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14 maggio 2015 - 25 Iyar 5775
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
“Im be-chuqqothày telékhu we-eth mitzwothày tishmerù wa-‘asithèm othàm, We-natattì ghishmekhèm be-‘ittàm ........”; “Se seguirete i Miei statuti ed osserverete i Miei precetti e li metterete in pratica, Io darò le vostre piogge a loro tempo ..........”.
Con queste parole si apre il lungo capitolo delle benedizioni promesse se seguiremo la volontà divina e delle maledizioni minacciate nel caso in cui scegliessimo di allontanarci dalla via della Torà.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Nei frequenti viaggi all'estero, negli alberghi o nelle residenze in cui si alloggia, capita di cercare un canale televisivo per aggiornarsi su quello che avviene quotidianamente nel mondo, magari a otto fusi orari di distanza. Data l'assenza dei canali israeliani (peraltro accessibili per internet), la scarsa disponibilità dei canali italiani, lo scarso profitto da quelli in lingua coreana o cinese, e la poca dimestichezza con il campionato di rugby australiano, accantonata fra i canali internazionali l'aggressiva Fox News, resta la scelta fra la CNN o la BBC. È appunto alla CNN che dedico queste righe. L'altra settimana dopo il primo terribile terremoto in Nepal (esattamente come era avvenuto dopo Haiti), si è visto sullo schermo un ospedale da campo condotto con molta efficienza da ufficiali di un esercito straniero.
 
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Il Vaticano delude Israele
e riconosce la Palestina
Grande rilevanza sui quotidiani di oggi in merito all'accordo stipulato in Vaticano tra la Santa Sede e “lo Stato di Palestina”, come definito dal comunicato congiunto diramato dalle due diplomazie e di cui da notizia l'Osservatore Romano. Come riporta il quotidiano vaticano nell'ampia intervista pubblicata in seconda pagina al sottosegretario per i Rapporti con gli Stati monsignor Antoine Camilleri, che ha guidato le trattative con la controparte palestinese, è la prima volta che la Santa Sede utilizza questa definizione di “Stato di Palestina” (la precedente intesa era stata firmata con l'Olp), assimilabile a un riconoscimento ufficiale, seppur indiretto, della sua esistenza. Un'iniziativa accolta con apprensione e “delusione” da Israele, come scrive La Stampa che riporta le parole del Ministero degli Esteri israeliano: “Questa mossa non promuove il processo di pace e allontana la leadership palestinese dal ritornare a negoziati diretti e bilaterali”, la reazione della diplomazia israeliana che ha comunque dimostrato cautela, sottolineando la necessità di studiare i termini dell'accordo prima di valutare eventuali iniziative. Appare quindi forzato il titolo di Repubblica che parla di “ira di Israele” e di una sua presunta imminente reazione. In ogni caso, come scrive Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera, l'accordo “avrà conseguenze politiche e pratiche notevoli” e cita il sottosegretario Camilleri quando afferma che l'intesa vorrebbe “aiutare i palestinesi nel vedere stabilito e riconosciuto uno Stato della Palestina indipendente, sovrano e democratico che viva in pace e sicurezza con Israele e i suoi vicini”. Sul Sole 24 Ore, Carlo Marroni ricorda invece il “timing molto significativo” dell'annuncio dell'intesa tra Vaticano e palestinesi: domenica Bergoglio incontrerà infatti il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas. Ancora Marroni, riporta la soddisfazione del consigliere diplomatico di Abbas, Majdi Khaldi che sulla dicitura “Stato palestinese” presente nell'intesa, afferma che: “Non si tratta di un riconoscimento: il riconoscimento palestinese come entità diplomatica, da parte del Vaticano, è già avvenuto anni fa e si è consolidato con l'ammissione della Palestina come stato non membro Onu”.
 
