Paolo Sciunnach,
insegnante
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“…
e nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre
era spuntata – perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla
terra e nessuno lavorava il suolo. (Bereshit 2, 5) Rashi interpreta:
perché non c’era ancora nessun uomo che riconoscesse la bontà della
pioggia e che pregasse per essa. Da questo versetto impariamo alcuni
concetti fondamentali: – L’uomo come unica creatura dotata di
intelletto, a immagine e somiglianza di D-o, che è in grado di
riconoscere l’utilità, la funzione, la bontà di come sono fatte le cose
create e scorgervi dietro la mente del Creatore.
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Anna
Foa,
storica
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Abbiamo
letto i libri di Lizzie Doron, abbiamo ascoltato tante volte le sue
parole anche qui in Italia, a Mantova, a Milano, in tutti i luoghi in
cui è andata a presentare i suoi libri, a ricevere premi, a parlare
della situazione di Israele. Adesso, le sue parole dette ieri ad
Alessandra Baduel per Repubblica
sono le uniche che, in questi momenti terribili, facciano vedere un
barlume di luce: “È il caos. La sensazione è che non ci sia via
d’uscita.. È la motivazione religiosa, i fanatici, i fondamentalisti
che sono il centro del problema. Bisognerebbe smettere di avere grandi
sogni, tutto per gli ebrei o tutto per i musulmani. Vorrei tanto che si
arrivasse a pensare praticamente cosa può cambiare la vita di tutti, e
lavorare su quello”.
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MILANO
- Due appuntamenti con la Tenda di Abramo, l'iniziativa della Comunità
ebraica milanese legata all'accoglienza e al cibo. Alle 18.30 lo chef
Heinz Beck si confronta con rav Elia Richetti sul tema Kasher e grandi
chef: tra regole e creatività. Alle 20.30 invece il convegno "Nutrirsi
e nutrire il pianeta, tra valori e tecnologie" introdotto da Mino
Chamla. Tra i relatori, rav Roberto Della Rocca.
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Hamas, l’odio e il potere
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Continua
la violenza in Israele e nei territori palestinesi in quella che è
stata definita dai media la “rivolta dei coltelli”. Hamas cerca di
istigarla, chiede alla popolazione di proseguire negli attacchi e
intanto fa partire i suoi missili contro Israele. Due quelli lanciati
ieri dal nord di Gaza a cui l’esercito israeliano ha risposto con un
attacco aereo, colpendo due campi di addestramento di Hamas nella
Striscia. Una delle esplosioni, scrive La Stampa, ha fatto crollare la
casa di una famiglia causando la morte di una donna incinta e della
figlia di 2 anni. Il quotidiano torinese, in un editoriale a firma di
Stefano Stefanini, sottolinea come Hamas cerchi di fomentare la
violenza – al movimento terroristico è riconducibile il primo attentato
esplosivo dall’inizio degli attacchi – per riprendere il controllo su
Gaza ed estenderlo alla Cisgiordania. Vuole indirizzare la rabbia e la
frustrazione cresciute tra i palestinesi dopo i fallimenti di Oslo e le
promesse mancate, legate in particolare alla delusione verso il proprio
establishment ma indirizzate contro gli israeliani, sottolinea il
Corriere.
Israele, l’escalation di violenza vista dai media. “Israele ha torto
anche quando ha ragione”, il titolo dell’articolo sul Giornale a firma
di Fiamma Nirenstein secondo cui i media internazionali presentano in
modo distorto la realtà degli scontri tra palestinesi e israeliani,
dimenticando gli attentati terroristici e l’istigazione all’odio di
Hamas e di altre fazioni che si muovono tra Gaza e la Cisgiordania. A
proposito di media, sul Corriere vengono riportate le vittime
palestinesi e israeliane. Per le prime in poche righe si parla di
“uccise” e “ammazzate”, mentre gli israeliani sono “morti”.
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QUI FERRARA
Meis, l'intervento di Franceschini:
“Un grande progetto nazionale”
“Un
grande progetto con al centro la storia dell'ebraismo, che non soltanto
costituisce un importante sviluppo per la città di Ferrara, ma ha anche
una dimensione nazionale”. Così il ministro dei Beni e delle attività
culturali e del Turismo Dario Franceschini nel definire il Museo
Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, tra i beneficiari
dell'accordo per l'attuazione del programma di valorizzazione
sostenibile delle aree e degli immobili pubblici di eccellenza firmato
oggi presso il Salone d'Onore della pinacoteca nazionale. A siglare
l'accordo, grazie al quale prende avvio una collaborazione tra Stato e
amministrazione comunale per la gestione e la valorizzazione di alcuni
edifici storici o dal forte valore simbolico, anche il ministro della
Difesa Roberta Pinotti, il ministro dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca Stefania Giannini, il sottosegretario al ministero
dell'Interno Gianpietro Bocci, il presidente della Regione Emilia
Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Ferrara Tizino Tagliani, il
direttore dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi e il direttore
dell'Agenzia del Demanio Roberto Reggi.
