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16 giugno 2015 - 29 Sivan 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Dopo la fallita missione degli esploratori la Torah ci prescrive i precetti relativi alle offerte legate al pane e ai prodotti della terra dai quali prelevare la Challà. Non a caso, ai dieci esploratori che rifiutano Eretz Israèl affermando che : “...è una terra che mangia i suoi abitanti...”, Yeoshua e Calev rispondono: “...non temete il popolo della terra, poiché è il nostro pane...”.
 
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Dario
Calimani,
anglista
Per una volta faccio l'anglista (ebreo) sul serio. Sul fatto che la storia vada ricordata nessuno nutre dubbi. Sul fatto che la storia possa diventare fiction nessuno può mettere il veto, anche se spesso la fiction fa molto male alla storia, quando la eufemizza, la distorce, la falsifica, o la strumentalizza. Ma che la storia venga simbolizzata dalla fiction personalmente non riesco ad accettarlo.
 
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Roma, "Per Israele"
in testa alle preferenze
È la lista “Per Israele” ad ottenere il maggior numero di preferenze (44,08%) nella tornata elettorale che ha visto protagonista nelle scorse ore la Comunità ebraica romana. Al secondo posto in graduatoria la lista “Israele siamo noi” (22,95%), seguita dalle formazioni “Menorah” (21,37%) e “Binah” (11,6%). Ventisette i membri del nuovo direttivo comunitario.
Con Ruth Dureghello, leader di Per Israele, entrano in Consiglio Piero Bonfiglioli, Giordana Moscati, Eugenio Calò, Gadiel Tachè, Ruben Della Rocca, Micol Finzi, Antonio Toni Spizzichino, Daniel Funaro, Daniela Debach, Giacomo Moscati e Gianni Ascarelli.
Con Fiamma Nirenstein, leader di Israele siamo noi, entrano in Consiglio Marco Sed, Giorgia Calò, Alberto Ouazana, Marco Sed, Alberto Piazza O Sed.
Con Maurizio Tagliacozzo, leader di Menorah, entrano in Consiglio Guido Coen, Roberto Coen, Cesare Roger Hannuna e Ariel Arbib.
Con Claudia Fellus, leader di Binah, entrano in Consiglio Sabrina Coen e Loredana Spagnoletto.
Nessuna delle liste presentatesi alle urne ha superato la soglia (45%) che le avrebbe permesso di ottenere il premio di maggioranza. Entro quindici giorni il nuovo Consiglio dovrà riunirsi per definire la figura del presidente e la composizione della Giunta esecutiva.
 
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  davar
qui roma
Comunità, nuovo Consiglio al via
Prime prove di dialogo

È la lista “Per Israele” ad ottenere il maggior numero di preferenze (44,08%) nella tornata elettorale che ha visto protagonista nelle scorse ore la Comunità ebraica romana. Al secondo posto in graduatoria la lista “Israele siamo noi” (22,95%), seguita dalle formazioni “Menorah” (21,37%) e “Binah-Cer posto per tutti” (11,6%).
Ventisette i membri del nuovo direttivo comunitario. Con Ruth Dureghello, leader di Per Israele, entrano in Consiglio Piero Bonfiglioli, Giordana Moscati, Eugenio Calò, Gadiel Tachè, Ruben Della Rocca, Micol Finzi, Antonio Toni Spizzichino, Daniel Funaro, Daniela Debach, Giacomo Moscati e Gianni Ascarelli.
Con Fiamma Nirenstein, leader di Israele siamo noi, Marco Sed, Giorgia Calò, Alberto Ouazana, Marco Sed, Alberto Piazza O Sed.
Con Maurizio Tagliacozzo, leader di Menorah, Guido Coen, Roberto Coen, Massimo Gai, Cesare Roger Hannuna e Ariel Arbib.
Con Claudia Fellus, leader di Binah, Sabrina Coen e Loredana Spagnoletto.
I dati emersi dallo scrutinio sono così commentati da Dureghello: “È la conferma che la maggioranza ha visto nella nostra serietà e competenza il modello per la Comunità del futuro”. Compito di tutti gli eletti, per l'assessore uscente alla scuola, sarà quello di “collaborare con armonia” e di “smorzare le tensioni di questi giorni per governare”.
“Sono deluso – dice Tagliacozzo – non faccio mistero di aver sperato in un risultato migliore. C'è una parte di Comunità, radicata tra Monteverde e Viale Marconi, che evidentemente preferisce un approccio di leadership diverso dal nostro”. L'auspicio di Tagliacozzo è che venga adesso varato un governo “multicolore” e “che rappresenti tutti”.
Dal canto suo Nirenstein si dice soddisfatta dal voto di lista. Una lista, spiega, “che si è costituita con grande impegno ma anche in un arco temporale ristretto”. Rammarico è invece espresso per il numero di votanti, definito “esiguo” e segno, afferma Nirenstein, di una Comunità che è “divisa” e che necessita di uno sforzo d'unità “per affrontare i molti problemi”.
Fellus parla infine di Comunità “sfilacciata” e con lacerazioni “da superare”. Perciò, sottolinea, “c'è bisogno di un governo e di un lavoro comune”. Per quanto concerne il risultato conseguito da Binah, la lettura è questa: “C'è chi guardava a noi come a un ballon d'essai. E invece ci siamo: piccoli, ma presenti. Lavoreremo duramente, come già facciamo all'UCEI”.
Nessuna delle liste presentatesi alle urne ha superato la soglia (45%) che le avrebbe permesso di ottenere il premio di maggioranza.
Entro quindici giorni il nuovo Consiglio dovrà quindi riunirsi per definire la figura del presidente e la composizione della Giunta esecutiva.
In calo, rispetto alle ultime elezioni, il dato dell'affluenza: la percentuale di votanti è infatti passata dal 37,8 al 36,1% degli aventi diritto.