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  davar
qui torino - mattarella al salone del libro
"Senza libri non c'è Europa"
"L'Europa non esisterebbe senza libri. La cultura è il nostro linguaggio comune".
Le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella arricchiscono di significato la 28esima edizione del Salone del Libro di Torino, inaugurata questa mattina con la consueta mobilitazione di lettori e affezionati accorsi in gran numero al Lingotto. "Dobbiamo impedire che si rompano le maglie della comunità, quei fili cioè che consentono agli individui di essere integralmente persone. In questa impresa  così importante - ha sottolineato Mattarella - la cultura è decisiva".
Nel grande viaggio tra "le meraviglie d'Italia", filo conduttore di questo Salone (che ha come ospite d'onore la Germania), con molte centinaia di migliaia di visitatori attesi ai varchi (obiettivo: superare i 340mila dello scorso anno), redazione giornalista UCEI protagonista con la distribuzione del numero di maggio di Pagine Ebraiche e con l'organizzazione di incontri, tavole rotonde e iniziative che toccano diversi temi e diverse sfumature dell'identità ebraica.

il riconoscimento dello stato palestinese
Israele e la mossa del Vaticano
“Questa mossa non promuove il processo di pace e allontana la leadership palestinese dal ritornare a negoziati diretti e bilaterali”, questo il commento emesso dalle fonti diplomatiche israeliane a proposito dell'annuncio fatto nelle scorse ore dal Vaticano riguardo all'imminente firma di un accordo “tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina”, che continua a suscitare forti preoccupazioni in Israele e fra diversi esponenti del mondo ebraico. La definizione “Stato di Palestina”, ripreso dall'organo ufficiale della Santa Sede, non era mai stata utilizzata per definire la realtà palestinese e prefigura un riconoscimento seppur indiretto dello Stato palestines.
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qui torino - salone del libro
Cibo casher, dal piatto alla mente
Una fascia crescente di consumatori vuole nel suo carrello prodotti casher, i prodotti realizzati nel rispetto delle norme ebraiche. E questo in ragione di alcune caratteristiche che risultano vincenti sul mercato: qualità e salubrità del cibo, attenzione all’etica, rigoroso controllo di ogni fase produttiva.
A ricordarlo Jacqueline Fellus, assessore alla casherut dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e responsabile di K.it, il Progetto Kasherut dell’UCEI, nel corso dell’evento “Cibo ebraico, dal piatto alla mente” organizzato dalla redazione del giornale dell’ebraismo italiano al Salone del libro di Torino. Un’occasione importante per riflettere, davanti a un pubblico folto e partecipe, su cultura e alimentazione, cultura dell’alimentazione, legge, tradizione e creatività. A moderare gli interventi la giornalista Ada Treves.
“I numeri del mercato casher a livello mondiale parlano chiaro. Sono dati significativi – ha sottolineato Fellus – con leve di marketing che sono appetibili anche per l’Italia. Lavoriamo a stretto contatto il Mise, il ministero dello Sviluppo Economico, di cui siamo unico interlocutore in questa sfida”.
