Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

11 gennaio 2016 -  1 Shevat 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
E ritornò Moshe di fronte a HaShem e disse: “D-o mio, perché hai fatto del male a questo popolo? Perché mi hai inviato? Da quando sono giunto dal faraone per parlare a tuo nome, egli ha peggiorato la situazione di questo popolo, e tu non hai salvato il tuo popolo!” (Esodo 5, 22).
D-o disse a Moshe: “Ora vedrai quello che sto per fare al faraone con mano potente, li lascerà andare, anzi con mano potente li caccerà dal suo paese!”.
 
Leggi

Anna
Foa,
storica
I fatti di Colonia sono molto gravi e nulla toglie alla loro gravità il fatto che le destre più ostili all'accoglienza e le loro frange più estreme e razziste li stiano usando per mettere in discussione la politica dell'apertura ai profughi e ai migranti. Perché il problema che è emerso è un problema reale, che scoppia oggi, come un bubbone, dopo essere stato a lungo tenuto in sospeso e rimosso e che segnala l’esistenza di un baratro fra il mondo islamico e la sua cultura e l'Occidente: quello del rapporto tra i generi. Molti analisti lo hanno sottolineato negli ultimi vent'anni, molte volte si è detto e scritto che solo un cambiamento radicale di questo rapporto può portare alla convivenza fra Islam e Occidente e alla liberalizzazione della società islamica.
 
Leggi

ROMA - Blasfemia, diritti e libertà. Temi al centro della riflessione dell’omonima ricerca collettiva coordinata dal professor Alberto Melloni e pubblicata a un anno di distanza dai massacri nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo e dell’Hypercacher di Parigi.
Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, il presidente della Rai Monica Maggioni, la giurista Barbara Randazzo, la teologa battista Lidia Maggi e il direttore della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale saranno oggi al Senato della Repubblica (Sala Zuccari, ore 17) per presentare l’opera.
 
Le aggressioni di Colonia  pianificate on-line
Le aggressioni e molestie sessuali di Capodanno a Colonia contro decine di donne, che hanno portato ad oltre 500 denunce, erano state pianificate. Ad affermarlo, il ministro della Giustizia tedesco Heiko Maas che, scrive il Corriere della Sera, non esclude collegamenti con attacchi simili avvenuti in altre città. Secondo quanto riporta Repubblica, sarebbe circolato online un messaggio che ordinava di attuare in Europa il Taharrush gamea (termine già emerso durante le primavere arabe), che “significa molestare e aggredire le donne in strada, mostrare il predominio dei maschi”. Né minimizzare né semplificare quanto accaduto a Colonia, l’invito sulle pagine del Corriere di Donatella Di Cesare, secondo cui la vicenda “mostra in modo drammatico i problemi che derivano dalla brusca apertura del mondo islamico alla modernizzazione occidentale”.

Il Medio Oriente secondo D’Alema. “Israele e Arabia Saudita? Più che alleati, dei problemi”. È la valutazione dell’ex Primo ministro italiano Massimo D’Alema, che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera rivendica la famosa quanto controversa passeggiata sottobraccio a un deputato del movimento terroristico di Hezbollah fatta nel 2006 a Beirut al termine del conflitto tra Israele e Libano (allora D’Alema era il ministro degli Esteri italiano). “Il mio fu un gesto di solidarietà umana – la posizione di D’Alema – giusto e apprezzato, che contribuì a garantire la sicurezza dei nostri militari poi schierati sul confine. Come i gesti che compii dall’altra parte, visitando i familiari di soldati israeliani rapiti”. Sul fronte della pace tra israeliani e palestinesi, l’ex Premier accusa Gerusalemme di attuare una politica che ostacola i negoziati e il governo della destra israeliana di avere “un ruolo negativo nella regione”.

