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11 agosto 2015 - 26 Av 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Secondo il Midràsh con l’espressione ‘Vahì’, ‘e avvenne’, che ricorre 24 volte in tutta la Bibbia, viene annunciata una storia tragica. Un esempio emblematico è quello del Libro di Ester, che inizia con “vahi bimè Achashverosh..”, “e avvenne ai tempi di Assuero..” , che, seppur a lieto fine, è pervaso da angoscia.
 
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Dario
Calimani,
anglista
Leggo le ricadute a seguito delle considerazioni di Sergio Della Pergola (per leggere clicca qui e qui). Le osservazioni sensate provocano sempre dei distinguo, mai un briciolo piccolo piccolo di umile riconoscimento. Mai un “Sì, è vero. Per troppo tempo abbiamo giocato col fuoco ed eravamo convinti che non ci saremmo bruciati. E ci siamo dentro anche noi, magari solo col nostro silenzio e con la nostra comprensione. E col silenzio continuiamo a proteggere chi il fuoco lo appicca”.
 
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Diplomazia, per Roma
Bibi sceglie Fiamma
Giornalista e scrittrice, ex parlamentare di Forza Italia, ex vicepresidente della commissione Esteri della Camera, attuale consigliera della Comunità ebraica di Roma: Fiamma Nirenstein è stata indicata come nuova ambasciatrice dello Stato di Israele in Italia dal primo ministro Benjamin Netanyahu. Se la proposta verrà accettata dalla commissione preposta, il ruolo (attualmente ricoperto da Naor Gilon) diventerà operativo nell’estate del 2016.
“Diplomatica per natura non lo è mai stata, ma in sintonia con il conservatore Benjamin Netanyahu e profondamente, entusiasticamente e orgogliosamente sionista lo è”, scrive il Corriere della sera nel ricordare alcune sue battaglie e prese di posizione nel recente passato. “Sono commossa e felice, si tratterà della continuazione del lavoro di una vita” commenta Nirenstein.
“Ci attendiamo che Nirenstein venga a riferire al nostro Consiglio dove è stata eletta due mesi fa”, dichiara intanto il portavoce della Comunità ebraica romana a Repubblica. Stando a quanto si legge sul quotidiano, né la presidente Ruth Dureghello né il rabbino capo Riccardo Di Segni hanno voluto commentare la notizia. “È chiaro che dovrò rinunciare a molte cose, compresa la cittadinanza e il mio ruolo nella Comunità romana. Sono tornata in Israele da due ore – afferma Nirenstein – e certamente da domani inizieranno incontri e riflessioni”.
 
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  davar
israele - un nuovo fermo in queste ore
Tolleranza zero per gli estremisti
Aveva avvisato il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon, “d'ora in avanti tolleranza zero contro gli estremisti”. E così è stato anche per Bentzi Gopshtain (nell'immagine), il leader del movimento di estrema destra Lehava, fermato in queste ore dalla polizia israeliana. Gopshtain si era recentemente espresso a favore della distruzione di chiese e moschee in Israele, invocando azioni simili a quelle che in giugno avevano portato all'incendio doloso che ha danneggiato la Chiesa della Moltiplicazione nel nord della Galilea. In particolare, durante un incontro a Gerusalemme aperto a studenti di yeshivot, al leader di Lehava era stato chiesto se condannasse o meno l'attacco.