Giorgio Mortara, presidente dell’Associazione Medica Ebraica e consigliere UCEI, illustra invece le finalità di ‘La dieta kasher’, volume pubblicato da Giuntina che si prefigge di essere uno strumento indispensabile per capire quale significato e quali valori sottendano a determinate abitudini alimentari. Raccolti dalla giornalista Rossella Tercatin, i testi pubblicati costituiscono un prezioso ausilio per il lettore. “Valore del cibo nella tradizione ebraica, rispetto del creato, controllo nella preparazione, legame tra cibo e benessere psicofisico. Questi – ha spiegato Mortara – i macrotemi che sono affrontati”.
Ad intervenire anche il giornalista e scrittore Alessandro Marzo Magno, la scrittrice e operatrice turistica Roberta Anau, la chef e blogger Benedetta Guetta.
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Qui Torino – Salone del Libro
Il fascino dei libri e dell'Italia
Inaugurato per la prima volta nei suoi 28 anni di storia all’Auditorium della Rai il Salone del Libro, come ha ricordato il Direttore del Centro Produzione Rai Pietro Grignani, nel dare il benvenuto, rende Torino per cinque giorni la città più colta d’Italia. Il presidente del Salone, Rolando Picchioni, per ricordare i quindici anni trascorsi alla guida del Salone – che quest’anno può vantare il sold out degli editori – ha voluto citare alcuni versi di Antonio Machado: “Viandante non c’e un cammino/si fa il cammino camminando.” E anche nel discorso del direttore editoriale Ernesto Ferrero sono state molte le citazioni letterarie, a onorare quei libri che “Per fortuna sono destinati a lunga vita”. E passando da Voltaire a Kant, da Montaigne a Calvino, ha ragionato di quella “crisi della sintassi che corrisponde a una crisi della civiltà” per chiedere, con le parole di Volker Weiderman, “Dove sono finiti gli scrittori e gli intellettuali che dicano con forza e a una voce ciò che è necessario dire?”. E poi concludere salutando la Germania, paese ospite 2015, con i versi scritti da Jorge Luis Borges nel 1972, quando ricordava “la dolce lingua di Germania” scelta, cercata, studiata da giovane “attraverso grammatiche e nottate, il dizionario che non centra mai l’esatta sfumatura, l’ardua giungla delle declinazioni” concludendo con un accorato “Ti ho avuta qualche volta. Oggi, al confine degli anni affaticati, ti intravedo lontana come l’algebra e la luna.” E dopo le parole di Lidia Ravera, madrina dell’edizione 2015 del Salone del Libro, è stato Giovanni Di Lorenzo, direttore del settimanale Die Zeit a tenere la prolusione inaugurale.
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j-ciak
Natalie racconta Oz
In “Leon” era incantevole, nei panni di un’orfanella in fuga al fianco di uno stralunato Jean Reno. Da quel folgorante esordio con Luc Besson a soli dodici anni, Natalie Portman di strada ne ha fatta moltissima, dalla serie di “Star Wars” fino all’Oscar nel 2010 per “Black Swan” di Darren Aronofsky. E adesso a Cannes svolta, debuttando con “A Tale of Love and Darkness”, tutto girato a Gerusalemme e tutto in ebraico, basato sull’omonima bellissima autobiografia di Amos Oz.
Mentre ancora una volta la letteratura di Israele si aggiudica un palcoscenico d’eccezione, la pattuglia dei suoi artisti, che un anno fa aveva fatto faville, si presenta a ranghi ridotti al festival, presieduto in quest’edizione dai fratelli Coen. Spiccano in ogni caso Ronit Elkabetz, attrice e regista, nel 2014 alla Croisette con “Ghett”, che quest’anno è alla presidenza della Settimana della Critica; il regista Elad Keidan con il suo “Hayored Lemala – Afterthought” e Miki Polonski con il corto “Asara Rehovot, Mea Etzim – Ten Buildings Away”.

