Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Secondo
il Midràsh con l’espressione ‘Vahì’, ‘e avvenne’, che ricorre 24 volte
in tutta la Bibbia, viene annunciata una storia tragica. Un esempio
emblematico è quello del Libro di Ester, che inizia con “vahi bimè
Achashverosh..”, “e avvenne ai tempi di Assuero..” , che, seppur a
lieto fine, è pervaso da angoscia.
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Dario
Calimani,
anglista
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Leggo
le ricadute a seguito delle considerazioni di Sergio Della Pergola (per
leggere clicca qui e qui). Le osservazioni sensate provocano sempre dei
distinguo, mai un briciolo piccolo piccolo di umile riconoscimento. Mai
un “Sì, è vero. Per troppo tempo abbiamo giocato col fuoco ed eravamo
convinti che non ci saremmo bruciati. E ci siamo dentro anche noi,
magari solo col nostro silenzio e con la nostra comprensione. E col
silenzio continuiamo a proteggere chi il fuoco lo appicca”.
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Diplomazia, per Roma
Bibi sceglie Fiamma |
Giornalista
e scrittrice, ex parlamentare di Forza Italia, ex vicepresidente della
commissione Esteri della Camera, attuale consigliera della Comunità
ebraica di Roma: Fiamma Nirenstein è stata indicata come nuova
ambasciatrice dello Stato di Israele in Italia dal primo ministro
Benjamin Netanyahu. Se la proposta verrà accettata dalla commissione
preposta, il ruolo (attualmente ricoperto da Naor Gilon) diventerà
operativo nell’estate del 2016.
“Diplomatica per natura non lo è mai stata, ma in sintonia con il
conservatore Benjamin Netanyahu e profondamente, entusiasticamente e
orgogliosamente sionista lo è”, scrive il Corriere della sera nel
ricordare alcune sue battaglie e prese di posizione nel recente
passato. “Sono commossa e felice, si tratterà della continuazione del
lavoro di una vita” commenta Nirenstein.
“Ci attendiamo che Nirenstein venga a riferire al nostro Consiglio dove
è stata eletta due mesi fa”, dichiara intanto il portavoce della
Comunità ebraica romana a Repubblica. Stando a quanto si legge sul
quotidiano, né la presidente Ruth Dureghello né il rabbino capo
Riccardo Di Segni hanno voluto commentare la notizia. “È chiaro che
dovrò rinunciare a molte cose, compresa la cittadinanza e il mio ruolo
nella Comunità romana. Sono tornata in Israele da due ore – afferma
Nirenstein – e certamente da domani inizieranno incontri e riflessioni”.
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israele - un nuovo fermo in queste ore
Tolleranza zero per gli estremisti
Aveva
avvisato il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon, “d'ora in
avanti tolleranza zero contro gli estremisti”. E così è stato anche per
Bentzi Gopshtain (nell'immagine), il leader del movimento di estrema
destra Lehava, fermato in queste ore dalla polizia israeliana.
Gopshtain si era recentemente espresso a favore della distruzione di
chiese e moschee in Israele, invocando azioni simili a quelle che in
giugno avevano portato all'incendio doloso che ha danneggiato la Chiesa
della Moltiplicazione nel nord della Galilea. In particolare, durante
un incontro a Gerusalemme aperto a studenti di yeshivot, al leader di
Lehava era stato chiesto se condannasse o meno l'attacco.
“L'idolatria
deve essere distrutta”, la risposta di Gopshtain, giustificando
l'attacco. Parole espresse in un clima di forte tensione e denunciate
alle autorità israeliane dai rappresentanti del Vaticano in
Israele. “Una linea rossa è stata superata - ha dichiarato
alla radio dell'esercito israeliano Wadiya Abu Nasser, consigliere
della Chiesa cattolica in Israele - Gli attacchi non sono solo
contro le proprietà, ma adesso anche contro le persone, contro i
religiosi cristiani”. “Spero che le autorità prendano le misure
necessarie per contrastare questo fenomeno”, ha continuato Nasser. E il
fermo di Gopshtain di queste ore rientra proprio in questo quadro.
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DIPLOMAZIA - LE INDICAZIONI PER ROMA
Una Fiamma per Bibi
"Ho
sempre servito Israele e il mondo ebraico. Attraverso articoli e libri,
ma anche attraverso l’impegno nelle istituzioni”. La giornalista ed ex
parlamentare Fiamma Nirenstein si raccontava così nell'intervista
apparsa su Pagine Ebraiche alla vigilia del voto di rinnovo del
Consiglio comunitario romano, che la vedeva protagonista con la
formazione “Israele siamo noi” da lei fondata e presieduta.
