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17 Maggio 2015 - 28 Iyar 5775
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
Una della caratteristiche del sapiente, secondo una mishnah di Avot letta ieri, è “non entrare dentro le parole di un’altra persona”. Può significare non interrompere chi sta parlando. O, con maggior senso, non pretendere di aver capito le sue parole prima che le abbia compiutamente espresse.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Entriamo nella settimana in cui tutti parleranno del centenario dell’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale.
La guerra che ricordiamo è ancora la guerra di oggi? Fino alle soglie della Prima guerra mondiale la guerra è frontale, osserva delle regole, si fa ‘vedendosi’. È una ‘guerra duello’. Dalla seconda battaglia di Ypres (aprile-maggio 1916) a Ardeatine 1944; da Srebrenica 1995 alla teletrasmissione delle decapitazioni degli ostaggi, quanto è cambiata la guerra? il modo di viverla? Le forme del combattimento? Il nemico ha ancora diritto al rispetto o è meritevole solo di annientamento? Qualcuno troverà le parole per dirlo?
Israele, il Vaticano
e la questione palestinese
Spazio sui quotidiani di oggi all’incontro tenutosi ieri in Vaticano tra papa Bergoglio e il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas. Un’udienza, spiega l’Osservatore Romano – da sottolineare come il quotidiano vaticano definisca Abbas “presidente dello Stato di Palestina -, in cui si è parlato dell’accordo in via di definizione tra Santa Sede e autorità palestinese così come dei negoziati di pace con Israele. L’auspicio espresso dal Vaticano è “che si possano riprendere i negoziati diretti tra le parti per trovare una soluzione giusta e duratura al conflitto. A tale scopo si è ribadito l’augurio che, con il sostegno della comunità internazionale, israeliani e palestinesi prendano con determinazione decisioni coraggiose a favore della pace”. Il tentativo palestinese, come rivela l’irritazione espressa dall’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede Zion Evrony, è di usare l’arma diplomatica per costringere Israele a riconoscere lo Stato palestinese. “È increscioso che Abu Mazen usi forum internazionali per attaccare Israele e si astenga dal tornare ai negoziati che sono il giusto modo di attuare una soluzione di pace”, il commento dell’ambasciatore (La Stampa). Molta risonanza sui media (Repubblica e Sole 24 Ore, tra gli altri) hanno poi avuto le parole di Bergoglio durante il conferimento di una medaglia al presidente dell’Anp. “Questa medaglia distrugge lo spirito cattivo della guerra. Lei sia un angelo di pace”, l’auspicio rivolto dal pontefice ad Abu Mazen, protagonista lo scorso anno di un incontro in Vaticano con l’allora presidente di Israele Shimon Peres.

Il significato delle mosse vaticane. Lettera a Corrado Augias (Repubblica) di Bruno Segre, scrittore e saggista, secondo cui “il riconoscimento dello Stato di Palestina annunciato dal Vaticano” sarebbe “un passo fondamentale in direzione della pace nel Vicino Oriente”. D’accordo Augias, per cui l’azione di Bergoglio “coincide con quella di una robusta corrente di opinione israeliana che condivide queste speranze di pace, le sole che potrebbero assicurare un avvenire alla tormentata regione, beninteso con confini sicuri e riconosciuti per Israele”. L’intervento vaticano, che prefigura un riconoscimento indiretto dello Stato palestinese, è stato però criticato da Israele, che nelle ultime ore ha sottolineato come le azioni diplomatiche unilaterali non siano d’aiuto al processo di pace.
 
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  davar
qui livorno
Nel nome di Rav Toaff
Tutta una Comunità stretta nel ricordo di uno dei suoi figli più amati.
Nel nome del rav Toaff, a un mese dalla scomparsa, gli ebrei livornesi torneranno infatti a varcare le soglie del cimitero cittadino per rendere un nuovo omaggio all’indimenticato rabbino, maestro e uomo del dialogo mancato alla soglia dei 100 anni.
L’appuntamento è per il pomeriggio di lunedì, per un momento di preghiera e riflessione organizzato dalla dirigenza comunitaria assieme al rabbino capo Yair Didi.
Tra gli ospiti dell’evento, che avrà inizio alle 16, il rav Avraham Josef, rabbino capo di Khulon e figlio del rav Ovadia Josef; rav Aryeh Goldberg; rav Joseph Hillel; il presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana e rabbino capo di Genova Giuseppe Momigliano.
Dopo la sosta al cimitero, una serie di interventi tracceranno in sinagoga la figura del rav Toaff e il suo straordinario contributo nei diversi campi in cui è stato attivo. Oltre al ricordo dei Maestri è previsto un intervento del presidente della Comunità ebraica livornese Vittorio Mosseri.