Le Stolpersteine italiane. Da Torino a Roma, saranno diverse le “pietre d’inciampo” in memoria delle vittime del nazifascismo che anche quest’anno l’artista tedesco Gunter Demnig apporrà nelle strade italiane. Si inizia oggi a Roma, per la settima edizione del progetto: nella Capitale verrano collocate altre sette Stolpersteine (Corriere Roma). Quaranta, riporta la Stampa, saranno invece i sampietrini che ricorderanno altrettante vittime della deportazione a Torino, grazie alla collaborazione tra la Comunità ebraica cittadina e il Museo Diffuso della Resistenza e della Deportazione, il Goethe-Institut Turin e l’Associazione Nazionale Ex Deportati.
 
Leggi

  davar
la proposta firmata dal ministro shaked
Israele, Washington preoccupata
per il disegno di legge sulle Ong

L'ambasciatore Usa in Israele Daniel Shapiro ha espresso nelle scorse ore al ministro della Giustizia israeliano Ayelet Shaked “la preoccupazione del governo degli Stati Uniti” per il disegno di legge legato all'obbligo delle organizzazioni non governative che operano in Israele di dichiarare i finanziamenti ricevuti dall'estero. A firmare la proposta – ribattezzata “Legge per la trasparenza” - è stata la stessa Shaked a cui l'ambasciatore Shapiro si è rivolto per avere ulteriori informazioni sull'iniziativa al momento al vaglio della Knesset, il parlamento israeliano.
Leggi

qui roma
Una pietra per non dimenticare
Undici pietre d’ottone, undici nomi, undici storie spezzate. Per la settima volta dal 2010, a Roma vengono apposte delle nuove Stolpersteine, le pietre d’inciampo ideate vent’anni fa dall’artista tedesco Gunter Demnig per mantenere viva la Memoria e restituire l’identità alle vittime delle persecuzioni nazifasciste.
Un inciampo necessario per portare nella quotidianità il ricordo. Apposte fuori dalle abitazioni dei deportati, le pietre recano il nome, l’età, la data e il luogo di deportazione e, si si conosce, l’anno della morte. Curata dall’animatrice del progetto Arte in Memoria Adachiara Zevi e patrocinata da Municipio Roma I Centro, Municipio II, Municipio VII e Municipio XIII, con il sostegno dell’ambasciata di Germania e con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, l’iniziativa ha anche il patrocinio del Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Roma.
Leggi

spotlight - le tracce ebraiche del cantante
David Bowie (1947-2016)
“I’ve nothing much to offer, there’s nothing much to take, I’m an absolute beginner”. Cantava così David Bowie nel 1984, e parlava d’amore perché per quanto riguarda la sua carriera in realtà era tutt’altro che all’inizio del suo successo. La rockstar che ha saputo stupire una generazione dietro l’altra con i suoi esperimenti musicali e non solo, guadagnandosi il soprannome di camaleonte pop, è scomparso dopo aver lottato contro il cancro per un anno e mezzo all’età di 69 anni, compiuti l’8 gennaio, data di pubblicazione del suo ultimo album Blackstar. Bowie è rimasto sulla scena dagli anni Sessanta a oggi senza mai rimanere uguale a se stesso, passando da giovane e riccioluta promessa della scena rock a fattezze quasi non umane con Ziggy Stardust che ha decretato la sua fama mondiale nel 1973, dall’aspetto piratesco che ben si addiceva a Rebel Rebel nel 1974, al look biondo e ordinato degli anni Ottanta, a quello emaciato degli ultimi anni. E non meno mutevole e composita è stata la sua musica, che contiene rock, cabaret, jazz, quello che lui chiamava “plastic soul”, e allo stesso tempo non sono mancate le note pop come in Let’s Dance, che ha toccato i vertici di tutte le classifiche nel 1983. E in tutte queste eclettiche metamorfosi non potevano mancare anche tracce di ebraismo.
Leggi

