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12 ottobre 2015 - 29 Tishri 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
“… e nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata – perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo. (Bereshit 2, 5) Rashi interpreta: perché non c’era ancora nessun uomo che riconoscesse la bontà della pioggia e che pregasse per essa. Da questo versetto impariamo alcuni concetti fondamentali: – L’uomo come unica creatura dotata di intelletto, a immagine e somiglianza di D-o, che è in grado di riconoscere l’utilità, la funzione, la bontà di come sono fatte le cose create e scorgervi dietro la mente del Creatore.
 
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Anna
Foa,
storica
Abbiamo letto i libri di Lizzie Doron, abbiamo ascoltato tante volte le sue parole anche qui in Italia, a Mantova, a Milano, in tutti i luoghi in cui è andata a presentare i suoi libri, a ricevere premi, a parlare della situazione di Israele. Adesso, le sue parole dette ieri ad Alessandra Baduel per Repubblica sono le uniche che, in questi momenti terribili, facciano vedere un barlume di luce: “È il caos. La sensazione è che non ci sia via d’uscita.. È la motivazione religiosa, i fanatici, i fondamentalisti che sono il centro del problema. Bisognerebbe smettere di avere grandi sogni, tutto per gli ebrei o tutto per i musulmani. Vorrei tanto che si arrivasse a pensare praticamente cosa può cambiare la vita di tutti, e lavorare su quello”.
 
MILANO - Due appuntamenti con la Tenda di Abramo, l'iniziativa della Comunità ebraica milanese legata all'accoglienza e al cibo. Alle 18.30 lo chef Heinz Beck si confronta con rav Elia Richetti sul tema Kasher e grandi chef: tra regole e creatività. Alle 20.30 invece il convegno "Nutrirsi e nutrire il pianeta, tra valori e tecnologie" introdotto da Mino Chamla. Tra i relatori, rav Roberto Della Rocca.
 
Hamas, l’odio e il potere
Continua la violenza in Israele e nei territori palestinesi in quella che è stata definita dai media la “rivolta dei coltelli”. Hamas cerca di istigarla, chiede alla popolazione di proseguire negli attacchi e intanto fa partire i suoi missili contro Israele. Due quelli lanciati ieri dal nord di Gaza a cui l’esercito israeliano ha risposto con un attacco aereo, colpendo due campi di addestramento di Hamas nella Striscia. Una delle esplosioni, scrive La Stampa, ha fatto crollare la casa di una famiglia causando la morte di una donna incinta e della figlia di 2 anni. Il quotidiano torinese, in un editoriale a firma di Stefano Stefanini, sottolinea come Hamas cerchi di fomentare la violenza – al movimento terroristico è riconducibile il primo attentato esplosivo dall’inizio degli attacchi – per riprendere il controllo su Gaza ed estenderlo alla Cisgiordania. Vuole indirizzare la rabbia e la frustrazione cresciute tra i palestinesi dopo i fallimenti di Oslo e le promesse mancate, legate in particolare alla delusione verso il proprio establishment ma indirizzate contro gli israeliani, sottolinea il Corriere.

Israele, l’escalation di violenza vista dai media. “Israele ha torto anche quando ha ragione”, il titolo dell’articolo sul Giornale a firma di Fiamma Nirenstein secondo cui i media internazionali presentano in modo distorto la realtà degli scontri tra palestinesi e israeliani, dimenticando gli attentati terroristici e l’istigazione all’odio di Hamas e di altre fazioni che si muovono tra Gaza e la Cisgiordania. A proposito di media, sul Corriere vengono riportate le vittime palestinesi e israeliane. Per le prime in poche righe si parla di “uccise” e “ammazzate”, mentre gli israeliani sono “morti”.
 
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  davar
l'escalation di violenza in israele e i media
Conflitto, informazione malata 
L'attenzione dei media internazionali è di nuovo puntata su Israele e sulla recente escalation di violenza con i palestinesi con l'esplosione della cosiddetta “rivolta dei coltelli”: accoltellamenti e aggressioni di singoli e improvvisati terroristi palestinesi contro civili e soldati israeliani. Solo nelle scorse ore si sono verificati due di questi attacchi. La situazione di tensione è alta e una realtà così delicata e infiammabile come quella mediorientale richiede grande attenzione e precisione nel riportare le notizie. È non sempre è così tra gli addetti ai lavori. È il caso della britannica Bbc che in riferimento all'attentato a Gerusalemme dello scorso 3 ottobre, in cui sono stati accoltellati e uccisi due israeliani e in seguito è stato ucciso l'attentatore palestinese, titolava “Un palestinese colpito a morte dopo che un attacco a Gerusalemme uccide due persone”. Un titolo che non ricostruisce i fatti, anzi li rende fraintendibili togliendo del tutto il contesto all'accaduto.
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la camera affronta intanto il negazionismo
"Brigata Ebraica medaglia d'oro"
La proposta dei parlamentari

