Roberto
Della Rocca,
rabbino
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In
un viaggio in Puglia organizzato da Kesher, ogni sera accendiamo la
Chanukkiah in un luogo legato alla storia e alla memoria ebraica. La
prima sera abbiamo festeggiato a Sannicandro Garganico assieme a
diverse persone provenienti da varie Comunità, e ieri sera a Trani .
Due luoghi pugliesi ma con caratteristiche e storie ebraiche
assolutamente differenti. A Sannicandro in un moderno locale adibito a
centro comunitario dove nello spazio della sinagoga, con una mirabile
eccezione, la parte riservata alle donne è più ampia di quella
riservata agli uomini.
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Dario
Calimani,
anglista
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L’anno
scorso, in questa stagione, ho scritto per Moked una nota come questa,
stesso argomento, stesso tenore. Scrivere a volte non serve a nulla se
non a sfogare l’amarezza. Anniversario della deportazione, anche
quest’anno. E anche quest’anno una piccola sinagoga riempita a stento,
inclusi diversi gentili ospiti. Troppi di noi sono rimasti a casa. La
Shoah sta passando in secondo piano, tormentata dalle polemiche e dal
nostro oblio. Qualcuno l’ha messa in dubbio, altri la strumentalizzano,
noi ce ne stiamo forse stancando. Sono mancati da tempo i pochi che si
erano salvati dai campi di sterminio, ora stanno mancando un po’ alla
volta anche i loro figli, il tempo è passato, e forse è giusto
dimenticare e iniziare una nuova vita, sgombra da dolori e da
spiacevoli ricordi. La vita continua. Non si riconosce tuttavia in
questo disimpegno, in questo voltarsi dall’altra parte, la cultura
ebraica di cui tanto ci si vanta, la cultura della memoria che non si
spegne e si riattiva, come a ogni Pesach, come a ogni Tish‘à beAv.
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I veleni di Le Pen:
'Crif difende i potenti'
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“II
popolo non sopporta più il disprezzo in cui è tenuto da anni da una
classe politica che cura i propri interessi e non difende in nessun
modo gli interessi della popolazione”. Così Marine Le Pen in una
intervista televisiva, tradotta e pubblicata da Repubblica. Sul padre,
che ha celebrato con un commento antisemita su Twitter il successo
della nipote Marion, Marine risponde bruscamente: “Jean-Marie Le Pen
non è più nel Front national, l’ho detto nella maniera più chiara
possibile, e non ne commento più né le affermazioni né le azioni”.
Sull’allarme lanciato ieri dal Conseil Représentatif des Institutions
Juives e da altre organizzazioni come Sos Racisme, che hanno invitato a
un voto compatto al fine di arginarla nel secondo turno elettorale, Le
Pen ha infine affermato: “Queste strutture sono sempre dalla parte del
potere in carica. A ogni elezione se ne escono con queste cose per
aiutare il potere a conservare il posto mentre la disoccupazione
esplode, la povertà esplode, mentre il nostro paese è in una situazione
drammatica per quanto riguarda il debito pubblico e la creazione di
ricchezza, mentre la concorrenza internazionale sleale fa dei danni
spaventosi”.
“Questa è la rivincita dei piccoli. Il Front national oggi è il primo
partito tra quanti in Francia non hanno mai avuto voce. Noi vogliamo
essere la stessa cosa in Italia: il partito dei piccoli”. Così Matteo
Salvini in un’intervista al Corriere della sera. Il leader leghista ha
inoltre annunciato che a gennaio si svolgerà a Milano un incontro con
Le Pen e altri partiti europei che ne condividano l’impostazione
politica. “Lì progetteremo la nostra proposta di Europa – le sue parole
– molto diversa da quella di Renzi, Hollande e Merkel”.
