ministro Matteo Renzi. “La parola
chiave di Expo è l’identità”, ha dichiarato il premier, “l’identità è
il senso profondo di cosa è l’Italia”. “L’Expo – ha spiegato il premier
- è un’opportunità, non solo per fare crescere l’Italia, ma anche per
rilanciare nel mondo l’immagine di un Paese che prova a farcela, e che
ce la fa”. L'appuntamento di ieri ha visto convogliare a Milano oltre
cinquecento esperti per discutere, in quarantadue tavoli tematici
diversi, i temi principali di Expo 2015: l'alimentazione e la
sostenibilità della produzione alimentare. Temi su cui darà il suo
apporto anche Israele, il cui padiglione è in via di realizzazione, e
che pienamente coinvolto nel progetto di costruire un futuro sempre più
ecosostenibile.
L'eredità di Expo, ha ricordato il ministro per le politiche agricole
Maurizio Martina, sarà la Carta di Milano, che sarà presentata in
autunno al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. La Carta “proporrà
impegni e responsabilità precise su tutti i principali temi della
questione alimentare globale” ha spiegato il ministro Martina “e sarà
il principale strumento di partecipazione consapevole al dibattito
espositivo che interesserà tutti i Paesi aderenti, i singoli
visitatori, le istituzioni e le realtà nazionali e internazionali
coinvolte a vario titolo”.
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questa sera la premiazione
Grammy, cosa c'è da sentire
Stasera
è la sera. I Grammy Awards sono uno strano mix tra il Festival di
Sanremo in versione stelle e strisce e la notte degli Oscar. Ben presto
infatti i tanto agognati premi della musica che decretano Inferno e
Paradiso e snobbano il limbo, si sono trasformati nella scusa di ideale
per commentare, invidiare e criticare senza pietà abiti inondati di
lustrini, hanno offerto il palco per esibirsi in interpretazioni choc
(nell’ordine stonate, spassose, strane) e sono stati il luogo nel quale
dare un riconoscimento a una vecchia gloria e sospirare: “Ehh, non ci
sono più le canzoni di una volta” (adesso capite l’accostamento con la
nostrana kermesse sanremese). Quest’anno tanti sono i riferimenti più o
meno manifesti che lo renderanno ad alto tasso ebraico, tanto che il
Forward ha valutato necessario stilare la lista degli “11 imperdibili
elementi ebraici” che parteciperanno al complesso dei Grammy. Da Drake
a Bob Dylan, da Barbara Streisand a produttori con i fiocchi come Rick
Rubin. Una menzione speciale va però alle nuove generazioni: ad aver
strappato la nomination come migliori cantanti emergenti ci sono le
Haim sisters, tre sorelle figlie dell’israeliano Mordechai (per gli
amici Moti) e di Donna, di orgine polacca. Este, Arielle e Alana dal
2008 sono riuscite a farsi notare, strimpellare assai e diventare
migliori amiche di Taylor Swift. Ci piacciono perché portano ai bei
tempi dei gruppi femminili tipo Bangles e soprattutto perché se
vinceranno potremmo alzare i calici e brindare soddisfatti: “Le C-haim”.
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utilizzata da shell, era intitolata a un nazista La nave nera cambia nome
Il
nome di Pieter Schelte, ufficiale delle SS e criminale di guerra, non
solcherà più i mari. La gigantesca nave-piattaforma a lui dedicata
cambierà infatti nome. Ad annunciarlo, dopo le proteste delle comunità
ebraiche inglesi e olandesi, il figlio di Schelte, Edward Heerema.
“Come risultato delle diffuse reazioni emerse in questi giorni, Edward
Heerema, presidente del Gruppo Allseas, ha annunciato che il nome della
nave 'Pieter Schelte' sarà cambiato”, il comunicato rilasciato dalla
Allseas, compagnia svizzero-olandese proprietaria del colosso dei mari
(382 metri di lunghezza), che presto verrà adoperato dalla
multinazionale olandese Shell, con l'accordo del governo britannico,
nel Mare del Nord. “Non c'era l'intenzione di offendere nessuno –
continua il comunicato – il nuovo nome sarà annunciato tra pochi
giorni”. Molte autorevoli voci ebraiche olandesi e britanniche avevano
chiesto al governo di Londra e alla Shell di fare pressione sulla
compagnia Allseas perché modificasse il contestato nome. La minaccia di
far saltare un appalto milionario, sembrava un deterrente efficace.
Interpellato dal Financial Times, il governo britannico se ne era però
inizialmente lavato le mani: è una questione tra la Royal Dutch Shell e
la Allseas, la risposta di Londra. Poi il cambio di rotta, decisivo,
delle autorità britanniche e il messaggio inviato a Shell e diretto
alla compagnia di Heerema da parte del segretario all'Energia Ed Davey.
