Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

22 giugno 2014 - 2 Tamuz 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Dal testo della Torah e dal commento di Rashì sulla parashà di Kòrach non è chiaro se la rivolta sia stata determinata da problemi ideologici (tutto il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona). l popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona).
 
Leggi

Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Dal testo della Torah e dal commento di Rashì sulla parashà di Kòrach non è chiaro se la rivolta sia stata determinata da problemi ideologici (tutto il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona). l popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona).
 
Leggi

Il popolo ebraico Ë santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo RashÏ KÚrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona). Il popolo ebraico Ë santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo RashÏ KÚrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona).
 
Titolo qui
Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona).
 
Leggi

Titolo qui
Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona). Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona).
 
Leggi

Titolo qui
Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona). Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona).
 
Leggi

  davar
"integrazione e lotta al razzismo"
Incontro a Roma
con il ministro Kyenge

Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona). Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona).
Leggi

"integrazione e lotta al razzismo"
Incontro a Roma
con il ministro Kyenge

Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona). Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona).
Leggi

"integrazione e lotta al razzismo"
Incontro a Roma
con il ministro Kyenge

Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona). Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona).
Leggi

"integrazione e lotta al razzismo"
Incontro a Roma
con il ministro Kyenge

Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona). Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona).
Leggi

jciak
JCiak
Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona). Il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona).

Daniela Gross
Leggi

  pilpul
Setirot - Al cinema
Esce oggi nelle sale cinematografiche “Pecore in erba”, mockumentary di Alberto Caviglia, parodia, provocazione, satira, finzione, denuncia, grido/risata contro l’antisemitismo e non solo. Attenzione, non è semplicemente una raccolta – ricca di infiniti Witz, scenette, battute e calembour assolutamente geniali – dei più classici stereotipi antiebraici di “destra” e di “sinistra”, di ieri e di oggi. No. Si tratta di altro, di più. Sarà perché la tecnica di regia è a noi praticamente sconosciuta – basata com’è in buona parte su fotografie che però tutto sono eccetto che statiche –, sarà perché, tra i molti bravi attori, Davide Giordano, Anna Ferruzzo, Omero Antonutti, Bianca Nappi, Mimosa Campironi, Alberto Di Stasio e il piccolo Tommaso Mercuri si capisce che “sentono” ciò che recitano… fatto sta che (lo dico da spettatore, non certo da critico) ho trovato “Pecore in erba” una buona cosa che si fa perdonare anche un po’ di innegabile lunghezza.

Stefano Jesurum, giornalista
Leggi

Time out - Compromessi
Quando in occasione della visita di Rivlin il suo chief of staff, una donna ortodossa, conformemente alle regole ebraiche, ha evitato di dare la mano a papa Francesco e non si è inchinata di fronte a lui, si è da più parti elogiato il gesto del papa di inchinarsi verso la signora come un atto di grande cortesia e sensibilità. Certamente è così anche se non stupisce da parte di questo pontefice. C’è però un altro aspetto sottovalutato e che rappresenta simbolicamente l’incontro fra vari protocolli, quello delle regole ebraiche dell’halachah e quello cattolico di rispetto al papa. Nel momento in cui come ebrei ci confrontiamo con l’altro, manifestando con orgoglio e dignità i nostri valori, allora è molto più facile ottenere il rispetto dai nostri interlocutori. Al contrario quando siamo più disponibili ai compromessi su ciò che per noi è importante diventa più complicato trovare comprensione su ciò che per noi ha valore.

