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8 dicembre 2015 - 26 Kislev 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
In un viaggio in Puglia organizzato da Kesher, ogni sera accendiamo la Chanukkiah in un luogo legato alla storia e alla memoria ebraica. La prima sera abbiamo festeggiato a Sannicandro Garganico assieme a diverse persone provenienti da varie Comunità, e ieri sera a Trani . Due luoghi pugliesi ma con caratteristiche e storie ebraiche assolutamente differenti. A Sannicandro in un moderno locale adibito a centro comunitario dove nello spazio della sinagoga, con una mirabile eccezione, la parte riservata alle donne è più ampia di quella riservata agli uomini.
 
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Dario
Calimani,
anglista
L’anno scorso, in questa stagione, ho scritto per Moked una nota come questa, stesso argomento, stesso tenore. Scrivere a volte non serve a nulla se non a sfogare l’amarezza. Anniversario della deportazione, anche quest’anno. E anche quest’anno una piccola sinagoga riempita a stento, inclusi diversi gentili ospiti. Troppi di noi sono rimasti a casa. La Shoah sta passando in secondo piano, tormentata dalle polemiche e dal nostro oblio. Qualcuno l’ha messa in dubbio, altri la strumentalizzano, noi ce ne stiamo forse stancando. Sono mancati da tempo i pochi che si erano salvati dai campi di sterminio, ora stanno mancando un po’ alla volta anche i loro figli, il tempo è passato, e forse è giusto dimenticare e iniziare una nuova vita, sgombra da dolori e da spiacevoli ricordi. La vita continua. Non si riconosce tuttavia in questo disimpegno, in questo voltarsi dall’altra parte, la cultura ebraica di cui tanto ci si vanta, la cultura della memoria che non si spegne e si riattiva, come a ogni Pesach, come a ogni Tish‘à beAv.
 
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I veleni di Le Pen:
'Crif difende i potenti'
“II popolo non sopporta più il disprezzo in cui è tenuto da anni da una classe politica che cura i propri interessi e non difende in nessun modo gli interessi della popolazione”. Così Marine Le Pen in una intervista televisiva, tradotta e pubblicata da Repubblica. Sul padre, che ha celebrato con un commento antisemita su Twitter il successo della nipote Marion, Marine risponde bruscamente: “Jean-Marie Le Pen non è più nel Front national, l’ho detto nella maniera più chiara possibile, e non ne commento più né le affermazioni né le azioni”. Sull’allarme lanciato ieri dal Conseil Représentatif des Institutions Juives e da altre organizzazioni come Sos Racisme, che hanno invitato a un voto compatto al fine di arginarla nel secondo turno elettorale, Le Pen ha infine affermato: “Queste strutture sono sempre dalla parte del potere in carica. A ogni elezione se ne escono con queste cose per aiutare il potere a conservare il posto mentre la disoccupazione esplode, la povertà esplode, mentre il nostro paese è in una situazione drammatica per quanto riguarda il debito pubblico e la creazione di ricchezza, mentre la concorrenza internazionale sleale fa dei danni spaventosi”.
“Questa è la rivincita dei piccoli. Il Front national oggi è il primo partito tra quanti in Francia non hanno mai avuto voce. Noi vogliamo essere la stessa cosa in Italia: il partito dei piccoli”. Così Matteo Salvini in un’intervista al Corriere della sera. Il leader leghista ha inoltre annunciato che a gennaio si svolgerà a Milano un incontro con Le Pen e altri partiti europei che ne condividano l’impostazione politica. “Lì progetteremo la nostra proposta di Europa – le sue parole – molto diversa da quella di Renzi, Hollande e Merkel”.
“È la fine del bipolarismo. Stiamo evolvendo verso una forma di tripartismo imperfetto destinato a durare. Alle due componenti storiche, Républicains e Partito socialista, si aggiunge il Front National. Il paesaggio politico si è spaccato in tre, se non quattro pezzi, se consideriamo il partito dell’astensionismo”. Così il politologo Jean-Yves Camus, tra i massimi esperti francesi dei movimenti di estrema destra, commenta i risultati delle regionali in un’intervista alla Stampa. “Trovo che Salvini sia un oggetto molto interessante, il programma originario separatista è scomparso. In lui non c’è rigetto dell’Europa, ma riconfigurazione. E però buffo che dagli Anni Settanta in poi è stata la destra radicale francese a guardare ciò che succedeva in Italia. Oggi – dice Camus – è il contrario”.
 
