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21 giugno 2015 - 4 Tamuz 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
“L'invidia, il desiderio e la ricerca di onore portano l'uomo fuori dal mondo”; questo insegnamento dal Pirke Avot è, nella lettura di Rav Wolbe, la chiave di interpretazione della contestazione di Korach e della sua punizione.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
In Israele si è riproposto il rapporto tra intellettuali e potere.  Nella discussione mi sembra che più che altro si siano fronteggiati avversari. Per parlare di azione degli intellettuali, occorre richiamare le diverse configurazioni che ne connotano l’azione. Ne individuo almeno quattro. L’intellettuale che:  1. Si pone al disopra della mischia; 2. Si propone “né di qua, né di là”; 3. Si colloca “e di qua, e di là”, nel senso che non individua il bene da una sola parte ma coglie le positività in  tutti i campi in conflitto; 4. Si dà il compito della sintesi proponendo una visione che include e supera i singoli schieramenti contrapposti.
Usa, la lotta al razzismo
Molti gli interrogativi che scuotono gli Stati Uniti dopo la strage di Charlestone, compiuta venerdì scorso da un fanatico del suprematismo bianco che ha ucciso otto persone, tutte afroamericane. “Non ho scelta, devo farlo” annunciava l’assassino sul suo blog, in cui definiva i neri “stupidi e violenti…Hanno un quoziente dl Intelligenza basso…La segregazione non è una cattiva cosa è una misura difensiva” (Corriere della Sera). Deliri condivisi sul suolo statunitense da diverse organizzazioni razziste e in favore della supremazia bianca, come racconta Vittorio Zucconi su Repubblica. “L’aggressività, la virulenza sono in aumento – spiega Zucconi – e almeno cento negli ultimi cinque anni sono state le vittime di ‘hate killings’, di omicidi condotti per puro odio razziale. Inclusi ebrei, sempre ben presenti nella mitologia del “Bianco Anglosassone Protestante” insidiato da afroamericani, “razze inferiori” assortite, “meticci”, ‘latinos’, omosessuali. Da chiunque non corrisponda all’ideale del perfetto “ariano” americanizzato”.

La Capitale e la protesta del Family day. Manifestazione ieri a Roma, organizzata da diverse associazioni cattoliche, per protestare contro le unioni civili. “Fermiamo nozze e adozioni gay”, uno degli slogan più presenti in piazza San Giovanni, teatro dell’iniziativa promossa dal Comitato “Difendiamo i nostri figli” che annovera tra le sue richieste l’abolizione della legge 194 sull’aborto. “Una piazza enorme, anche se forse il milione non c’è. Una piazza di fedi, rosari e parole d’ordine. Si unisce nel grido: ‘No alle adozioni per i gay, no alle unioni civili’. Intransigenti e felici di esserlo”, scrive il quotidiano Repubblica che in un altro pezzo dedicato alla manifestazione titola “Preti, imam suore e rabbini la santa alleanza delle religioni”, riportando, tra gli altri, l’invio di un messaggio agli organizzatori del Family Day da parte del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. “La vostra manifestazione è importante perché indica la necessità di non travolgere culture e fondamenti consolidati in nome di nuove ideologie – il massaggio di rav Di Segni – Dobbiamo tutti insieme lavorare per stabilire modelli condivisi e rispettosi della sensibilità, delle tradizioni, delle differenze e delle sofferenze”.
 
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  davar
la solenne cerimonia dopo il restauro
Pisa, la rinascita della sinagoga
"Patrimonio di tutta la città"

