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23 dicembre  2015 - 11 Tevet 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“... Yosèf parlò alla casa del Faraone, dicendo: Se vi sono gradito, per favore, parlate alle orecchie del Faraone dicendo…”(Bereshìt 50, 4). Leggendo questo verso c’è da domandarsi per quale motivo Yosèf, che era stato nominato vice re d’Egitto, non abbia parlato direttamente con il Faraone. Bensì, egli parla con i più stretti collaboratori del Faraone “Bet Paròh - la casa del Faraone” chiedendo loro di intercedere presso il Faraone stesso.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
È Il partito Giustizia e Libertà, vincitore alle scorse elezioni polacche, aveva promesso una "orbanizzazione" del Paese e così sta effettivamente avvenendo. Il governo guidato da Beata Szydlo sta attuando una serie di misure copiate pari pari dal modello ungherese nell'assoluto silenzio di un'Europa, che, invece, sta ancora controllando ogni riga delle riforme promesse quest'estate dalla Grecia di Tsipras.
 
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Il Movimento islamico
e le accuse a Israele
Messo al bando dal governo del Premier israeliano Benjamin Netanyahu, il Movimento islamico, realtà politica palestinese vicina ai Fratelli musulmani, si racconta al quotidiano La Stampa attraverso le parole del suo leader, Raed Salah Abu Shakra. Intervistato da Maurizio Molinari, Raed Salah, condannato per aver incitato gli arabi palestinesi israeliani alla rivolta violenta contro Israele,
accusa: “La moschea di Al Aqsa è violata quotidianamente dagli ebrei, soldati e civili. Ci sono dozzine di gruppi ebraici che vogliono costruire il Terzo Tempio sulle rovine di Al Aqsa, il dovere dei musulmani, di ogni Paese, è di impedirlo. In qualsiasi maniera”. Per il governo Netanyahu il Movimento islamico è uno dei responsabile della recente escalation che ha portato al moltiplicarsi degli attentati contro civili e soldati israeliani. Raed Salah, pur affermando di essere contro la violenza, alla domanda sua quale rapporto voglia costruire con Israele, afferma “Noi siamo palestinesi del 1948, ovvero dei territori che vennero occupati allora. Siamo a favore della fine dell’occupazione”; per poi aggiungere, incalzato da Molinari, “L’occupazione è una sola, deve finire, per restituire la terra a chi ci ha sempre abitato e non è venuto da Vienna, Parigi o New York. Anche il mio arresto è un frutto dell’illegalità dell’occupazione”. Nel corso dell’intervista poi il leader del Movimento afferma che l’organizzazione è vicina alla politica turca di Erdogan mentre è contraria all’Isis.

Iraq, l’Isis all’angolo. Ramadi, città irachena considerata una roccaforte sunnita e un punto strategico dell’Isis, sta per essere liberata dall’esercito del governo di Baghdad, racconta il Corriere della Sera. Si tratterebbe di una vittoria significativa perché, scrive La Stampa, “serve a dimostrare che Baghdad è in grado di battere l’Isis con forze militari miste, e non solo con le milizie sciite”. Intanto nella capitale irachena è arrivato il presidente del Senato Pietro Grasso che ha incontrato i rappresentati del governo locale, dimostratisi favorevoli all’invio di un contingente italiano in difesa della diga di Mosul (Corriere). A Grasso è stato inoltre chiesto l’aiuto dell’Italia a tutela della sicurezza dei beni archeologici iracheni.

Israele contro gli estremismi interni. “Non accetteremo questo terrorismo”, la condanna del Premier israeliano Benjamin Netanyahu rispetto all’attacco portato da alcuni estremisti ebrei contro una casa palestinese in Cisgiordania. “In piena notte, hanno sfondato la finestra dell’abitazione, dove dormivano una coppia di genitori con un figlioletto di nove mesi e hanno scagliato all’interno due candelotti fumogeni”, la ricostruzione di Avvenire. La famiglia palestinese è incolume e la polizia israeliana sta indagando per assicurare i responsabili alla giustizia.
 