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  davar
elezioni in francia
L'intervento del Grand Rabbin:
"Urgente una riscossa civica"

“È fondamentale difendere i nostri valori e fare fronte comune contro tutti coloro che si levano gli uni contro gli altri e sostengono l’isolamento e l’esclusione, poiché la Storia ci insegna che l’odio e il rifiuto, qualunque sia la loro provenienza, faranno un giorno di noi le vittime”. A poche ore successo dell’estrema destra alle elezioni regionali si leva con forza la voce del Grand Rabbin di Francia Haim Korsia, che chiede al paese una “riscossa civica” e una “più significativa mobilitazione” in vista del secondo turno di domenica. Una voce che si unisce a quella del Conseil Représentatif des Institutions Juives, massima rappresentanza degli ebrei d’Oltralpe, che in una nota diffusa ieri ha chiamato a raccolta l’elettorato in funzione anti-Fn per non lasciare che “la Repubblica vada in pezzi”. Parole che seguono una dichiarazione di Marine Le Pen riferite alle accuse di xenofobia espresse dal Crif e da altre associazioni: “A ogni elezione se ne escono con queste cose per aiutare il potere a conservare il posto mentre la disoccupazione esplode, la povertà esplode, mentre il nostro paese è in una situazione drammatica per quanto riguarda il debito pubblico e la creazione di ricchezza, mentre la concorrenza internazionale sleale fa dei danni spaventosi”.

(L'illustrazione è di Giorgio Albertini)
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qui roma - più libri più liberi
Uno squallido circo antisemita
e il pretesto dell'antisionismo

Desolante, grottesco squallore e spazio a un delirio che si pretende antisionista, ma che lascia facilmente trasparire le proprie radici ideologiche di odio antisemita. L’infame pubblicazione intitolata Sionismo: il vero nemico degli ebrei è approdata alla fiera romana della piccola editoria con un esito disastroso e inquietante. “Descrivo il conflitto in Palestina che è diventato lo stato Sionista – non ebraico! – di Israele come il cancro al cuore degli affari internazionali e credo che senza una cura questo cancro consumerà tutti noi”. Sono queste alcune delle numerose e farneticanti dichiarazioni di Alan Hart, l’autore del controverso Sionismo: il vero nemico degli ebrei, che è stato presentato oggi alla fiera romana della piccola e media editoria Più libri più liberi. Il volume, volgarmente e patologicamente antisionista, aveva generato ferme prese di posizione a causa dell’annunciata presentazione, che sarebbe dovuta avvenire lo scorso 7 dicembre, nei locali della sezione Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) don Pietro Pappagallo della Capitale. Evento in seguito annullato dopo l’intervento del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna: “È sconcertante – aveva denunciato il presidente UCEI – che l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, realtà che dovrebbe tutelare e diffondere ben altri valori, si faccia promotrice di un’iniziativa di aperto odio antiebraico e antiisraeliano. Un fatto gravissimo, che merita la più ferma condanna”. “Il sionismo – ha proseguito Gattegna – è un elemento fondante dell’identità ebraica contemporanea. Qualsiasi operazione volta a screditare questo assunto risulta così fuorviante e grottesca”. La segnalazione è stata accolta immediatamente dallo stesso direttivo dell’Anpi che ha preso le distanze: il presidente della sezione romana Ernesto Nassi ha infatti sottolineato come il libro in questione non fosse “in linea con i valori e i principi dell’associazione, che rifiutano qualsiasi forma di razzismo ed antisemitismo”.
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israele - la nomina del premier netanyahu  
Yossi Cohen a capo del Mossad
In Israele l'annuncio della nomina di Yossi Cohen alla guida del Mossad non ha stupito molti. Da tempo il suo nome era in cima alla rosa dei candidati a sostituire l'attuale capo dei servizi segreti israeliani Tamir Pardo. E ieri è arrivata l'ufficialità: Cohen, attualmente Consigliere per la sicurezza nazionale e con un passato da veterano nelle fila dell'intelligence dello Stato ebraico, sarà il dodicesimo direttore del Mossad. “Ha un'ampia esperienza e ha raggiunto molti risultati, ha dimostrato le sue capacità in diversi settori all'interno dell'organizzazione”, ha dichiarato il Premier Benjamin Netanyahu, annunciando la nomina di Cohen. Il Premier ha inoltre indicato i campi in cui è richiesto al Mossad di eccellere: la capacità operativa, la raccolta di informazioni e la diplomazia. Proprio quest'ultimo fronte, spiegano gli analisti israeliani, costituisce il punto forte del neodirettore Cohen (che entrerà in carica con il nuovo anno).

