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21 luglio 2015 - 5 Av  5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Le modalità con cui le tribù di Reuvèn e Gad argomentano la loro volontà di rimanere a vivere fuori da Eretz Israel indicano le priorità valoriali di alcune scelte di vita (Bemidbàr,32; 16). Le motivazioni addotte dalle due tribù restano ancora oggi un paradigma di chi antepone opportunità economiche, sociali e di status symbol, rispetto a un adeguato investimento sull’educazione ebraica dei figli. Di fronte a questa problematica, seppur legittima posizione, Moshé non assume un atteggiamento di censura o di rimbrotto, ma invita piuttosto le due tribù ad assumersi le proprie responsabilità, sia verticali che orizzontali, rispetto alle prevedibili e inevitabili conseguenze delle scelte compiute.
 
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Dario
Calimani,
anglista
Quando uno perde è raramente colpa sua, quanto meno la colpa è del destino. Ma quando si salva c’è spesso la mano di qualcuno che l’ha aiutato, ma lui, disattento, non se n’è accorto.
Accordo sul nucleare,
l'Onu dà il via libera
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha dato il via libera all’unanimità all’accordo sul nucleare raggiunto a Vienna. Secondo il presidente americano Barack Obama si tratterebbe di un “chiaro messaggio” di sostegno internazionale all’approccio diplomatico, riporta tra gli altri il Messaggero. “Dicono che l’accordo ha sventato una guerra, ma non è vero: esso avvicina la guerra”, ha invece commentato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per rassicurarlo, il ministro della Difesa degli Stati Uniti Ashton Carter si trova in queste ore in Israele, prima tappa di una missione diplomatica che lo porterà anche in Arabia Saudita e Giordania per convincere gli alleati degli Usa in Medio Oriente.

Italiani rapiti, il ministro Gentiloni: “Non è una rappresaglia”. Forte preoccupaione per la sorte dei quattro italiani rapiti nei pressi del compound dell’Eni nella zona di Mellitah (a 60 chilometri da Tripoli). Fonti locali riportano che i quattro tecnici sarebbero stati sequestrati a Zuaia, città sotto il controllo da gruppi che appoggiano il governo di Tripoli, mentre stavano rientrando dalla Tunisia. Ancora ignoti i motivi del rapimento, anche se il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni rassicura: “Non è stata una rappresaglia nei confronti del nostro Paese” (Corriere della Sera).

Alla sbarra gli spacciatori di odio. Nuovo processo a Roma per i promotori e i simpatizzanti italiani del forum neonazista Stormfront, con 25 persone rinviate ieri a giudizio. Diffusione di idee fondate sull’odio razziale ed etnico, minacce e violazioni della legge Mancino, le accuse con cui andranno alla sbarra nel processo fissato per il prossimo 15 dicembre. “La battaglia contro la diffusione e la propaganda dell’odio online è il segnale tangibile che le nostre istituzioni sono al fianco di chiunque subisca discriminazioni dettate dall’odio razziale” si legge in una nota della Comunità ebraica romana (Il Messaggero).

Bibi-Abbas, colloquio al telefono.L’Osservatore romano racconta del primo colloquio telefonico dopo oltre un anno di silenzio tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas. A darne notizia il quotidiano Jerusalem Post, secondo cui Netanyahu avrebbe telefonato in occasione della festa dell’Eid Al Fitr, che chiude il periodo del Ramadan. Li incontrerà entrambi Matteo Renzi, nel corso della sua missione in Israele iniziata oggi. Tra i vari punti della fittta agenda della due giorni anche l’incontro con il presidente israeliano Reuven Rivlin e la visita allo Yad Vashem.
 