“È la fine del bipolarismo. Stiamo evolvendo verso una forma di
tripartismo imperfetto destinato a durare. Alle due componenti
storiche, Républicains e Partito socialista, si aggiunge il Front
National. Il paesaggio politico si è spaccato in tre, se non quattro
pezzi, se consideriamo il partito dell’astensionismo”. Così il
politologo Jean-Yves Camus, tra i massimi esperti francesi dei
movimenti di estrema destra, commenta i risultati delle regionali in
un’intervista alla Stampa. “Trovo che Salvini sia un oggetto molto
interessante, il programma originario separatista è scomparso. In lui
non c’è rigetto dell’Europa, ma riconfigurazione. E però buffo che
dagli Anni Settanta in poi è stata la destra radicale francese a
guardare ciò che succedeva in Italia. Oggi – dice Camus – è il
contrario”.
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qui roma - più libri più liberi
Uno squallido circo antisemita
e il pretesto dell'antisionismo
Desolante,
grottesco squallore e spazio a un delirio che si pretende antisionista,
ma che lascia facilmente trasparire le proprie radici ideologiche di
odio antisemita. L’infame pubblicazione intitolata Sionismo: il vero nemico degli ebrei
è approdata alla fiera romana della piccola editoria con un esito
disastroso e inquietante. “Descrivo il conflitto in Palestina che è
diventato lo stato Sionista – non ebraico! – di Israele come il cancro
al cuore degli affari internazionali e credo che senza una cura questo
cancro consumerà tutti noi”. Sono queste alcune delle numerose e
farneticanti dichiarazioni di Alan Hart, l’autore del controverso Sionismo: il vero nemico degli ebrei,
che è stato presentato oggi alla fiera romana della piccola e media
editoria Più libri più liberi. Il volume, volgarmente e patologicamente
antisionista, aveva generato ferme prese di posizione a causa
dell’annunciata presentazione, che sarebbe dovuta avvenire lo scorso 7
dicembre, nei locali della sezione Anpi (Associazione Nazionale
Partigiani Italiani) don Pietro Pappagallo della Capitale. Evento in
seguito annullato dopo l’intervento del presidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna: “È sconcertante – aveva
denunciato il presidente UCEI – che l’Associazione Nazionale Partigiani
Italiani, realtà che dovrebbe tutelare e diffondere ben altri valori,
si faccia promotrice di un’iniziativa di aperto odio antiebraico e
antiisraeliano. Un fatto gravissimo, che merita la più ferma condanna”.
“Il sionismo – ha proseguito Gattegna – è un elemento fondante
dell’identità ebraica contemporanea. Qualsiasi operazione volta a
screditare questo assunto risulta così fuorviante e grottesca”. La
segnalazione è stata accolta immediatamente dallo stesso direttivo
dell’Anpi che ha preso le distanze: il presidente della sezione romana
Ernesto Nassi ha infatti sottolineato come il libro in questione non
fosse “in linea con i valori e i principi dell’associazione, che
rifiutano qualsiasi forma di razzismo ed antisemitismo”.
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chanukkah 5776
Una luce per vincere il buio
Chanukkah,
la festa ebraica della luce, avvolge col suo calore molte città
d’Italia. E trova nel Meridione, da Trani a San Nicandro Garganico, da
Palermo a Catania, un territorio particolarmente ricettivo per
affermare i profondi valori di questa ricorrenza. La luce
dell’identità, in luoghi che hanno rappresentato per secoli oblio e
rimozione. “Non ho potuto fare a meno di pensare come il miracolo di
Chanukkah si rinnovi ogni volta che gli ebrei sentono il bisogno di
cercare dell’olio puro per accendere, nel Tempio liberato dagli idoli,
la lampada eterna che testimonia la vita del popolo ebraico” dice il
rav Roberto Della Rocca, che sta guidando un viaggio di Kesher in
Puglia e che ha acceso ieri a Trani la chanukkiah insieme al rabbino
capo di Napoli Umberto Piperno. “Nonostante le circostanze avverse
accendiamo il nostro lume, duri quel che duri, e trani l’olio che
sembra sufficiente per un solo giorno durerà per otto giorni: il tempo
per preparare altro olio per un futuro più lungo e più certo. Come se
il miracolo fosse quello di trovare la luce e farla bastare per sempre;
il miracolo – scrive rav Della Rocca nel suo aleftav odierno – è vivere
e scommettere sulla vita”.