“L'idolatria deve essere distrutta”, la risposta di Gopshtain, giustificando l'attacco. Parole espresse in un clima di forte tensione e denunciate alle autorità israeliane dai rappresentanti del Vaticano in Israele.  “Una linea rossa è stata superata -  ha dichiarato alla radio dell'esercito israeliano Wadiya Abu Nasser, consigliere della Chiesa cattolica in Israele -  Gli attacchi non sono solo contro le proprietà, ma adesso anche contro le persone, contro i religiosi cristiani”. “Spero che le autorità prendano le misure necessarie per contrastare questo fenomeno”, ha continuato Nasser. E il fermo di Gopshtain di queste ore rientra proprio in questo quadro.
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DIPLOMAZIA - LE INDICAZIONI PER ROMA
Una Fiamma per Bibi
"Ho sempre servito Israele e il mondo ebraico. Attraverso articoli e libri, ma anche attraverso l’impegno nelle istituzioni”. La giornalista ed ex parlamentare Fiamma Nirenstein si raccontava così nell'intervista apparsa su Pagine Ebraiche alla vigilia del voto di rinnovo del Consiglio comunitario romano, che la vedeva protagonista con la formazione “Israele siamo noi” da lei fondata e presieduta.
Di ieri la notizia che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu l'ha indicata come prossima ambasciatrice dello Stato ebraico a Roma. Se l'indicazione verrà accettata dalla commissione preposta, il ruolo (attualmente ricoperto da Naor Gilon) diventerà operativo nell'estate del 2016.
La notizia, riportata con evidenza sui quotidiani, si è presto diffusa anche negli ambienti ebraici romani. "Ci attendiamo che Nirenstein venga a riferire al nostro Consiglio dove è stata eletta due mesi fa", dichiara il portavoce comunitario a Repubblica. Stando a quanto si legge sul quotidiano, né la presidente Ruth Dureghello né il rabbino capo Riccardo Di Segni hanno voluto commentare in un primo momento i fatti.
Nella giornata di martedì, interpellato dall'Ansa, il rabbino capo ha poi affermato: "Fiamma Nirenstein? Una bravissima giornalista". Rav Di Segni si è detto preoccupato per qualche problema di esposizione che potrebbe sorgere per la Comunità e ha poi voluto spezzare una lancia a favore dell'attuale ambasciatore, che avrebbe lavorato "bene", "con uno stile sobrio" e assolvendo il suo dovere "brillantemente".
"Trovo strano - l'appunto del rav - una designazione con così largo anticipo".
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LA FIGLIA (sobria) DEL CANDIDATO REPUBBLICANO
Ivanka Trump: "Il mio successo?
Merito della famiglia ebraica"

Mentre la scalata verso la Casa Bianca si fa impervia per il magnate repubblicano Donald Trump, al centro di gaffes e dichiarazioni inappropriate su donne, immigrazione e invettive contro il politically correct (che a suo dire “Sta uccidendo l’America”), in casa Trump c’è qualcuno che con eleganza e riservatezza riceve i consensi dell’opinione pubblica. È Ivanka Trump, figlia di Donald e dell’ex moglie Ivana, un passato da socialite e un presente come vicepresidente della Trump Organization, l’azienda di famiglia. Sposatasi nel 2009 con Jared Kushner, businessman proprietario del giornale New York Observer, dal quale ha avuto i due figli Arabella e Joseph, Ivanka ha deciso di convertirsi all’ebraismo prima del matrimonio, seguendo gli studi con il rabbino Haskel Lookstein presso la scuola Modern Orthodox Ramaz di New York e adottando il nome ebraico di Yael. Dopo un passato da modella e dei brillanti studi in università dell’Ivy League (Georgetown e Warthon), infatti, la figlia di Donald Trump ha iniziato a frequentare Kushner, proveniente da una famiglia ebraica osservante, avvicinandosi ai dettami della legge mosaica.
Un percorso personale del quale ha preferito non parlare, fino alle esclusive dichiarazioni rilasciate a Vogue lo scorso febbraio: “Ho conosciuto Jared nel 2007 per questioni di lavoro e non sapevo che sarebbe diventato il più importante affare portato a termine della mia vita!”. Ha poi continuato: “Sono sempre stata riluttante nel parlare della mia conversione all’ebraismo, perché è un fatto privato. Siamo piuttosto osservanti, specie rispetto la casherut, più di qualcuno e sicuramente meno di altri”. In famiglia si osserva lo Shabbat, spiega suo marito: “Quando Ivanka ha deciso che avremmo rispettato Shabbat a casa, ha preso il controllo della situazione. Ha imparato a cucinare il venerdì, lei che non aveva mai cucinato prima, e da allora ogni venerdì sera teniamo i telefoni spenti per 25 ore e ci dedichiamo l’uno all’altra”.

(Nell'immagine l'imprenditrice Ivanka Trump con il padre Donald)
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pilpul
Un kibbutznik
Chiedo al giovane kibbutznik della sua esperienza. Per la verità, non è proprio un esponente del Kibbutz: a 25 anni, ricorda perfettamente gli anni della sua infanzia nella comune, la sala da pranzo, le ricorrenze religiose celebrate sul prato vicino al mare, i soldi dello stipendio paterno devoluti alla cassa sociale. E ricorda ovviamente quando, una decina di anni fa, il Kibbutz ha cessato di esistere come istituzione per trasformarsi in un bellissimo villaggio di abitazioni private.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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