Di ieri la notizia che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu
l'ha indicata come prossima ambasciatrice dello Stato ebraico a Roma.
Se l'indicazione verrà accettata dalla commissione preposta, il ruolo
(attualmente ricoperto da Naor Gilon) diventerà operativo nell'estate
del 2016.
La notizia, riportata con evidenza sui quotidiani, si è presto diffusa
anche negli ambienti ebraici romani. "Ci attendiamo che Nirenstein
venga a riferire al nostro Consiglio dove è stata eletta due mesi fa",
dichiara il portavoce comunitario a Repubblica. Stando a quanto si
legge sul quotidiano, né la presidente Ruth Dureghello né il rabbino
capo Riccardo Di Segni hanno voluto commentare in un primo momento i
fatti.
Nella giornata di martedì, interpellato dall'Ansa, il rabbino capo ha
poi affermato: "Fiamma Nirenstein? Una bravissima giornalista". Rav Di
Segni si è detto preoccupato per qualche problema di esposizione che
potrebbe sorgere per la Comunità e ha poi voluto spezzare una lancia a
favore dell'attuale ambasciatore, che avrebbe lavorato "bene", "con uno
stile sobrio" e assolvendo il suo dovere "brillantemente".
"Trovo strano - l'appunto del rav - una designazione con così largo anticipo".
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LA FIGLIA (sobria) DEL CANDIDATO REPUBBLICANO
Ivanka Trump: "Il mio successo?
Merito della famiglia ebraica"
Mentre
la scalata verso la Casa Bianca si fa impervia per il magnate
repubblicano Donald Trump, al centro di gaffes e dichiarazioni
inappropriate su donne, immigrazione e invettive contro il politically
correct (che a suo dire “Sta uccidendo l’America”), in casa Trump c’è
qualcuno che con eleganza e riservatezza riceve i consensi
dell’opinione pubblica. È Ivanka Trump, figlia di Donald e dell’ex
moglie Ivana, un passato da socialite e un presente come vicepresidente
della Trump Organization, l’azienda di famiglia. Sposatasi nel 2009 con
Jared Kushner, businessman proprietario del giornale New York Observer,
dal quale ha avuto i due figli Arabella e Joseph, Ivanka ha deciso di
convertirsi all’ebraismo prima del matrimonio, seguendo gli studi con
il rabbino Haskel Lookstein presso la scuola Modern Orthodox Ramaz di
New York e adottando il nome ebraico di Yael. Dopo un passato da
modella e dei brillanti studi in università dell’Ivy League (Georgetown
e Warthon), infatti, la figlia di Donald Trump ha iniziato a
frequentare Kushner, proveniente da una famiglia ebraica osservante,
avvicinandosi ai dettami della legge mosaica.
Un
percorso personale del quale ha preferito non parlare, fino alle
esclusive dichiarazioni rilasciate a Vogue lo scorso febbraio: “Ho
conosciuto Jared nel 2007 per questioni di lavoro e non sapevo che
sarebbe diventato il più importante affare portato a termine della mia
vita!”. Ha poi continuato: “Sono sempre stata riluttante nel parlare
della mia conversione all’ebraismo, perché è un fatto privato. Siamo
piuttosto osservanti, specie rispetto la casherut, più di qualcuno e
sicuramente meno di altri”. In famiglia si osserva lo Shabbat, spiega
suo marito: “Quando Ivanka ha deciso che avremmo rispettato Shabbat a
casa, ha preso il controllo della situazione. Ha imparato a cucinare il
venerdì, lei che non aveva mai cucinato prima, e da allora ogni venerdì
sera teniamo i telefoni spenti per 25 ore e ci dedichiamo l’uno
all’altra”.
(Nell'immagine l'imprenditrice Ivanka Trump con il padre Donald)
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Un kibbutznik |
Chiedo
al giovane kibbutznik della sua esperienza. Per la verità, non è
proprio un esponente del Kibbutz: a 25 anni, ricorda perfettamente gli
anni della sua infanzia nella comune, la sala da pranzo, le ricorrenze
religiose celebrate sul prato vicino al mare, i soldi dello stipendio
paterno devoluti alla cassa sociale. E ricorda ovviamente quando, una
decina di anni fa, il Kibbutz ha cessato di esistere come istituzione
per trasformarsi in un bellissimo villaggio di abitazioni private.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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