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  davar
premiate le scelte strategiche dell'unione
Otto per Mille all'UCEI,
dati ancora in crescita

Il risultato è significativo e tangibile. E, se si sapranno muovere le giuste leve, molteplici appaiono le opportunità per il futuro. Partendo dal Meridione, da cui arrivano i riscontri maggiormente positivi. È il quadro che emerge dalla lettura dei numeri della raccolta dell’Otto per Mille relativa alle scelte espresse nel 2012 a favore dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, rilevazione diffusa in questi giorni dal ministero delle Finanze. Rispetto all’anno precedente, l’aumento delle preferenze andate all’Unione è del 7,43 %: da 81457 a 87510. Un dato, il più alto di sempre, che conferma il trend degli ultimi esercizi, in particolare dalla dichiarazione effettuata nel 2008, anno caratterizzato tra gli altri da una nuova impostazione strategica nelle politiche di informazione e comunicazione dell’ente, non più in lizza nell’arena Otto per Mille con una proposta pubblicitaria esplicitamente rivolta ai dichiaranti e concentrata nelle settimane della scelta, ma anche con prodotti giornalistici che hanno saputo guadagnare prestigio e autorevolezza e favorire la creazione, assieme ad altri asset, di quella che è stata definita la “community” dell’ebraismo italiano. Cioè l’insieme di tutte le persone che guardano con interesse e coinvolgimento ai destini di questa minoranza. Un mondo dal quale arrivano segnali importanti, ma che che è ancora in larga parte da raggiungere, con potenziali benefici per l’intera collettività. Soprattutto alla luce del consolidamento di un dato sempre più netto e inequivocabile: la forte dipendenza dell’Italia ebraica da risorse proveniente dall’esterno, e in particolare dalla raccolta dell’Otto per Mille, il carburante che alimenta la vita di tutte le sue realtà, le sfide, i progetti, le ambizioni. Il segno inoltre, come appare anche nell’ultimo bilancio consuntivo chiuso dall’assessore Noemi Di Segni, che se l’ebraismo italiano vuole guardare al domani con ottimismo, le decisioni che dovrà effettuare a riguardo saranno determinanti per la sua sopravvivenza. Ma torniamo ai dati. La dichiarazione effettuata nel 2008 segna uno spartiacque. Se l’anno precedente si era toccato un punto tra i più bassi (appena 64340 preferenze), con il 2008 si torna a superare quota 70mila (70660, per l’esattezza). Una cifra stabilizzata l’anno successivo (70413), premessa per l’ulteriore salto di qualità registrato poi. Nel 2010 le scelte a favore dell’UCEI sono state 79860. Nel 2011, 81457. Nel 2012, come detto, 87510. Dalla dichiarazione del 2007 a quella del 2012 sono state conquistate oltre 23mila preferenze, il 36 per cento in più di cinque anni fa. La dichiarazione del 2007 comportava l’ingresso nelle casse dell’Unione di circa quattro milioni e 200mila euro, oggi si è passati a oltre cinque milioni e 800mila. Dal 2011 al 2012 la crescita, almeno al Centro-Nord, risulta piuttosto omogenea. Il boom arriva invece dal Meridione, territorio a lungo inesplorato e oggi al centro di un percorso di riscoperta di cultura e identità ebraica che sta dando i suoi frutti. Si partiva da zero o giù di lì, oggi i valori si attestano su livelli non così lontani da regioni che da sempre costituiscono un bacino prezioso. Settantacinque per cento in più di preferenze in Puglia in appena un anno. Risultati eclatanti anche in Campania (+21,9%) e Sicilia (+16,6%). La lettura ponderata dei dati permetterà di fare le valutazioni del caso. Non tutte le performance hanno infatti lo stesso peso. Un esempio: le 61 preferenze in più in Molise, che hanno di fatto raddoppiato il risultato regionale rispetto al 2011, in Lombardia avrebbero comportato appena lo 0,3% di crescita. Tra le grandi Comunità, Milano ottiene risultati in linea con la media nazionale (Lombardia in crescita del 6,6%), mentre Roma appare più in difficoltà. Il Lazio cresce di appena l’1,1 %, la provincia di Roma registra addirittura un calo (-0,3%) rispetto a dati già molto bassi per le sue potenzialità. La Lombardia, ad oggi, ottiene quasi il doppio delle preferenze del Lazio e si conferma come la regione con il maggior numero di adesioni come valore assoluto (oltre 20mila). Tra le regioni più virtuose, considerando anche le molte migliaia di adesioni che portano in dote da anni, si segnalano Veneto (+ 13,3%), Piemonte (+9,1%), Emilia Romagna (+6,8%) e Friuli-Venezia Giulia (4,7%).