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qui livorno
In cucina. Guardando ad Expo
A
“Villa Cassuto”, il bed and breakfast operativo
a Livorno, zona Antignano, l’omonima famiglia proprietaria ha
naturalmente mantenuto ben saldo il timone della kasheruth di casa.
Vale per tutti, ospiti pernottanti che richiedano pasti e ospiti che
partecipino ai numerosi eventi che vengono realizzati nella struttura.
La cucina ebraica, peraltro, è alla base di quella tradizionale
labronica e su questa si basa, proposto e sostenuto da Andrea Raiano
presidente della locale Lega Consumatori, anche uno specifico progetto
che intende presentare la città a Expo 2015. Ecco quindi che, dinanzi a
una richiesta di approfondire anche sul piano pratico e operativo la
conoscenza e la pratica della kasheruth, a “Villa Cassuto” sono
approdati Claudio Mollo, giornalista enogastronomico e consulente nel
settore agroalimentare, insieme a Flavia Cori, social media team
editor, area comunicazione, di Fondazione Sistema Toscana: entità alla
quale è legato il sito www.turismo.intoscana.it/allthingstuscany, tra i
più seguiti al mondo nel suo comparto.
Gadi Polacco
(Nella foto : Flavia Cori, Ariela Cassuto e Claudio Mollo in posa in cucina)
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Complotto, il vizio inevitabile
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Alla
base del bisogno di darsi una spiegazione consolatoria, che racchiuda
in sé lo scibile umano ma che, soprattutto, offra un’assoluta coerenza
che la realtà non riesce altrimenti a garantire, vi è il senso di
spaesamento che si fa spiazzamento dinanzi all’indecifrabilità della
vita. Tanto più quando questa assume i caratteri della imprevedibilità
o pare soverchiarci con le sue forze, senza che per parte nostra si
possa porre rimedio alle tante storture. Quando la storia ‘precipita’
sulle persone, e quando queste vivono in una condizione che
interpretano come intollerabile, allora la ricerca di meccanismi
compensatori si fa diretta, pressoché immediata. Quasi si trattasse di
riti esorcizzanti, per ‘buttare fuori’ ciò che non ha volto, non ha
nome ma è vissuto come intollerabile. Una condizione, quest’ultima, che
non è prerogativa solo dei momenti di crisi ma che trova in essi la sua
enfatizzazione. Poiché dietro questo affannoso tentativo di colmare il
vuoto c’è il bisogno di sentirsi risarciti di qualcosa che è ritenuto
come ingiustamente sottratto. Il capro espiatorio, quindi, ne
costituisce l’oggetto compensatorio, il filo rosso del significato
recuperato che permette, a chi ne fa ricorso, di sentirsi finalmente
agente attivo – e quindi non passivo destinatario – contro qualcosa di
altrimenti più gigantesco di lui. E come tale minaccioso, destinato
cioè a distruggerlo.
Claudio Vercelli
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La mamma aggiornata |
Chi
ha una mamma ebrea conosce bene l’argomento. Quella caratteriale
invadenza, quella pedante e sottile vena polemica che ci accompagna
amorevolmente tutta la vita. Un misto di ossessione ed eccessiva
premura tipica delle jewish mom, famose per essere iperprotettive ed
onnipresenti. Magistralmente rappresentate nella letteratura di
scrittori come Philip Roth e nel cinema di Woody Allen, autori che ne
hanno mostrato umoristicamente lo stereotipo raccontantone vizi e
virtù. Ora le mamme ebree si sono aggiornate ed evolute. La nuova
versione 2.0 si è modernizzata. Riescono ad inseguirti non solo a casa
con il brodo di pollo, ma anche su WhatsApp, Facebook,Twitter e
Instagram.
Claudia Sermoneta
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Nugae - Amore canino |
Tra
infinite storie qualunque, ciò che ne rende una degna d’interesse
immediato è senza ombra di dubbio la presenza di un cane. In questo
caso poi Bunk, un Bulldog già buffo di per sé, sa pure andare sullo
skateboard con grandissima agilità. Glielo ha insegnato Frank Nussbaum,
il suo padrone e in teoria il vero protagonista. Frank si è appena
sposato con Carlye, con tanto di cerimonia più o meno ebraica ai
Caraibi, e si può tranquillamente dire che è riuscito a conquistare la
sua bella grazie al mitico Bunk. Tipica sequenza veloce di scene con
canzone allegra: i due si sono conosciuti a casa degli amici comuni
Meredith e Josh, nonostante l’interesse istantaneo di Frank lei
all’epoca era ancora sposata oltre che incinta e si sono appena
parlati, ma poi il tempo è passato, lui l’ha rivista ormai divorziata,
e così ha mandato un messaggio a Meredith chiedendole un buon vecchio
incontro combinato. La risposta: “Non per giocare. Lei è da sposare”.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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