Daniel Funaro
Leggi

In ascolto - Note sotto la sukkah
Riempite la vostra sukkah di ospiti e sotto le frasche cantate con gioia. Ogni capanna risuona di melodie dai quattro angoli della terra, melodie anche molto diverse tra loro, tramandate di generazione in generazione o composte da autori in epoche e contesti musicali differenti. Tradizione sefardita, musica chassidica, piyyutim, folk israeliano e rivisitazioni metal, mizrachi e hip hop, tutti hanno dato il loro contributo alla celebrazione di succot. Cominciamo da Rabbi Raphael Antebi Tabbush di Aleppo, Siria (1830-1918) grande studioso della musica delle comunità ebraiche siriane e autore di oltre 400 pizmonim, tra cui alcuni ovviamente per succot. Era soprannominato “il ladro” perché era solito frequentare le feste di matrimonio e altri eventi importanti del mondo arabo dove prendeva a prestito le melodie, vi componeva il testo in ebraico e trasformava la canzone popolare in canti di festa. Il suo primo libro, Shirah Hadashah, uscì ad Aleppo nel 1888. A quanto si dice il suo talento poetico era talmente grande che anche quando chiacchierava con qualcuno riusciva a creare versi sull’argomento di discussione.

Maria Teresa Milano
Leggi

Madri d'Israele - Yakira
Pensate di avere una passione, uno straordinario talento, una carriera costellata di successi e traguardi raggiunti. Ora pensate di avere il privilegio, la sensibilità e l’umanità di utilizzare tutto ciò per fare del bene al prossimo. Yakira Levi, nata nel 1965 a Rable, una cittadina situata a metà strada tra in Gerusalemme e Tel Aviv. Sin da piccola scopre un profondo amore per la musica, comincia a studiarla e praticarla nell’orchestrina locale per poi, all’età di nove anni, scegliere il proprio strumento, quello che ancora oggi accompagna le sue giornate. “Il suono del sax mi ha sempre toccato l’anima, in una maniera vera e sincera, è stata una sorta di amore a prima vista, o meglio, a primo ascolto. Mi cimentai da subito con il jazz e con il classico, scelta che negli anni si rivelò essere molto fortunata. All’età di sedici anni già davo lezioni private di sassofono, avevo un mio metodo, chiaro e definito, i miei primi allievi sembravano apprezzarlo molto”.

David  Zebuloni
Leggi

Precarietà
“Non è Egli il tuo padre, il quale ti fece suo?” (Devarim 32:6). Così abbiamo letto lo scorso Shabbat in Hazinu, con la cantica finale di Moshe Rabbenu ad Am Israel a rammentare il passato, ammonire ed esortare il popolo a tramandare di generazione in generazione gli eventi accaduti e il dovere morale di rispettare il Patto con D-o. Kadosh Baruch Hu ci ha fatti nuovamente suoi liberandoci dalla schiavitù di Egitto, ed ora in Succah ricordiamo la possibilità di redenzione e di riscatto, in cui dobbiamo credere senza cedere alle lusinghe di voler tornare indietro verso la schiavitù. Questo mi fa ricordare l’eruzione del vulcano islandese Eyjafjöll nell’aprile 2010, la quale mi ha colto impreparata mentre partecipavo all’ottava edizione della European Social Science History conference a Gent, in Belgio, insieme al mio secondo figlio che di lì a pochi giorni avrebbe compiuto un anno. Che cosa c’entra tutto questo con il viaggio dall’Egitto e i quarant’anni di vita precaria nel deserto? Forse assolutamente nulla, o forse sì.

Sara Valentina Di Palma
Leggi

Chi va avanti, chi va indietro
Senza coraggio, spaventato, sicuramente poco lungimirante e decisamente pericoloso. Questo è stato il discorso di Abu Mazen ieri all’Onu. Nessun passo verso la pace, anzi. In quelle parole si nasconde, ma neanche troppo, un netto arretramento e ritorno al passato. Diciamolo senza troppi giri di parole: Abu Mazen non è mai stato all’altezza della situazione, non è mai stato un vero e sincero interlocutore. Schiacciato dalla pressione di Hamas, da subito non è stato capace di essere il leader di un popolo che avrebbe un disperato bisogno di una guida leale e che si batta per una risoluzione di un conflitto atroce; che percorra una strada fatta sicuramente di sacrifici e di compromessi, ma che vada verso una pace duratura. 

Daniele Regard
Leggi


moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.