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  davar
israele - l'attentato presso la porta di giaffa
Gerusalemme, nuova violenza
È molto difficile fermare i lupi solitari, quegli attentatori che si armano di coltelli o si lanciano con le proprie auto per colpire e uccidere civili e soldati israeliani. Le forze di sicurezza e l'intelligence lo hanno ripetuto più volte in questi mesi: anticipare le mosse di chi non pianifica un attacco terroristico e non è affiliato a un'organizzazione è molto difficile. Così è stato per l'attentato compiuto poche ore fa a Gerusalemme, dove due palestinesi hanno accoltellato due persone nei pressi della Porta di Giaffa. Sul posto è intervenuta immediatamente la polizia di frontiera, aprendo il fuoco contro i due terroristi, entrambi feriti a morte. Secondo le ricostruzioni dei media israeliani, nel conflitto a fuoco è rimasto seriamente ferito anche un civile, portato immediatamente al Centro medico Shaare Zedek. Sul luogo dell'attentato sono intervenuti i paramedici che hanno testimoniato come uno degli agenti di frontiera, medico addestrato, dopo lo scontro con i terroristi abbia subito prestato soccorso a feriti.
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Informazione – Pagine Ebraiche 
Toscanini, la musica della libertà
Come la sua bacchetta, non si spezzava e non si piegava, il maestro italiano più famoso del mondo. Seguiva la musica e i suoi ideali, pronunciando quei no, che avrebbe pagato con schiaffi e percosse ma che lo avrebbero ricompensato nella vita. È dedicato ad Arturo Toscanini (1867-1957), il dossier, curato da Ada Treves, del numero di Pagine Ebraiche di gennaio.
Un inserto ricco di contenuti e di contributi preziosi attraverso i quali si racconta la straordinaria vita del direttore d’orchestra che pur di non offrire i suoi servigi alla dittatura fascista emigrò in America, e che nel 1936 accettò di condurre a Tel Aviv il primo concerto di quella che sarebbe diventata la Israel Philarmonic Orchestra. Fondata dal violinista Bronislaw Huberman, la filarmonica fu uno straordinario stratagemma per salvare numerosi musicisti ebrei in fuga dalle persecuzioni.
E sarà proprio questa vicenda, la protagonista del concerto “Toscanini – Il coraggio della musica”, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, prevista per il Giorno della Memoria (27 gennaio 2016) presso l’Auditorium Parco della Musica. Nel dossier, a dare una viva immagine di Toscanini e Huberman, i contributi del musicologo Enrico Fubini, la giornalista Viviana Kasam, il presidente di Gariwo Gabriele Nissim, Josh Aronson, Harvey Sachs, Gabriel Vole, l’ebraista Maria Teresa Milano e Mario Soldati.
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QUI PARIGI - A UN ANNO DAGLI ATTENTATI
Il presidio davanti l'Hypercacher
per i valori della Repubblica

“Un anno è passato, un anno che ha messo a dura prova la Francia e tutti coloro che sono stati toccati dal fanatismo terrorista“. È con questa dolorosa consapevolezza che il Conseil Représentatif des Institutions juives de France, la massima istituzione ebraica del paese, chiama a raccolta i francesi per una commemorazione delle vittime dell'attentato terroristico al supermercato Hypercacher di Porte de Vincennes, nel primo anniversario dalla strage perpetrata il 9 di gennaio scorso.
I cittadini sono dunque chiamati a raccogliersi insieme alle autorità per una manifestazione all'insegna dei valori della Repubblica e dell'unità, e il Crif invita a “essere numerosi per per onorare la memoria delle 17 vittime degli attentati di gennaio“, ricordando dunque anche i giornalisti e disegnatori di Charlie Hebdo e i poliziotti vittime della violenza terroristica. “Non dimenticheremo mai – si legge nel comunicato del Crif – quel terribile mese di gennaio 2015 che ha causato il lutto di un'intera nazione”.