Qui Trieste - Il laboratorio di studi
Memoria, seconda generazione  
Il Laboratorio permanente sulla Memoria e sull’uso della Storia, istituito dalla Provincia di Trieste nel 2012, ha offerto un’importante occasione per comprendere ciò che il passaggio della Memoria alle seconde generazioni ha comportato e quali traumi abbia generato.
Nel corso del convegno internazionale “Passaggi di Memoria – La trasmissione generazionale del trauma” si sono potuti ascoltare importanti studiosi, italiani e stranieri, che hanno affrontato il tema attraverso un’ottica interdisciplinare, indispensabile per l’analisi di un tema così complesso e articolato: gli storici si sono confrontati con gli psicologi e gli psicanalisti in un dialogo che ha portato anche alla condivisione di termini, come “trauma”, tipici di discipline specifiche, dimostrando così quanto sia necessario uscire da contesti autoreferenziali per essere in grado di agire in modo adeguato in situazioni che, avvenute decenni fa, continuano a generare conseguenze ancora oggi nei singoli e nei gruppi sociali.

Paola Pini
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qui torino - salone del libro
"Mio nonno mi avrebbe sparato"
Una storia che parla d’identità. Così la giornalista Daria Bignardi riassume l'incredibile racconto di Jennifer Teege, di madre tedesca e padre nigeriano, adottata da piccola, che ha scoperto all'età di 38 anni il nome del nonno biologico: Amon Goth, il gerarca nazista che fu il comandante del campo di concentramento di Płaszów (vicino a Cracovia) diventato celebre con il film di Steven Spielberg Shindler’s list. ‘Amon, mio nonno mi avrebbe sparato’, il titolo del libro autobiografico di Teege, presentato domenica al Salone del Libro di Torino.
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qui torino - salone del libro
Isis, una minaccia per tutti
Dopo la recente uccisione, in un intervento orchestrato dagli Stati Uniti, di Abu Sayyaf, uno dei leader chiave dello Stato Islamico, a fare il punto sulla guerra contro i fondamentalisti dell’Isis sono cinque esperti di Medio Oriente, ospiti del Salone Internazionale del Libro di Torino: il giornalista della Stampa Maurizio Molinari (autore de “Il califfato del terrore”, ed. Rizzoli), Domenico Quirico (“Il grande Califfato”, ed. Neri Pozza), Jordan Foresi (“Il Califfato nero”, ed. Nutrimenti), Khaled Fouad Allam (“Il jihadista della porta accanto”, ed. Piemme) e Francesca Paci, giornalista della Stampa per anni inviata in Medio Oriente.
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qui torino - salone del libro
La Resistenza secondo Bobbio
“Non c’è distacco ma coinvolgimento; quando affronta il tema della Resistenza, Norberto Bobbio si rivolge in particolare ai giovani. Insiste sul valore civile ed educativo, si batte per mantenere viva la lezione di chi ha riscritto la Storia”.
Così Pina Impagliazzo, curatrice con Pietro Polito del libro ‘Eravamo ridiventati uomini’ (ed. Einaudi) introduce il volume nel quale si ricostruiscono le testimonianze e i discorsi sulla Resistenza in Italia di Norberto Bobbio, filosofo e intellettuale che ha segnato il Novecento italiano, durante l’incontro al Salone del Libro di Torino organizzato con il Centro Studi Piero Gobetti e la casa editrice Einaudi.
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bolzano - nota ucei e comunità di merano 
"Da esponente di Casa Pound
inaccettabili distorsioni storiche"

L'intervento congiunto del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e del presidente della Comunità ebraica di Merano Elisabetta Rossi Innerhofer contro
un esponente di Casa Pound, eletto recentemente nel Consiglio comunale di Bolzano, che in un'intervista radiofonica ha difeso i crimini compiuti dal fascismo e dal nazismo.