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chanukkah 5776 
Una luce per vincere il buio
Chanukkah, la festa ebraica della luce, avvolge col suo calore molte città d’Italia. E trova nel Meridione, da Trani a San Nicandro Garganico, da Palermo a Catania, un territorio particolarmente ricettivo per affermare i profondi valori di questa ricorrenza. La luce dell’identità, in luoghi che hanno rappresentato per secoli oblio e rimozione. “Non ho potuto fare a meno di pensare come il miracolo di Chanukkah si rinnovi ogni volta che gli ebrei sentono il bisogno di cercare dell’olio puro per accendere, nel Tempio liberato dagli idoli, la lampada eterna che testimonia la vita del popolo ebraico” dice il rav Roberto Della Rocca, che sta guidando un viaggio di Kesher in Puglia e che ha acceso ieri a Trani la chanukkiah insieme al rabbino capo di Napoli Umberto Piperno. “Nonostante le circostanze avverse accendiamo il nostro lume, duri quel che duri, e trani l’olio che sembra sufficiente per un solo giorno durerà per otto giorni: il tempo per preparare altro olio per un futuro più lungo e più certo. Come se il miracolo fosse quello di trovare la luce e farla bastare per sempre; il miracolo – scrive rav Della Rocca nel suo aleftav odierno – è vivere e scommettere sulla vita”.
Ha affermato ieri il presidente della Comunità ebraica veronese Bruno Carmi: “La festa di Chanukkah ci insegna che non dobbiamo rinunciare ad essere noi stessi. Nessuno deve rinunciare alla propria identità culturale perché, come ci ricorda anche la storia della Torre di Babele, un mondo giusto non è quello dove tutti siamo uguali, omologati nei comportamenti, nella lingua, nel credere a una verità assoluta e nel volerla imporre agli altri”.
“Le tenebre, il buio e la negatività sono ancora minacciose e presenti nella nostra società. Cercano di distruggere e annientare i nostri valori, i principi essenziali di esistenza di tutte le nazioni sono tormentate da correnti esterne e buie. Chanukkah rassicura e risponde a tutte le questioni, a tutti i dubbi e i timori: una piccola luce – dice il rabbino capo Yosef Labi – caccia tanta oscurità”.

(Nelle immagini le accensioni di Trani e Verona)