Daniela Gross
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qui milano 
Expo e le sfide della casherut
“La casherut non è soltanto una scelta legata alla salute ma è un modo di affrontare la vita e soprattutto vivere insieme alle altre persone”. Con poche parole rav Avraham Hazan, direttore generale di Eurokosher, ha riassunto questa mattina il significato del convegno internazionale sull’alimentazione casher, che il Merkos e la società di certificazione casher Eurokosher hanno organizzato in occasione dell’Expo presso l’Università Bocconi a Milano. Un incontro che tocca molti aspetti della realtà ebraica e non solo, dalla religione ai processi dell’industria alimentare, dalle questioni etiche ai temi di solidarietà sociale. Dalle testimonianze degli oratori emerge dunque con forza l’idea che mangiare casher sia appunto uno stile di vita, e non solo un insieme di regole e controlli. “Quello della casherut è un messaggio universale, legato all’autocontrollo e alla gestione delle risorse”, ha sottolineato il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach. A intervenire nel corso della mattinata il vicepresidente del movimento mondiale del Merkos rav Moshe Kotlarsky, i rabbini statunitensi Don Yoel Levy, amministratore delegato della OK Kosher Certification, e Moshe Elefant, coordinatore del Kosher Certification Service della Orthodox Union, e il rabbino capo di Russia Berel Lazar, esponenti di aziende italiane certificate casher, tra cui il presidente della Comunità ebraica di Parma e consigliere UCEI Giorgio Yehuda Giavarini. A portare i loro saluti, tra gli altri,anche il presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani, il vicesindaco di Milano Ada Lucia De Cesaris, e il professore della Bocconi Remy Cohen.
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qui torino - salone del libro
La Memoria insegnata ai ragazzi 
“C’è chi dice che con i bambini e ragazzi non si possa parlare di cose serie. C’è chi dice i giovani non debbano essere turbati. Niente di più sbagliato: dobbiamo turbarci di fronte ai drammi della storia. Dobbiamo prendere posizione”. Con queste parole Eros Miari (responsabile del programma Bambini e Ragazzi del Salone Internazionale del Libro di Torino) ha introdotto “Ricordi la Shoah?”, uno degli incontri inaugurali del Salone. A raccontare la propria drammatica esperienza di fronte a centinaia di bambini accorsi, due ospiti d’onore: Liliana Segre, Testimone della Shoah e sopravvissuta ad Auschwitz e Hetty Verolme, sopravvissuta al campo di Bergen Belsen. Una iniziativa organizzata dalle edizioni Piemme, Il Castoro e il Salone del Libro dedicata alla Memoria e nata per ribadire con forza: “Settant’anni non bastano a dimenticare!”. Dopo aver assistito alla lettura degli studenti della scuola torinese Dante Alighieri di alcuni passi del libro della Segre “Fino a quando la mia stella brillerà” (ed. Piemme scritto con Daniela Palumbo) e quello della Verolme, “Una storia vera” (ed. Il Castoro), a prendere la parola e raccontare la propria uscita dall’inferno nazista sono state le Testimoni.
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qui firenze - festival delle religioni
“Pluralità, valore da custodire”
Viviamo oggi in un mondo globale e multicentrico. Un mondo in cui però maturano, sempre di più, sentimenti di indifferenza verso le differenze. Un singolare meccanismo geopolitico, ma anche una sfida che è importante affrontare. Perché la pluralità non è un pericolo, ma un valore da custodire”: Fondatrice dell’associazione ‘Luogo d’incontro’, la filosofa Francesca Campana Comparini è l’anima del ‘Festival delle Religioni’, la cui seconda edizione è in svolgimento a Firenze.
Dal rav Adin Steinsaltz al papa copto Tawadros II, dal patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: tanti gli ospiti che hanno animato la prima giornata di incontri.
L’attenzione è adesso rivolta alle prossime ore, ai molti appuntamenti che segneranno il festival di qui a domenica.
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  pilpul
Setirot - La domanda
Lapidi con la croce, lapidi con il Maghèn Davìd, lapidi senza simboli religiosi. Quattrocentodiciannove pietre tombali bianche immerse nel verde del Parco di Trenno. Nomi e date di nascita, provenienza, tutti giovanissimi ma giovanissimi davvero, volontari, per lo più piloti, o paracadutisti, soldati caduti in missioni dell’Aviazione del Commonwealth. Ragazzi partiti da lontano – 311 britannici, 17 canadesi, 22 australiani, 39 sudafricani, 22 neozelandesi, un indiano, un est africano, 2 cecolosvacchi, due italiani allievi ufficiali paracadutisti dell’esercito Regio deceduti durante una missione aerea inglese e 4 giovani mai identificati. Partiti da lontano, venuti a morire in Italia per combattere il nazifascismo e ridarci libertà, dignità, democrazia.

Stefano Jesurum, giornalista
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Pagine Ebraiche al Salone
Ecco, io il mio Direttore l'ho sempre visto così: al lavoro, compreso il caricare e scaricare giornali. Sarà anche per questo che è riuscito in una impresa da tanti giudicata impossibile? E sarà anche per questo che è riuscito a creare una squadra strepitosa?
Buon lavoro a tutte e a tutti voi!


Angelica Bertellini
 






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