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qui roma
“Attentato alla sinagoga,
una ferita ancora aperta”
““Ricordare
l’attentato alla sinagoga di Roma il 9 ottobre di 33 anni fa è ogni
anno più doloroso, una ferita sempre aperta. Quello che avvenne fu
infatti il risultato di una campagna di odio che portò a una
recrudescenza dell’antisemitismo sotto la maschera ipocrita
dell’antisionismo. Noi ebrei romani continueremo per sempre a
ricordarlo, ma non vogliamo più essere soli”. È il messaggio che Ruth
Dureghello, presidente della Comunità ebraica romana, ha voluto
diffondere in occasione di un incontro con le scuole a Palazzo
Montecitorio. Nell’occasione la presidente Dureghello ha espresso la
propria gratitudine al capo dello Stato Sergio Mattarella per aver
ricordato il piccolo Stefano Gaj Tachè, vittima innocente del
terrorismo palestinese, nel suo discorso di insediamento. “La strada è
però ancora lunga – ha però sottolineato – tanto che aspettiamo ancora
che i responsabili dell’attentato abbiano tutti dei nomi e cognomi e
paghino per quello che hanno fatto”. Nel 1982 l’attacco ha colpito gli
ebrei romani, i valori fondamentali, l’Italia intera. “Ma ancora oggi,
ogni giorno – ha detto Dureghello – assassini armati di coltello
scendono in strada e continuano a perpetrare la violenza. Questo accade
in Israele”. Leggi
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lo scrittore israeliano eshkol nevo a expo
In cerca di un'appartenenza
Persone
che desiderano appartenere ma ciascuno con un problema di appartenenza.
Uomini e donne "Soli e perduti", che si incontrano in un non luogo, la
città dei Giusti che rappresenta una realtà profondamente israeliana ma
al contempo magica e fuori dallo spazio. Ritroviamo l'anima russa del
Paese, le storie di chi riabbraccia la religione ebraica per ottenere
risposte ma deve confrontarsi con il passato, le ironie e le
contraddizioni di individui legati ad Israele ma al contempo con
passioni e sentimenti comuni a tutti gli uomini. Il tutto condito da
una buona dose di ironia che ruota attorno al racconto di un magico
mikve, il bagno che, nell’ebraismo, è destinato alle cerimonie di
purificazione. “Doveva essere un libro satirico ma nel corso di sette
anni il mio progetto è cambiato o sono cambiato io, ed è diventato un
racconto non solo ironico ma anche d'amore e di erotismo”, spiega
Eshkol Nevo, raccontando al pubblico di Expo, riunito nelle sale del
Padiglione Israele, la genesi del suo Soli e perduti, pubblicato in
Italia da Neri Pozza. Dialogando con Raffaella Scardi, che assieme a
Ofra Bannet ha curato la traduzione del suo libro in italiano, Nevo
racconta da dove ha preso ispirazione per il romanzo, il perché di
alcune scelte narrative e della sua ultima opera pubblicata in Israele.
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Oltremare
- Difesa |
La
moda di ottobre in Israele prevede ancora e sempre sandali, e ancora e
sempre magliette a maniche corte, entrambe di foggia e colori qualsiasi
– si sa che la moda non è molto omogeneizzante qui. Ah, e bomboletta di
spray al pepe in borsetta.
Sui social media girano liste di negozi in cui trovarne, con tanto di
prezzi e tipi da preferire. Ma prima di prendere la decisione
evidentemente fondamentale sulla marca di pepe da spruzzare negli occhi
di un eventuale aggressore, uno (una) dovrebbe forse fermarsi e
pensare. Mi perdonino gli occidentali, abituati ad altri tipi di
violenza, ma quando mai un accoltellatore ti viene incontro con calma e
ti dà il tempo di frugare nella borsetta, fra ere geologiche di
rossetti, scontrini appallottolati, cellulare, ritagli di giornale,
custodie di occhiali piene o vuote, agenda e bloc notes, estrarre la
bomboletta salvavita, e spruzzare?
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Il settimanAle - Fermenti |
I
fermenti e le contraddizioni della società israeliana si riversano in
una tale ricchezza di articoli interessanti, da farmi rischiare di
investire più tempo a leggerli, anche solo quelli che appaiono sul
quotidiano Haaretz, di quanto non ne dedichi al mio lavoro. Ho pensato
di sceglierne ogni volta tre, per offrire a chi ha meno tempo di me una
capsula di complessità settimanale, che se ingerita a mente fresca può
forse vaccinare dagli effetti venefici che quegli stessi argomenti
possono produrre, nelle febbri della polemica. E, soprattutto in
settimane tragiche come quella appena passata, mi sembra utile
riprenderne alcuni dalle settimane precedenti, che aiutino a vedere gli
avvenimenti in prospettiva. Per comodità tipografica mi rifaccio
all’edizione in inglese, disponibile online come gli originali in
ebraico. Gli articoli sono facilmente rintracciabili dai nomi degli
autori. Astenersi semplificatori ed altri con le idee troppo chiare.
Alessandro Treves
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