Torna alla sua antica bellezza la sinagoga di Pisa, reinaugurata oggi al termine di un lungo lavoro di restauro che ha restituito alla Comunità e alla cittadinanza la fruibilità di un gioiello della grande stagione architettonica dell’ebraismo italiano post-emancipazione (la firma dell’indimenticato Marco Treves). Una giornata di festa che ha visto raccogliersi nel Tempio, la cui inagibilità ha avuto inizio otto anni fa, rappresentanti delle istituzioni, rappresentanti del rabbinato e delle Comunità ebraiche, tanti comuni cittadini.
“Oggi il complesso sinagogale di Pisa viene restituito non solo alla Comunità ebraica, che dopo molti anni potrà finalmente utilizzare uno spazio fondamentale, per oltre quattro secoli al centro della vita comunitaria, ma anche alla città e a tutta la società, che ne potrà fruire nelle tante iniziative e di confronto che vengono portate avanti durante l’anno” ha sottolineato nel suo intervento il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
In Tempio, tra gli altri, il presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia rav Giuseppe Momigliano, il rav Yair Didi, i consiglieri UCEI Dario Bedarida, Daniele Bedarida e Anselmo Calò, la presidente della Comunità ebraica di Firenze Sara Cividalli, il presidente della Comunità livornese Vittorio Mosseri.
A fare gli onori di casa Guido Cava, giunto al termine di un esteso mandato al vertice della Comunità pisana e pronto a passare il testimone nella consapevolezza “dell’importanza del risultato che oggi celebriamo”. Un risultato accolto con soddisfazione dal primo cittadino Marco Filippeschi, che ha sollecitato le comunità religiose del territorio a proseguire nell’impegno comune per il dialogo e la reciproca comprensione. Un impegno che, ha affermato, “sta dando a Pisa riscontri positivi”.
Fratellanza: questo il concetto chiave evocato da rav Luciano Caro, rabbino di riferimento per la realtà territoriale, a capo del comitato per l’inaugurazione della sinagoga di cui fanno anche parte Maurizio Gabbrielli, Andrea Gottfried, Paolo Piantanida, Arsenio Veicsteinas, Anna Deutsch Gottfried e Giacomo Schinasi. Proprio rav Caro ha officiato un momento di preghiera, particolarmente sentito da tutti i presenti, apertosi con la lettura di alcuni salmi. “Oggi questa comunità dà un forte segno di riaffermazione identitaria”, ha commentato il vice capo missione dell’ambasciata d’Israele in Italia Dan Haezrachy, mentre David Cassuto, già vicesindaco di Gerusalemme, si è soffermato sulla centralità della sinagoga nell’identità e nella vita ebraica.
Introdotti sul palco dal segretario comunitario Giacomo Schinasi, sono stati invitati a portare un saluto i rappresentanti delle diverse realtà (Arcus spa, Mibac-Ministero per i beni e le attività culturali, Fondazione Pisa e Fondazione Carismi) che hanno concorso al ripristino degli ambienti sinagogali. Ad intervenire anche Daniele Ravenna del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il presidente della commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali del Senato Andrea Marcucci e l’ex deputato Andrea Di Teodoro.
A guidare i presenti in visita negli spazi restaurati sono stati invece l’ingegnere Paolo Piantanida e l’architetto Maria Grazia Contarini. E numerosi sono stati (e altrettanti saranno nel pomeriggio) gli intermezzi musicali: protagonisti Daniele Bedarida, Piero Nissim, Enrico Fink, Alon Donitza, il coro Ernesto Ventura, la Balagan Cafè Orkestar. Nel pomeriggio, inoltre, il direttore de “Il Tempo e l’Idea” Bruno Di Porto traccerà una panoramica sulla storia della Comunità pisana.
Nel corso della cerimonia mattutina, condotta dalla giornalista Francesca Bianchi, sono stati inoltre letti i messaggi di saluto invitati
vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, dall’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto e dal parlamentare Emanuele Fiano.

a.s twitter @asmulevichmoked
 

dopo l'incendio alla chiesa di tagba
“Vicini ai cristiani, contro l'odio"
La solidarietà dei rabbini italiani

Un gesto “in assoluta contraddizione con i valori morali e storici dell’ebraismo”. Così il presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia, rav Giuseppe Momigliano, commenta l’ignobile azione compiuta da estremisti, che in Israele hanno incendiato la chiesa di Tagba, nella regione del lago di Tiberiade.
A nome di tutti i rabbini italiani, rav Momigliano afferma “risoluta condanna” e “profondo rammarico” per l’accaduto e ribadisce come ogni ebreo abbia cari i principi di “fede in Dio” e di “obbedienza ai suoi comandamenti”. In ragione di ciò deve quindi aborrire simili azioni, “tenendo costantemente presente l’imperativo etico che l’Eterno trasmise ad Abramo, destinandolo a divenire portatore di benedizione per tutti i popoli: Prescriva ai suoi figli e alla sua famiglia dopo di lui di osservare le vie del Signore, praticando giustizia e rettitudine (Gen.18,19)”.
L’Assemblea dei Rabbini d’Italia, prosegue rav Momigliano, “desidera esprimere alla Chiesa cattolica e alla comunità cristiana il sentimento di condivisione per il dolore che questo gesto ha provocato” e rinnova l’auspicio “che la fede nell’unico Dio possa stimolare i popoli, in questo tempo già tanto carico di sconvolgimenti, a un sincero e concreto processo di rinnovamento delle coscienze e riavvicinamento dei cuori”.
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israele
Terrorismo, torna la minaccia   
‎Un uomo palestinese venerdì scorso ha fermato nei pressi dell'insediamento di Dov, in Cisgiordania, un auto con a bordo due israeliani. Sembrava volesse chiedere aiuto, invece una volta avvicinatosi alla vettura ha esploso diversi colpi a bruciapelo contro i due giovani per poi darsi alla fuga. Una delle vittime, Danny Gonen, venticinque anni, non è sopravvissuto all'attentato, troppo gravi le ferite da arma da fuoco riportate mentre l'amico è ancora ricoverato in ospedale . "I terroristi cercano costantemente di attaccarci, purtroppo a volte ci riescono", l'amaro commento del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante la riunione di gabinetto domenicale che apre i lavori settimanali del governo. Nelle stesse ore, un altro attentato ha causato il ferimento di un poliziotto israeliano: un giovane palestinese di diciotto anni ha accoltellato un agente presso la porta di Damasco a Gerusalemme, ferendolo in modo grave al collo e al petto. Prima di perdere conoscenza, il poliziotto è riuscito ad aprire il fuoco contro l'attentatore, ora ricoverato presso un ospedale israeliano.
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qui trieste
La sinfonia di Shir Ha Shirim 
Con notevole anticipo rispetto agli anni passati La Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste ha presentato la Stagione 2015-2016. Nel corso della conferenza-concerto le parole del presidente della Fondazione e sindaco Roberto Cosolini, del sovrintendente Stefano Pace e del direttore onorario Gianluigi Gelmetti si sono alternate alla musica, grazie alla presenza dell’orchestra e del coro del Teatro che hanno offerto al pubblico presente in sala brani di Mozart (il primo movimento da “Eine kleine Nachtmusik” seguito dall’Ouverture della “Zauberflöte”) e Beethoven (la cantata “Meeresstille und glückliche Fahrt”) diretti dal maestro Paolo Vero.