(Nell'immagine i quattro candidati - da sinistra a destra Dureghello, Tagliacozzo, Fellus e Nirenstein - in occasione di una recente serata di confronto)

a.s twitter @asmulevichmoked



IL NUOVO MUSEO PRESENTATO ALLA STAMPA
Padova ebraica, racconto vivo
"Il più grande patrimonio della Comunità ebraica di Padova non sono i suoi oggetti, pur bellissimi e di grande valore, ma le persone che vi hanno vissuto: un’idea molto forte che sta alla base del progetto del Museo della Padova ebraica”. Lo ha affermato Davide Romanin Jacur, presidente della Comunità ebraica e consigliere UCEI, nel presentare alla stampa il nuovo museo comunitario che si andrà ad inaugurare giovedì prossimo nei locali dell’ex sinagoga tedesca.
Realizzata con il contributo di molteplici enti (tra cui l’UCEI) e con il patrocinio della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia, l’esposizione si articolerà su due livelli. A raccontarli anche il rabbino capo di Padova Adolfo Locci, il direttore di Coopculture Adriano Rizzi e il regista Denis Brotto.
Come spiegato quest’oggi, alcune teche metteranno infatti in mostra la splendida collezione di oggetti rituali appartenente alla Comunità e ad alcuni privati. Ma – è stato ricordato – sono i numerosi personaggi illustri dell’ebraismo padovano i veri protagonisti del museo, che grazie a essi si contraddistingue per la sua unicità, raccontandoli attraverso una videoinstallazione realizzata da Brotto e intitolata ‘Una generazione va e una generazione viene’.
Yehuda Mintz, fondatore della storica yeshivah, Moshé Chayim Luzzatto, meglio conosciuto con l’acronimo di Ramchal, Shemuel David Luzzatto, fondatore di quello che è oggi il Collegio Rabbinico – sono solo alcune delle dieci personalità della storia ebraica mondiale che, con la città di Padova, hanno avuto un legame molto stretto e che riprendono vita nella proiezione, che avvolge lo spettatore fondendosi con l’architettura della sala.
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QUI FIRENZE
Balagan Cafè a porte aperte
Musica, teatro, sapori: torna l’appuntamento con il Balagan Cafè, il festival che per il terzo anno consecutivo apre le porte della Comunità ebraica alla città offrendo concerti, spettacoli, momenti di incontro e di approfondimento. Il programma della manifestazione, che occuperà l’intera stagione estiva, è stato presentato quest’oggi nel corso di una conferenza stampa.