Adam Smulevich

Pagine Ebraiche, agosto 2015
la missione del premier renzi 
"Israele, il nostro futuro" 
"Israele è il Paese delle nostre radici, delle radici di tutto il mondo e anche il Paese del nostro futuro". Con queste parole il Primo ministro italiano Matteo Renzi ha aperto la sua missione diplomatica in Israele. Nel corso di una conferenza dedicata all'innovazione a Tel Aviv, primo appuntamento dell'agenda del Premier, Renzi ha ricordato ai presenti come i legami tra Italia e Israele  siano "molto forti, in particolare in politica estera". A presenziare all'evento, tra le varie personalità del mondo accademico e politico, anche il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Dopo l'incontro all'università, il programma di Renzi prevede l'incontro a Gerusalemme del primo ministro Benjamin Netanyahu. Sul tavolo, uno dei temi caldi delle ultime settimane: l'accordo sul nucleare iraniano. La stampa nazionale parla della volontà da parte del premier di rassicurare Israele rispetto all'intesa, considerata dal governo di Gerusalemme come un pericolo per la sua sicurezza. Renzi sarà il primo ad incontrare Netanyahu, dopo la firma dell'accordo a Vienna tra il gruppo dei 5+1 (Stati Uniti, Cina, Russia, Gran Bretagna, Francia e Germania) e Teheran. Il premier andrà anche allo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme per poi parlare alla Knesset, il parlamento, e incontrare il presidente israeliano Reuven Rivlin. Previsto, inoltre, un incontro a Ramallah con il presidente della Autorità nazionale palestinese Abu Mazen


(Nell’immagine il primo ministro Matteo Renzi assieme all’ambasciatore d’Israele a Roma Naor Gilon e all’ambasciatore italiano a Tel Aviv Francesco Maria Talò)
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l'odissea tradotta in ladino
Ulisse, da Troia a Itaca
nella lingua di Sefarad

Tamburella con le dita per seguire il ritmo cadenzato e melodioso degli esametri dattilici, destreggiandosi tra epiteti formulari e invocazioni alle Muse. Moshe Ha’elyon non è invero un poeta semi cieco e dall’identità vaga, però anche a lui si possono attribuire gesta letterarie non da poco: 87 anni, sopravvissuto alla Shoah, ha portato a termine la prima traduzione al mondo di tutta l’Odissea direttamente dal greco antico in ladino, lo spagnolo degli ebrei sefarditi.

Gli ci sono voluti quasi quattro anni per concludere la sua opera, pubblicata in due volumi con testo a fronte in ebraico, e Ha’elyon ha davvero lasciato intatta la metrica del poema omerico, trasferendo dattili e spondei nella versione ladina aiutandosi con il picchiettare delle dita, così come le numerose figure di suono. Ma anche a livello di lessico è stata una dura prova: “Il ladino è una lingua parlata – spiega – e improvvisamente ho dovuto trovare parole per mondi che non ne hanno, come quello dell’agricoltura, della navigazione o dei nomi di alberi”. Per risolvere il problema si è affidato al dizionario ebraico-ladino dello studioso Avner Peretz e anche alla traduzione in ladino della Bibbia. “Non ho inventato nessuna parola – garantisce – ho una documentazione per tutto”.