Tutelare la memoria di giovani volontari che lasciarono la terra della sicurezza e sfidarono l’odio e il pericolo del fronte. Rappresentare un segnale concreto per garantire alle famiglie di manifestare per il ricordo di chi operò per la pace, tutelando la memoria delle vittime che contribuirono a concedere all’Italia un’opportunità di riscatto morale dinanzi all’ignominia delle leggi razziste. Questi gli obiettivi condivisi dai firmatari della proposta di legge per far riconoscere alla Brigata ebraica, il corpo di volontari ebrei arrivati dalla Palestina mandataria per affrancare l’Italia dal nazifascismo, la medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza. Primi firmatari della proposta, che sarà illustrata alla stampa nei prossimi giorni, i parlamentari Lia Quartapelle ed Emanuele Fiano. La sfida è quella di sottrarre a “tensioni pretestuose” il ricordo dell’eroico contributo che il corpo d’armata seppe offrire nella liberazione del paese, rivelandosi decisivo nello sfondamento della Linea Gotica e nella conquista di alcune località e postazioni altamente strategiche. Sottolineano i firmatari del ddl: “Negli eserciti alleati combattevano già soldati ebrei, ma come cittadini dello Stato di origine. Nulla li caratterizzava come appartenenti a quella che i nazionalsocialisti e i fascisti avevano identificato una cittadinanza a parte, poiché di razza inferiore”. Eppure nei territori del Mandato britannico in Palestina già dallo scoppio della seconda guerra mondiale “si alzò la richiesta da parte dei giovani ebrei di potere combattere contro gli eserciti dell’Asse, mantenendo una propria peculiarità e identità”.
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QUI FERRARA 
Meis, l'intervento di Franceschini:
“Un grande progetto nazionale”

“Un grande progetto con al centro la storia dell'ebraismo, che non soltanto costituisce un importante sviluppo per la città di Ferrara, ma ha anche una dimensione nazionale”. Così il ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo Dario Franceschini nel definire il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, tra i beneficiari dell'accordo per l'attuazione del programma di valorizzazione sostenibile delle aree e degli immobili pubblici di eccellenza firmato oggi presso il Salone d'Onore della pinacoteca nazionale. A siglare l'accordo, grazie al quale prende avvio una collaborazione tra Stato e amministrazione comunale per la gestione e la valorizzazione di alcuni edifici storici o dal forte valore simbolico, anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Stefania Giannini, il sottosegretario al ministero dell'Interno Gianpietro Bocci, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Ferrara Tizino Tagliani, il direttore dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi e il direttore dell'Agenzia del Demanio Roberto Reggi.
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qui roma
“Attentato alla sinagoga,
una ferita ancora aperta” 

““Ricordare l’attentato alla sinagoga di Roma il 9 ottobre di 33 anni fa è ogni anno più doloroso, una ferita sempre aperta. Quello che avvenne fu infatti il risultato di una campagna di odio che portò a una recrudescenza dell’antisemitismo sotto la maschera ipocrita dell’antisionismo. Noi ebrei romani continueremo per sempre a ricordarlo, ma non vogliamo più essere soli”. È il messaggio che Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica romana, ha voluto diffondere in occasione di un incontro con le scuole a Palazzo Montecitorio. Nell’occasione la presidente Dureghello ha espresso la propria gratitudine al capo dello Stato Sergio Mattarella per aver ricordato il piccolo Stefano Gaj Tachè, vittima innocente del terrorismo palestinese, nel suo discorso di insediamento. “La strada è però ancora lunga – ha però sottolineato – tanto che aspettiamo ancora che i responsabili dell’attentato abbiano tutti dei nomi e cognomi e paghino per quello che hanno fatto”. Nel 1982 l’attacco ha colpito gli ebrei romani, i valori fondamentali, l’Italia intera. “Ma ancora oggi, ogni giorno – ha detto Dureghello – assassini armati di coltello scendono in strada e continuano a perpetrare la violenza. Questo accade in Israele”.
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qui ferrara
Ebrei in Friuli-Venezia Giulia  una grande storia di frontiera 
Era il 1989 quando a Trieste e Udine si svolse un convegno sulla presenza ebraica nel Friuli-Venezia Giulia, sotto l’egida delle università locali e della Comunità ebraica triestina. Oggi, ventisei anni dopo, la Fondazione Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara – in collaborazione con gli stessi atenei, la Comunità ebraica e l’Associazione per lo studio dell’Ebraismo delle Venezie, e con il patrocinio dell’UCEI, della Comunità di Ferrara e del Comune – ripropone lo stesso tema in un denso convegno intitolato “Gli ebrei nella storia del Friuli-Venezia Giulia. Una vicenda di lunga durata” in svolgimento all’Istituto di Cultura ‘Casa Giorgio Cini’. Un’occasione per rivisitare gli argomenti trattati allora facendo progredire studi e ricerche, e “gettando luce su una realtà ebraica che si trova ai margini ma allo stesso tempo costituisce un crocevia di identità composite”, come ha fatto notare nel suo saluto il presidente della Fondazione Meis Riccardo Calimani. L’appuntamento si inserisce nell’ambito delle iniziative che da tempo il museo realizza e sostiene per approfondire le secolari vicende degli ebrei in Italia e in Europa. Un momento di approfondimento importante anche per la città di Ferrara, come ha sottolineato il vicesindaco Massimo Maisto.
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lo scrittore israeliano eshkol nevo a expo
In cerca di un'appartenenza
Persone che desiderano appartenere ma ciascuno con un problema di appartenenza. Uomini e donne "Soli e perduti", che si incontrano in un non luogo, la città dei Giusti che rappresenta una realtà profondamente israeliana ma al contempo magica e fuori dallo spazio. Ritroviamo l'anima russa del Paese, le storie di chi riabbraccia la religione ebraica per ottenere risposte ma deve confrontarsi con il passato, le ironie e le contraddizioni di individui legati ad Israele ma al contempo con passioni e sentimenti comuni a tutti gli uomini. Il tutto condito da una buona dose di ironia che ruota attorno al racconto di un magico mikve, il bagno che, nell’ebraismo, è destinato alle cerimonie di purificazione. “Doveva essere un libro satirico ma nel corso di sette anni il mio progetto è cambiato o sono cambiato io, ed è diventato un racconto non solo ironico ma anche d'amore e di erotismo”, spiega Eshkol Nevo, raccontando al pubblico di Expo, riunito nelle sale del Padiglione Israele, la genesi del suo Soli e perduti, pubblicato in Italia da Neri Pozza. Dialogando con Raffaella Scardi, che assieme a Ofra Bannet ha curato la traduzione del suo libro in italiano, Nevo racconta da dove ha preso ispirazione per il romanzo, il perché di alcune scelte narrative e della sua ultima opera pubblicata in Israele.
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Qui Torino – La menzione di CinemAmbiente 
Dalla parte degli animali,
gli ideali secondo Ohad