qui firenze
Memoria, la parola ai giovani 
Terza tappa per la mostra itinerante “I giovani ricordano la Shoah” realizzata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. In mostra settanta tra le migliori opere sul tema realizzate da studenti da tutta Italia, esposte nella cornice di palazzo Medici Ricciardi. In concomitanza con l’apertura della mostra avrà luogo, presso l’auditorium della Regione Toscana, un incontro di riflessione e approfondimento sul tema della Memoria. Ad aprire l’incontro (domani, ore 10.30) l’intervento del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, cui faranno seguito gli interventi del sindaco Dario Nardella, del direttore dell’ufficio scolastico regionale Domenico Petruzzo, della presidente della Comunità ebraica fiorentina Sara Cividalli, del vicepresidente UCEI Roberto Jarach e del sottosegretario di Stato Gabriele Toccafondi.
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la petizione
"Gli urtisti siano tutelati"
“Ridiamo il lavoro agli urtisti!”. È la richiesta dei firmatari di una petizione che sta circolando sul web (change.org) con l’obiettivo di sensibilizzare opinione pubblica e amministratori sul futuro dei venditori di souvenir, categoria professionale appannaggio di alcune famiglie della comunità ebraica romana che si trasmettono la licenza da generazioni. Allontanati dall’area del Colosseo e dei Fori nel quadro degli interventi anti-degrado operati dall’ex sindaco Marino, allontanati dalle vicinanze del Vaticano per ragioni di sicurezza (almeno per la durata del Giubileo), gli urtisti affrontano oggi molte difficoltà e incognite. “Nessun padre di famiglia deve essere lasciato solo. Tutti hanno il diritto di lavorare”, si legge nel testo della petizione.
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otto giorni otto luci
Torah orale, un tempo propizio 
I lumi di Channukkah alludono alla splendore della Torah orale. I giorni di Chanukkah costituiscono un tempo propizio per il suo studio. Infatti, i 36 trattati del Talmud di Babilonia sarebbero in relazione con le 36 ore in cui la luce primordiale della creazione ha illuminato il “principio” prima che il creatore la nascondesse per preservarla per il tempo della redenzione.

Adolfo Locci, rabbino capo di Padova

pilpul
Dalla parte degli urtisti
Il decoro è un patrimonio, un’esigenza e una sfida per Roma e i romani. Ed è per questo che gli amministratori locali, negli ultimi mesi, hanno affrontato la questione con determinazione.
Turisti e cittadini hanno potuto finalmente apprezzare monumenti meravigliosi e celebri in tutto il mondo senza ostacoli e ingombri.
Tutto bene, dunque? Purtroppo no.
Come può accadere nelle battaglie giuste, si verificano effetti collaterali sbagliati. Nel caso di specie, per spostare i camion bar sono stati cacciati anche gli urtisti, i venditori di souvenir presenti nel centro di Roma da oltre due secoli. Circa cento famiglie si trovano in mezzo a una strada da alcuni mesi, senza aver mai realmente danneggiato il decoro o lo spazio pubblico della città. Questa professione ha anzi una lunga tradizione e, con i dovuti controlli e la possibile regolamentazione, rappresenta una ricchezza per l’Urbe. Un patrimonio che non può essere disperso per lasciare il campo all’abusivismo, assai più negativo nella percezione di turisti e romani.
 

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Razzismo in Etiopia
“Ore 5, nostre truppe hanno passato confine, nostri aeroplani sorvolano cielo nemico”. Era l’alba del 3 ottobre 1935 quando dall’Eritrea arrivò a Roma questo telegramma: l’Italia fascista aveva appena invaso l’Etiopia, stato libero e indipendente, membro della Società delle Nazioni, ultimo grande paese africano ancora non assoggettato alla dominazione coloniale straniera, senza una formale dichiarazione di guerra. La notizia però non era inattesa. La sera precedente milioni di italiani entusiasti avevano affollato le piazze di tutta la penisola, collegate via radio col balcone di piazza Venezia a Rona, da dove Mussolini aveva annunciato che “un’ora solenne sta per scoccare nella storia della patria” e che quella grande adunata “dimostra al mondo che Italia e fascismo costituiscono una identità perfetta”. Infine aveva detto: “con l’Etiopia abbiamo pazientato quarant’anni, ora basta”. Ora iniziava la guerra e con essa una sfida aperta alle grandi potenze in nome del revisionismo, che avrebbe ben presto portato l’Europa e il mondo in un nuovo conflitto globale.

Mario Avagliano
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