spotlight - il premio di miglior film straniero
Un Golden Globe per Saul
Il figlio di Saul, pellicola del regista ungherese Laszlo Nemes sulla drammatica storia di un Sonderkommando ad Auschwitz, conferma il suo successo nel descrivere con un una forza inedita la tragedia della Shoah con la vittoria del Golden Globe come miglior film in lingua straniera. La cerimonia di consegna dei riconiscimenti attribuiti dalla stampa estera si è svolta ieri a Los Angeles, dove Il figlio di Saul è arrivato come favorito (nell'immagine, il regista Nemes assieme al cast del film dopo la premiazione).  Sulla newsletter Paginebraiche24, Daniela Gross nella sua rubrica J-Ciak aveva recensito il film alla sua presentazione al festival di Cannes, dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria. "Il film di László Nemes - sottolineava Gross - ha l’effetto di scaraventarci in presa diretta dentro all’inferno del campo di sterminio. Facendoci vedere, per oltre due, in lunghi piani sequenza, solo ciò che vede il protagonista, l’ebreo ungherese Saul Auslander, addetto a spogliare i corpi destinati al crematorio".
Leggi

INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION
Anniversari e nuovi inizi
Alla fine ciò che conta più di ogni altra cosa non sono gli ultimi 500 anni, ma i cinque secoli che verranno. Con questo spirito la Comunità ebraica di Venezia si prepara a ricordare l’anniversario dell’istituzione del primo ghetto, che avvenne in Laguna nel 1516. È questo appuntamento ad aprire l’uscita odierna di Pagine Ebraiche International Edition, che ha raggiunto questa settimana i lettori di tutto il mondo in una nuova veste grafica, che rappresenta, insieme alla rinnovata formula del notiziario Melamed, un primo passo verso varie iniziative in cantiere nella redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Anche il nuovo Sheva – Melamed, il notiziario settimanale dedicato al mondo dell’educazione, viene raccontato al pubblico non di lingua italiana.
Leggi

QUI TEL AVIV - LA SFILATA DOPO L'ATTENTATO
'Inaccettabili i silenzi del mondo'
"Abbiamo voluto dimostrare la nostra solidarietà alle vittime  dell'attentato di Tel Aviv, ma anche denunciare il doppio standard che la stampa e i politici mondiali ed europei adottano nei confronti delle  vittime israeliane". Così il presidente di Progetto Dreyfus, Alex Zarfati, commenta la marcia di protesta organizzata a Tel Aviv per denunciare la generale indifferenza dell'opinione pubblica internazionale dopo l'attentato  compiuto lo scorso primo gennaio, nella centralissima strada Dizengoff, da un cittadino arabo israeliano. I partecipanti hanno sfilato con alcuni striscioni che recavano il  seguente interrogativo: "Where is the world?". Ad essere esposte anche le sagome di cartone dei principali leader mondiali - da Hollande a Putin, da Obama a Renzi, da Cameron a Ban  Ki-Moon - protagonisti un anno fa della grande marcia di solidarietà  svoltasi a Parigi dopo gli attentati a Charlie Hebdo e all'Hypercasher.  Sotto ad ogni sagoma la scritta "Assente". L'iniziativa di Tel Aviv è stata così commentata da Beny Raccah, tra i soci fondatori di Progetto Dreyfus: "Un evento di impatto che ha voluto mettere in evidenza il silenzio e l'assenza dei leader mondiali a Tel Aviv, ma presenti a Parigi". Mentre Vito Anav, presidente dell'Hevrat Yehude Italia, ha affermato: "La politica dei due pesi e delle due misure è per noi inaccettabile".
 

pilpul
 Oltremare - Taglit
È ancora piena stagione Taglit, mi pare chiaro. Costeggiando per lungo Kikar Rabin, il centro alquanto decentrato della vita pubblica telavivese, gli autobus in sosta vietata sono parecchio tollerati, perfino quelli appoggiati proprio davanti alle porte del municipio. Segno che la loro presenza è più importante delle regole del traffico, e degli ingorghi così facili su Ivn Gvirol.
D’altra parte bisogna anche capire, Tel Aviv è piena di simboli e storia recente, ma pochi sono immediati e forti come il luogo dell’assassinio di Rabin. Quindi è diventato normale vedere gruppi di giovani con cappellini o t-shirt unificate, soprattutto americani, che parlano a voce molto alta e si urlano da un gruppo all’altro “da dove?” “Texas!”, “e voi?” “Jersey!” – che sembrano tifosi di calcio particolarmente pacifici in trasferta
.

Daniela Fubini, Tel Aviv
Leggi


moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.