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nuova edizione al via
Israele, in viaggio con Taglit

Vengono da Roma, da Milano e da Firenze, ma anche da Palermo, da Malta, dalla Svizzera, e poi ancora da Verona, Venezia, Bologna, Torino, Trieste. Ci si trova davvero una fotografia dell’Italia e delle sue terre di confine a guardare la provenienza dei partecipanti al viaggio del Taglit-Birthright, che offre la possibilità di visitare Israele a giovani tra i 18 e 26 anni. Popolarissimo negli Stati Uniti, da cui partono centinaia di gruppi ogni anno, da alcune estati Taglit è sbarcato anche nella penisola, quest’anno con il supporto del Keren Hayesod. Così Giacomo, Daniela, Myriam, Noemi, Salvatore e tutti gli altri si sono ritrovati in aeroporto, pronti a scoprire Israele, la maggior parte di loro per la prima volta. Gerusalemme, Tel Aviv, il nord e il sud, il meglio di quanto il paese abbia da offrire, accompagnato da attività giornaliere dedicate alla riflessione e alla scoperta dell’identità ebraica e della realtà di Israele. Un’occasione unica per imparare qualcosa di se stessi e degli altri, ciascuno partendo dalla propria storia. Il Taglit è anche questo. 
dafdaf estate
Fra censura e Tipi da spiaggia
Una cover fresca come l’acqua del mare apre il numero 59 di DafDaf in distribuzione in questi giorni, terzo appuntamento con la serie estiva del giornale ebraico dei bambini. Un’illustrazione pensata da Luisa Valenti anche per lasciare ai giovani lettori la libertà di completare le due sagome bianche, o di usarle per il quaderno dei non-compiti, come suggerisce nella sua rubrica Strega Comanda Color: “Da piccola non volevo fare il bagno al lago se vedevo i pesci, invece oggi mi piacciono tantissimo e li trovo così belli da aver loro dedicato la cover, ma ne ho lasciati due da completare per voi, così, dopo aver letto DafDaf, potete ritagliarli e incollarli sul vostro quaderno”. Non poteva mancare su DafDaf l’attualità, con una spiegazione di cosa significa la parola “censura” – grazie all’Enciclopedia per ragazzi Treccani: “Un grande scrittore, che si chiamava Jorge Louis Borges, ha detto: ‘Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; io sono orgoglioso di quelle che ho letto’.

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pilpul
La morale, le morali 
Raccomandazione: mai auto-citarsi. Trasgressione: un paio di mesi fa, su queste colonne, ho scritto a proposito di unioni civili. Sembrava infatti che l’approvazione di una legge in Senato (l’ormai celebre ddl Cirinnà) fosse imminente: la legge, sostenevo, era di molto migliorabile ma comunque importante, perché sanava un vuoto lamentato da centinaia di migliaia di coppie. Nel frattempo, i tempi si sono nuovamente allungati. Matteo Renzi pare determinato e il testo dovrebbe vedere la luce entro l’anno. Speriamo. Il mondo va più veloce. Moltissimi Stati Usa hanno ormai approvato il matrimonio omosessuale, mentre nella cattolicissima Irlanda l’opposizione della Chiesa è stata travolta dall’onda. Va ribadito che la proposta italiana è assai più prudente: niente matrimonio, niente famiglia, niente affido, niente adozione. Ciononostante, il ddl ha attirato su di sé l’opposizione dei gruppi cattolici più organizzati.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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La mia Collina
Sto provando a leggere La collina (ed. Giuntina) di Assaf Gavron, dico provando perché diversi fattori complottano contro di noi (Gavron e me): il caldo torrido ovviamente, ma soprattutto la fantasia degli imprevisti dei treni toscani, volti a rendere la vita del pendolare certamente meno noiosa, ma poco atta ad una lettura tranquilla e attenta come il romanzo meriterebbe, ovvero seduta in poltrona a meno dieci gradi per via dell’aria condizionata. Tocca invece trascinarsi davanti al monitor della stazione, eufemisticamente dedicato alle partenze (ci saranno? Con quante ore di ritardo questa volta? Si tratterà di un incidente elettrico, uno ‘svio’ che elegantemente cela la cruda realtà del deragliamento, o come la scorsa settimana avranno banalmente dimenticato di preparare il treno al capolinea, e lo annunciano pure, con un tono che sa di beffardo?).

Sara Valentina Di Palma
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moked è il portale dell'ebraismo italiano
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