(Foto di Fabio Parenzan)
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pilpul
Il genocidio degli armeni / 9
I campi in cui affluivano i deportati non costituivano un sistema concentrazionario estremamente rigido e coeso. Ovvero, benché le gratuite brutalità fossero moneta quotidiana, la metodicità dell'assassinio era affidata all'arbitrio e alla discrezionalità delle autorità locali. Si trattava, infatti, di un circuito di aree di prigionia creato in pochi mesi, nelle difficili condizioni dettate dalla guerra in corso e dopo aver già sterminato buona parte della popolazione armena con altri metodi. La totalità delle strutture, inoltre, erano improvvisate, composte con gli scarsi materiali a disposizione. Da un lato non si voleva offrire ai prigionieri qualcosa che garantisse loro un'accoglienza e una permanenza dignitose. Dall'altro lato, non si avevano comunque i beni necessari per rendere stabili siti che erano considerati, quanto meno nelle intenzioni, luoghi di transito verso ulteriori mete, in Siria e Mesopotamia. Nei fatti, tuttavia, i deportati vi rimanevano imprigionati per lunghi periodi, in genere almeno fino all'arrivo di nuovi contingenti di civili.

Claudio Vercelli
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Gay Pride
Non è nella mia natura scrivere lettere di protesta ai giornali, ma lo faccio questa volta per esprimere disappunto e irritazione verso il commento sul Gay Pride israeliano firmato da Michele Steindler. Non devo spiegare perché quel trafiletto è  inopportuno, insulso, e offensivo. Da anni leggo Moked proprio per la qualità dei suoi articoli, ma quel commento stride.
Non vi è dubbio che Steindler offre un punto di vista personale sul Gay pride, ma rimane oscuro perché Moked diffonde simili grossolane e volgari opinioni (ci sono i social network per questo; il problema non è la libertà di espressione come scrive Regard).  Queste tradiscono insensibilità e mancanza di conoscenza dei dibatti intorno all'omosessualità che impegnano anche settori dell'ebraismo ortodosso in Israele e Stati Uniti.
Non ho l'autorità di decidere che cosa Moked debba pubblicare oppure no, ma il buon senso mi spinge a esortarvi a rimuovere quel messaggio che getta una luce molto negativa sulla vostra redazione e, in un'ultima analisi, sull'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

Marco Di Giulio
Franklin & Marshall College, Lancaster (Usa)

Carissimo Professore,
abbiamo ricevuto numerosissime reazioni sdegnate alle affermazioni di Michele Steindler sul Gay pride e il suo cortese messaggio che pubblichiamo oggi bene rappresenta anche tanti altri sulla stessa linea. La nostra impressione è che, per quanto sgradita a molti, l’opinione che la disturba possa essere espressa liberamente e, piaccia o meno, sia anche rappresentativa di componenti significative del mondo ebraico italiano. La negazione dell’interlocutore non fa parte né dei valori né delle prassi praticate da questa redazione. Chi non concorda può reagire e vedere nella sua reazione una nuova occasione di far comprendere le proprie ragioni e il proprio impegno. Perché mai dovrebbe degradarsi al livello degli intolleranti?

gv

 


moked è il portale dell'ebraismo italiano
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