La presenza di un esponente di Casa Pound nel Consiglio comunale di un'importante città italiana come Bolzano suona come un campanello d'allarme per chi ha a cuore i valori fondamentali della nostra Repubblica e la loro difesa contro ogni rigurgito di razzismo, di antisemitismo e di xenofobia.
Lo confermano le parole pronunciate dal consigliere stesso ai microfoni di una nota trasmissione radiofonica, nel corso della quale non ha mancato di rivendicare la propria militanza fascista esibendosi in una vergognosa difesa dei crimini compiuti dal regime, sottraendolo alle più evidenti responsabilità storiche e trovando parole di lode persino per il dittatore nazista Adolf Hitler.

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qui torino - salone del libro 
Heidegger e i quaderni neri
Uno shock nel mondo della filosofia. Così la filosofa Donatella di Cesare, docente all’Università La Sapienza di Roma e autrice del volume ‘Heidegger e gli ebrei’ ha definito la pubblicazione in Germania delle prime pagine dei ‘Quaderni neri’, l’ingente raccolta di appunti personali del filosofo tedesco che contengono esplicite tesi naziste, durante la presentazione svoltasi venerdì pomeriggio al Salone del Libro di Torino. A porle domande sul pensiero e le idee politiche di Heidegger e il suo ruolo nelle tragiche vicende della Germania nazista, il giornalista Wlodek Goldkorn.
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pilpul
Wagenbach, editore indipendente
Fra i tanti spunti preziosi che il Salone del libro di Torino ci ha offerto quest’anno, un piccolo segno di intelligenza, la mostra dedicata al cinquantesimo anniversario dell’editore indipendente berlinese Klaus Wagenbach, mi è rimasto nel cuore.
Ricordo Wagenbach al lavoro nel suo studio in una Berlino ancora ferita dal Muro. Un incontro che a distanza di quasi trent’anni è rimasto vivo per il suo calore, l’amicizia e il profondo amore di questo grande editore tedesco per la cultura ebraica e per la cultura italiana. Sembrava quasi che Klaus avesse ereditato da Franz Kafka, di cui è stato uno dei massimi studiosi, tutta la profonda sincerità dello scrittore praghese.
Nella mostra appare un’immagine indimenticabile: Wagenbach tiene l’orazione funebre per il collega Giangiacomo Feltrinelli. Il suo racconto di quel giorno ci offre un ritratto dell’Italia di allora e una misura del coraggio di molti editori del nostro paese: “Nel 1972 il mio amico Giangiacomo Feltrinelli morì in circostanze davvero oscure. Durante il funerale, il Cimitero Monumentale di Milano era circondato da un esercito di poliziotti e di mezzi pesanti. Dei suoi colleghi editori, presso i quali fino a qualche tempo prima aveva goduto di grande stima, si erano presentati solo in due. Toccò così a me improvvisare l’orazione funebre…”.

gv


Il genocidio degli armeni/5
Nelle memorie del suo segretario personale ad Abdul Hamid II è attribuita la volontà netta di perseguire una «politica di severità e di terrore contro gli armeni; in ragione di ciò decise di dare loro un colpo economico, impedendo che potessero commerciare e negoziare» (così secondo lo storico Vahakn Dadrian, nella sua monumentale «Storia del genocidio armeno»), con l’evidente fine di determinarne l’isolamento sociale, oltreché quello politico e civile. L’ondata di violenze preordinate colpì quindi in particolare modo i distretti di Bitlis, Diyabakir, Erzurum, Mamurel-ul-Aziz, Sivas, Trebisona e Van. In quei mesi migliaia di civili vennero assassinati, sia per mano dell’esercito ottomano che della cavalleria curda come anche per l’intervento predatorio di una parte della popolazione musulmana. Molti furono i morti nell’inverno tra il 1895 e il 1896.

Claudio Vercelli
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