Ha
affermato ieri il presidente della Comunità ebraica veronese Bruno
Carmi: “La festa di Chanukkah ci insegna che non dobbiamo rinunciare ad
essere noi stessi. Nessuno deve rinunciare alla propria identità
culturale perché, come ci ricorda anche la storia della Torre di
Babele, un mondo giusto non è quello dove tutti siamo uguali, omologati
nei comportamenti, nella lingua, nel credere a una verità assoluta e
nel volerla imporre agli altri”.
“Le tenebre, il buio e la negatività sono ancora minacciose e presenti
nella nostra società. Cercano di distruggere e annientare i nostri
valori, i principi essenziali di esistenza di tutte le nazioni sono
tormentate da correnti esterne e buie. Chanukkah rassicura e risponde a
tutte le questioni, a tutti i dubbi e i timori: una piccola luce – dice
il rabbino capo Yosef Labi – caccia tanta oscurità”.
(Nelle immagini le accensioni di Trani e Verona)
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qui firenze
Memoria, la parola ai giovani
Terza
tappa per la mostra itinerante “I giovani ricordano la Shoah”
realizzata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane. In mostra settanta tra le migliori opere sul tema realizzate
da studenti da tutta Italia, esposte nella cornice di palazzo Medici
Ricciardi. In concomitanza con l’apertura della mostra avrà luogo,
presso l’auditorium della Regione Toscana, un incontro di riflessione e
approfondimento sul tema della Memoria. Ad aprire l’incontro (domani,
ore 10.30) l’intervento del presidente del Consiglio regionale Eugenio
Giani, cui faranno seguito gli interventi del sindaco Dario Nardella,
del direttore dell’ufficio scolastico regionale Domenico Petruzzo,
della presidente della Comunità ebraica fiorentina Sara Cividalli, del
vicepresidente UCEI Roberto Jarach e del sottosegretario di Stato
Gabriele Toccafondi. Leggi
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Dalla parte degli urtisti |
Il
decoro è un patrimonio, un’esigenza e una sfida per Roma e i romani. Ed
è per questo che gli amministratori locali, negli ultimi mesi, hanno
affrontato la questione con determinazione.
Turisti e cittadini hanno potuto finalmente apprezzare monumenti
meravigliosi e celebri in tutto il mondo senza ostacoli e ingombri.
Tutto bene, dunque? Purtroppo no.
Come può accadere nelle battaglie giuste, si verificano effetti
collaterali sbagliati. Nel caso di specie, per spostare i camion bar
sono stati cacciati anche gli urtisti, i venditori di souvenir presenti
nel centro di Roma da oltre due secoli. Circa cento famiglie si trovano
in mezzo a una strada da alcuni mesi, senza aver mai realmente
danneggiato il decoro o lo spazio pubblico della città. Questa
professione ha anzi una lunga tradizione e, con i dovuti controlli e la
possibile regolamentazione, rappresenta una ricchezza per l’Urbe. Un
patrimonio che non può essere disperso per lasciare il campo
all’abusivismo, assai più negativo nella percezione di turisti e romani.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- Razzismo in Etiopia |
“Ore
5, nostre truppe hanno passato confine, nostri aeroplani sorvolano
cielo nemico”. Era l’alba del 3 ottobre 1935 quando dall’Eritrea arrivò
a Roma questo telegramma: l’Italia fascista aveva appena invaso
l’Etiopia, stato libero e indipendente, membro della Società delle
Nazioni, ultimo grande paese africano ancora non assoggettato alla
dominazione coloniale straniera, senza una formale dichiarazione di
guerra. La notizia però non era inattesa. La sera precedente milioni di
italiani entusiasti avevano affollato le piazze di tutta la penisola,
collegate via radio col balcone di piazza Venezia a Rona, da dove
Mussolini aveva annunciato che “un’ora solenne sta per scoccare nella
storia della patria” e che quella grande adunata “dimostra al mondo che
Italia e fascismo costituiscono una identità perfetta”. Infine aveva
detto: “con l’Etiopia abbiamo pazientato quarant’anni, ora basta”. Ora
iniziava la guerra e con essa una sfida aperta alle grandi potenze in
nome del revisionismo, che avrebbe ben presto portato l’Europa e il
mondo in un nuovo conflitto globale.
Mario Avagliano
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