Menzione speciale della giuria della diciottesima edizione di CinemAmbiente a “Life According to Ohad”, documentario dell’israeliano Eri Daniel Elrich apprezzato “per l’originalità e l’avanguardia delle riprese, per il suo approccio crudo e non convenzionale nei confronti di un personaggio conivolgente, le tematiche complesse e le circostanze straordinarie”. Il riconoscimento del Festival internazionale di cinema e cultura ambientale di Torino, che ha premiato “Bikes vs Cars” dello svedese Fredrik Gertten ed è membro fondatore dell’Environmental Film Festival Network, arriva dopo la menzione speciale ricevuta lo scorso anno dalla giuria del Docaviv Tel Aviv International Documentary Film Festival.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION
Rifugiati, una risposta ebraica
Una risposta ebraica alla crisi dei rifugiati. Sull’edizione internazionale del giornale dell’ebraismo italiano molto spazio è dedicato al tema dei migranti e alle iniziative che le istituzioni ebraiche hanno messo in campo per offrire un contributo, come raccontato dossier pubblicato dall’ultimo numero di Pagine Ebraiche, e presentato in questa uscita. Dalle posizioni etiche in tema di rapporti con lo straniero, fino alle porte aperte ai migranti di Comunità e altri luoghi, tra cui il Memoriale della Shoah di Milano, che ha accolto oltre 3,000 rifugiati, e la cui storia è stata ripresa da grandi testate internazionali, come ricordato da Daniela Gross nella rubrica Italics.
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pilpul
 Oltremare - Difesa
La moda di ottobre in Israele prevede ancora e sempre sandali, e ancora e sempre magliette a maniche corte, entrambe di foggia e colori qualsiasi – si sa che la moda non è molto omogeneizzante qui. Ah, e bomboletta di spray al pepe in borsetta.
Sui social media girano liste di negozi in cui trovarne, con tanto di prezzi e tipi da preferire. Ma prima di prendere la decisione evidentemente fondamentale sulla marca di pepe da spruzzare negli occhi di un eventuale aggressore, uno (una) dovrebbe forse fermarsi e pensare. Mi perdonino gli occidentali, abituati ad altri tipi di violenza, ma quando mai un accoltellatore ti viene incontro con calma e ti dà il tempo di frugare nella borsetta, fra ere geologiche di rossetti, scontrini appallottolati, cellulare, ritagli di giornale, custodie di occhiali piene o vuote, agenda e bloc notes, estrarre la bomboletta salvavita, e spruzzare?


Daniela Fubini, Tel Aviv
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Il settimanAle - Fermenti
I fermenti e le contraddizioni della società israeliana si riversano in una tale ricchezza di articoli interessanti, da farmi rischiare di investire più tempo a leggerli, anche solo quelli che appaiono sul quotidiano Haaretz, di quanto non ne dedichi al mio lavoro. Ho pensato di sceglierne ogni volta tre, per offrire a chi ha meno tempo di me una capsula di complessità settimanale, che se ingerita a mente fresca può forse vaccinare dagli effetti venefici che quegli stessi argomenti possono produrre, nelle febbri della polemica. E, soprattutto in settimane tragiche come quella appena passata, mi sembra utile riprenderne alcuni dalle settimane precedenti, che aiutino a vedere gli avvenimenti in prospettiva. Per comodità tipografica mi rifaccio all’edizione in inglese, disponibile online come gli originali in ebraico. Gli articoli sono facilmente rintracciabili dai nomi degli autori. Astenersi semplificatori ed altri con le idee troppo chiare.

Alessandro Treves
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