(Nell’immagine “#Je suis Charlie – #Je suis Juif”, la vignetta disegnata dal vignettista Chari Pere dopo gli attentati a Charlie Hebdo e all'Hypercacher)
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la comunità della capitale tedesca al voto
La Berlino ebraica sceglie Joffe,
presidente a suon di polemiche

Gideon Joffe, classe 1972, nato a Tel Aviv è stato riconfermato come presidente della Comunità ebraica di Berlino. Già in carica nel 2006 era stato rieletto nel 2012 e continuerà a guidare gli oltre 10.000 iscritti per i prossimi quattro anni.
Una vittoria che ha lasciato l’amaro in bocca all’opposizione rappresentata dalla lista Emet (Verità) che ha accusato Joffe e la sua Koach (Forza), di brogli elettorali motivando che lo spoglio sarebbe avvenuto in una stanza chiusa senza uno scrutinatore neutrale. Un’accusa respinta fermamente dal presidente, il quale ha risposto ai suoi oppositori dicendo che devono accettare la sconfitta.
Il leader di Emet Sergey Lagodinsky, che nei ballottaggi sembrava in vantaggio, si è dovuto così accontentare di otto poltrone nel direttivo comunitario, contro i 13 di Koach, ma non vuole arrendersi e si riserva di prendere provvedimenti.
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Segnalibro - terzo romanzo per lo scrittore 
Come disse Abramo: Here I Am, il ritorno di Jonathan Safran Foer
Sono passati già undici anni da quando nel 2005 Jonathan Safran Foer pubblicava Molto forte, incredibilmente vicino, confermandosi come una delle più grandi rivelazioni dei primi anni Duemila, dopo aver pubblicato a venticinque anni il best seller Ogni cosa è illuminata. Poi, nel decennio successivo a quel secondo successo, mentre Safran Foer beveva tè organico sulla sua terrazza di Brooklyn insieme alla moglie e collega scrittrice Nicole Krauss e i loro due pargoletti, di romanzi non ne sono più usciti. Ma ora, con il matrimonio ormai finito – ovviamente in modo amichevole come si conviene a due artisti chic e impegnati della New York più hipster – ha annunciato l’uscita nelle librerie a settembre del suo nuovo romanzo, il cui titolo inglese sarà Here I Am, e al centro del quale ci sarà proprio il tema del divorzio in una famiglia ebraica.
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pilpul
Ticketless - Monoteisti monotoni
Torno sull'art. 3 e la proposta di sostituire la parola "razza" dalla carta costituzionale. Il Ticketless della scorsa settimana ha raccolto consensi e (parziali) dissensi. Credo opportuno precisare: anch'io penso che sarebbe sbagliato trovare un sinonimo non offensivo. Non bisogna avere paura delle parole. Il motivo di allora è comprensibile, sì, ma attenzione a non considerare immutevoli le parole solo perché inserite in Costituzione: le parole, come le persone, sono mutevoli. Oggi mi ha scritto un vecchio e caro amico: "Dovremmo limitarci a dire che tutti i cittadini sono uguali. Poi magari si porrà il problema su chi sono i cittadini, ma quella è un’altra battaglia". Giusto.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Terrorismo
Grande interesse ha suscitato tra gli ascoltatori una conferenza pronunciata lo scorso mercoledì 16 dicembre, a Napoli, su iniziativa delle Associazioni Guida alla cultura e Italia-Israele, da parte di Michael Barilan, professore di Bioetica presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Tel Aviv, sul tema "Il terrorismo in Europa e in Israele: sensibilità a confronto". Uno dei punti più importanti dell'analisi del relatore è stato quello della presunta "irrazionalità" del terrore di matrice islamista, generalmente presentato come un fenomeno intrinsecamente "irrazionale", difficile non solo da contrastare, ma anche soltanto da comprendere, in quanto lontano a tutte le forme di pensiero e di logica su cui si fonderebbe la cosiddetta civiltà occidentale, nella quale ogni azione, buona o cattiva che sia, dovrebbe naturalmente tendere - indipendentemente dal suo maggiore o minore successo - a raggiungere un comprensibile risultato, consistente in qualche forma di tornaconto per chi la ponga in essere: quando si ruba, si depreda, si uccide, si commettono stragi o stermini, lo si fa, presumibilmente, nella speranza di guadagnare qualcosa, in termini di ricchezza, potere, prestigio ecc.

Francesco Lucrezi, storico
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