A fare gli onori di casa, il direttore artistico e assessore comunitario Enrico Fink: “Saranno tanti gli spunti che animeranno questa nuova edizione – ha anticipato – dallo spettacolo teatrale ‘La mamma, l’angelo e la ciambella’ che andrà in scena il 18 giugno (giornata inaugurale del Balagan) e indagherà l’identità ebraica italiana, all’esclusivo concerto di Frank London, celebre musicista dei Klezmatics. Ripercorreremo poi le tracce dell’identità ebraica fiorentina e ferrarese attraverso la lettura fatta da Sandro Lombardi del Giardino dei Finzi Contini e il percorso identitario-gastronomico di Jenny Bassani Liscia”. “La Giornata Europea della Cultura Ebraica, di cui Firenze è città capofila per il 2015 – spiega Sara Cividalli, presidente della Comunità fiorentina – avrà come tema ‘Ponti’, sui quali la nostra città è una vera eccellenza. Quello che ci proporremo e ci proponiamo attraverso eventi come quelli del Balagan Cafè è di unire il dentro e il fuori, creare un ponte tra città e comunità che sia all’insegna della consapevolezza e del confronto aperto”.
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qui roma - il dibattito in campidoglio
Libri e scrittori, quale futuro
Proseguirà fino al 30 giugno il consueto appuntamento con il Letterature, il Festival Internazionale di Roma che da 14 anni accoglie nella capitale numerose firme del panorama letterario contemporaneo. “Che cosa resta da fare alla letteratura?”, questa la domanda che apre la nuova edizione e invita gli ospiti ad interrogarsi e fare il bilancio della situazione.

Ad essere protagonisti della serata, che si svolgerà stasera in Campidoglio alle 21, il candidato al premio Strega 2015 Nicola Lagioia, la scrittrice e poetessa nigeriana Lola Shoneyin, il critico americano Edmund White e la croata Daša Drndić, il cui ultimo romanzo Trieste (ed. Bompiani) era stato anticipato da una ampia intervista pubblicata sul numero di febbraio di Pagine Ebraiche.
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qui milano 
Etica medica, la lezione ebraica
“'Chi salva una vita salva il mondo intero' è un messaggio di speranza e di fiducia. Un messaggio che in questa serata abbiamo visto affermarsi nei diversi interventi”, così rav Roberto Della Rocca, direttore del Dipartimento Educazione e Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, nel corso dell'ultimo appuntamento di quest'anno a Milano di Kesher, il ciclo di conferenze su temi ebraici. Un incontro, quello di lunedì sera, dedicato al valore della vita e organizzato assieme all'Associazione Medica Ebraica e al Maghen David Adom. Protagonisti dell'incontro – a cui ha partecipato il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach -, il rabbino capo di Milano rav Alfonso Arbib, il Consigliere dell'UCEI e presidente dell'Ame Giorgio Mortara, il presidente dell'Associazione Italiana Amici del Maghen David Adom Sami Sisa e la giornalista scientifica Daniela Ovadia. A raccontare poi la propria esperienza in Israele, nel campo dell'emergenza medica, il direttore della struttura piemontese di Maxiemergenza Mario Raviolo e la ricercatrice Giorgia Cagnon. Tra il pubblico presente in sala, anche il presidente della Comunità ebraica milanese Milo Hasbani.
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il sottosegratario barracciu in israele
"Rehov Hillel, casa di cultura"
Un luogo di cultura, che trasmette la passione per l'arte e l'attaccamento all'Italia. Questo il messaggio che Francesca Barracciu, sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ha voluto lasciare dopo le ore trascorse nell'edificio di Rehov Hillel, cuore della vita tricolore di Gerusalemme, dove sono ospitati la sinagoga e il Museo di Arte Ebraica Italiana U. Nahon. In rappresentanza della Hevrat Yehude Italia, ad accogliere Barracciu (che era accompagnata dall'ambasciatore Francesco Maria Talò) il presidente Angelo Piattelli e Ruhama Bonfil. Per il Comites di Gerusalemme erano presenti Luisa Levi D'Ancona e Samuele Giannetti. Tra i temi al centro dell'incontro, l'impegno di Italia e Israele verso la valorizzazione del patrimonio culturale. Nel corso del suo viaggio in Israele, il sottosegretario ha incontrato il nuovo ministro della Cultura Miri Regev e il ministro del turismo Yariv Levin.
pilpul
Stranieri in ogni luogo
"L’uomo che trova dolce la sua patria non è che un tenero principiante; colui per il quale ogni terra è come la propria è già un uomo forte; ma solo è perfetto colui che si sente straniero in ogni luogo". Ugo da San Vittore.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas

Storie - Solidarietà per il Nepal
Piccola parentesi solidale. Per raccontare la storia di un signore di 54 anni, Stefano Mancini, da anni stabilitosi in Nepal, che a seguito del terremoto dell’aprile e del maggio scorso ha perso la sua azienda di articoli di cartoleria, che dava lavoro a 15 persone, quasi tutte ragazze, di cui due sono morte sotto le macerie. Stefano, nonostante sia ridotto in condizioni di indigenza, ha deciso di restare nel villaggio di Sundarijal Patibar, a nordest di Kathmandu, per cercare di aiutare la sua comunità.

Mario Avagliano
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